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CLIMA E METEOROLOGIA

Sotto l'aspetto climatico la zona di Minervino Murge si colloca quale fascia di transizione tra il litorale, decisamente influenzato dall'Adriatico, la valle dell'Ofanto, che risente della "copertura" del Gargano e la fossa bradanica le cui caratteristiche sono di tipo pre-appenninico.
Tale particolare posizione, unitamente con la caratterizzazione altimetrica del territorio che dalla dorsale dell'Alta Murgia (oltre 600 metri s.l.m.), che funge da displuviale fra il bacino del litorale e quello dell'Ofanto, discende nel solco del torrente Locone sino a 150 metri s.l.m., per indi risalire alla piana di Montemilone (circa 400 metri s.l.m.), dà luogo a microclimi che hanno localmente differenziato sia la vegetazione naturale sia la destinazione produttiva dei terreni.
Tenuto conto che il clima varia nell'area in esame a seconda dell'altimetria (ogni 100 metri di altezza si ha la diminuzione di mezzo grado centigrado) e disponendo dei dati della locale Stazione Meteorologica di Minervino posta a 445 metri s.l.m. possiamo fare le seguenti osservazioni:

a) TEMPERATURA: i mesi più freddi, in cui si riscontrano le minime più basse, sono dicembre, gennaio e febbraio.
In questi mesi (e a volte anche in marzo), la temperatura scende spesso al di sotto dei 0°C, verificandosi anche precipitazioni nevose.
In questi mesi lo sviluppo delle piante si arresta.
I mesi di aprile e maggio sono miti, infatti la temperatura supera i 10°C e nelle piante si riscontra la piena ripresa vegetativa.
Tuttavia le forti escursioni termiche che spesso si verificano in questo periodo tra il giorno e la notte, possono danneggiare le piante a causa della delicatezza della fase vegetativa in cui si trovano (antesi floreale, allegagione, ecc.).
I mesi più caldi sono giugno, luglio e agosto durante i quali la maggior parte delle piante erbacee dissecca per le elevate temperature che si registrano, spesso accompagnate da siccità totale o da pioggia inferiore ai 10 mm., agronomicamente inefficaci.
I mesi di settembre, ottobre e novembre sono generalmente miti.

b) PIOVOSITA': essa è irregolare durante i mesi dell'anno e varia molto da un anno all'altro.
Generalmente la fascia di oscillazione consiste dai 450 ai 600 mm. annui con una media di 580 mm.
Esaminando la distribuzione delle piogge nei singoli mesi, si nota che esse sono più abbondanti in autunno ed in inverno, mentre i mesi più aridi sono luglio e agosto.
Pertanto il clima ha carattere mediterraneo, cioè con forti piogge autunnali ed invernali, scarsa piovosità primaverile, trascurabile o nulla precipitazione estiva.
Nei periodi di massima aridità (giugno, luglio ed agosto) la pianta attinge gran parte del suo fabbisogno idrico dall'umidità notturna, assimilandola per via stomatica, e dall'umidità del suolo.

c) VENTI: la zona è interessata da venti in complesso sfavorevoli all'agricoltura.
Dal nord provengono generalmente venti freddi e secchi come la tramontana, che portano a locali fenomeni di gelo.
Da sud e sud-ovest (il "Favonio") provengono venti caldi e aridi che provocano disturbi alla fioritura o raggrinzimento dei frutti e delle cariossidi, in dipendenza delle fasi biologiche in cui le singole colture vengono investite da tali venti.
La velocità media del vento è elevata e provoca elevati consumi idrici nelle piante per traspirazione, specialmente in coincidenza con il periodo di più attiva vegetazione e di maggiore scarsità di piogge.

d) EVENTI METEORICI: la neve non è ricorrente tutti gli anni, ma talvolta cade in copiosa quantità, tanto da raggiungere anche diversi cm. di altezza specialmente nelle zone più alte, e forma un manto persistente anche per diversi giorni, ostacolando l'esercizio del pascolo e determinando lesioni anche meccaniche agli alberi.
In alcuni anni si hanno anche delle nevicate tardive (marzo) dopo inverni miti, che provocano in tal caso dei forti danni alle piante, che si erano messe in vegetazione precoce, specialmente durante lo scioglimento delle nevi, che determina formazione di ghiaccio.
La grandine avviene durante i temporali estivi, determinando spesso lesioni ai frutti e alle parti vegetative della pianta.
Il fenomeno si accentua con l'altitudine, diventando più frequente dai 500 metri s.l.m. in su, si da considerarsi un evento annuale di maggiore o minore gravità, sia per l'intensità sia per il periodo in cui si verifica.
Tuttavia a parità di altitudine vi sono zone più frequentemente soggette di altre.
Infine la nebbia, che si manifesta soprattutto durante l'autunno inoltrato e l'inverno, sta divenendo sempre più frequente a causa dello sbarramento del torrente Locone.
Dal punto di vista fitovegetativo possono sopravvenire durante le mattinate nebbiose attacchi di microrganismi fungini ai danni soprattutto di alcune colture come la vite e l'olivo.