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I parassiti internazionali pericolosi

Per tutte le coltivazioni uno dei maggiori pericoli per la produzione e/o la qualità di un determinato prodotto è dato dai parassiti che assalgono sia il frutto sia la pianta. Uno dei sistemi che si hanno a disposizione per evitare che un determinato parassita infetti una pianta è di utilizzare, nel nostro caso essendo produttori di barbatelle, dei portinnesti resistenti a quel determinato parassita che infesta la zona ove intendiamo impiantare un nuovo vigneto o reimpiantare un vigneto perso per colpa dello stesso parassita o perché ha terminato il suo ciclo vitale.

Elenchiamo a seguire i parassiti che sono maggiormente pericolosi per un vigneto:

  • Virosi: si propaga attraverso innesto, nematodi, vettori aerei, ecc..Tra le virosi più comuni ricordiamo l’arricciamento, l’accartocciamento fogliare, la suberosi corticale, ecc;
  • Micoplasmosi: la più importante forma è la Flavescenza dorata;
  • Malattie batteriche: come la Malattia di Pierce;
  • Malattie fungine: ricordiamo la Glomerella cingolata in Asia, la Phymatotrichum omnivurum presente negli USA, la Phytophthora cinnamomi sviluppatasi nel Sud dell’Africa;
  • Insetti: danni seri sono provocati da Fillossera nelle nostre zone e ad esempio dalla Margarodes vitium, una coccinella, nell’Africa del Sud ed in America meridionale;
  • Acariosi: uno degli acari più pericolosi è il Brevipalpus chilensis;
  • Nematodi: come lo Xyphinema index (AL RIGUARDO SI CONSIGLIA UN’ESAME DEL TERRENO PER VERIFICARNE LA PRESENZA)

La Flavescenza dorata

La flavescenza dorata è una malattia della vite originaria dagli Stati Uniti ed osservata per la prima volta in Francia, nella zona dell'Armagnac, nel 1955, poi in Corsica nel 1970 e nell'Aude nel 1982. Attualmente è presente in molti vigneti della Francia Meridionale ed Occidentale. E' presente anche in Italia (osservata a Pavia nel 1963, in Emilia Romagna nel 1982, in Veneto nel 1983, in Friuli nel 1986, in Piemonte e Lombardia nel 1987) e probabilmente anche in altri paesi.

La malattia è causata da un fitoplasma trasmesso dalla cicalina Scaphoideus titanus. Tutte le varietà di Vitis vinifera sono più o meno sensibili alla malattia, altre specie (V. berlandieri, rupestris e riparia) sono resistenti e/o tolleranti.
Come detto l'agente patogeno è un fitoplasma: come tutti i fitoplasmi si sviluppa nelle cellule floematiche e tende a distribuirsi, anche se in maniera irregolare, in tutti gli organi della pianta, radici comprese. La trasmissione può avvenire: o per mezzo di un vettore o attraverso la propagazione vegetativa delle piante, non può avvenire invece attraverso ferite, tagli, contatti, seme e polline. La trasmissione per innesto è però di modesta importanza pratica in quanto le marze prelevate da piante infette attecchiscono solo nel 2-3% dei casi. Si riscontrano, generalmente, (che non sono necessariamente tutti sempre presenti contemporaneamente sulle piante colpite): sulle foglie bollosità, accartocciamenti della lamina verso il basso con portamento cadente sul picciolo, colorazioni giallastre nei vitigni a uva bianca o rosso intenso nei vitigni ad uva nera, ; i tralci presentano mancata lignificazione, presenza di piccole pustole nerastre, consistenza gommosa, internodi raccorciati, portamento prostrato verso il basso.  Nei grappoli, negli attacchi precoci, si determina il disseccamento del grappolino e la sua caduta, in quelli tardivi si osservano raggrinzimenti degli acini e parziali disseccamenti del rachide;
Questi sintomi compaiono generalmente nel corso dell'anno successivo a quello in cui si è verificata l'infezione, ma se l'infezione è avvenuta molto precocemente possono essere visibili già nell'estate dello stesso anno.
Le piante che hanno subito ad esempio per carenze idriche, e/o quelle troppo concimate, vengono colpite in maniera più grave dalla malattia. In generale la FD porta a perdite considerevoli addirittura alla distruzione dell'intero raccolto. Solo in alcuni casi, su piante in buono stato vegetativo, è stata osservata una regressione dei sintomi. 

Profilassi

Normalmente la rimozione e la bruciatura del materiale di potatura invernale può ridurre la presenza della cicalina del 25-30 %. La rimozione dei tralci verdi a giugno porta alla distruzione di circa il 50 % delle giovani larve di cicalina. Trattamenti invernali con oli bianchi possono distruggere il 25-35 % delle uova. Tutte le pratiche sopra menzionate applicate assieme  però non eliminano più del 50 % delle cicaline. L'eradicazione delle piante malate non limita la diffusione della malattia.

Efficacia degli insetticidi naturali

Dall'88 si sta testando l'efficacia degli insetticidi utilizzabili in biologico contro la cicalina. Solo il Rotenone che, se opportunamente distribuito, può eliminare fino al 60-75 % delle cicaline. Addizionando pinolene (0,2/hl) se ne migliora significativamente l'effetto. Tuttavia, numerose osservazioni e dati sperimentali dimostrano come l'efficacia del rotenone possa diminuire drammaticamente se le applicazioni non vengono effettuate nella maniera appropriata.
Tutti i viticoltori devono segnalare ai propri tecnici la presenza di sintomi non riferibili alle tradizionali malattie del vigneto ed in particolare:

  • mancato o incompleto germogliamento del capo a frutto;

  • arrossamenti (nei vitigni a bacca rossa) o ingiallimenti (nei vitigni a bacca bianca) attorno alle nervature delle foglie;

  • disseccamento dei grappolini;

  • arrossamenti o ingiallimenti di settori di foglia delimitati dalle nervature principali;

  • mancata o irregolare lignificazione dei tralci;

  • distacco anticipato della lamina fogliare.

Occorre eliminare immediatamente senza aspettare l'inverno le piante gravemente colpite e non più produttive che rappresentano la fonte primaria di infezione. Se è troppo gravoso estirparle, recidere subito le viti alla base lasciandole appassire in filare, distruggendo gli eventuali ricacci.

 

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Copyright © 1999 Paolo Protti - Barbatelle di vite biologiche
Aggiornato il: 13 aprile 2003