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ROVERELLA

La roverella non è la parente povera dell'aristocratica rovere (Q. petraea), e neppure una sua sottospecie, ma è una specie a sé stante con due caratteristiche che la distinguono:
È l'unica quercia che ingiallisce in autunno, mantiene le foglie secche gialle d'inverno e le perde in primavera, ed ad avere la pagina inferiore delle foglie e le cupole delle ghiande ricoperte da una fitta peluria grigiastra, il che le è valso il nome di Quercus pubescens.
E' tutt'altro che piccola, perché può raggiungere e superare i 25 metri d'altezza.
Anche la corteccia è peculiare perché è profondamente fessurata per lungo e per largo tanto da formare placchette quadrangolari.
Fiorisce in primavera e fruttifica precocemente intorno ai 12 anni, producendo ghiande in genere piccole e quasi sferiche (da 2 a 7).
Il suo areale comprende il bacino del Mediterraneo meridionale, ma è soprattutto nel meridione d'Italia che si è affermata, formandovi boschi molto estesi puri o in associazione con lecci (Q. ilex) e latifoglie, sempre però piuttosto radi perché la sua esigenza di luce non tollera i folti addensamenti.
Non sono rari gli ibridi spontanei con rovere e farnia (Q. robur).
La roverella è una quercia da tartufi (in particolare Tuber melanosporum) ed è anzi la maggiore produttrice di tartufi tra tutte le querce.
Si trova in tutta la Puglia, dal Gargano al Salento, su terreni calcarei secchi o sugli altipiani calcarei più aridi e non soffre delle estati secche.
Sul Gargano è associata a carpino nero (Ostrya carpinifolia) nella foresta di latifoglie di Vico Garganico e nella Foresta Umbra, dove si trovano esemplari di grandi dimensioni.
Nella Daunia, si trova nel bosco di Dragonara in Val Fortore, alle pendici del M.Sambuco (Monti della Daunia), e nel Bosco dell'Incoronata dove prosperano roverelle dal tronco tozzo e dalle chiome arrotondate.
Nella Murgia Alta, cresce nei residui di boschi spontanei vegetanti sul calcare cretacico con un terreno poverissimo e pietroso, come il Bosco Santoro di Cassano Murge.
Scendendo verso il Salento, la si trova associata a lecci come nel Bosco Lama di Corvo (Monopoli), residuo delle antiche foreste pugliesi.
Tra Mottola, Massafra e Martina Franca vi sono boschetti di fragno (Q. troiana) misti a roverelle, relitti di ben più antiche e folte foreste murgiane.
Anche a Tricase (Le) in un bosco a vallonea (Q. macrolepis) si possono ammirare roverelle di tutto rispetto.
Roverelle bellissime e poco note insieme ai giganti della specie (35 metri d'altezza con un metro di diametro) e di età veneranda si trovano nell'entroterra di Taurisano (Le), specialmente a Villa Lopez.
Non mancano roverelle in Lucania sulle pendici dell'alto bacino del Bradano, su un terreno rossastro insieme a querce da sughero.
Una roverella monumentale si trova in territorio di Brienza (Pz), ma pochi la citano e le guide turistiche la ignorano, anche se è inserita nel catalogo degli alberi monumentali d'Italia dal WWF.