Riflessione aperta sulla opportunità
di dar vita ad un nuovo strumento di informazione
Potevamo stupirvi con effetti speciali ...
... invece abbiamo scelto di provare
a comunicare con uno dei mezzi di informazione più antichi e diffusi
sperando che l'estrema facilità di accesso consenta a tutti di dare
il loro contributo di idee.
Viviamo, o almeno così ci vogliono
far credere, nell'era della comunicazione multimediale; si parla sempre
più spesso di autostrade informatiche, villaggio globale, teleconferenze,
telelavoro; l'informazione in tempo reale ci permette di sapere in diretta
come apre la borsa di Tokyo (ce ne potesse importare di meno!!) e di
assistere quasi personalmente nella notte degli Oscar alla consegna
delle ambite statuine. Il potenziamento dei mezzi di comunicazione e
di informazione ha di tanto allargato il nostro orizzonte informativo
che non basta più un colpo d'occhio per avere un quadro generale di
ciò che ci circonda; viviamo in un mondo del quale ci sfuggono i contorni
e in cui l'offerta di comunicazione sovrasta enormemente la capacità
di comunicare del singolo individuo.
Partendo da questi presupposti sembrerebbe da escludere
a priori l'ipotesi di produrre nuova informazione e di cercare di instaurare
nuovi canali di comunicazione laddove appare sovrabbondante il numero
degli esistenti. Eppure ,a ben guardare, il panorama informativo non
è tutto ugualmente illuminato e ci sono delle zone d'ombra sulle quali
non guasterebbe indirizzare maggiori attenzioni.
Nei piccoli centri come Quartucciu, il tradizionale
canale di comunicazione privilegiato, cioè quello orale in forma confidenziale
che aveva i suoi centri nei negozietti, nelle botteghe nelle cantine,
si dimostra essere inadeguato in quanto incapace, per le mutate condizioni
culturali e demografiche, di garantire una completa e approfondita informazione,
finendo per ridursi ad un chiacchericcio latore delle degli aspetti
deteriori della vita di paese. D'altro canto lo spazio dedicato sui
media locali ai piccoli centri è talmente esiguo e monopolizzato dalla
cronaca nera che anche essi finiscono per fornire un'immagine altrettanto
distorta delle comunità in questione.
Allora un paio di fogli di carta stampata possono essere
la giusta via di mezzo tra il troppo grande ed il troppo piccolo; un
paio di fogli che parlino della nostra realtà attraverso lo sguardo
di chi in questa realtà opera e che ritiene che scrivere non significa
solo riempire di parole una pagina ma porsi di fronte a quella pagina
usandola innanzitutto come specchio; spesso dover scrivere ci costringe
ad uno sforzo di sintesi e di chiarezza che serve innanzitutto a noi;
scrittura come moviola del pensiero che dovendo fluire ad un ritmo che
è imposto dalla scrittura, ha modo di comporsi organicamente.
Questa pagina vuole avere la funzione di un invito;
un invito a tutte quelle forze, individuali o collettive, che hanno
come noi percepito la mancanza di uno spazio del dibattito dell'approfondimento
e dell'informazione. Sarà necessario incontrarsi per definire gli aspetti
anche tecnici legati alla realizzazione di questa iniziativa, ma quella
di una formazione aperta e pronta ad accogliere contributi anche occasionali
è una scelta di campo.
Questa pagina è a disposizione fin da ora per le riflessioni
che si vorrà condividere.
Giorgio Ledda