LA
FORMAZIONE
Quando parliamo di Formazione intendiamo “un processo teso allo sviluppo compiuto
dell’individuo sia in termini di personalità psicologica che in termini
professionali” (Dizionario Galimberti).
In ambito psicologico si parla di formazione in
psicologia del lavoro e in psicologia industriale a proposito di formazione professionale intesa come “apprendimento programmato, tramite insegnamento e studio,
delle conoscenze e delle abilità di base che rappresentano le condizioni
preliminari per intraprendere consapevolmente una professione”.
Intervenire in maniera
finalizzata ed organizzata sulla cultura professionale di individui e gruppi
attraverso la metodologia dell’apprendimento* consapevole
significa “fare formazione”.
Sulla base dei precedenti assunti possiamo
intraprendere il cammino all’interno delle fasi che identificano
l’intervento formativo:
-L’Analisi delle esigenze
-La progettazione
-L’erogazione
-La verifica dei risultati
L’ANALISI
DEI BISOGNI
Essa rappresenta, insieme all’ultima fase, la
parte di ricerca dell’intervento di formazione. La prima domanda che ci si
deve porre per approfondire i bisogni dell’azienda cliente potrebbe essere:
Chi ha necessità di apprendere che cosa? Ovvero…Qual è il comportamento
ottimale per svolgere un certo compito e cosa si deve insegnare perché le
persone possano attuarlo?
La prima fase è, infatti, un’attività di
analisi e diagnosi in cui è molto importante l’ascolto, l’osservazione e
l’interpretazione. Gli strumenti da utilizzare possono essere diversi: il
questionario, l’intervista, l’analisi di documenti, l’osservazione
diretta; naturalmente hanno tutti pregi e difetti, pertanto l’uso di più
strumenti insieme garantisce una maggiore attendibilità dei risultati, inoltre,
essi andrebbero scelti tenendo conto delle tempistiche disponibili, delle
motivazioni che spingono all’analisi e della gravità dei problemi
riscontrati.
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*Apprendimento: processo psichico che consente
una modificazione
durevole del comportamento per effetto dell’esperienza.
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IL
CONTRATTO CON IL COMMITTENTE
Da non dimenticare in fase di iniziale contatto
con il cliente la definizione del “contratto” ricordandosi che nel processo
formativo vengono coinvolte anche terze persone, utenti finali di un servizio
spesso condiviso solo con la committenza. Spesso accade, infatti, che “il non
detto” possa inquinare il rapporto e conseguentemente l’intervento.
E’ quindi, importante definire bene gli
obiettivi e le aspettative del committente nonché dei partecipanti ad un
percorso di formazione.
Un criterio semplice per tenere in conto i
rapporti contrattuali tra committente, professionista e utente viene dagli studi
della psicologa americana F. English sul triangolo contrattuale, in cui
identifica tre tipi di contratto in gioco, ognuno dei quali deve essere
chiaramente definito e non può disattendere da quanto stabilito nell’accordo
di livello superiore.
A
Azienda
B C
Professionista
Partecipante
LA
PROGETTAZIONE
La progettazione è l’azione di pianificazione
delle sequenze di insegnamento in vista di uno scopo, pertanto è elemento
centrale di tutto l’intervento.
In questa fase è infatti importante definire:
- gli obiettivi * e il target di riferimento
- i contenuti da sviluppare, che devono essere
coerenti con gli obiettivi e strutturati con un ordine logico
-la metodologia didattica (tradizionale, attiva)
-i materiali didattici (manuali, lucidi, bibliografia)
-i criteri di controllo e valutazione
(questionari di feedback, relazione finale)
-il budget, ossia la gestione economica del
progetto
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*Gi obiettivi devono essere:
SPECIFICI
MISURABILI
ACCETTABILI
REALISTICI
TEMPIFICATI
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Gli obiettivi didattici si riferiscono a tre
caratteristiche e quindi tipologie di intervento diverse: SAPERE (le
conoscenze), SAPER FARE (le capacità) e SAPERE ESSERE (le competenze, gli
atteggiamenti), pertanto essi vanno identificati prima di costruire il progetto
in quanto si orientano a tipologie di intervento diverse.
Ogni progetto che si rispetti deve inoltre avere
uno schema definito per poterlo presentare ed organizzare al meglio, un buon
progetto potrebbe contenere, ad esempio le seguenti informazioni:
TITOLO, PREMESSA, BISOGNI, OBIETTIVI, CONTENUTI,
METODOLOGIE, DESTINATARI, ORGANIZZAZIONE, COSTI, CONTROLLO E VALUTAZIONE.
L’EROGAZIONE
La terza fase è quella che solitamente tendiamo
ad associare a tutto l’intervento quando parliamo di formazione, essa
rappresenta, invece, solo la fase di messa in atto di quanto preventivamente
analizzato e progettato, è in ogni caso quella realmente tangibile.
Gli elementi principali che la caratterizzano
sono dati dal contesto, dal conduttore e dal gruppo.
Lo spazio e il tempo della formazione, infatti,
sono gli aspetti principali del contesto, essi identificano l’ambiente
in cui il corso sarà effettuato, gli strumenti che saranno utilizzati, la
disposizione della sala, il tempo e la sua struttura.
Le componenti della professionalità del conduttore
vanno dalla conoscenza dei contenuti, alla competenza sul campo di intervento,
alla competenza specialistica in metodologie
e processi formativi degli adulti.
Il conduttore, infatti, dovrà conoscere le
regole del parlare in pubblico e seguire i 4 step principali: prepararsi
sull’argomento, dedicare il 10% del tempo alla fase di benvenuto e definizione
degli obiettivi, utilizzare il corpo in maniera appropriata attraverso lo
sguardo e la posizione (ricordandosi che in un processo di comunicazione
il corpo occupa la parte principale nella trasmissione di un messaggio),
dedicare il 15% dell’intervento alla chiusura (riassunto, al piano d’azione,
ringraziamenti).
Un buon comunicatore, infatti, basa il suo
eloquio sulla relazione (93% tra paraverbale e analogico) più che sul contenuto
(la parola pesa solo il 7% nella trasmissione di un messaggio); mette in
evidenza i concetti importanti (poche idee ma chiare); usa un linguaggio
assertivo; utilizza una posizione aperta, pone l’attenzione con lo sguardo a
tutti i componenti del gruppo e
regola i toni, i volumi, i ritmi, le pause.
A seconda degli obiettivi concordati saranno
utilizzate le tecniche d’aula adeguate:
§
lezione (frontale, attiva, per l’elaborazione)
§
caso
§
incident
§
simulazioni, esercitazioni
§
lavori di progetto
Nella gestione del gruppo, inoltre, è
importante ricordare le 5 C per la conduzione del gruppo:
•
CONTRATTO che il conduttore stipula con il
gruppo che riguarda la natura del gruppo, l’obiettivo finale, le modalità da
osservare;
•
CONSEGNA Ordine o disposizione che il
conduttore dà al gruppo per sviluppare un certo lavoro e raggiungere
l’obiettivo;
•
CONDUZIONE Tecniche di lettura e di
gestione delle dinamiche di gruppo;
•
CONSUNTIVO per evidenziare il lavoro fatto
al termine dell’incontro;
•
CONTROLLO Verifica di aver gestito il gruppo secondo quanto stabilito
dal contratto;
Il conduttore avrà a
disposizione, per gestire il gruppo, le sue funzioni (Genitore, Adulto, Bambino)
che utilizzerà a seconda della situazione e della persona con cui entrerà in
relazione, secondo le regole dell’analisi transazionale, ricordandosi che nei
casi difficili le funzioni più utili sono l’Adulto e il Genitore Affettivo.
Nella gestione di
gruppi o di personale, in caso di comportamenti passivi, messi in atto da
componenti del gruppo (Astensione, Iperadattamento, Agitazione, Incapacitazione
o Violenza), è importante, inoltre, attivare i poteri adeguati alle situazioni
(Comunicazione, Stabilità, Amore, Controllo).
LA
VALUTAZIONE DEI RISULTATI
L’ultima fase, ma non meno importante anche se
spesso viene erroneamente tralasciata, rappresenta l’altro momento di ricerca
dell’intervento di formazione. Se ben strutturata, infatti, la valutazione dei
risultati ci consente il miglioramento e riadattamento degli interventi in modo
da renderli sempre più allineati alle esigenze del cliente.
La valutazione dei risultati può avvenire a
diversi livelli, in modo da misurare la componente più emozionale ma anche
quella più quantitativa:
LIV.1 La reazione dei partecipanti (attraverso
questionari di gradimento)
LIV.2 L’apprendimento (test pre-post
intervento)
LIV.3 L’applicazione sul lavoro (questionario a
freddo, interviste, valutazione delle competenze, affiancamenti)
LIV.4 L’impatto sul business
LIV.5 Il roi
BIBLIOGRAFIA
M. Buscaglioni -La
gestione dei processi nella formazione degli adulti, Franco Angeli
Galimberti -Dizionario
di Psicologia
G. Alessandrini
-Manuale per l’esperto dei processi formativi, Carocci Editore
R.Sabbadini -Poteri
Professionali l’uso dell’analisi transazionale nella gestione del potere,
Franco Angeli
S.Woollams, M.Brown
-Analisi Transazionale. Psicoterapia della persona e delle relazioni, Cittadella
Editrice