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CHIESA DELLA MADONNA DI COSTANTINOPOLI

Si pensava, secondo una tradizione corrente, che la chiesa di S.M. di Costantinopoli, posta nel Rione Scesciola a Via Costantinopoli, fosse fra le più antiche della Città.
In realtà di essa non si trova traccia in alcun documento precedente il 1700.
In un documento del 1720 riportante un elenco delle chiese dedicate alla Vergine esistenti a Minervino, si accenna a questa chiesa, che appunto secondo questo documento sarebbe stata costruita dal principe Pignatelli nel luogo dove era stata rinvenuta una "miracolosissima" immagine della Vergine, dipinta sul muro.
Non si sa quale credito si possa attribuire a tale versione, anche perché essa è in contrasto con una iscrizione del 1707 esistente nella chiesa, secondo la quale la costruzione era stata fatta invece a spese del canonico Gerolamo Massari su suolo ceduto dalla duchessa Faustina Caracciolo, vedova del duca Orazio Tuttavilla - Calabritto.
Può darsi che nello stesso luogo esisteva in precedenza altra cappella molto più antica.
Sull'altra parte del vicolo, di fronte all'ingresso della chiesetta, vi è posta l'antica casa della famiglia Jambrenghi.
La chiesa è molto piccola. Sull'unico altare, di breccia corallina, simile a quello situato presso la Grotta di San Michele, esiste effettivamente un'immagine della Vergine col Bambino dipinta sul muro, la cui epoca non è facilmente rilevabile a causa di un ignoto quanto maldestro "restauratore" che ha proceduto in passato a ritoccarla.
Sulla porta d'ingresso, nell'interno, è posta una tela settecentesca, che precedentemente doveva essere ubicata sull'altare, davanti all'affresco menzionato, in modo da coprirlo alla vista.
Rappresenta la Vergine col Bambino, S. Domenico e una Santa Martire.
Sulla parte inferiore del quadro si notano tre stemmi raggruppati, di cui uno è quello della famiglia Corsi, che è stata l'ultima proprietaria della chiesetta.
Infatti, poco dopo la sua costruzione, essa passò dai Calabritto ai Massari e da questi successivamente, tramite la sig.ra Gaetana Massari che sposò il sig. Metello Corsi, andò a quest'ultima famiglia.