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Quaderni di Quartucciu
Anno I - Numero 1 - Giugno 1997
 

 

Riflessione aperta sulla opportunità di dar vita ad un nuovo strumento di informazione

Potevamo stupirvi con effetti speciali ...

... invece abbiamo scelto di provare a comunicare con uno dei mezzi di informazione più antichi e diffusi sperando che l'estrema facilità di accesso consenta a tutti di dare il loro contributo di idee.

Viviamo, o almeno così ci vogliono far credere, nell'era della comunicazione multimediale; si parla sempre più spesso di autostrade informatiche, villaggio globale, teleconferenze, telelavoro; l'informazione in tempo reale ci permette di sapere in diretta come apre la borsa di Tokyo (ce ne potesse importare di meno!!) e di assistere quasi personalmente nella notte degli Oscar alla consegna delle ambite statuine. Il potenziamento dei mezzi di comunicazione e di informazione ha di tanto allargato il nostro orizzonte informativo che non basta più un colpo d'occhio per avere un quadro generale di ciò che ci circonda; viviamo in un mondo del quale ci sfuggono i contorni e in cui l'offerta di comunicazione sovrasta enormemente la capacità di comunicare del singolo individuo.

Partendo da questi presupposti sembrerebbe da escludere a priori l'ipotesi di produrre nuova informazione e di cercare di instaurare nuovi canali di comunicazione laddove appare sovrabbondante il numero degli esistenti. Eppure ,a ben guardare, il panorama informativo non è tutto ugualmente illuminato e ci sono delle zone d'ombra sulle quali non guasterebbe indirizzare maggiori attenzioni.

Nei piccoli centri come Quartucciu, il tradizionale canale di comunicazione privilegiato, cioè quello orale in forma confidenziale che aveva i suoi centri nei negozietti, nelle botteghe nelle cantine, si dimostra essere inadeguato in quanto incapace, per le mutate condizioni culturali e demografiche, di garantire una completa e approfondita informazione, finendo per ridursi ad un chiacchericcio latore delle degli aspetti deteriori della vita di paese. D'altro canto lo spazio dedicato sui media locali ai piccoli centri è talmente esiguo e monopolizzato dalla cronaca nera che anche essi finiscono per fornire un'immagine altrettanto distorta delle comunità in questione.

Allora un paio di fogli di carta stampata possono essere la giusta via di mezzo tra il troppo grande ed il troppo piccolo; un paio di fogli che parlino della nostra realtà attraverso lo sguardo di chi in questa realtà opera e che ritiene che scrivere non significa solo riempire di parole una pagina ma porsi di fronte a quella pagina usandola innanzitutto come specchio; spesso dover scrivere ci costringe ad uno sforzo di sintesi e di chiarezza che serve innanzitutto a noi; scrittura come moviola del pensiero che dovendo fluire ad un ritmo che è imposto dalla scrittura, ha modo di comporsi organicamente.

Questa pagina vuole avere la funzione di un invito; un invito a tutte quelle forze, individuali o collettive, che hanno come noi percepito la mancanza di uno spazio del dibattito dell'approfondimento e dell'informazione. Sarà necessario incontrarsi per definire gli aspetti anche tecnici legati alla realizzazione di questa iniziativa, ma quella di una formazione aperta e pronta ad accogliere contributi anche occasionali è una scelta di campo.

Questa pagina è a disposizione fin da ora per le riflessioni che si vorrà condividere.

Giorgio Ledda


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