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Quaderni di Quartucciu
Anno II - Numero 6 - Luglio 1998
 

 

AUDAX:
ANALISI DI UN SUCCESSO

a cura di Giorgio Ledda

Il campionato di Pallavolo 1997/98 rimarrà negli annali dello sport di Quartucciu un’annata storica. Una società di pallavolo di Quartucciu, l’Audax, ha raggiunto la promozione alla B2, massimo risultato storico della pallavolo maschile.


(foto di Nino Pau)

Per parlare di questa impresa ho incontrato Stefano Fanti, preparatore atletico ed allenatore in seconda della squadra vincitrice. Il suo essere di Quartucciu ed il suo percorso sportivo, che lo ha visto toccare i primi palloni proprio nelle giovanili dell’Audax, lo rendono la persona più adatta ad essere testimone di questo evento.

Cominciamo dalla fine: la promozione ve la siete giocata e vinta nell’ultima partita casalinga contro il S. Andrea Gonnesa, con cui all’andata perdeste 3-0. Quale è stata la chiave di questa vittoria?

Sicuramente il ricordo dell’andata è stato un ingrediente determinante per affrontare nel modo giusto quell’incontro. Questo ci ha permesso di presentarci in campo con quella giusta dose di cattiveria, necessaria per tenere altissima la concentrazione, unita al giusto rispetto dell’avversario.

Eravamo consapevoli di trovarci davanti una squadra tecnicamente meno dotata di noi, ma che ci aveva già dimostrato di riuscire a compensare le carenze tecniche con una buona organizzazione di gioco, un enorme affiatamento e spirito di squadra e quindi capace di approfittare di qualsiasi incertezza o calo di tensione della squadra avversaria. Per contro noi, specialmente nel girone d’andata avevamo messo in evidenza proprio questi limiti.

Nel mentre però si era già evidenziato rispetto al girone d’andata un certo miglioramento. Quale è stata la differenza principale tra un girone d’andata in cui avete perso due scontri diretti ed un girone di ritorno concluso a punteggio pieno?

Per rispondere a questa domanda è necessario ripercorrere l’evoluzione che questo sport ha avuto per ciò che concerne la suddivisione in categorie.

La passata stagione l’Audax ha militato nella serie C1 concludendo onorevolmente il campionato a centro classifica. A quel punto è stata attuata una riorganizzazione dei campionati. La C1, prima serie di livello nazionale, è stata soppressa. Le squadre che vi giocavano sono state ricollocate con criterio prettamente numerico tra la B2, che a questo punto era la prima serie nazionale, e la neonata C, che per la sua suddivisione geografica viene comunemente chiamata C regionale. All’Audax è toccata la C che risultava composta in parte dalle squadre che come noi provenivano dalla C1 ed in parte da quelle provenienti dalla C2, anch’essa soppressa.

Questo fatto ha avuto come conseguenza una notevole eterogeneità nel livello tecnico degli avversari; molti degli incontri con squadre nettamente inferiori non rappresentavano di fatto ostacoli per il cammino della squadra. La leggerezza degli impegni unita ad una netta consapevolezza della superiorità tecnica ed atletica ha reso più lungo del previsto l’affiatamento del sestetto base (che poi si è assestato su sette elementi) che nasceva dall’innesto di alcune notevoli individualità su un nucleo storico costituito da Stefano Serra, Davide Loni e Davide Conca, ed ha reso possibile quei cali di concentrazione e quelle incertezze che hanno consentito a squadre meno dotate ma più compatte di infliggerci le uniche due sconfitte in tutto il campionato (n.d.r: Maracalagonis e Gonnesa).

Questo non si è più verificato?

No. Queste due salutari sconfitte hanno per così dire creato le premesse perché la squadra per estrinsecasse quella potenzialità che in precedenza era rimasta inespressa.

La soluzione, neanche a dirlo, è stata il lavoro; un lavoro fatto in palestra con la partecipazione ed il sacrificio di tutti i ragazzi. Gli allenamenti si sono fatti più duri, concentrati soprattutto sulla difesa.

L’attacco è sicuramente la parte più spettacolare della pallavolo e meglio si presta a mettere in risalto le individualità; ma lo spessore e la vera forza di una squadra si esprime nella difesa, nella capacità formare un fronte compatto di fronte agli attacchi degli avversari, sostenendosi e motivandosi a vicenda: niente da più forza a tutta la squadra che andare a risollevare una palla che era destinata a cadere per terra.

L’accanimento sul pallone è stato voluto e cercato con estenuanti allenamenti mirati a temprare lo spirito più che le braccia, già forti di per se.

Quale è stato il momento in cui vi siete resi conto che qualcosa era cambiato?

È stato a casa dell’Olbia (n.d.r.:16° giornata 28/02/98). Era una squadra forte, e soprattutto in casa sua rappresentava un ostacolo notevole. Il lavoro fatto però cominciava a dare i suoi frutti e la squadra che è scesa in campo ad’Olbia era già più forte nei fondamentali e più unita di quella del girone d’andata; ed i risultati si sono visti, abbiamo vinto 3-2 in casa loro ed oltre ai due punti ci siamo portati a casa una maggiore determinazione.

Il tutto ha trovati il suo epilogo nello scontro diretto casalingo con il Gonnesa del 9/05/98. Come avete vissuto la vigilia?

La preparazione per questo incontro, determinante per gli esiti di un intero campionato, è entrata nella fase calda nelle due settimane precedenti; oltre a continuare il lavoro in palestra abbiamo studiato gli avversari in videocassetta. Siamo arrivati alla partita avendo incamerato un’enorme quantità di lavoro fisico e psicologico, studiato nei minimi dettagli per eliminare ogni possibile punto debole ed il risultato è stato conseguente.

La squadra che è scesa in campo davanti ad un palazzetto gremito come non si era mai visto sino ad allora era una squadra affamata di affermare la propria supremazia, che non ha concesso niente ai suoi avversari, fortissima nei fondamentali, pronta a fare blocco di fronte agli attacchi, prontissima a sfruttare la più piccola incertezza.

Il risultato è stato scontato ed ha sancito la nostra promozione; poi l’ultima trasferta a Sassari contro il Solo Volley è stata poco più che una formalità (n.d.r.: 0-3).

Quale valore dare a questa vittoria, a ridosso di una riorganizzazione delle categorie: un recupero di posizione o una vera e propria promozione? In altre parole questa B2 quanto è più forte della vecchia C1 e, soprattutto, riuscirete a restarci?

Sicuramente la nuova B2 ha un livello superiore alla vecchia C1 perché costituita dalle squadre retrocesse dalla B1, dalle squadre che già vi militavano e dalle squadre che ci sono arrivate dalla C1 in conseguenza della riorganizzazione e ci sono restate.

Riguardo alla possibilità di restarci è chiaramente legata ad una adeguata campagna acquisti; la sfida sicuramente non ci deve spaventare perché a mio parere l’allestimento di una squadra che ha come obiettivo la permanenza in una categoria presenta relativamente meno difficoltà dell’allestimento di una squadra che mira alla promozione che ha un solo risultato possibile cioè arrivare prima.

Siamo riusciti in questo, perché non dovremmo farcela anche con la nuova sfida?

 


 

Storia della pallavolo a Quartucciu
a cura di Giorgio Ledda

L’introduzione della pallavolo a Quartucciu ha un nome, un cognome ed una precisa collocazione sociale: il viceparroco Don Tonio Tagliaferri, che alla fine degli anni ’50 pensò bene di invitare alcuni giocatori affermati che giocavano a Cagliari per mostrare ai giovani di Quartucciu questa nuova disciplina; il successo fu immediato e diede luogo prima ad alcuni tornei estivi che si giocavano a S.Antonio, in notturna con grande affluenza di pubblico, e poi alla costituzione della prima società sportiva chiamata S. Giorgio il cui presidente era Rolando Cadelano e l’allenatore Cenzo Caddeo.

Sulla scia della maschile nacque nel 1966 anche la femminile Audax Abot guidata da Cecilia Serri.

Nel 1969 ci fu l’ingresso nelle ACLI sotto la presidenza di Lucio Spiga, con l’affidamento del settore della pallavolo a Mondo Spiga ed Aurora Garofalo.

La femminile cominciò a dare in quell’anno i primi risultati con al promozione alla massima serie regionale, mentre la maschile, concluso il ciclo della S. Giorgio, fu ripristinata l’anno successivo affiancando ad alla vecchia guardia alcuni giovani giocatori; il ricambio non si rivelò sufficiente perché dopo l’annata vittoriosa 72/73 in cui furono promossi in serie D, la squadra si sciolse nuovamente.

La femminile invece sotto la guida della nuova allenatrice Esmeralda Loi imbocco una serie positiva di campionati che la portarono negli anni 1976/77 a giocare due brillanti campionati in serie B.

A questo punto e precisamente nell’agosto del 1977 emerse in tutta la sua grandezza per la prima volta il problema degli impianti. Una piccola comunità come Quartucciu si trovava ad avere una squadra di livello nazionale senza disporre di impianti ed attrezzature che le consentissero un campionato dignitoso. Le partite si giocavano ancora nel palestrino di Via Don Minzoni, omologato solo grazie ad una deroga concessa dalla federazione; in più le trasferte avevano un costo eccessivo per le limitate casse della società.

Risultato si rinunciò alla serie B e per gentile concessione della federazione si poté disputare il campionato di categoria inferiore. A questo punto si aprì una stagione di grandi cambiamenti: Mondo Spiga sostituì alla Presidenza Tonino Meloni che da alcuni anni era subentrato a Lucio Spiga; la società decise una fusione con la Sandalion di Quartu che non trovò l’approvazione di parte della squadra, che si stacco dando vita alla VBC Quartucciu sotto la guida di Pietro Pau che aveva appena tirato su la maschile.

Proprio da questa crisi e dalla reazione della società ha inizio la vicenda sportiva che oggi si festeggia.

La società attuò una scelta precisa rivolta ad intendere la sport prima di tutto come servizio sociale; si pensò più che altro a consentire al maggior numero di ragazzi di praticare una disciplina sportiva, prescindendo dal valore dell’atleta. Si diede vita al Centro di Avviamento allo Sport che avvicinò alla pratica sportiva centinaia di bambini e bambine. Questo consentì di tirar su una vera e propri a leva di pallavolisti tra i quali si crearono naturalmente dei gruppi omogenei che trovarono via via la loro collocazione nei vari campionati ai quali l’Audax partecipava.

Il tecnico che allevò questi ragazzi è Giuseppe Pisu (Pippo per i ragazzi); vale la pena di citarne alcuni perché, a dimostrazione della validità del lavoro svolto, alcuni di quei ragazzini sono diventati dei tecnici preparati oltre che validi giocatori di Beachvolley: Willy Mastinu, Andrea Zedda, Eugenio Loi, Sergio Fanti, Marcello D’Orazzi, Giampaolo e Vittorio Carta, Marcello Peppi, Stefano Fanti, Fabio Fanti e Vittorio Mereu.

Questi ragazzi, sotto la guida di Pippo prima, poi di Andrea Sorgia, Alberto Kalb e infine Lello Idili, sono arrivati fino alla serie D.

L’arrivo di Lello Idili nel 1990 rappresenta l’ultima decisiva tappa nel percorso sportivo della società; fortemente voluto dalla dirigenza per lo sviluppo di un programma di crescita che puntava in alto, Idili fu l’uomo delle grandi scelte; la prima e forse più dolorosa fu proprio quella di escludere dalla prima squadra molti dei ragazzi che fino all’anno prima giocavano da titolari: non rientravano più nei programmi societari. Questa scelta tanto dura per il tecnico quanto dolorosa per i ragazzi aveva cominciato a maturare alla fine del campionato precedente dove si erano verificati alcuni problemi disciplinari che avevano compromesso la possibilità di puntare su quel gruppo per una scalata ai vertici della pallavolo regionale.

Si decise di puntare sui ragazzini dell’Under 18 provenienti dal CAS tra i quali Stefano Serra e Davide Conca e Alessandro Piras e su alcuni elementi della squadra delle Scuole Medie che partecipò ai Giochi della Gioventù come Davide e Vittorio Loni, Santino Congia e Stefano Pitzalis.

La seconda scelta caratterizzante la svolta di Idili fu ingaggiare giocatori di alto livello anche se un po’ avanti negli anni come Andrea Cerina, Roberto Buragina e Pierpaolo Fusciani che diedero spessore alla squadra e contemporaneamente funsero da esempio e da stimolo per i giovani talenti locali.

A Lello Idili succedette Gigi Caboni proveniente dalla S.Paolo e l’anno dopo arrivò l’attuale allenatore Renato Cadeddu, un uomo con una grossa cultura sportiva, accumulata prima da giocatore in serie B con l’Aquila e poi sulle panchine dove grazie ad una precisa formazione ed una continua sperimentazione si è rivelato un allenatore vincente.

Se dal punto di vista sportivo gli anni dal 1990 al 1997 sono stati periodi di crescita, dal lato societario e logistico sono stati anni veramente travagliati. Gli impianti a disposizione a Quartucciu si limitavano al palestrino, divenuto oramai improponibile non solo per le partite ufficiali, per le quali la federazione non era più disposta a concedere deroghe, ma anche per gli allenamenti, per i quali era necessario uno spazio che permettesse di esprimere il potenziale atletico e tecnico della squadra e di familiarizzare con il campo grande evitando l’effetto smarrimento al momento della partita.

Fu così che dal 1990 la squadra andava ad allenarsi al Pacinotti e disputava le sue partite casalinghe a Sinnai e poi a Selargius, costringendo all’esilio giocatori, fedelissimi e pubblico.

Da tempo si parlava del palazzetto che avrebbe risolto questo eterno pellegrinare ma a parte parlarne, soprattutto in campagna elettorale, non si faceva nulla. Questo fatto, unito al generale disinteresse delle diverse amministrazioni succedutesi ripetutamente lamentato dalla dirigenza, portò nel 1995 all’abbandono dell’uomo che dal 1969 era stato a diversi livelli responsabile della società: Mondo Spiga lascia completamente e ritorna Tonino Meloni.

Il resto è cronaca di questi giorni, la società già dalle ultime due partite casalinghe dello scorso campionato ha potuto giocare davanti al suo pubblico nel nuovo palazzetto. La disponibilità di impianti ha permesso di mettere in campo ben nove squadre di cui cinque femminili, allenate da una schiera di giovani tecnici: Stefano Fanti, che oltre ad essere preparatore atletico e secondo di Cadeddu ha guidato la 2° Divisione maschile, giunta seconda con possibilità di ripescaggio; Marcello D’Orazzi che con la 2° Divisione Femminile ha vinto il campionato; Davide Loni che con le ragazzine dell’Under 16 e Under 14(1) ha disputato due buoni campionati. L’Under 14(2) guidata dalla veterana Luisa Serra ha vinto le fasi provinciali e ha avuto accesso alle fasi regionali.

Il culmine dell’effetto palazzetto è coinciso con la penultima e decisiva partita con il Gonnesa, dove il pubblico, mai così numeroso, è stato l’uomo in più della squadra accompagnandola verso una vittoria storica.

Giorgio Ledda


Sentiti ringraziamenti vanno a tutte le persone che hanno dato il loro contribuito alla realizzazione di questo servizio; in particolare i ringraziamenti vanno a Stefano Fanti, Mondo Spiga, Luisa Serra e Cenzo Caddeo che con la loro testimonianza hanno fornito il materiale del servizio; ringraziamenti vanno anche a Luca Casu e Stefano Serra per l’aiuto prestato nel reperimento delle immagini.

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