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NATURA

LA DIGA SUL TORRENTE LOCONE

diga del Locone

La diga sul torrente Locone (un affluente del fiume Ofanto) si caratterizza immediatamente ai nostri occhi per essere stata realizzata in terra battuta, secondo una tecnica costruttiva che mira a farne non uno sbarramento artificiale, ma una vera e propria nuova collina.
Essa è per grandezza, la seconda diga in terra battuta d'Europa: è alta 66,62 metri e lunga 1,396 km; l'altezza massima dell'invaso è di 47,39 m. per una larghezza di 6,3 km.
Ed ha una capienza totale di 131 milioni di metri cubi di acqua.
Per costruire lo sbarramento sono occorsi qualcosa come 9 milioni di metri cubi di materiale.
Il 25 novembre 1982 ebbero inizio i lavori di costruzione della diga sul torrente Locone, finanziati dalla Cassa per il Mezzogiorno (Prog. PS 14/54) ed assentiti in concessione al Consorzio di Bonifica Apulo-Lucano, già Consorzio di Bonifica della Fossa Premurgiana.
Tale infrastruttura, terminata a tempo di record nel 1986, rientra nell'ambito della schema idrico "Ofanto" e costituisce il cardine del programma di sviluppo irriguo della Provincia di Bari giacchè parte delle acque accumulate e/o regolate concorreranno a rendere irriguo l'intero comprensorio di bonifica del litorale adriatico barese aggregato al Consorzio con provvedimento n.4786 in data 31/5/1980 della Giunta della Regione Puglia.
Dal punto di vista morfologico il torrente Locone costituisce uno dei più importanti affluenti di destra dell'Ofanto sia per l'estensione del bacino che per il suo sviluppo vallivo.
L'alto bacino idrografico è superficialmente impostato sulle formazioni lapidee calcareo-dolomitiche delle Murge e sui depositi clastici del ciclo bradanico.
Il medio e basso bacino, invece, è condizionato quasi esclusivamente dalla presenza di questi ultimi.
Il Locone scorre al margine nord-occidentale delle Murge bordandole perimetralmente dapprima con direzione NW-SE e quindi nel suo medio e basso corso con direzione N-S.
Incidono in tutto il suo sviluppo i sedimenti clastici di riempimento della fossa bradanica, rappresentati principalmente da argille e sabbie e subordinatamente da conglomerati e calcareniti.
Nella zona d'origine l'esiguo spessore dei sedimenti clastici, poggianti trasgressivamente sul basamento calcareo-dolomitico mesozoico, o l'affiorare di quest'ultimo determina, sulla destra orografica, un reticolo idrografico tributario molto scarso, discontinuo e poco inciso.
Nel medio e basso corso il profilo vallivo presenta un fondo alveo pianeggiante, via via sempre più ampio, e delle sommità collinari anch'esse appiattite e raccordate da fianchi notevolmente addolciti.
Dei corsi d'acqua affluenti i più importanti sono il Loconcello e l'Occhiatello, entrambi a monte dello sbarramento e sulla sinistra orografica.
I corsi d'acqua sulla destra orografica (Vallone delle Lame, Fosso delle Murge), come già accennato non apportano un considerevole apporto idrico superficiale in quanto i loro letti intagliati nel duro terreno calcareo-dolomitico mesozoico ("le Murge") non sono molto profondi.
Per la realizzazione dell'opera in argomento è stato necessario procedere all'acquisizione, mediante esproprio, di ben 1075 ettari, ricadenti negli agri di Minervino Murge (BA) e di Montemilone (PZ), a cavallo delle regioni Puglia e Basilicata, così distinti:
- Agro di Minervino Murge: ha 891.42.12 (pari all' 82,94 %)
- Agro di Montemilone : ha 183.45.82 (pari al 17,06 %)
Le ditte proprietarie interessate all'esproprio sono state 855.
La destinazione produttiva dei terreni interessati al momento dell'occupazione (per quanto riguarda l'agro minervinese) era la seguente:
 
COLTURA ETTARI PERC.
seminativo 200.12.57 22,45%
seminativo arborato 5.30.98 0,59%
seminativo irriguo 275.83.36 30,94%
pascolo 13.55.79 1,52%
pascolo arborato 0.57.62 0,06%
vigneto 161.33.21 18,09%
uliveto 108.09.07 12,12%
mandorleto 16.55.95 1,85%
orto irriguo 85.12.65 9,54%
frutteto 2.19.04 0,24%
bosco ad alto fusto 19.09.54 2,14%
incolto produttivo 3.31.81 0,37%
altre 0.30.53 0,03%

Come si può notare una larga percentuale dei terreni espropriati era costituita da colture specializzate e intensive che individuavano terreni ottimi sotto l'aspetto pedologico.
Trattavasi, infatti, di fertili terreni vallivi, di origine alluvionale, abbastanza profondi, di medio impasto e, in gran parte, già irrigati con le acque del Locone.
Per la realtà economica minervinese, essi rappresentavano la frazione più produttiva e più attiva, sul piano occupazionale, di un gruppo ove prevalgono i magri pascoli "murgiani" a roccia affiorante.
L'estesa espropriazione ha, pertanto, inciso sostanzialmente sia sotto l'aspetto produttivo che su quello occupazionale con la conseguenza che tale investimento pubblico, mentre costituirà certamente un'occasione promozionale ed uno strumento di ulteriore sviluppo agricolo-industriale di una vasta area interprovinciale, per Minervino potrebbe tradursi in un approfondimento del solco depressionario.
Per evitare ciò furono stanziati tramite la Cassa del Mezzogiorno (nota n.S006874 del 26/1/83) appositi fondi per una serie di opere pubbliche come la creazione di infrastrutture rurali, regolazione e regimazione delle acque, difesa del suolo, ricostituzione e adeguamento della rete stradale ecc.
Solo il tempo potrà dire se la costruzione della diga del Locone sia stata un'occasione di sviluppo per il nostro paese o non abbia depauperato la fragile economia a tutto vantaggio delle realtà confinanti; alcuni dati di fatto devono però far riflettere:
1) negli ultimi tre decenni, dal punto di vista del processo di riduzione della popolazione, Minervino si è resa protagonista di un saldo medio negativo pari al 17%.
2) dall'analisi dei dati degli ultimi censimenti sull'agricoltura si può rilevare che di fronte ad una superficie agricola praticamente inalterata è diminuito il numero di aziende agricole ed è aumentata l'età media dei lavoratori nel settore agricolo.
Le conseguenze sono note: aumento della dimensione media aziendale, mancato ricambio generazionale, diminuzione del numero degli occupati in agricoltura anche in virtù del crescente utilizzo di macchine agricole.