I personaggi modali nel monologo dei Giochi Finzionali di Gruppo

di Luisa Grimaldi e Rodolfo Sabbadini

dal Convegno "monologhi e dialoghi interiori", Università di Macerata 24/25 Ottobrte 2005

 

Secondo Fanita English, il copione può essere metaforicamente rappresentato da un tessuto la cui trama è composta da tanti fili di colori diversi che, insieme, contribuiscono a definire il colore della stoffa che viene percepito dall’osservatore. Pertanto, il colore di un filo solamente può essere anche molto diverso da quello del tessuto a cui appartiene, e che forma, intrecciandosi con fili di altri colori

 

il copione è costituito da schemi esistenziali che riflettono diverse aree di interesse e priorità, e che colloquiano tra loro. Questi schemi compongono un tutto, come il filo di un tessuto in un vestito. Ma essi sono anche caratterizzati da una punta di colore che distingue gli uni dagli altri. Per esempio, per alcune persone, l’andamento della propria vita professionale è più importante delle loro relazioni, o dello stile di vita. Per altri l’ambiente e il paesaggio in cui vivono è essenziale (p.e. campagna o città). Ogni area ha il proprio schema esistenziale che può essere identificato nel tessuto della vita della persona dall’infanzia ad oggi. Le proiezioni future possono essere effettuate tenendo conto delle linee di direzione di uno schema o di un altro, con cambiamenti di direzione sempre possibili nell’ambito degli schemi che sono di particolare interesse per l’individuo. (F. English, Whither Scripts?, in Transactional Analysis Journal, Ottobre 1988, Volume 18, n° 4, pp. 294 – 303)

 

La biblioteca dell'Università di Macerata dove si è svolto il Convegno

Analogamente, quando avvertiamo una condizione emotivo-cognitiva, spesso si tratta di una sintesi delle componenti intrapsichiche, a volte molto diverse tra loro, che stiamo provando in quel momento, e che possono essere tradotte in un dialogo interno, anche molto vivace, rappresentabile in forma di monologo.

Il monologo, dunque, deriva dall’intreccio delle diverse voci che rappresentano stati soggettivi plurimi che vanno a comporre e definire la condizione mentale della quale siamo consapevoli (sono triste, arrabbiato, dubbioso, curioso, diffidente  ecc.).

Possiamo, convenzionalmente, “battezzare” tali voci interne, proprio come se fossero personaggi di una narrazione.

La stessa analisi transazionale, su   basi psicologiche perviene a scomposizioni analoghe identificando i personaggi interni con le voci degli stati dell’Io che il parlante energizza.

La caratteristica peculiare del criterio testuale è quella di considerare il monologo alla stregua di un vero e proprio copione teatrale, nel quale si riconoscono – e si battezzano - i personaggi che, nel momento in cui il monologo è prodotto, appaiono mescolati e sovrapposti.

Nel fare ciò, nulla si aggiunge e nulla si toglie a quanto il parlante ci comunica. Ad esempio non vengono considerati il cosiddetto linguaggio non verbale né le reazioni emotive dell’osservatore; elementi sui quali l’analisi transazionale fonda, soprattutto, la sua diagnosi degli stati dell’Io, sia pure considerando anche alcuni elementi testuali.

 

Se focalizziamo le figure logico modali presenti nel monologo secondo l’insegnamento di Giampaolo Lai, dunque, avremo la possibilità di individuare tanti personaggi diversi, quante sono le figure logico-modali prodotte. Otterremo, così, una sorta di scomposizione del senso generale del monologo restando strettamente ancorati al testo e prescindendo da ogni altro criterio di matrice psicologica. 

Ricordiamo che, quando ci impegniamo a riconoscere le figure logico-modali in un testo trascritto, che si tratti di una conversazione in forma di dialogo o di monologo, adottiamo lo stesso approccio di chi, guardando il cielo stellato, cerca di riconoscere la conformità di un insieme di stelle ad una, piuttosto che ad un’altra, costellazione che ha mente, quali possono essere quella del Piccolo o del Grande Carro o del Sagittario o della Vergine. Nello stesso modo, avendo in mente il senso generale di una figura logico modale aletica, piuttosto che deontica o assiologia oppure epistemica, noi cercheremo intuitivamente di ricondurre le proposizioni, che via via leggiamo, a questo o a quel quadro di riferimento – diciamo – precostituito. E’ un processo cognitivo che implica una continua analisi del senso delle parole ed una continua revisione del senso generale del testo in funzione delle frasi che si aggiungono alle precedenti.

Inizialmente, per esempio, ci può sembrare che le parole espresse siamo catalogabili nella forma deontica, ma poi, andando avanti nella lettura, e riconsiderando da un altro punto di vista il testo, ci accorgiamo che la figura logico-modale più adatta è, per esempio, quella assiologia.

 

Giampaolo Lai, Andrzej Zuczkowski, Rodolfo Sabbadini

Il processo di scomposizione del monologo in differenti personaggi modali, è per noi molto utile nel lavoro che conduciamo con la tecnica del Giochi Finzionali di Gruppo (d’ora in poi GFG). I GFG consistono, in estrema sintesi, nella produzione di una vicenda fantastica da parte del gruppo, impersonata dai membri del gruppo medesimo come se si svolgesse qui ed ora. Di norma il gioco prende il via con il monologo di uno dei partecipanti, al quale gli altri giocatori si agganciano interpretando personaggi collegati – in qualche modo – al personaggio autore del monologo. Sulla narrazione che scaturisce da questa recitazione – un vero e proprio copione teatrale – si sviluppano, successivamente, una serie di analisi, di natura testuale e psicologica, finalizzate a puntualizzare quelli che l’analisi transazionale definisce come modelli copionali dei partecipanti.

Nei lavoro che conduciamo con i GFG, tendiamo a ridurre al minimo ogni forma di interpretazione o di valutazione soggettiva di quanto accade durante la produzione del Gioco. Diventa, dunque, molto utile, per noi, poter riconoscere diverse componenti dell’identità testuale espressa dal parlante esclusivamente sulla base delle parole trascritte, proprio come facciamo quando, leggendo un copione teatrale o un romanzo, cerchiamo di mettere a fuoco le caratteristiche dei personaggi che, via via, entrano in scena.

Questa operazione consente al partecipante di prendere consapevolezza delle diverse parti di sé che compongono, appunto, lo stato mentale del quale ha, qui ed ora, maggiore consapevolezza.

 

La scomposizione del monologo nei diversi personaggi modali ha anche rilievo nell’analisi della dimensione interpersonale.

Nei GFG, dove i partecipanti ascoltano il monologo iniziale del protagonista, diventa interessante verificare quale senso emotivo, e quali priorità, le logiche espresse nel monologo medesimo acquisiscano per gli altri attori.

I personaggi complementari attivati, infatti, quasi sempre sembrano rispondere in modo identificativo o complementare all’uno o all’altro dei personaggi modali creati dal protagonista.

Tali risposte possono implicare il conferimento di sensi emotivi e rilevanze narrative ai personaggi logico modali, anche divergenti da quelle che l’autore del monologo di partenza ha ad esse attribuito.

Con il lavoro attraverso i GFG, dunque, è possibile prendere consapevolezza del processo che può portare gli altri a reagire in modo inaspettato alle nostre verbalizzazioni.

Può accadere, per esempio, che una certa risposta derivi dalla reazione ad una figura logico modale per noi secondaria e della quale, forse, non avevamo neppure avuto piena consapevolezza, persa com’era tra parole che – magari – ci sembravano con maggiore evidenza riconducibili ad un’altra figura logico modale. Eppure, proprio quella, è stata la più significativa per l’universo copionale del nostro interlocutore.

Quando ciò accade, è possibile che il locutore percepisca una dissonanza tra il proprio universo intrapsichico e l’universo interpersonale. Tale dissonanza sarà più facilmente ricorrente quanto più ricca sarà la gamma di “personaggi modali” che animano il suo mondo interno; il personaggio

-          del Possibile

-          dell’Impossibile

-          del Necessario

-          del Permesso

-          del Proibito

-          dell’Obbligatorio

-          del Bene

-          del Male

-          dell’Indifferente

-          del Sapere

-          del Non sapere

-          della Credenza

Gruppo di relatori in una pausa del Convegno

Sul piano della relazione interpersonale quotidiana, ipotizziamo che, quando entriamo in relazione con gli altri, il rapporto comunicativo avviato favorisca l’entrata in scena di uno piuttosto che dell’altro personaggio attivato nel dialogo intrapsichico. Può succedere che il personaggio che “vede la luce” sia, per noi, quello più significativo oppure, per come vanno le cose – o meglio le parole – esso rimanga dietro le quinte per cedere il passo ad un altro personaggio, sollecitato dalle parole dei nostri interlocutori.

Sul piano dell’apprendimento professionale, al quale l’esperienza del GFG può essere parimenti finalizzata, si evidenzia come, se da un lato sia indispensabile accogliere e dare spazio al personaggio modale proposto in prima battuta dal cliente, è altresì importante essere pronti a indovinare l’affacciarsi sulla scena di personaggi che – apparentemente – parrebbero semplici figuranti, mentre in realtà hanno un ruolo di veri e propri protagonisti nella rappresentazione interna del nostro interlocutore.

 

Consideriamo, ora, il Gioco La maschera di carnevale.

 

La maschera di carnevale

Gisella: è un periodo...non riesco a uscire da questa cosa. E' il periodo di Carnevale. Sono qui, è una domenica. La prospettiva sarebbe di passarla da sola. Sono stufa di questo stato di cose, perché devo darmi una mossa.

Ho deciso di fare una cosa che rompe un pò tutti gli schemi, però voglio provare. C'è un bel Carnevale vicino a dove abito io...mi sono comprata una bella maschera e decido di buttarmi in mezzo alla folla, tanto con la maschera nessuno vede veramente chi sono, perché in questo periodo faccio un pò fatica a stare in mezzo alla gente, mi sento un pò triste e fragile.  Decido di mettere questa bellissima maschera e questo bellissimo costume che ho comprato e di andare a questo Carnevale dove ci saranno tante maschere come me e se sei da sola lì non conta tanto perché , appunto, sei quello che vedono ma non sanno sotto chi c'é.

Quindi prendo...felice di aver preso questa decisione, prendo il treno, mi metto naturalmente il costume nella borsa, arrivo in questa...c'é un bel Carnevale a Viareggio, scendo dal treno, vedo dove é il Carnevale, tantissima gente, tanti carri, tanta gente....indosso il mio costume, molto bello e comincio a girare.... Vorrei..ho voglia però di conoscere qualcuno, non mi va tanto di stare da sola. In realtà, sì, sono lì, in mezzo alla festa ma non ho poi tutta questa voglia di far casino.

Individuo un gruppo di maschere che mi attira, perché sono maschere, però sembrano come me, un pò tristi e dico "mah, magari per iniziare...". Le sento un pò vicine e allora mi avvicino a queste maschere, che sembrano...sono dei Pierrot, e mi avvicino a loro per vedere se... così, se posso conoscerle, se  c'é modo di  instaurare qualche tipo di comunicazione...  mi avvicino. Sono lì, stanno guardando i carri che passano, stanno parlando tra di loro. Io mi avvicino, chiedo "scusate, è da molto che é iniziata la sfilata dei carri? perché io ...è la prima volta che vengo qui...E' da molto che é iniziata?".

Ester:  sì, é iniziata da qualche ora, e adesso noi andremo alla sfilata, tutti quanti in gruppo. se vuoi venire puoi unirti a noi.  

G. Ma dove si va? verso dove?

 E. Andiamo verso la via centrale... se vuoi unirti, vieni pure... ma tu sei sola?

 G. sì si...vengo da Torino

 E.  e come mai da sola in maschera? di solito...

G. e ...così...perché oggi  ero sola, però non avevo voglia di stare da sola e son venuta. E' un'esperienza che mi mancava, non ero mai venuta e così...sono affascinata da questa cosa e ho deciso.

  E. Noi tutti gli anni veniamo, siamo tutti quanti veterani di questo Carnevale.

G.  No va bé... ma io non voglio disturbare, cioé...io vi ho solo chiesto, io sto...giro, non vipreoccupate, voi avete il vostro gruppo, non é...non voglio interferire assolutamente, figurati. Tu sei gentile, ma...

E. No, ma non prenderla come...se vuoi unirti bene, a noi fa piacere, no prenderla come una mossa di gentilezza e basta. Se vuoi venire, andiamo... andiamo ragazzi.

G. va bene, grazie allora

E. Tu ti chiami?          G. ...Gisella

E. perché hai esitato?

G. non so... oggi volevo inventarmi un nome nuovo, ma ...forse dovevo pensarci prima. oggi, così, volevo essere nuova, però... no, mi chiamo Gisella. Tu?

 E. Io Ester... bene.      

G. Allora grazie...

E. Ti presento tutti gli altri...gli altri sono un pò taciturni...sono proprio dei Pierrot...

Fabio. Ciao.       

E. vi presento Gisella che arriva da Torino...

F. Ah... e come mai ha una maschera diversa? non ci eravamo messi d'accordo che dovevamo vederci tutti con la stessa maschera?

E. Sì, va bé ma l'ho conosciuta  adesso

G. io non faccio parte...

E. non fa parte del gruppo originario, diciamo così...

F. Bé, però un pò ci assomiglia questa maschera di Pierrot, quindi... l'hai scelta tu?         

G. sì sì

F. Ah scusa... io sono Fabio        

G. piacere

F. Gisella?;;; no sai, io non mi ricordo bene i nomi allora devo sempre chiedere...

G. sì sì... bella la tua maschera.

F. visto?mi fa piacere. Allora ti unisci a noi?

G. ma se... dicevo , se non disturbo sì.

F. ma ci mancherebbe altro. Guarda, più siamo più ci divertiamo, quindi...

G. va bene, va bene.

F. E Marco sta arrivando?

E. ma, ha detto che tardava un pò, però...

F. Lo aspettiamo ancora un po'?

E. aspettiamo , però 5 minuti..poi però andiamo, perché in centro...

F. tanto andiamo a piedi... le macchine le abbiamo già parcheggiate tutte, no?

Marco: eh, uagliò...finalmente! da Napoli, il viaggio in treno...tutti vestiti da Pierrot...io invece no...oggi mi sento questo sole...

G. Io non sono un Pierrot...

M. Ah, non sei un Pierrot?

E. Gisella.. scusa, te la presentiamo, se no...G. è una new-entry nel gruppo...

M. Ah, e da dove vieni?

G. Arrivo da Torino.  

M. Ah, da Torino...

E. (a Marco)  ma tu... come ti sei vestito?

M. Io... da Pulcinella

E. sì... ma non sembrava proprio Pulcinella

M. Ah, non sembrava Pulcinella? è vero non ho trovato la maschera giusta. Però ho trovato questa, mi piaceva....si avvicina un pò. Ma qua a Viareggio... che succede? ci sono tutti questi carri...io ci sono mai venuto.

G. Eh sì, di solito cosa fate voi?

F. Eh, dobbiamo andare a fare la gara dei costumi...

E. Eh sì andiamo

G. la gara dei costumi?

M. ma io sono a posto? vestito bianco...

G. ma che cosa è questa?

F. Ma non doveva venire qualcun altro?

E. Eh sì, però vedo che è tardi, comunque andiamo...

F. Andiamo...? perchè in lontananza mi sembra di vedere qualcuno....mi son sbagliato..;

F. Ok, allora andiamo? la gara iniziata 20 minuti, andiamo direttamente, ci prendiamo qualcosa da bere...?

E. possiamo prenderci qualcosa da bere a questo punto...

F. ah sì? bene...               

G. ma poi là cosa si fa?

E. andiamo, Fabio, nel solito posto? così magari incontriamo anche gli altri..tanto, alla fine, tutti Pierrot...abbiamo Pulcinella, abbiamo...

M. Ma che vestito sei Gisella? non la conosco...

G. ma scusa, eh?cioé, non vedi?

M. Eh, non riesco a darle un..sembra una maschera...bella, però non saprei darle un nome...non ce l'ha.. bisogna darglielo...?

E. l'hai inventata? hai improvvisato?

G. no, che strano che nessuno...

F. la maschera del mistero...

G. Pensavo  si capisse...            

F. misteriosamente?

G. che misteriosamente?! è un costume, l'ho comprato.

F. comunque sta bene...          

E. No bello è bello, però non si...

G. ...non si capisce tanto? che delusione...

F.  non  ti preoccupare...

G. ho speso tanto per questo costume, mi sembrava bellissimo

F. sono invidiosi, guarda, sono invidiosi

E. ma bello è, è che non si riesce...

G. non si riesce a capire?volevo essere una diavoletta, ma evidentemente non ci sono riuscita...anche perché se mi scambi...ma ti sembro... 

M. un Pierrot?eh, era troppo scuro...

G. ma scusa, le cornette qua non le vedi?la coda....no, eh??

M. non ti ho guardato bene...non ti ho girato tutta quanta intorno...

G. che delusione, va bé pazienza...

E. ma no, non ti preoccupare...ci siamo confusi

G. ma comunque io la gara non la faccio, io guardo voi... perché se nemmeno avete capito che cos'è, figuriamoci se posso fare una gara.

M. ma scusate, io sono venuto apposta a Viareggio perché pensavo che ci fosse tanta gente...

E. ma sì... facciamo festa...

M. ...tante persone, mi sono fatto un viaggio veramente lungo...qua pensavo di trovare un pacco di persone... andiamo a questo bar...

G. va bé, ma scusate...i carri, le altre maschere?

E. sì sì, ma tanto ci sono giorni di Carnevale, tutto il giorno...adesso è appena iniziato...

G. bé però io stasera torno, starò qualche ora con voi poi devo tornare a casa, non mi fermo...       E. allora...bé...

G. bé, fate voi comunque...

Entra un'altra persona (Lana)

L. Fabio, cosa ci fai qui vestito da Pierrot?

F. eh, non ci eravamo messi d'accordo che ci vedevamo? ci son diversi gruppi, tu di che gruppo sei?

L. ma và, io sono il segretario regionale, non sono vestito in maschera

F. Oh, non ti avevo riconosciuto...

L. ma io pensavo che tu fossi un sindacalista serio, di cui fidarsi, e ti ritrovo vestito da Pierrot...

F. Eh, che ti devo dì...? tu sai che ogni tanto faccio 'ste cose, però...siamo a Carnevale...

L. Ah, perché? tu ti diverti , vestito da Pierrot, a fare il burattino?

F. Eh, spero di far divertire gli altri, che ti devo dì...? ma unisciti anche tu a noi

L. no, io devo andare ad una riunione importante

F. ma che riunione...che te ne frega, siamo a Carnevale...

L. anzi, adesso vado a cercarmi un altro sindacalista, perché non mi fido  più di tanto...

F. Eh? ti prego non mi buttare in mezzo alla strada, ho famiglia...

L. ci penserò.....            

F. grazie.

M. Gisella, andiamo a mangiare qualcosa?

G. ma andiamo da qualche parte?

M. ma tu devi tornare su a Torino?

G. eh, io son venuta in treno, come faccio?

M. eh va bé, i treni ci sono pure domani         

G. eh, ho capito...

M. da  qualche parte  ci si può fermare...

G. ma voi andate avanti anche tutta la notte?

M. ti sei vestita da diavoletta e poi te ne stai lì?

G. eh, infatti mi sto stufando

M. eh, perché qua mi sembra che...

G. dai, ci muoviamo? ma qua state anche tutta ...si fa tutta la notte?

M. ma penso di sì, penso di sì... io ho fatto un viaggio lungo, mi hanno raccontato così...

G. se di notte stanno in giro a far qualcosa io posso anche stare...

M. e dai, vediamo...

G. se però voi andate a dormire no....     

E. ma no...

M. io non ci vado a dormire...qualche posto si trova, andiamo in qualche locale...

G. eh dai? dai dai..

F. ok ragazzi si parte       

M. andiamo al bar?     

F. andiamo al bar

G. questo è tre ore che dice 'si parte' ma... cioé, non lo so... siamo sempre qua.

M. vedo un bar, andiamo in quel bar là perchè io tengo fame, ho fatto un viaggio lungo, non ho mangiato niente.

G.  e poi andiamo a vedere tutte le maschere però, non stiamo chiusi in un bar...      

E. sì, dai...

M. Andiamo a prendere qualcosa, giusto così...uno spuntino...

(entriamo) allora, tu cosa vuoi?

E. mangiamo o...? c'è qualcuno che deve mangiare?

M. io prendo velocemente una birra, un tramezzino... e poi andiamo  fuori, nel dehor, a prenderci un pò di sole...

E. eh, dai... anche io

F. andiamo a prendere i posti perché vedo che è pieno

G. ah ma ci fermiamo?

E. no, Fabio...in piedi..

M. no, veloce, perché Gisella  vuol vedere...

G. no no, va bé, non dovete guardare me...ho solo chiesto... cioé, fate come...      

M. perché scusa? sei venuta da Torino, sei venuta apposta, sei vestita da diavoletto...ma gli altri anni, per curiosità, come ti vestivi?

G. ma, in realtà era un pò che non lo facevo...però ho sempre avuto dei costumi bellissimi quando ero piccola. Adesso era da un po'...

F. e da piccola da cosa ti vestivi?

G. Da Pierrot...    

M. vedi che ci avevo azzeccato...!

G. Sì... da Olandesina, da principessa, da Cappuccetto Rosso..; sì sì, mia mamma mi faceva dei bellissimi costumi. Poi, sai, crescendo, non l'ho mai più sentito il Carnevale....è da tanto che non...

Lorena: scusate se vi interrompo... io sono stata molto attirata dal suo costume da diavolessa, perché come vede io sono vestita da angelo...

G. oh, finalmente, grazie...

L. Perché noi abbiamo fatto un carro...io in realtà sono sopra un carro, tutto ambientato... con le nuvole, il Paradiso, tutti vestiti di bianco. Solo che... io sentivo che ci mancava qualcosa, perché era... sì, molto bello, molto curato esteticamente, però ci mancava un pizzico di qualcosa, non so che...e adesso, come ho visto lei... non so se possiamo darci del tu..

G. certo...     

L. ... con il costume da diavolessa  

G diavoletta

L. ho detto... ecco cosa ci manca! ci manca il contrasto, perché noi siamo tutti angeli e c'è questo contrasto, Paradiso, Inferno, e secondo me può...

G. avete visto voi, che non avete nemmeno capito che costume avevo io?

L. secondo me può colpire, visto che noi...può essere un'occasione ... non so se a lei è mai capitato di salire su un carro, quindi di partecipare ad un Carnevale da protagonista...no  so, se ne ha voglia...

G. sì sì..         

F. in quanti possono starci, mi scusi, sul carro...in quanti?

L. Bé, no... il carro di per sé sarebbe già pieno, nel senso che è già tutto strutturato.

G. Manca il diavoletto...      

L. Appunto, ho pensato...

F. ma quindi solo una persona? peccato, noi siamo in dieci

G. ma... 

L. Eh no, dieci...e poi un Pierrot con il tema di Paradiso...non so...

G. ha fatto la descrizione del carro, son tutti angeli...io comunque se vuole vengo. Ma poi ci ritroviamo se io vado...dove andate voi? ci possiamo ritrovare dopo se io vado con loro?

M. Pulcinella  in Paradiso ci può stare?

L. Eh, Pucinella, non lo so....Pulcinella in Paradiso...tu che ne dici (a G.)?

G. ...Pulcinella in Paradiso...carino..

E. bé, se ci entra Pulcinella ci entra anche Pierrot

F. no no, è meglio che li lasciamo soli...va bene...

G. ma quindi cosa facciamo?

F. ci vediamo allora stasera...

L. non so, io posso accompagnarti a vedere dov'è il carro, perché noi non siamo ancora partiti..

G. e poi che tragitto si fa? voi lo sapete? per ritrovarci... io sono sola e sono con loro

L. si attraversa un pò tutta la città e poi...va bé, se vogliamo darci un punto di ritrovo, io poi ti porto...

G. Eh, così mi ritrovo poi...sì si, io volentieri, grazie

L. tanto, voglio dire, la città non è grande per cui ci si ritrova...

G. vengo volentieri... almeno sfrutto  questo costume, l'ho preso apposta. Che bella questa cosa!

M. allora posso venire anch'io o Pulcinella in Paradiso non ci  può stare? mi tolgo la maschera, mi metto le ali...

L. eh, non so , ma...più che altro mi spiace per i tuoi amici, perché non so poi loro come...non so, mettiti d'accordo con loro

 F. ok ragazzi, noi andiamo, poi ci incontriamo stasera con Marco e Gisella, ok? ciao.

Focalizziamo, ora la nostra attenzione sul monologo di Gisella, per ricavarne i motivi narrativi, cercano di ricondurli alle “costellazioni” delle figure logico-modali. Proviamo, quindi a dare un nome ai personaggi interni così identificati: Stefania, Sara, Piera, Sonia.

Assiologia del Bene

Gp

Assiologia del Male

nGp

Aletica del Necessario

Np

Epistemica del non sapere

nKp

Stefania annuncia che passerà un’allegra domenica di carnevale indossando il suo costume nuovo

Sara si sente triste

Piera ritiene indispensabile “buttarsi” in mezzo alla folla

Sonia dice che gli altri non possono sapere chi è lei, ma lei vuole sapere chi sono gli altri

è un bel carnevale

è una bellissima  

  maschera

ci saranno tante  

  maschere come me

ci sono tanti carri e tanta 

   gente

sono in mezzo alla festa

le maschere mi attirano

   sono dei pierrot

 

non riesco a uscire da

  questa cosa

la prospettiva è stare sola

fatico a stare in mezzo

  alla gente

sono stufa

sono triste e fragile

mi sembrano tristi come

  me

le sento vicino a me

 

devo darmi una mossa

voglio provare a rompere

  gli schemi

non voglio stare sola

 

nessuno vede chi sono

sei quello che vedono

voglio conoscere

  qualcuno

 

 

E’ un periodo...non riesco a uscire da questa cosa.

 

 

E' il periodo di Carnevale. Sono qui, è una domenica

La prospettiva sarebbe di passarla da sola.

Sono stufa di questo stato di cose

 

 

 

 

perché devo darmi una mossa

 

 

.

Ho deciso di fare una cosa che rompe un pò tutti gli schemi, però voglio provare

 

C'è un bel Carnevale vicino a dove abito io...mi sono comprata una bella maschera

 

 

e decido di buttarmi in mezzo alla folla, tanto con la maschera nessuno vede veramente chi sono,

 

perché in questo periodo faccio un pò fatica a stare in mezzo alla gente, mi sento un pò triste e fragile

 

 

Decido di mettere questa bellissima maschera e questo bellissimo costume che ho comprato e di andare a questo Carnevale dove ci saranno tante maschere come me

 

 

e se sei da sola lì non conta tanto perché , appunto, sei quello che vedono ma non sanno sotto chi c'é.

Quindi prendo...felice di aver preso questa decisione, prendo il treno, mi metto naturalmente il costume nella borsa, arrivo in questa...c'é un bel Carnevale a Viareggio, scendo dal treno, vedo dove é il Carnevale, tantissima gente, tanti carri, tanta gente....indosso il mio costume, molto bello e comincio a girare. Vorrei, ho voglia però di conoscere qualcuno

 

non mi va tanto di stare da sola.

 

In realtà, sì, sono lì, in mezzo alla festa

ma non ho poi tutta questa voglia di far casino.

 

 

Individuo un gruppo di maschere che mi attira, perché sono maschere,

però sembrano come me, un pò tristi

 

 

e dico "mah, magari per iniziare

Le sento un pò vicine

 

 

 

 

 

e allora mi avvicino a queste maschere, che sembrano...sono dei Pierrot, e mi avvicino a loro per vedere se... così, se posso conoscerle, se  c'é modo di  instaurare qualche tipo di comunicazione...  mi avvicino. Sono lì, stanno guardando i carri che passano, stanno parlando tra di loro. Io mi avvicino, chiedo "scusate, è da molto che é iniziata la sfilata dei carri? perché io ...è la prima volta che vengo qui...E' da molto che é iniziata?".

 

 

Dopo aver individuato i motivi narrativi di Gisella ci accorgiamo che sono riconducibili perlopiù a personaggi modali, del Bene e del Male, che battezziamo Stefania e Sara, ma anche che sono presenti altri due personaggi, quello del Necessario e del Non sapere, che chiameremo Piera e Sonia.

Procediamo, ora, ad identificare i motivi narrativi che emergono dalle parole degli altri partecipanti al Gioco, cercando nel frattempo di individuarne la matrice modale.

 

Assiologia del Bene

Gp

Assiologia del Male

nGp

Aletica del Necessario

Np

Epistemica del non sapere

nKp

Stefania annuncia che passerà un’allegra domenica di carnevale indossando il suo costume nuovo

Sara si sente triste

Piera ritiene indispensabile “buttarsi” in mezzo alla folla

Sonia dice che gli altri non possono sapere chi è lei, ma lei vuole sapere chi sono gli altri

è un bel carnevale

è una bellissima  

  maschera

ci saranno tante  

  maschere come me

ci sono tanti carri e tanta 

   gente

Più siamo e più ci divertiamo (F)

sono in mezzo alla festa

Facciamo festa (E)

le maschere mi attirano

   sono dei pierrot

Siamo tutti pierrot (E)

Se vuoi venire, andiamo (E)

Allora ti unisci a noi ? (F)

 

non riesco a uscire da

  questa cosa

la prospettiva è stare sola

Vado a cercarmi un altro sindacalista

Non buttarmi in mezzo a una strada

fatico a stare in mezzo

  alla gente

G è una new entry (E)

Ma io sono a posto? (M)

sono stufa

Ma non doveva venire qualcun altro? (F)

Pensavo che ci fosse tanta gente (M)

Pensavo di trovare un pacco di persone (M)

sono triste e fragile

Non ti preoccupare (F)

Non ti preoccupare (E)

Che te ne frega, siamo a Carnevale (F)

mi sembrano tristi come

  me

Gli altri sono un po’ taciturni (E)

le sento vicino a me

Sono invidiosi (F)

Unisciti anche tu a noi (F)

devo darmi una mossa

Perché hai esitato? (E)

Andiamo che è tardi (E)

Poi però andiamo (E)

Vedo che è tardi (E)

voglio provare a rompere

  gli schemi

Ogni tanto faccio ‘ste cose (F)

non voglio stare sola

come mai da sola? (E)

 

nessuno vede chi sono

E’ bello, però non si…(E)

Non saprei darle un nome (M)

Ti diverti a fare il burattino ? (L)

sei quello che vedono

Non ho trovato la maschera giusta (M)

Non sei un pierrot? (M)

La maschera del mistero (F)

Perché hai una maschera diversa? (F)

Pensavo fossi un sindacalista serio (L)

Era troppo scuro (M)

Ti ho girato tutta quanta intorno (M)

Non sono vestito in maschera (L)

voglio conoscere

  qualcuno

Io non ricordo i nomi (F)

 

E’ un periodo...non riesco a uscire da questa cosa.

 

 

E' il periodo di Carnevale. Sono qui, è una domenica

La prospettiva sarebbe di passarla da sola.

Sono stufa di questo stato di cose

 

 

 

 

perché devo darmi una mossa

 

 

.

Ho deciso di fare una cosa che rompe un pò tutti gli schemi, però voglio provare

 

C'è un bel Carnevale vicino a dove abito io...mi sono comprata una bella maschera

 

 

e decido di buttarmi in mezzo alla folla, tanto con la maschera nessuno vede veramente chi sono,

 

perché in questo periodo faccio un pò fatica a stare in mezzo alla gente, mi sento un pò triste e fragile

 

 

Decido di mettere questa bellissima maschera e questo bellissimo costume che ho comprato e di andare a questo Carnevale dove ci saranno tante maschere come me

 

 

e se sei da sola lì non conta tanto perché , appunto, sei quello che vedono ma non sanno sotto chi c'é.

Quindi prendo...felice di aver preso questa decisione, prendo il treno, mi metto naturalmente il costume nella borsa, arrivo in questa...c'é un bel Carnevale a Viareggio, scendo dal treno, vedo dove é il Carnevale, tantissima gente, tanti carri, tanta gente....indosso il mio costume, molto bello e comincio a girare. Vorrei, ho voglia però di conoscere qualcuno

 

non mi va tanto di stare da sola.

 

In realtà, sì, sono lì, in mezzo alla festa

ma non ho poi tutta questa voglia di far casino.

 

 

Individuo un gruppo di maschere che mi attira, perché sono maschere,

però sembrano come me, un pò tristi

 

 

e dico "mah, magari per iniziare

Le sento un pò vicine

 

 

 

 

 

e allora mi avvicino a queste maschere, che sembrano...sono dei Pierrot, e mi avvicino a loro per vedere se... così, se posso conoscerle, se  c'é modo di  instaurare qualche tipo di comunicazione...  mi avvicino. Sono lì, stanno guardando i carri che passano, stanno parlando tra di loro. Io mi avvicino, chiedo "scusate, è da molto che é iniziata la sfilata dei carri? perché io ...è la prima volta che vengo qui...E' da molto che é iniziata?".

 

 

 

Quanto evidenziato nel testo ”La maschera di carnevale” è stato  analogamente riscontrato in altri testi di GFG , in cui i personaggi complementari dimostrano di attivarsi in risposta ai diversi personaggi logico-modali presenti nel monologo iniziale del locutore principale.

 

Consideriamo il GFG “ Un libro aperto”, che prende avvio con il monologo di Katia.

 

Katia: Sono un libro qualsiasi che possiate preferire. Sono un libro appoggiato su un sedile di un treno, su un aereo o uno scaffale di una libreria. Sono un qualsiasi tipo di libro. Ho una copertina abbastanza accattivante, colorata, attraente e sono qui in attesa che qualcuno mi apra, mi tocchi, mi apra o mi legga o mi ascolti perché come libro posso presentare diverse forme. Sono qui che guardo le persone che passano e  cerco di immaginare chi si avvicinerà, chi mi leggerà o cerco di immaginare la maniera in cui mi toccherà passare la giornata se nessuno vorrà avvicinarsi a me. Troverò la maniera di interloquire con qualcuno, magari mi farò notare, non lo so.

 

Nella tabella che segue sono riportati i motivi narrativi del monologo, ricondotti alle rispettive flm (del Possibile, del Bene, dell’Obbligatorio, del Male , del Sapere e del Non Sapere ). Si sono quindi “ battezzati” i rispettivi personaggi logico-modali interni con i nomi di Eva, Gaia, Costanza, Rachele, Anna e Marta.

 

 

 

Aletica del Possibile

Mp

Assiologica del Bene

Gp

Deontica dell’ Obbligatorio

Op

Assiologica del Male

nGp

Eva si sente un tipo qualsiasi ed è in attesa che qualcuno interagisca con lei

Gaia sa di avere un aspetto  attraente ed accattivante

Costanza deve inventare qualche strategia per passare il tempo

Rachele considera l’eventualità che nessuno voglia avvicinarsi a lei

Sono un qualsiasi tipo di libro possiate preferire

 

Sono un qualsiasi tipo di libro

 

Come libro posso presentare diverse forme

 

Sono qui in attesa che qualcuno mi apra, mi tocchi, mi apra o mi legga o mi ascolti

 

Cerco di immaginare chi si avvicinerà, chi mi leggerà

Ho una copertina abbastanza accattivante, colorata, attraente

 

Cerco di immaginare la maniera in cui mi toccherà passare le giornate

 

Mi farò notare

 

 

 

Se nessuno vorrà avvicinarsi a me

 

 

Epistemica del Sapere

Kp

Epistemica del non Sapere

nKp

Anna sa che troverà un modo per parlare con qualcuno

Marta non sa bene cosa fare

Troverò la maniera di interloquire con qualcuno

 

Non so

 

 

Alla matrice modale motivi narrativi del monologo di Katia si collegano quelli dei personaggi complementari del GFG

Aletica del Possibile

Mp

Assiologica del Bene

Gp

Deontica dell’ Obbligatorio

Op

Assiologica del Male

nGp

Eva si sente un tipo qualsiasi ed è in attesa che qualcuno interagisca con lei

Gaia sa di avere un aspetto  attraente ed accattivante

Costanza deve inventare qualche strategia per passare il tempo

Rachele considera l’eventualità che nessuno voglia avvicinarsi a lei

Sono un qualsiasi tipo di libro possiate preferire

 

Sono un qualsiasi tipo di libro

 

Come libro posso presentare diverse forme

Tu sei più uomo o più donna?(G)

Potremmo inventare un viaggio in un paese(F)

 

 

Sono qui in attesa che qualcuno mi apra, mi tocchi, mi apra o mi legga o mi ascolti

 

Cerco di immaginare chi si avvicinerà, chi mi leggerà

Ho una copertina abbastanza accattivante, colorata, attraente

A me piace essere un libro che tratta di queste cose(G)

Vedo che siete dei libri molto belli (F)

Adesso con lei non mi stavo annoiando(G)

Ho proprio voglia di comprare un bel libro, oggi(L)

Qui ce ne è uno che è proprio carino (C)

 

 

Cerco di immaginare la maniera in cui mi toccherà passare le giornate

Tutti i giorni devo sempre fare un’avventura(F)

 

Mi farò notare

Il libro deve essere letto(G)

 

 

Se nessuno vorrà avvicinarsi a me

Forse la mancanza di un titolo spaventa un po’ le persone(G)

Ma la gente è stordita. Nessuno ci guarda (G)

Io non mi sono avvicinato perché sono un po’ in soggezione(F)

Sono annoiato(F)

Questo libro mi sembra che sia già stato scritto, che non abbia nulla da scrivere(L)

 

 

Epistemica del Sapere

Kp

Epistemica del non Sapere

nKp

Anna sa che troverà un modo per parlare con qualcuno

Marta non sa bene cosa fare

Troverò la maniera di interloquire con qualcuno

Capito?(G)

E invece tu?(G)

E’ un libro divertente? (L)

Attraverso l’immaginazione uno può conoscersi(C)

 

Non so

Non mi avevi ancora visto? (G)

Scusi ma non ho capito cosa desidera (C)

 

 

Abbiamo inoltre analizzato Il GFG “ L’isola delle sorgenti”, che si apre con il monologo di Azzurra.

 

Azzurra: Sono su una barca in mezzo al  mare. Non vedo nulla all’orizzonte. Vedo il cielo azzurro e il mare che rispecchia lo stesso azzurro . Sto godendomi il silenzio di questa situazione quando ad un certo punto vedo un gabbiano che vola molto vicino alla mia barca.

Questo gabbiano mi sembra incuriosito ed è l’unica presenza vivente qua vicino. Si avvicina… si avvicina a me, quasi come se fosse domestico. Allora io provo a parlargli, no?

Ciao, sei venuto qua perché cercavi del cibo da mangiare o per riposarti dal tuo lungo volo?

 

 Come emerge dalla tabella sotto riportata, i motivi narrativi del monologo di Azzurra appaiono riconducibili ai  personaggi logico-modali del Bene e del Sapere, che abbiamo chiamato rispettivamente Miranda e Sofia.

 

L’ISOLA DELLE SORGENTI

 

Assiologia del Bene

Gp

Epistemica del Sapere

Kp

Miranda sta godendosi una situazione piacevole

Sofia vuole conoscere

Sto godendomi il silenzio di questa situazione

 

Sei venuto qua perché cercavi del cibo o per riposarti dal tuo lungo volo?

 

 

Alla matrice modale dei motivi narrativi del monologo di Azzurra si collegano, anche in questo GFG, i motivi narrativi che emergono dalle conversazioni degli altri partecipanti al GFG.

 

Assiologia del Bene

Gp

EPISTEMICA DEL SAPERE

Kp

Miranda sta godendosi una situazione piacevole

Sofia vuole conoscere

Sto godendomi il silenzio di questa situazione

Ogni tanto mi piace starmene un attimino da solo e abbandonarmi alle mie riflessioni (G)

Qua siamo tranquilli(G)

Il cibo non ci manca(G)

Possiamo vivere tranquilli(G)

L’isola è più tranquilla e quindi è più rilassante(G)

Volevo aiutarti(A)

Il nostro posto è molto tranquillo( E)

Io vivo al mare, che mi piace tantissimo perché in realtà mi piace molto il silenzio sott’acqua(A)

Qua è estremamente tutto calmo, tranquillo(G)

La cosa più bella qui è l’amicizia(G)

La giornata anche oggi è stupenda(G)

Il tempo è sempre bello. Non c’è l’inquinamento atmosferico(G)

Bene(G)
Va bene(G)

L’acqua della sorgente ti ripara dal freddo e da tutto(G)

Sei venuto qua perché cercavi del cibo o per riposarti dal tuo lungo volo?

Ho pensato di andare a conoscere questa persona così sola per capire cosa è successo(G)

Quindi ci conosciamo(G)

Io conosco un delfino(G)

Dove andiamo?(A)

Come ti chiami? (G)

E’ curiosa di conoscerti(G)

Volevo conoscerti perché sono molto curiosa di sapere(E)

Che cosa sono le comodità? Che cosa intendi?(E)

Dovrei venire per capire esattamente(E)

Vieni a conoscere la nostra isola!(E)

Mio cugino consce sempre persone molto strane…molto particolari

Dovresti chiedere a lui per sapere qualcosa(E)

Ho conosciuto Gabbiano in uno dei miei viaggi marini(A)

Che ti racconto?(A)

Forse è arrivato il momento di svelarvi un segreto(G)

Io so tante cose(G)

Stiamo aspettando che tu ci dica come vuoi trasformarti(G)

Un’altra caratteristica è che l’isola ha delle piante che sono tutte in grado di comunicare l’una con l’altra(G)

Andiamo a conoscerli(G)

Ho saputo della sorgente(E)

Adesso c’è un essere umano che vi spiega(G)

C’è la sorgente delle conoscenza(G)

Una cosa importante che voi sappiate è..(G)

Solo per capire(A)

Se tutti venissero a conoscenza di quest’isola, sapete meglio di me che sarebbe la fine di quest’isola(G)

Nella vita non si sa mai tutto subito(A)

Questo viaggio tu lo avevi iniziato per..? (A)

 

 

Il GFG “ Professione strega” inizia, invece, con l’induzione di un conduttore. Ad essa fa seguito il monologo di Amelia, il personaggio principale del Gioco, che analizzeremo dal punto di vista logico-modale.

 

Conduttore: Ti hanno chiesto per lavoro di andare all’estero. Devi andare in Inghilterra una settimana. Devi andare in Inghilterra. Sei all’aeroporto. Senti annunciare il volo per l’Inghilterra. Ti avvii. Sali su un aereo. Prendi posto. Prendi posto ma a un certo punto, però, ti viene un dubbio. Ti viene il dubbio di non avere preso l’aereo giusto.

Amelia: Ah, mamma mia, devo andare a fare un altro viaggio di lavoro a Londra e non ne ho proprio nessuna voglia. Avrei preferito fare una passeggiata in un bosco e dedicarmi al mio secondo lavoro di strega. Avrei preferito passare una giornata con gli gnomi e fare qualche incantesimo. Magari qualche bell’incantesimo…fare innamorare qualcuno…mah, quasi quasi…non so…Non so se veramente questo è l’aereo giusto…però non importa perché tanto comunque io volevo fare un incantesimo e ho delle gocce… Ho delle gocce in una fialetta e queste gocce sono per un esperimento: se noi le mettiamo negli occhi di qualcuno che dorme, questa persona svegliandosi dovrebbe innamorarsi della prima persona o del primo oggetto che vede. Per cui, in fondo, anche se sono sul volo sbagliato, pazienza.

Vedo che qua dietro c’è un uomo che sta dormicchiando e potrei provare a mettere queste gocce, con fare indifferente, senza che nessuno mi veda, negli occhi di questo uomo. Sento che russa per cui dovrebbe andar bene. Forse due gocce? Mah, meglio abbondare: tre! ZAC ZAC ZAC. Speriamo che non si innamori di tre donne, qua, o di tre oggetti! Speriamo che funzioni bene e che non vengano fuori delle cose strane, mah…

Adesso aspetto che questo uomo si risvegli…mi sembra che stia muovendo un po’ i baffi…sembra che rida sotto i baffi…vediamo cosa succede.

Mi nascondo così non si innamora di me per errore. Faccio un rumore per vedere se si sveglia: GRUOOOHHHH!!!!!

 

Come emerge dalla tabella sotto riportata, nei motivi narrativi monologo di Amelia prendono vita i personaggi logico-modali dell’Obbligatorio, del Male e del Non Sapere, che compaiono anche nell’induzione, oltre ai personaggi logico-modali dell’Indifferente, del Bene e del Possibile . Li abbiamo battezzati rispettivamente Lucia,  Margherita, Aurora, Ester, Agata e Cristina

 

 

 

PROFESSIONE STREGA

 

 

Deontica dell’Obbligatorio

Op

Assiologia del Male

nGp

Epistemica del non Sapere

nKp

Assiologica dell’Indifferente

Gp = nGp

Lucia deve andare a fare un altro viaggio di lavoro

Margherita non ha voglia di fare il viaggio di lavoro

Aurora non sa se si trova nel posto giusto

Per Ester in fondo fa lo stesso

Devo andare a fare un altro viaggio di lavoro a Londra ma…

 

Non ne ho proprio voglia

 

Speriamo che non vengano fuori delle cose strane

 

Non so se veramente questo è l’aereo giusto

 

 

Senza che nessuno mi veda

 

Però non importa

 

In fondo, anche se sono sul volo sbagliato, pazienza!

 

 

 

Assiologica del Bene

Gp

 

Aletica del Possibile

Mp

 

Agata ha in mente una soluzione che le piace di più

Cristina pensa a delle strategie per realizzare i suoi piani

Avrei preferito fare una passeggiata in un bosco e dedicarmi al mio secondo lavoro di strega

 

Avrei preferito passare una giornata con gli gnomi e fare qualche incantesimo

 

 

Magari qualche bell’incantesimo!

 

Dovrebbe andar bene

 

Meglio abbondare

 

Speriamo che funzioni bene

 

Mah, quasi quasi…

 

 

Tanto comunque io volevo fare un incantesimo e ho delle gocce

 

Potrei provare a mettere queste gocce

 

Vediamo che cosa succede

 

 

Analogamente a quanto evidenziato a proposito dei GFG analizzati sopra, i motivi narrativi degli altri personaggi che entrano in scena nel GFG si ricollegano alla matrice modale di quelli del monologo di Amelia.

 

Deontica dell’Obbligatorio

Op

Assiologia del Male

nGp

Epistemica del non Sapere

nKp

Assiologica dell’Indifferente

Gp = nGp

Lucia deve andare a fare un altro viaggio di lavoro

Margherita non ha voglia di fare il viaggio di lavoro

Aurora non sa se si trova nel posto giusto

Per Ester in fondo fa lo stesso

Devo andare a fare un altro viaggio di lavoro a Londra ma…

Avrei dovuto leggere qualcosa di lavoro ma..(G)

Dovevo andare a Parigi! (P)

Dovrebbe avvicinarsi a quel signore lì(G)

Devo parlarvi un attimo(S)

Adesso tornate a posto! (S)

Devo andare a Londra per una riunione di lavoro®

Non ne ho proprio voglia

 

Speriamo che non vengano fuori delle cose strane

E’ un po’ inquietante perché parla di una storia di fantascienza di un aereo che fa viaggi di sola andata(G)

Io ho una sensazione strana(R)

…una cosa stranissima®

Oddio, questo aereo ha qualcosa che non va(G)

Sono veramente scocciata che si debba andare su un’isola(P)

Non so se veramente questo è l’aereo giusto

Ma oggi che cosa succede? ®

Ma siete proprio sicuri? ®

Io non ricordo proprio. Non so cosa mi è successo®

Con la memoria, proprio, oggi non ci siamo®

Mi sembra più confuso che innamorato(G)

Quindi non sa neanche per cosa va, cioè perché ha preso questo aereo?(G)

Come fa a sapere lei che mi piacciono tutti i nomi? ®

Pensavo che la conoscesse(P)

Non so come gestirmi questa cosa®

La signora, non so, non conosce il signore che ha accanto[:]quindi non capisco

 

Senza che nessuno mi veda

Nessuno sa che erano le istruzioni per un incantesimo strano(G)

Ma dice che se ne è accorto? (G)

Eravamo sorelle ma non lo sapevamo(G)

 

Però non importa

 

In fondo, anche se sono sul volo sbagliato, pazienza!

Tanto una vacanza si può fare in un posto qualunque(G)

 

 

 

Assiologica del Bene

Gp

 

Aletica del Possibile

Mp

 

Agata ha in mente una soluzione che le piace di più

Cristina pensa a delle strategie per realizzare i suoi piani

Avrei preferito fare una passeggiata in un bosco e dedicarmi al mio secondo lavoro di strega

Io preferirei un posto…un’isola®

Io volevo andare a Parigi(P)

 

Avrei preferito passare una giornata con gli gnomi e fare qualche incantesimo

Io vorrei anche scendere! (G)

 

Magari qualche bell’incantesimo!

Ma che bell’oblò! ®

Oh, che bel paesaggio! ®

Oh, che bel paesaggio! ®

Da quando mi sono svegliato è bellissimo ®

Che bel nome Ginevra, un nome affascinante. Poi le si addice proprio!®

E’ importante che lei non dia fastidio alle persone(S)

Se lei si trova bene così non c’è problema(S)

Posso fare qualcosa per lei per migliorare le sue condizioni di viaggio?(S)

 

Dovrebbe andar bene

Tutto a posto (S)

Meglio abbondare

Se le cose si fanno, si fanno bene(S)

Speriamo che funzioni bene

Speriamo almeno che sia un’isola carina!(P)

Però vedo che funziona!(G)

Mah, quasi quasi…

Magari riusciamo anche a conoscerci®

 

Tanto comunque io volevo fare un incantesimo e ho delle gocce

Vuoi che abbia anche questo qualcosa di magico? (G)

 

Potrei provare a mettere queste gocce

 

Vediamo che cosa succede

Poi magari sull’isola ci si può conoscere anche meglio®