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LA TORRE

Torre quattrocentesca fatta erigere presumibilmente tra il 1454 e il 1462 da Pirro del Balzo, duca di Andria, quale osservatorio posto al di fuori della cinta muraria, come testimonia la trascrizione lapidea "CONSTRUIVIT IN SPECULA DUX HUIUS TERRAE DEL BAUCIA PIRHUS".
Al di sopra di essa era stato anche posto uno stemma in marmo dei Del Balzo, una stella a diciassette punte, che evidentemente dovette essere asportato, in data imprecisabile, nel corso di uno dei numerosi scempi che la Torre ha subito nei secoli.
La costruzione rimase isolata fuori dell'abitato sino a quando, verso la fine del secolo XVII, il paese iniziò a estendersi verso sud, occupando la collina dove essa è posta. attualmente, soffocata tutt'intorno da altre costruzioni addossate ad essa e sfregiata in molte sue parti, è appena visibile il suo corpo superiore. Sulla sua sommità un chiosco, costruito in epoca recente, costituisce una prova evidente del cattivo gusto di chi, avendo abusivamente fatto della Torre una proprietà privata, l'ha resa inaccessibile al pubblico. Costruzione a pianta circolare, con un muro spesso circa tre metri, a diversi piani che comunicano tra loro con scale mobili di legno.
All'esterno era circondata da un bastione a pianta quadrata, che costituiva la prima difesa.
Fra la torre e questo muraglione esterno lo spazio era in gran parte sgombro, con piccole costruzioni addossate al muro del bastione; in esse si riparavano uomini e cavalli e venivano depositati carriaggi ed altro materiale.
Passata l'epoca eroica della Torre, tale spazio fu utilizzato dai pastori del luogo come rifugio per i propri armenti.
Il bastione esisteva ancora nel XVII secolo e non si sa quando e perchè sia stato demolito.
Nel 1462 fu sede di un memorabile assedio: Maria Donata del Balzo, moglie di Pirro, vi resisté strenuamente contro le milizie di suo zio Giannantonio Orsini, il quale tirò contro la Torre ben 109 cannonate, senza riuscire a distruggerla.
Alla fine, dopo un lungo assedio, la valorosa donna fu costretta ad arrendersi soccombendo alla scarsità di munizioni rimaste e agli stenti della fame.
Spogliata di quasi tutto quello che aveva con sé fu mandata con i suoi figli a Spinazzola, mentre con quelli che le erano stati fedeli, dice il Tarantino, il Principe Orsini fu spietato, perché ''dicea che essi dovevano rendersi subito e non ubbidire a una Donna in cosa che non potea avere buon fine per loro": li fece impiccare tutti ai merli della Torre.
Tuttavia, dopo pochi mesi nel dicembre dello stesso anno 1462, Giannantonio Orsini pagò i suoi orrendi crimini venendo strangolato nel Castello di Altamura, pare per ordine di Re Ferdinando.
Altri episodi riguardanti, sia pure marginalmente la Torre, avvennero nel 1502, durante la guerra fra Francesi e Spagnoli per il possesso del Regno di Napoli.
Nell'aprile di quell'anno, appresa la notizia della conquista di Bisceglie da parte di Consalvo di Cordova, i Minervinesi, stanchi del dominio francese, decisero di parteggiare per gli Spagnoli.
Allora il Gran Capitano mandò subito delle truppe per eliminare il presidio francese che si trovava nella Città.
Costoro all'arrivo degli Spagnoli si chiusero nel Castello e nella Torre, ma furono immediatamente isolati.
Erano sul punto di arrendersi, quando improvvisamente giunse Luigi d'Ars, capitano francese, con trecento cavalieri e quattrocento fanti con l'intento di liberarli.
Ne seguì un violento combattimento con perdite gravi da ambo le parti.
Alla fine i Francesi riuscirono a rilevare i presidi assediati nel castello e nella Torre, ma non potendo fronteggiare gli Spagnoli, che erano sensibilmente superiori di numero, si ritirarono verso Venosa.
Poco tempo dopo però i Francesi, che si trovavano in Melfi, Lavello, e Venosa, in una delle loro puntate offensive, ripresero Minervino, provocando vari e gravi danni al suo territorio e a quelli vicini di Spinazzola e Montemilone.
La contesa terminò con la riconquista di tutto il meridione da parte delle truppe spagnole.