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LA CATTEDRALE

Dedicata alla Vergine Assunta, fu sede dei Vescovi minervinesi dal XI secolo sino al 1818 (anno in cui la diocesi fu soppressa) .
In tale periodo di tempo si calcola che si siano succeduti circa 40 vescovi.
Ignota è l'epoca nella quale fu edificata per la prima volta.
Pare, secondo il Carbone, che la prima costruzione sia stata fatta su un preesistente tempio pagano.
Ciò può essere possibile, se si consideri che l'insediamento preromano che fu all'origine di Minervino e che si estendeva a nord-ovest, verso il piano, dovette quasi certamente avere la sua acropoli con un tempio sulla collina, dove appunto trovasi la Cattedrale.
Comunque dalle nostri fonti storiche si evince che la Cattedrale fu rifatta quasi completamente fra il XVI ed il XVII secolo e dedicata alla Vergine, in quanto l'antico Duomo, per sei secoli sede vescovile ed edificato sotto la dominazione normanna nell'XI secolo, era da demolirsi perché pericolante, come attesta una lapide posta nel suo interno a sinistra.
I lavori di rifacimento iniziati nel 1519, sotto il vescovado di Mons. Marino Falconi, terminarono nel 1608 con la riconsacrazione in data 30 agosto del Vescovo Mons. Giacomo Antonio Caporali.
La facciata in pietra ha un rosone che richiama lo stile romanico e tre portali rinascimentali; su quello di destra un altorilievo medioevale della Vergine col bambino, reperto forse dell'antica costruzione.


L'interno a tre navate divise da colonne rinascimentali, coperto da una volta a capriate, conserva partendo da destra: arco rinascimentale dell'antico altare della SS. Trinità ("fatto costruire nel 1556 dai germani De Grassis, il cui stemma si rileva scalpellato"): S. Pietro che rinnega il Signore (tale tela della fine del sec.XVII venne portata dalla chiesa della Madonna della Croce); Sacra Famiglia; Cappella del Sacro Cuore (sec.XIX), arco in tufo dell'antica cappella del Rosario con la rappresentazione dei misteri decorati con lo stile dei "Della Robbia"; dall'arco si accede alla sagrestia capitolare con bancone ed eleganti arredi in noce (sec. XVIII); nella sagrestia si possono ammirare i ritratti del Cardinale Francesco Antonio Fini, segretario di Stato di Papa Benedetto XIII e dello stesso Papa (sec. XVIII).
Sull'Altare Maggiore (sec. XVIII) un tempietto in marmo in cui è conservato il Santissimo Crocifisso (sec. XV).
La presenza sui piedistalli dell'altare maggiore dello stemma dei Pignatelli fa supporre la sua costruzione posteriormente alla riconsacrazione della chiesa, in quanto nel 1608 Barone di Minervino era Mario Del Tufo, e i Pignatelli ne entrarono in possesso solo nel 1619.
Il tempietto in marmo fu costruito nel 1857 con danaro raccolto fra i cittadini.
il Crocifisso, racchiuso all'interno del tempietto, appare di opera tardo-medievale ma non è possibile fornire dettagli sulla sua fattura anche perché deturpato da un cosiddetto restauro effettuato in epoca imprecisata che lo ha ricoperto di uno spesso strato di vernice color cioccolata che ne ha compromesso la sua primitiva estetica.
Con il restauro del 1995 tale strato è stato rimosso riportando l'opera all'originale aspetto.
Le tradizioni collegano la sua origine alla creazione della Cattedrale; tramite le consuete informazioni storiche di Onofrio Tango apprendiamo che nel 1667 era affiancato sull'altare da una statua in pietra o in marmo, andata in seguito persa, del Patrono della Città, S.Michele Arcangelo.
Sotto il tempietto la sepoltura di quattro vescovi minervinesi e dietro di esso il coro, in legno noce, con due tele che rappresentano la Vergine Assunta (forse l'antica ed unica Patrona di Minervino) e San Michele Arcangelo con la cattedra che riporta ancora lo stemma dell'ultimo vescovo di Minervino: Pietro Mancini (1792-1805).
Fu proprio tale vescovo a costruire agli inizi dell'800 la struttura del coro.
Nel quadro esistente sotto la volta, crollata nel 1956, opera di Raffaele Affatato da Cerignola nel 1890, c'era la figura di san Michele che scacciava i demoni nell'inferno.
Dall'arco a sinistra si entra, attraverso una porta in stile neogotico, nel "sacello" costruito nel 1860, già cappella dell'Addolorata, ora auditorium.
In tale "sacello" a pianta centrale si rilevano due statue: una di S. Francesco d'Assisi, posto sull'altare maggiore, l'altra di Sant'Antonio Abate, sita in una nicchia a sinistra, guardando dello stesso altare. Tali statue provenivano dal vecchio convento delle suore di S. Chiara, ubicato di fronte, sull'altro lato della strada.
Negli archi successivi: l'Istituzione dell'Eucarestia (sec. XVI), la Vergine col Bambino (sec. XIX), la Santissima Trinità con i santi Rocco, Lucia e Giovanni (sec. XVIII), il battesimo di Gesù (sec. XVIII), con ai piedi il rinascimentale fonte battesimale, unico per tutto il paese fino al 1884.
Degna di rilievo è la vasca in marmo di tale Fonte Battesimale, pregevole opera cinquecentesca; traslata dalla navata di destra dove inizialmente risiedeva, presenta un sostegno non appartenente all'originario complesso, il quale denota la traccia di uno stemma sulla base scalpellato in epoca posteriore.
Sulla porta di ingresso la cinquecentesca tela della Vergine Assunta.
Nel 1667, secondo la relazione del Tango, la Cattedrale era officiata da 43 ecclesiastici, e cioè l'Arcidiacono, l'Arciprete, il Primicerio, il Cantore, 10 Canonici, 26 Sacerdoti, un Diacono e due Suddiaconi. Sempre secondo tale relazione sull'Altare maggiore della chiesa era posto un quadro rappresentante N.S. del Rosario "sopra baldacchino".
Nella navata sinistra esistevano cinque cappelle dedicate a S. Antonio, al SS. Crocifisso, a N.S. della Grazia, allo Spirito Santo, alla Resurrezione con le rispettive immagini.
In quella di destra c'era il fonte Battesimale, sul quale era posto un quadro rappresentante S.Michele Arcangelo, poi due cappelle dedicate a S.Biagio e a S.Elisabetta; dopo si trovava una porta che immetteva nel palazzo vescovile quindi, altre due cappelle, consacrate a N.S. del Carmine e al Presepio, quest'ultima di proprietà del Principe Pignatelli.
In testa alla navata di destra vi era quella del SS. Sacramento.
A destra della cattedrale l'ex Palazzo Vescovile, attualmente abitato dall'Arcidiacono, Parroco della chiesa.
Gli arcidiaconi che si succedettero dal 1884 sono: Leopoldo Barbarossa (1902-1911); Carmine Carbotta (1911-1920); Ignazio Bevilacqua (1920-12/9/1930); Vincenzo Merra, come vicario spirituale (1930-1931); Giovanni Lacidogna (13/9/1931-25/10/1954); Carlone Michele (26/10/1954-);


a sinistra il campanile.

Esistente nel XVII secolo era un "bellissimo campanile di pietra a cinque ordini, fatto con architettura", secondo il già citato Tango, dove si trovavano quattro campane probabilmente le stesse di ora. In epoca imprecisata il campanile crollò e così rimase per parecchio tempo, sin quando, nel 1924 fu ricostruito ad opera dell'allora Arcidiacono Ignazio Bevilacqua.






il portone centrale d'ingresso del 1600 (i battenti del portone sono invece opera moderna in rame degli anni '60) sul quale sono raffigurate scene tratte dalla Bibbia

sul portale di destra l'altorilievo medioevale della Vergine col Bambino

resti delle tombe sepolcrali vescovili

interno della chiesa