I
personaggi modali nel monologo dei Giochi Finzionali di Gruppo
dal Convegno "monologhi e dialoghi interiori", Università di Macerata 24/25 Ottobrte 2005
Secondo Fanita English, il copione può essere
metaforicamente rappresentato da un tessuto la cui trama è composta da tanti
fili di colori diversi che, insieme, contribuiscono a definire il colore della
stoffa che viene percepito dall’osservatore. Pertanto, il colore di un filo
solamente può essere anche molto diverso da quello del tessuto a cui
appartiene, e che forma, intrecciandosi con fili di altri colori
il copione è
costituito da schemi esistenziali che riflettono diverse aree di interesse e
priorità, e che colloquiano tra loro. Questi schemi compongono un tutto, come
il filo di un tessuto in un vestito. Ma essi sono anche caratterizzati da una
punta di colore che distingue gli uni dagli altri. Per esempio, per alcune
persone, l’andamento della propria vita professionale è più importante delle
loro relazioni, o
dello stile di vita. Per altri l’ambiente e il paesaggio in cui vivono è
essenziale (p.e. campagna o città). Ogni area ha il proprio schema esistenziale
che può essere identificato nel tessuto della vita della persona
dall’infanzia ad oggi. Le proiezioni future possono essere effettuate tenendo
conto delle linee di direzione di uno schema o di un altro, con cambiamenti di
direzione sempre possibili nell’ambito degli schemi che sono di particolare
interesse per l’individuo. (F. English, Whither Scripts?, in Transactional
Analysis Journal, Ottobre 1988, Volume 18, n° 4, pp. 294 – 303)
La biblioteca dell'Università di Macerata dove si è svolto il Convegno
Analogamente, quando avvertiamo una condizione
emotivo-cognitiva, spesso si tratta di una sintesi delle componenti
intrapsichiche, a volte molto diverse tra loro, che stiamo provando in quel
momento, e che possono essere tradotte in un dialogo interno, anche molto
vivace, rappresentabile in forma di monologo.
Il monologo, dunque, deriva dall’intreccio delle diverse
voci che rappresentano stati soggettivi plurimi che vanno a comporre e definire
la condizione mentale della quale siamo consapevoli (sono triste, arrabbiato,
dubbioso, curioso, diffidente ecc.).
Possiamo, convenzionalmente, “battezzare” tali voci
interne, proprio come se fossero personaggi di una narrazione.
La stessa analisi transazionale, su basi psicologiche
perviene a scomposizioni analoghe identificando i personaggi interni con le voci
degli stati dell’Io che il parlante energizza.
La caratteristica peculiare del criterio testuale è quella
di considerare il monologo alla stregua di un vero e proprio copione teatrale,
nel quale si riconoscono – e si battezzano - i personaggi che, nel momento in
cui il monologo è prodotto, appaiono mescolati e sovrapposti.
Nel fare ciò, nulla si aggiunge e nulla si toglie a quanto
il parlante ci comunica. Ad esempio non vengono considerati il cosiddetto
linguaggio non verbale né le reazioni emotive dell’osservatore; elementi sui
quali l’analisi transazionale fonda, soprattutto, la sua diagnosi degli stati
dell’Io, sia pure considerando anche alcuni elementi testuali.
Se focalizziamo le figure logico modali presenti nel monologo
secondo l’insegnamento di Giampaolo Lai, dunque, avremo la possibilità di
individuare tanti personaggi diversi, quante sono le figure logico-modali
prodotte. Otterremo, così, una sorta di scomposizione del senso generale del
monologo restando strettamente ancorati al testo e prescindendo da ogni altro
criterio di matrice psicologica.
Ricordiamo che, quando ci impegniamo a riconoscere le figure
logico-modali in un testo trascritto, che si tratti di una conversazione in
forma di dialogo o di monologo, adottiamo lo stesso approccio di chi, guardando
il cielo stellato, cerca di riconoscere la conformità di un insieme di stelle
ad una, piuttosto che ad un’altra, costellazione che ha mente, quali possono
essere quella del Piccolo o del Grande Carro o del Sagittario o della Vergine.
Nello stesso modo, avendo in mente il senso generale di una figura logico modale
aletica, piuttosto che deontica o assiologia oppure epistemica, noi cercheremo
intuitivamente di ricondurre le proposizioni, che via via leggiamo, a questo o a
quel quadro di riferimento – diciamo – precostituito. E’ un processo
cognitivo che implica una continua analisi del senso delle parole ed una
continua revisione del senso generale del testo in funzione delle frasi che si
aggiungono alle precedenti.
Inizialmente, per esempio, ci può sembrare che le parole
espresse siamo catalogabili nella forma deontica, ma poi, andando avanti nella
lettura, e riconsiderando da un altro punto di vista il testo, ci accorgiamo che
la figura logico-modale più adatta è, per esempio, quella assiologia.
Giampaolo Lai, Andrzej Zuczkowski, Rodolfo Sabbadini
Il processo di scomposizione del monologo in differenti personaggi
modali, è per noi molto utile nel lavoro che conduciamo con la tecnica del
Giochi Finzionali di Gruppo (d’ora in poi GFG). I GFG consistono, in estrema
sintesi, nella produzione di una vicenda fantastica da parte del gruppo,
impersonata dai membri del gruppo medesimo come se si svolgesse qui ed ora. Di
norma il gioco prende il via con il monologo di uno dei partecipanti, al quale
gli altri giocatori si agganciano interpretando personaggi collegati – in
qualche modo – al personaggio autore del monologo. Sulla narrazione che
scaturisce da questa recitazione – un vero e proprio copione teatrale – si
sviluppano, successivamente, una serie di analisi, di natura testuale e
psicologica, finalizzate a puntualizzare quelli che l’analisi transazionale
definisce come modelli copionali dei partecipanti.
Nei lavoro che conduciamo con i GFG, tendiamo a ridurre al
minimo ogni forma di interpretazione o di valutazione soggettiva di quanto
accade durante la produzione del Gioco. Diventa, dunque, molto utile, per noi,
poter riconoscere diverse componenti dell’identità testuale espressa dal
parlante esclusivamente sulla base delle parole trascritte, proprio come
facciamo quando, leggendo un copione teatrale o un romanzo, cerchiamo di mettere
a fuoco le caratteristiche dei personaggi che, via via, entrano in scena.
Questa operazione consente al partecipante di prendere
consapevolezza delle diverse parti di sé che compongono, appunto, lo stato
mentale del quale ha, qui ed ora, maggiore consapevolezza.
La scomposizione del monologo nei diversi personaggi modali
ha anche rilievo nell’analisi della dimensione interpersonale.
Nei GFG, dove i partecipanti ascoltano il monologo iniziale
del protagonista, diventa interessante verificare quale senso emotivo, e quali
priorità, le logiche espresse nel monologo medesimo acquisiscano per gli altri
attori.
I personaggi complementari attivati, infatti, quasi sempre
sembrano rispondere in modo identificativo o complementare all’uno o
all’altro dei personaggi modali creati dal protagonista.
Tali risposte possono implicare il conferimento di sensi
emotivi e rilevanze narrative ai personaggi logico modali, anche divergenti da
quelle che l’autore del monologo di partenza ha ad esse attribuito.
Con il lavoro attraverso i GFG, dunque, è possibile prendere
consapevolezza del processo che può portare gli altri a reagire in modo
inaspettato alle nostre verbalizzazioni.
Può accadere, per esempio, che una certa risposta derivi
dalla reazione ad una figura logico modale per noi secondaria e della quale,
forse, non avevamo neppure avuto piena consapevolezza, persa com’era tra
parole che – magari – ci sembravano con maggiore evidenza riconducibili ad
un’altra figura logico modale. Eppure, proprio quella, è stata la più
significativa per l’universo copionale del nostro interlocutore.
Quando ciò accade, è possibile che il locutore percepisca
una dissonanza tra il proprio universo
intrapsichico e l’universo interpersonale. Tale dissonanza sarà più
facilmente ricorrente quanto più ricca sarà la gamma di “personaggi
modali” che animano il suo mondo interno; il personaggio
-
del Possibile
-
dell’Impossibile
-
del Necessario
-
del Permesso
-
del Proibito
-
dell’Obbligatorio
-
del Bene
-
del Male
-
dell’Indifferente
-
del Sapere
-
del Non sapere
- della Credenza
Gruppo
di relatori in una pausa del Convegno
Sul piano della relazione interpersonale quotidiana,
ipotizziamo che, quando entriamo in relazione con gli altri, il rapporto
comunicativo avviato favorisca l’entrata in scena di uno piuttosto che
dell’altro personaggio attivato nel dialogo intrapsichico. Può succedere che
il personaggio che “vede la luce” sia, per noi, quello più significativo
oppure, per come vanno le cose – o meglio le parole – esso rimanga dietro le
quinte per cedere il passo ad un altro personaggio, sollecitato dalle parole dei
nostri interlocutori.
Sul piano dell’apprendimento professionale, al quale
l’esperienza del GFG può essere parimenti finalizzata, si evidenzia come, se
da un lato sia indispensabile accogliere e dare spazio al personaggio modale
proposto in prima battuta dal cliente, è altresì importante essere pronti a
indovinare l’affacciarsi sulla scena di personaggi che – apparentemente –
parrebbero semplici figuranti, mentre in realtà hanno un ruolo di veri e propri
protagonisti nella rappresentazione interna del nostro interlocutore.
Consideriamo, ora, il Gioco La maschera di carnevale.
Gisella:
è un periodo...non riesco a uscire da questa cosa. E' il periodo di Carnevale.
Sono qui, è una domenica. La prospettiva sarebbe di passarla da sola. Sono
stufa di questo stato di cose, perché devo darmi una mossa.
Ho
deciso di fare una cosa che rompe un pò tutti gli schemi, però voglio provare.
C'è un bel Carnevale vicino a dove abito io...mi sono comprata una bella
maschera e decido di buttarmi in mezzo alla folla, tanto con la maschera nessuno
vede veramente chi sono, perché in questo periodo faccio un pò fatica a stare
in mezzo alla gente, mi sento un pò triste e fragile.
Decido di mettere questa bellissima maschera e questo bellissimo costume
che ho comprato e di andare a questo Carnevale dove ci saranno tante maschere
come me e se sei da sola lì non conta tanto perché , appunto, sei quello che
vedono ma non sanno sotto chi c'é.
Quindi
prendo...felice di aver preso questa decisione, prendo il treno, mi metto
naturalmente il costume nella borsa, arrivo in questa...c'é un bel Carnevale a
Viareggio, scendo dal treno, vedo dove é il Carnevale, tantissima gente, tanti
carri, tanta gente....indosso il mio costume, molto bello e comincio a
girare.... Vorrei..ho voglia però di conoscere qualcuno, non mi va tanto di
stare da sola. In realtà, sì, sono lì, in mezzo alla festa ma non ho poi
tutta questa voglia di far casino.
Individuo
un gruppo di maschere che mi attira, perché sono maschere, però sembrano come
me, un pò tristi e dico "mah, magari per iniziare...". Le sento un pò
vicine e allora mi avvicino a queste maschere, che sembrano...sono dei Pierrot,
e mi avvicino a loro per vedere se... così, se posso conoscerle, se
c'é modo di instaurare
qualche tipo di comunicazione... mi
avvicino. Sono lì, stanno guardando i carri che passano, stanno parlando tra di
loro. Io mi avvicino, chiedo "scusate, è da molto che é iniziata la
sfilata dei carri? perché io ...è la prima volta che vengo qui...E' da molto
che é iniziata?".
Ester: sì,
é iniziata da qualche ora, e adesso noi andremo alla sfilata, tutti quanti in
gruppo. se vuoi venire puoi unirti a noi.
G. Ma
dove si va? verso dove?
E. Andiamo verso la via centrale... se vuoi unirti, vieni pure... ma
tu sei sola?
G. sì si...vengo da Torino
E. e come mai da sola in
maschera? di solito...
G. e ...così...perché
oggi ero sola, però non avevo
voglia di stare da sola e son venuta. E' un'esperienza che mi mancava, non ero
mai venuta e così...sono affascinata da questa cosa e ho deciso.
E. Noi tutti gli anni veniamo, siamo tutti quanti veterani di questo
Carnevale.
G. No
va bé... ma io non voglio disturbare, cioé...io vi ho solo chiesto, io sto...giro,
non vipreoccupate, voi avete il vostro gruppo, non é...non voglio interferire
assolutamente, figurati. Tu sei gentile, ma...
E. No, ma non
prenderla come...se vuoi unirti bene, a noi fa piacere, no prenderla come una
mossa di gentilezza e basta. Se vuoi venire, andiamo... andiamo ragazzi.
G. va bene,
grazie allora
E. Tu ti
chiami?
G. ...Gisella
E. perché
hai esitato?
G. non so...
oggi volevo inventarmi un nome nuovo, ma ...forse dovevo pensarci prima. oggi,
così, volevo essere nuova, però... no, mi chiamo Gisella. Tu?
E. Io Ester... bene.
G. Allora
grazie...
E. Ti
presento tutti gli altri...gli altri sono un pò taciturni...sono proprio dei
Pierrot...
Fabio. Ciao.
E. vi
presento Gisella che arriva da Torino...
F. Ah... e
come mai ha una maschera diversa? non ci eravamo messi d'accordo che dovevamo
vederci tutti con la stessa maschera?
E. Sì, va bé
ma l'ho conosciuta adesso
G. io non
faccio parte...
E. non fa
parte del gruppo originario, diciamo così...
F. Bé, però
un pò ci assomiglia questa maschera di Pierrot, quindi... l'hai scelta tu?
G. sì sì
F. Ah
scusa... io sono Fabio
G. piacere
F. Gisella?;;;
no sai, io non mi ricordo bene i nomi allora devo sempre chiedere...
G. sì sì...
bella la tua maschera.
F. visto?mi
fa piacere. Allora ti unisci a noi?
G. ma se...
dicevo , se non disturbo sì.
F. ma ci
mancherebbe altro. Guarda, più siamo più ci divertiamo, quindi...
G. va bene,
va bene.
F. E Marco
sta arrivando?
E. ma, ha
detto che tardava un pò, però...
F. Lo
aspettiamo ancora un po'?
E. aspettiamo
, però 5 minuti..poi però andiamo, perché in centro...
F. tanto
andiamo a piedi... le macchine le abbiamo già parcheggiate tutte, no?
Marco: eh,
uagliò...finalmente! da Napoli, il viaggio in treno...tutti vestiti da
Pierrot...io invece no...oggi mi sento questo sole...
G. Io non
sono un Pierrot...
M. Ah, non
sei un Pierrot?
E. Gisella..
scusa, te la presentiamo, se no...G. è una new-entry nel gruppo...
M. Ah, e da
dove vieni?
G. Arrivo da
Torino.
M. Ah, da
Torino...
E. (a Marco) ma
tu... come ti sei vestito?
M. Io... da
Pulcinella
E. sì... ma
non sembrava proprio Pulcinella
M. Ah, non
sembrava Pulcinella? è vero non ho trovato la maschera giusta. Però ho trovato
questa, mi piaceva....si avvicina un pò. Ma qua a Viareggio... che succede? ci
sono tutti questi carri...io ci sono mai venuto.
G. Eh sì, di
solito cosa fate voi?
F. Eh,
dobbiamo andare a fare la gara dei costumi...
E. Eh sì
andiamo
G. la gara
dei costumi?
M. ma io sono
a posto? vestito bianco...
G. ma che
cosa è questa?
F. Ma non
doveva venire qualcun altro?
E. Eh sì,
però vedo che è tardi, comunque andiamo...
F. Andiamo...?
perchè in lontananza mi sembra di vedere qualcuno....mi son sbagliato..;
F. Ok,
allora andiamo? la gara iniziata 20 minuti, andiamo direttamente, ci
prendiamo qualcosa da bere...?
E. possiamo
prenderci qualcosa da bere a questo punto...
F. ah sì?
bene...
G. ma poi là
cosa si fa?
E. andiamo,
Fabio, nel solito posto? così magari incontriamo anche gli altri..tanto, alla
fine, tutti Pierrot...abbiamo Pulcinella, abbiamo...
M. Ma che
vestito sei Gisella? non la conosco...
G. ma scusa,
eh?cioé, non vedi?
M. Eh, non
riesco a darle un..sembra una maschera...bella, però non saprei darle un nome...non
ce l'ha.. bisogna darglielo...?
E. l'hai
inventata? hai improvvisato?
G. no, che
strano che nessuno...
F. la
maschera del mistero...
G. Pensavo
si capisse...
F. misteriosamente?
G. che
misteriosamente?! è un costume, l'ho comprato.
F. comunque
sta bene...
E. No bello
è bello, però non si...
G. ...non si
capisce tanto? che delusione...
F. non
ti preoccupare...
G. ho speso
tanto per questo costume, mi sembrava bellissimo
F. sono
invidiosi, guarda, sono invidiosi
E. ma bello
è, è che non si riesce...
G. non si
riesce a capire?volevo essere una diavoletta, ma evidentemente non ci sono
riuscita...anche perché se mi scambi...ma ti sembro...
M. un
Pierrot?eh, era troppo scuro...
G. ma scusa,
le cornette qua non le vedi?la coda....no, eh??
M. non ti ho
guardato bene...non ti ho girato tutta quanta intorno...
G. che
delusione, va bé pazienza...
E. ma no, non
ti preoccupare...ci siamo confusi
G. ma
comunque io la gara non la faccio, io guardo voi... perché se nemmeno avete
capito che cos'è, figuriamoci se posso fare una gara.
M. ma
scusate, io sono venuto apposta a Viareggio perché pensavo che ci fosse tanta
gente...
E. ma sì...
facciamo festa...
M. ...tante
persone, mi sono fatto un viaggio veramente lungo...qua pensavo di trovare un
pacco di persone... andiamo a questo bar...
G. va bé, ma
scusate...i carri, le altre maschere?
E. sì sì,
ma tanto ci sono giorni di Carnevale, tutto il giorno...adesso è appena
iniziato...
G. bé però
io stasera torno, starò qualche ora con voi poi devo tornare a casa, non mi
fermo... E. allora...bé...
G. bé, fate
voi comunque...
Entra
un'altra persona (Lana)
L. Fabio,
cosa ci fai qui vestito da Pierrot?
F. eh, non ci
eravamo messi d'accordo che ci vedevamo? ci son diversi gruppi, tu di che gruppo
sei?
L. ma và, io
sono il segretario regionale, non sono vestito in maschera
F. Oh, non ti
avevo riconosciuto...
L. ma io
pensavo che tu fossi un sindacalista serio, di cui fidarsi, e ti ritrovo vestito
da Pierrot...
F. Eh, che ti
devo dì...? tu sai che ogni tanto faccio 'ste cose, però...siamo a
Carnevale...
L. Ah, perché?
tu ti diverti , vestito da Pierrot, a fare il burattino?
F. Eh, spero
di far divertire gli altri, che ti devo dì...? ma unisciti anche tu a noi
L. no, io
devo andare ad una riunione importante
F. ma che
riunione...che te ne frega, siamo a Carnevale...
L. anzi,
adesso vado a cercarmi un altro sindacalista, perché non mi fido
più di tanto...
F. Eh? ti
prego non mi buttare in mezzo alla strada, ho famiglia...
L. ci penserò.....
F. grazie.
M. Gisella,
andiamo a mangiare qualcosa?
G. ma andiamo
da qualche parte?
M. ma tu devi
tornare su a Torino?
G. eh, io son
venuta in treno, come faccio?
M. eh va bé,
i treni ci sono pure domani
G. eh, ho
capito...
M. da
qualche parte ci si può
fermare...
G. ma voi
andate avanti anche tutta la notte?
M. ti sei
vestita da diavoletta e poi te ne stai lì?
G. eh,
infatti mi sto stufando
M. eh, perché
qua mi sembra che...
G. dai, ci
muoviamo? ma qua state anche tutta ...si fa tutta la notte?
M. ma penso
di sì, penso di sì... io ho fatto un viaggio lungo, mi hanno raccontato così...
G. se di
notte stanno in giro a far qualcosa io posso anche stare...
M. e dai,
vediamo...
G. se però
voi andate a dormire no....
E. ma no...
M. io non ci
vado a dormire...qualche posto si trova, andiamo in qualche locale...
G. eh dai?
dai dai..
F. ok ragazzi
si parte
M. andiamo al
bar?
F. andiamo al
bar
G. questo è
tre ore che dice 'si parte' ma... cioé, non lo so... siamo sempre qua.
M. vedo un
bar, andiamo in quel bar là perchè io tengo fame, ho fatto un viaggio lungo,
non ho mangiato niente.
G. e
poi andiamo a vedere tutte le maschere però, non stiamo chiusi in un bar...
E. sì,
dai...
M. Andiamo a
prendere qualcosa, giusto così...uno spuntino...
(entriamo)
allora, tu cosa vuoi?
E. mangiamo
o...? c'è qualcuno che deve mangiare?
M. io prendo
velocemente una birra, un tramezzino... e poi andiamo
fuori, nel dehor, a prenderci un pò di sole...
E. eh, dai...
anche io
F. andiamo a
prendere i posti perché vedo che è pieno
G. ah ma ci
fermiamo?
E. no,
Fabio...in piedi..
M. no,
veloce, perché Gisella vuol
vedere...
G. no no, va
bé, non dovete guardare me...ho solo chiesto... cioé, fate come...
M. perché
scusa? sei venuta da Torino, sei venuta apposta, sei vestita da diavoletto...ma
gli altri anni, per curiosità, come ti vestivi?
G. ma, in
realtà era un pò che non lo facevo...però ho sempre avuto dei costumi
bellissimi quando ero piccola. Adesso era da un po'...
F. e da
piccola da cosa ti vestivi?
G. Da
Pierrot...
M. vedi che
ci avevo azzeccato...!
G. Sì... da
Olandesina, da principessa, da Cappuccetto Rosso..; sì sì, mia mamma mi faceva
dei bellissimi costumi. Poi, sai, crescendo, non l'ho mai più sentito il
Carnevale....è da tanto che non...
Lorena: scusate
se vi interrompo... io sono stata molto attirata dal suo costume da diavolessa,
perché come vede io sono vestita da angelo...
G. oh,
finalmente, grazie...
L. Perché
noi abbiamo fatto un carro...io in realtà sono sopra un carro, tutto
ambientato... con le nuvole, il Paradiso, tutti vestiti di bianco. Solo che...
io sentivo che ci mancava qualcosa, perché era... sì, molto bello, molto
curato esteticamente, però ci mancava un pizzico di qualcosa, non so che...e
adesso, come ho visto lei... non so se possiamo darci del tu..
G. certo...
L. ... con il
costume da diavolessa
G diavoletta
L. ho
detto... ecco cosa ci manca! ci manca il contrasto, perché noi siamo tutti
angeli e c'è questo contrasto, Paradiso, Inferno, e secondo me può...
G. avete
visto voi, che non avete nemmeno capito che costume avevo io?
L. secondo me
può colpire, visto che noi...può essere un'occasione ... non so se a lei è
mai capitato di salire su un carro, quindi di partecipare ad un Carnevale da
protagonista...no so, se ne ha
voglia...
G. sì sì..
F. in quanti
possono starci, mi scusi, sul carro...in quanti?
L. Bé, no...
il carro di per sé sarebbe già pieno, nel senso che è già tutto strutturato.
G. Manca il
diavoletto...
L. Appunto,
ho pensato...
F. ma quindi
solo una persona? peccato, noi siamo in dieci
G. ma...
L. Eh no,
dieci...e poi un Pierrot con il tema di Paradiso...non so...
G. ha fatto
la descrizione del carro, son tutti angeli...io comunque se vuole vengo. Ma poi
ci ritroviamo se io vado...dove andate voi? ci possiamo ritrovare dopo se io
vado con loro?
M. Pulcinella
in Paradiso ci può stare?
L. Eh,
Pucinella, non lo so....Pulcinella in Paradiso...tu che ne dici (a G.)?
G. ...Pulcinella
in Paradiso...carino..
E. bé, se ci
entra Pulcinella ci entra anche Pierrot
F. no no, è
meglio che li lasciamo soli...va bene...
G. ma quindi
cosa facciamo?
F. ci vediamo
allora stasera...
L. non so, io
posso accompagnarti a vedere dov'è il carro, perché noi non siamo ancora
partiti..
G. e poi che
tragitto si fa? voi lo sapete? per ritrovarci... io sono sola e sono con loro
L. si
attraversa un pò tutta la città e poi...va bé, se vogliamo darci un punto di
ritrovo, io poi ti porto...
G. Eh, così
mi ritrovo poi...sì si, io volentieri, grazie
L. tanto,
voglio dire, la città non è grande per cui ci si ritrova...
G. vengo
volentieri... almeno sfrutto questo
costume, l'ho preso apposta. Che bella questa cosa!
M. allora
posso venire anch'io o Pulcinella in Paradiso non ci
può stare? mi tolgo la maschera, mi metto le ali...
L. eh, non so
, ma...più che altro mi spiace per i tuoi amici, perché non so poi loro come...non
so, mettiti d'accordo con loro
F.
ok ragazzi, noi andiamo, poi ci incontriamo stasera con Marco e Gisella, ok?
ciao.
Focalizziamo,
ora la nostra attenzione sul monologo di Gisella, per ricavarne i motivi
narrativi, cercano di ricondurli alle “costellazioni” delle figure
logico-modali. Proviamo, quindi a dare un nome ai personaggi interni così
identificati: Stefania, Sara, Piera, Sonia.
Assiologia
del Bene Gp |
Assiologia
del Male nGp |
Aletica
del Necessario Np |
Epistemica
del non sapere nKp |
Stefania annuncia che passerà un’allegra domenica di carnevale
indossando il suo costume nuovo |
Sara si sente triste |
Piera ritiene indispensabile “buttarsi” in mezzo alla folla |
Sonia dice che gli altri non possono sapere chi è lei, ma lei
vuole sapere chi sono gli altri |
è un bel carnevale è una bellissima maschera ci saranno tante maschere come me ci sono tanti carri e tanta
gente sono in mezzo alla festa le maschere mi attirano sono dei
pierrot |
non riesco a uscire da questa cosa la prospettiva è stare sola fatico a stare in mezzo alla gente sono stufa sono triste e fragile mi sembrano tristi come me le sento vicino a me |
devo darmi una mossa voglio provare a rompere gli schemi non voglio stare sola |
nessuno vede chi sono sei quello che vedono voglio conoscere qualcuno |
|
E’
un periodo...non riesco a uscire da questa cosa. |
|
|
E'
il periodo di Carnevale. Sono qui, è una domenica |
La
prospettiva sarebbe di passarla da sola. Sono
stufa di questo stato di cose |
|
|
|
|
perché
devo darmi una mossa |
|
|
. |
Ho
deciso di fare una cosa che rompe un pò tutti gli schemi, però voglio
provare |
|
C'è
un bel Carnevale vicino a dove abito io...mi sono comprata una bella
maschera |
|
|
e
decido di buttarmi in mezzo alla folla, tanto con la maschera nessuno vede
veramente chi sono, |
|
perché
in questo periodo faccio un pò fatica a stare in mezzo alla gente, mi
sento un pò triste e fragile |
|
|
Decido
di mettere questa bellissima maschera e questo bellissimo costume che ho
comprato e di andare a questo Carnevale dove ci saranno tante maschere
come me |
|
|
e
se sei da sola lì non conta tanto perché , appunto, sei quello che
vedono ma non sanno sotto chi c'é. |
Quindi
prendo...felice di aver preso questa decisione, prendo il treno, mi metto
naturalmente il costume nella borsa, arrivo in questa...c'é un bel
Carnevale a Viareggio, scendo dal treno, vedo dove é il Carnevale,
tantissima gente, tanti carri, tanta gente....indosso il mio costume,
molto bello e comincio a girare. Vorrei, ho voglia però di conoscere
qualcuno |
|
non
mi va tanto di stare da sola. |
|
In
realtà, sì, sono lì, in mezzo alla festa |
ma
non ho poi tutta questa voglia di far casino. |
|
|
Individuo
un gruppo di maschere che mi attira, perché sono maschere, |
però
sembrano come me, un pò tristi |
|
|
e
dico "mah, magari per iniziare |
Le
sento un pò vicine |
|
|
|
|
|
e allora mi avvicino a queste maschere, che sembrano...sono dei
Pierrot, e mi avvicino a loro per vedere se... così, se posso conoscerle,
se c'é modo di
instaurare qualche tipo di comunicazione...
mi avvicino. Sono lì, stanno guardando i carri che passano, stanno
parlando tra di loro. Io mi avvicino, chiedo "scusate, è da molto
che é iniziata la sfilata dei carri? perché io ...è la prima volta che
vengo qui...E' da molto che é iniziata?". |
Dopo aver individuato i motivi narrativi di Gisella ci
accorgiamo che sono riconducibili perlopiù a personaggi modali, del Bene e del
Male, che battezziamo Stefania e Sara, ma anche che sono presenti altri due
personaggi, quello del Necessario e del Non sapere, che chiameremo Piera e
Sonia.
Procediamo, ora, ad identificare i motivi narrativi che
emergono dalle parole degli altri partecipanti al Gioco, cercando nel frattempo
di individuarne la matrice modale.
Assiologia
del Bene Gp |
Assiologia
del Male nGp |
Aletica
del Necessario Np |
Epistemica
del non sapere nKp |
Stefania annuncia che passerà un’allegra domenica di carnevale
indossando il suo costume nuovo |
Sara si sente triste |
Piera ritiene indispensabile “buttarsi” in mezzo alla folla |
Sonia dice che gli altri non possono sapere chi è lei, ma lei
vuole sapere chi sono gli altri |
è un bel carnevale è una bellissima maschera ci saranno tante maschere come me ci sono tanti carri e tanta
gente Più
siamo e più ci divertiamo (F) sono in mezzo alla festa Facciamo
festa (E) le maschere mi attirano sono dei
pierrot Siamo
tutti pierrot (E) Se
vuoi venire, andiamo (E) Allora
ti unisci a noi ? (F) |
non riesco a uscire da questa cosa la prospettiva è stare sola Vado
a cercarmi un altro sindacalista Non
buttarmi in mezzo a una strada fatico a stare in mezzo alla gente G
è una new entry (E) Ma
io sono a posto? (M) sono stufa Ma
non doveva venire qualcun altro? (F) Pensavo
che ci fosse tanta gente (M) Pensavo
di trovare un pacco di persone (M) sono triste e fragile Non
ti preoccupare (F) Non
ti preoccupare (E) Che
te ne frega, siamo a Carnevale (F) mi sembrano tristi come me Gli
altri sono un po’ taciturni (E) le sento vicino a me Sono
invidiosi (F) Unisciti
anche tu a noi (F) |
devo darmi una mossa Perché
hai esitato? (E) Andiamo
che è tardi (E) Poi
però andiamo (E) Vedo
che è tardi (E) voglio provare a rompere gli schemi Ogni
tanto faccio ‘ste cose (F) non voglio stare sola come
mai da sola? (E) |
nessuno vede chi sono E’
bello, però non si…(E) Non
saprei darle un nome (M) Ti
diverti a fare il burattino ? (L) sei quello che vedono Non
ho trovato la maschera giusta (M) Non
sei un pierrot? (M) La
maschera del mistero (F) Perché
hai una maschera diversa? (F) Pensavo
fossi un sindacalista serio (L) Era
troppo scuro (M) Ti
ho girato tutta quanta intorno (M) Non
sono vestito in maschera (L) voglio conoscere qualcuno Io
non ricordo i nomi (F) |
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E’
un periodo...non riesco a uscire da questa cosa. |
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E'
il periodo di Carnevale. Sono qui, è una domenica |
La
prospettiva sarebbe di passarla da sola. Sono
stufa di questo stato di cose |
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perché
devo darmi una mossa |
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. |
Ho
deciso di fare una cosa che rompe un pò tutti gli schemi, però voglio
provare |
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C'è
un bel Carnevale vicino a dove abito io...mi sono comprata una bella
maschera |
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e
decido di buttarmi in mezzo alla folla, tanto con la maschera nessuno vede
veramente chi sono, |
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perché
in questo periodo faccio un pò fatica a stare in mezzo alla gente, mi
sento un pò triste e fragile |
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Decido
di mettere questa bellissima maschera e questo bellissimo costume che ho
comprato e di andare a questo Carnevale dove ci saranno tante maschere
come me |
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e
se sei da sola lì non conta tanto perché , appunto, sei quello che
vedono ma non sanno sotto chi c'é. |
Quindi
prendo...felice di aver preso questa decisione, prendo il treno, mi metto
naturalmente il costume nella borsa, arrivo in questa...c'é un bel
Carnevale a Viareggio, scendo dal treno, vedo dove é il Carnevale,
tantissima gente, tanti carri, tanta gente....indosso il mio costume,
molto bello e comincio a girare. Vorrei, ho voglia però di conoscere
qualcuno |
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non
mi va tanto di stare da sola. |
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In
realtà, sì, sono lì, in mezzo alla festa |
ma
non ho poi tutta questa voglia di far casino. |
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Individuo
un gruppo di maschere che mi attira, perché sono maschere, |
però
sembrano come me, un pò tristi |
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e
dico "mah, magari per iniziare |
Le
sento un pò vicine |
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e allora mi avvicino a queste maschere, che sembrano...sono dei
Pierrot, e mi avvicino a loro per vedere se... così, se posso conoscerle,
se c'é modo di
instaurare qualche tipo di comunicazione...
mi avvicino. Sono lì, stanno guardando i carri che passano, stanno
parlando tra di loro. Io mi avvicino, chiedo "scusate, è da molto
che é iniziata la sfilata dei carri? perché io ...è la prima volta che
vengo qui...E' da molto che é iniziata?". |
Quanto evidenziato nel testo ”La maschera di carnevale”
è stato analogamente riscontrato in
altri testi di GFG , in cui i personaggi complementari dimostrano di attivarsi
in risposta ai diversi personaggi logico-modali presenti nel monologo iniziale
del locutore principale.
Consideriamo il GFG “ Un libro aperto”, che prende avvio
con il monologo di Katia.
Katia: Sono un libro qualsiasi che possiate preferire. Sono
un libro appoggiato su un sedile di un treno, su un aereo o uno scaffale di una
libreria. Sono un qualsiasi tipo di libro. Ho una copertina abbastanza
accattivante, colorata, attraente e sono qui in attesa che qualcuno mi apra, mi
tocchi, mi apra o mi legga o mi ascolti perché come libro posso presentare
diverse forme. Sono qui che guardo le persone che passano e cerco
di immaginare chi si avvicinerà, chi mi leggerà o cerco di immaginare la
maniera in cui mi toccherà passare la giornata se nessuno vorrà avvicinarsi a
me. Troverò la maniera di interloquire con qualcuno, magari mi farò notare,
non lo so.
Nella tabella che segue sono riportati i motivi narrativi del
monologo, ricondotti alle rispettive flm (del Possibile, del Bene,
dell’Obbligatorio, del Male , del Sapere e del Non Sapere ). Si sono quindi
“ battezzati” i rispettivi personaggi logico-modali interni con i nomi di
Eva, Gaia, Costanza, Rachele, Anna e Marta.
Aletica del Possibile Mp |
Assiologica del Bene Gp |
Deontica dell’ Obbligatorio Op |
Assiologica del Male nGp |
Eva si sente un tipo qualsiasi ed è in
attesa che qualcuno interagisca con lei |
Gaia sa di avere un aspetto
attraente ed accattivante |
Costanza deve inventare qualche strategia per
passare il tempo |
Rachele considera l’eventualità che
nessuno voglia avvicinarsi a lei |
Sono un qualsiasi tipo di libro possiate
preferire Sono un qualsiasi tipo di libro Come libro posso presentare diverse forme Sono qui in attesa che qualcuno mi apra, mi
tocchi, mi apra o mi legga o mi ascolti Cerco di immaginare chi si avvicinerà, chi
mi leggerà |
Ho una copertina abbastanza accattivante,
colorata, attraente |
Cerco di immaginare la maniera in cui mi
toccherà passare le giornate Mi farò notare |
Se nessuno vorrà avvicinarsi a me |
Epistemica del Sapere Kp |
Epistemica del non Sapere nKp |
Anna sa che troverà un modo per parlare con
qualcuno |
Marta non sa bene cosa fare |
Troverò la maniera di interloquire con
qualcuno |
Non so |
Alla
matrice modale motivi narrativi del monologo di Katia si collegano quelli dei
personaggi complementari del GFG
Aletica del Possibile Mp |
Assiologica del Bene Gp |
Deontica dell’ Obbligatorio Op |
Assiologica del Male nGp |
Eva si sente un tipo qualsiasi ed è in
attesa che qualcuno interagisca con lei |
Gaia sa di avere un aspetto
attraente ed accattivante |
Costanza deve inventare qualche strategia per
passare il tempo |
Rachele considera l’eventualità che
nessuno voglia avvicinarsi a lei |
Sono un qualsiasi tipo di libro possiate
preferire Sono un qualsiasi tipo di libro Come libro posso presentare diverse forme Tu sei più uomo o più donna?(G) Potremmo inventare un viaggio in un paese(F) Sono qui in attesa che qualcuno mi apra, mi
tocchi, mi apra o mi legga o mi ascolti Cerco di immaginare chi si avvicinerà, chi mi
leggerà |
Ho una copertina abbastanza accattivante,
colorata, attraente A me piace essere un libro che tratta di queste
cose(G) Vedo che siete dei libri molto belli (F) Adesso con lei non mi stavo annoiando(G) Ho proprio voglia di comprare un bel libro,
oggi(L) Qui ce ne è uno che è proprio carino (C) |
Cerco di immaginare la maniera in cui mi
toccherà passare le giornate Tutti i giorni devo sempre fare
un’avventura(F) Mi farò notare Il libro deve essere letto(G) |
Se nessuno vorrà avvicinarsi a me Forse la mancanza di un titolo spaventa un
po’ le persone(G) Ma la gente è stordita. Nessuno ci guarda (G) Io non mi sono avvicinato perché sono un po’
in soggezione(F) Sono annoiato(F) Questo libro mi sembra che sia già stato
scritto, che non abbia nulla da scrivere(L) |
Epistemica del Sapere Kp |
Epistemica del non Sapere nKp |
Anna sa che troverà un modo per parlare con
qualcuno |
Marta non sa bene cosa fare |
Troverò la maniera di interloquire con
qualcuno Capito?(G) E invece tu?(G) E’ un libro divertente? (L) Attraverso l’immaginazione uno può
conoscersi(C) |
Non so Non mi avevi ancora visto? (G) Scusi ma non ho capito cosa desidera (C) |
Abbiamo inoltre analizzato Il GFG “ L’isola delle
sorgenti”, che si apre con il monologo di Azzurra.
Azzurra: Sono su una barca in mezzo al
mare. Non vedo nulla all’orizzonte. Vedo il cielo azzurro e il mare che
rispecchia lo stesso azzurro . Sto godendomi il silenzio di questa situazione
quando ad un certo punto vedo un gabbiano che vola molto vicino alla mia barca.
Questo gabbiano mi sembra incuriosito ed è l’unica
presenza vivente qua vicino. Si avvicina… si avvicina a me, quasi come se
fosse domestico. Allora io provo a parlargli, no?
Ciao, sei venuto qua perché cercavi del cibo da mangiare o
per riposarti dal tuo lungo volo?
Come
emerge dalla tabella sotto riportata, i motivi narrativi del monologo di Azzurra
appaiono riconducibili ai personaggi
logico-modali del Bene e del Sapere, che abbiamo chiamato rispettivamente
Miranda e Sofia.
L’ISOLA
DELLE SORGENTI
Assiologia del Bene Gp |
Epistemica del Sapere Kp |
Miranda sta godendosi una situazione
piacevole |
Sofia vuole conoscere |
Sto godendomi il silenzio di questa
situazione |
Sei venuto qua perché cercavi del cibo o per
riposarti dal tuo lungo volo? |
Alla matrice modale dei motivi narrativi del
monologo di Azzurra si collegano, anche in questo GFG, i motivi narrativi che
emergono dalle conversazioni degli altri partecipanti al GFG.
Assiologia del Bene Gp |
EPISTEMICA DEL SAPERE Kp |
Miranda sta godendosi una situazione
piacevole |
Sofia vuole conoscere |
Sto godendomi il silenzio di questa
situazione Ogni tanto mi piace starmene un attimino da
solo e abbandonarmi alle mie riflessioni (G) Qua siamo tranquilli(G) Il cibo non ci manca(G) Possiamo vivere tranquilli(G) L’isola è più tranquilla e quindi è più
rilassante(G) Volevo aiutarti(A) Il nostro posto è molto tranquillo( E) Io vivo al mare, che mi piace tantissimo perché
in realtà mi piace molto il silenzio sott’acqua(A) Qua è estremamente tutto calmo, tranquillo(G) La cosa più bella qui è l’amicizia(G) La giornata anche oggi è stupenda(G) Il tempo è sempre bello. Non c’è
l’inquinamento atmosferico(G) Bene(G) L’acqua della sorgente ti ripara dal freddo e
da tutto(G)
|
Sei venuto qua perché cercavi del cibo o per
riposarti dal tuo lungo volo? Ho pensato di andare a conoscere questa persona
così sola per capire cosa è successo(G) Quindi ci conosciamo(G) Io conosco un delfino(G) Dove andiamo?(A) Come ti chiami? (G) E’ curiosa di conoscerti(G) Volevo conoscerti perché sono molto curiosa di
sapere(E) Che cosa sono le comodità? Che cosa
intendi?(E) Dovrei venire per capire esattamente(E) Vieni a conoscere la nostra isola!(E) Mio cugino consce sempre persone molto
strane…molto particolari Dovresti chiedere a lui per sapere qualcosa(E) Ho conosciuto Gabbiano in uno dei miei viaggi
marini(A) Che ti racconto?(A) Forse è arrivato il momento di svelarvi un
segreto(G) Io so tante cose(G) Stiamo aspettando che tu ci dica come vuoi
trasformarti(G) Un’altra caratteristica è che l’isola ha
delle piante che sono tutte in grado di comunicare l’una con
l’altra(G) Andiamo a conoscerli(G) Ho saputo della sorgente(E) Adesso c’è un essere umano che vi spiega(G) C’è la sorgente delle conoscenza(G) Una cosa importante che voi sappiate è..(G) Solo per capire(A) Se tutti venissero a conoscenza di quest’isola,
sapete meglio di me che sarebbe la fine di quest’isola(G) Nella vita non si sa mai tutto subito(A) Questo viaggio tu lo avevi iniziato per..? (A) |
Il GFG “ Professione strega” inizia,
invece, con l’induzione di un conduttore. Ad essa fa seguito il monologo di
Amelia, il personaggio principale del Gioco, che analizzeremo dal punto di vista
logico-modale.
Conduttore: Ti hanno chiesto per lavoro di andare
all’estero. Devi andare in Inghilterra una settimana. Devi andare in
Inghilterra. Sei all’aeroporto. Senti annunciare il volo per l’Inghilterra.
Ti avvii. Sali su un aereo. Prendi posto. Prendi posto ma a un certo punto, però,
ti viene un dubbio. Ti viene il dubbio di non avere preso l’aereo giusto.
Amelia: Ah, mamma mia, devo andare a fare un altro viaggio di
lavoro a Londra e non ne ho proprio nessuna voglia. Avrei preferito fare una
passeggiata in un bosco e dedicarmi al mio secondo lavoro di strega. Avrei
preferito passare una giornata con gli gnomi e fare qualche incantesimo. Magari
qualche bell’incantesimo…fare innamorare qualcuno…mah, quasi quasi…non
so…Non so se veramente questo è l’aereo giusto…però non importa perché
tanto comunque io volevo fare un incantesimo e ho delle gocce… Ho delle gocce
in una fialetta e queste gocce sono per un esperimento: se noi le mettiamo negli
occhi di qualcuno che dorme, questa persona svegliandosi dovrebbe innamorarsi
della prima persona o del primo oggetto che vede. Per cui, in fondo, anche se
sono sul volo sbagliato, pazienza.
Vedo che qua dietro c’è un uomo che sta dormicchiando e
potrei provare a mettere queste gocce, con fare indifferente, senza che nessuno
mi veda, negli occhi di questo uomo. Sento che russa per cui dovrebbe andar
bene. Forse due gocce? Mah, meglio abbondare: tre! ZAC ZAC ZAC. Speriamo che non
si innamori di tre donne, qua, o di tre oggetti! Speriamo che funzioni bene e
che non vengano fuori delle cose strane, mah…
Adesso aspetto che questo uomo si risvegli…mi sembra che
stia muovendo un po’ i baffi…sembra che rida sotto i baffi…vediamo cosa
succede.
Mi nascondo così non si innamora di me per errore. Faccio un
rumore per vedere se si sveglia: GRUOOOHHHH!!!!!
Come emerge dalla tabella sotto riportata,
nei motivi narrativi monologo di Amelia prendono vita i personaggi logico-modali
dell’Obbligatorio, del Male e del Non Sapere, che compaiono anche
nell’induzione, oltre ai personaggi logico-modali dell’Indifferente, del
Bene e del Possibile . Li abbiamo battezzati rispettivamente Lucia,
Margherita, Aurora, Ester, Agata e Cristina
PROFESSIONE
STREGA
Deontica dell’Obbligatorio Op |
Assiologia del Male nGp |
Epistemica del non Sapere nKp |
Assiologica dell’Indifferente Gp = nGp |
Lucia deve andare a fare un altro viaggio di
lavoro |
Margherita non ha voglia di fare il viaggio
di lavoro |
Aurora non sa se si trova nel posto giusto |
Per Ester in fondo fa lo stesso |
Devo andare a fare un altro viaggio di lavoro
a Londra ma… |
Non ne ho proprio voglia Speriamo che non vengano fuori delle cose
strane |
Non so se veramente questo è l’aereo
giusto Senza che nessuno mi veda |
Però non importa In fondo, anche se sono sul volo sbagliato,
pazienza! |
Assiologica del Bene Gp |
Aletica del Possibile Mp |
Agata ha in mente una soluzione che le piace di
più |
Cristina pensa a delle strategie per realizzare
i suoi piani |
Avrei preferito fare una passeggiata in un
bosco e dedicarmi al mio secondo lavoro di strega Avrei preferito passare una giornata con gli
gnomi e fare qualche incantesimo Magari qualche bell’incantesimo! Dovrebbe andar bene Meglio abbondare Speriamo che funzioni bene |
Mah, quasi quasi… Tanto comunque io volevo fare un incantesimo
e ho delle gocce Potrei provare a mettere queste gocce Vediamo che cosa succede |
Analogamente a quanto evidenziato a proposito dei GFG
analizzati sopra, i motivi narrativi degli altri personaggi che entrano in scena
nel GFG si ricollegano alla matrice modale di quelli del monologo di Amelia.
Deontica dell’Obbligatorio Op |
Assiologia del Male nGp |
Epistemica del non Sapere nKp |
Assiologica dell’Indifferente Gp = nGp |
Lucia deve andare a fare un altro viaggio di
lavoro |
Margherita non ha voglia di fare il viaggio di
lavoro |
Aurora non sa se si trova nel posto giusto |
Per Ester in fondo fa lo stesso |
Devo andare a fare un altro viaggio di lavoro
a Londra ma… Avrei dovuto leggere qualcosa di lavoro ma..(G) Dovevo andare a Parigi! (P) Dovrebbe avvicinarsi a quel signore lì(G) Devo parlarvi un attimo(S) Adesso tornate a posto! (S) Devo andare a Londra per una riunione di lavoro® |
Non ne ho proprio voglia Speriamo che non vengano fuori delle cose
strane E’ un po’ inquietante perché parla di una
storia di fantascienza di un aereo che fa viaggi di sola andata(G) Io ho una sensazione strana(R) …una cosa stranissima® Oddio, questo aereo ha qualcosa che non va(G) Sono veramente scocciata che si debba andare su
un’isola(P) |
Non so se veramente questo è l’aereo
giusto Ma oggi che cosa succede? ® Ma siete proprio sicuri? ® Io non ricordo proprio. Non so cosa mi è
successo® Con la memoria, proprio, oggi non ci siamo® Mi sembra più confuso che innamorato(G) Quindi non sa neanche per cosa va, cioè perché
ha preso questo aereo?(G) Come fa a sapere lei che mi piacciono tutti i
nomi? ® Pensavo che la conoscesse(P) Non so come gestirmi questa cosa® La signora, non so, non conosce il signore che
ha accanto[:]quindi non capisco Senza che nessuno mi veda Nessuno sa che erano le istruzioni per un
incantesimo strano(G) Ma dice che se ne è accorto? (G) Eravamo sorelle ma non lo sapevamo(G) |
Però non importa In fondo, anche se sono sul volo sbagliato,
pazienza! Tanto una vacanza si può fare in un posto
qualunque(G) |
Assiologica del Bene Gp |
Aletica del Possibile Mp |
Agata ha in mente una soluzione che le piace di
più |
Cristina pensa a delle strategie per realizzare
i suoi piani |
Avrei preferito fare una passeggiata in un
bosco e dedicarmi al mio secondo lavoro di strega Io preferirei un posto…un’isola® Io volevo andare a Parigi(P) Avrei preferito passare una giornata con gli
gnomi e fare qualche incantesimo Io vorrei anche scendere! (G) Magari qualche bell’incantesimo! Ma che bell’oblò! ® Oh, che bel paesaggio! ® Oh, che bel paesaggio! ® Da quando mi sono svegliato è bellissimo ® Che bel nome Ginevra, un nome affascinante. Poi
le si addice proprio!® E’ importante che lei non dia fastidio alle
persone(S) Se lei si trova bene così non c’è
problema(S) Posso fare qualcosa per lei per migliorare le
sue condizioni di viaggio?(S) Dovrebbe andar bene Tutto a posto (S) Meglio abbondare Se le cose si fanno, si fanno bene(S) Speriamo che funzioni bene Speriamo almeno che sia un’isola carina!(P) Però vedo che funziona!(G) |
Mah, quasi quasi… Magari riusciamo anche a conoscerci® Tanto comunque io volevo fare un incantesimo
e ho delle gocce Vuoi che abbia anche questo qualcosa di magico?
(G) Potrei provare a mettere queste gocce Vediamo che cosa succede Poi magari sull’isola ci si può conoscere
anche meglio® |