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Emanuele De Deo
Emanuele De Deo nato a Minervino ma appartenente ad una famiglia possidente proveniente dal foggiano, fu uno dei primi martiri che anticiparono la rivoluzione politica che coinvolse molte città del Regno di Napoli nel 1799, tra cui Minervino.
Recatosi a Napoli, come erano soliti fare i rampolli della provincia e della "buona società" meridionale del tempo, aderì alle idee illuministiche partecipando, tra il 1792 e il 1793, alle riunioni delle prime formazioni giacobine.
Il suo delatore raccontò alla polizia che il giovane De Deo, durante un convito nella casa della nobildonna Anna Sava, a Gioia del colle, aveva dichiarato la sua adesione agli echi di libertà provenienti dalla Francia rivoluzionaria.
L'aveva fatto, però, con tale entusiasmo da trafiggere con un coltello l'immagine dipinta del re Ferdinando.
Arrestato a Napoli fu coinvolto in un processo farsa che vide, nel 1794, ben 171 giovani alla sbarra, accusati di congiurare contro la monarchia.
Solo tre di loro, essendosi rifiutati di ritrattare, furono condannati alla pena capitale, fra cui Emanuele.
Aveva 22 anni.
A lui venne dedicata alla fine dell'800, la piazza principale, già sede del Seggio, e sul monumento fu apposta una lapide dettata dal deputato Giovanni Bovio.

piazza De Deo

suggestiva veduta invernale di piazza De Deo

casa natale di Emanuele De Deo