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Quaderni di Quartucciu
Anno II - Numero 7 - Ottobre 1998
 

 

Educazione stradale/1

Per le strade di Gruviera City
di Gianni Manis

"Il nostro destino non è nelle stelle, ma nelle nostre mani". Benazir Buttho

Mi sarebbe piaciuto scrivere su "cosa pensano i cittadini di Quartucciu della loro amministrazione comunale?", ma trovatomi davanti al foglio bianco sono rimasto sconcertato dal tema, non perché sia complesso ma perché presuppone un vasto lavoro di indagine.

Non sapendo da che parte iniziare, ho preso la mia 126, scassata ma funzionante, e ho fatto un giro per il mio Paese.

Camminare per le strade di Quartucciu -non più che per quelle di Selargius, Monserrato o Quartu-, con una 126, è un po' come fare il Camel Trophy: ad ogni buca sento le ossa scricchiolare, le molle del sedile mi si conficcano addosso e, costretto a muovermi di scatto, sbatto la testa, le braccia o il naso dappertutto. Una tortura.

Rientrato in fretta e furia a casa, con la borsa del ghiaccio in testa ho iniziato a scrivere.

È luogo comune pensare che una strada sia qualcosa di duraturo, di definito una volta per sempre. Ma invece non è così. Una strada è una struttura complessa, una creatura delicata; viene realizzata per strati di materiale omogeneo, pietre impastate con bitume (catrame!), che da uno strato all'altro variano sia per funzione che per il dosaggio del bitume e la dimensione media delle pietre.

Ad un certo punto di questa struttura vi è un elemento chiamato "manto di usura" o "tappetino di usura". È la parte della struttura-strada che sta' a contatto con l'esterno, cioè è l'elemento strutturale che sta' a contatto con le ruote dei veicoli, e deve il suo nome alla sua funzione principale, consumarsi, usurarsi: non assolve questa sua funzione, ironia della sorte, proprio quando non c'è, quando è usurato, consumato!

L'altra funzione del manto, non meno importante, è quella di evitare che le acque meteoriche, o le acque comunque presenti sulla strada, raggiungano gli elementi strutturali interni. Infatti, quando non le sia impedito dalla presenza del tappetino, l'acqua esplica la sua potenza distruttiva: si insinua nelle fessure e negli interstizi (combussure), varia il suo volume e spacca la struttura.

Con una struttura stradale non integra e per di più priva di manto di usura, dagli oggi dagli domani, il passaggio dei veicoli frantuma e asporta pezzi di strada: nascono così le buche.


Gli scooteristi specialisti in gimkana urbana anche loro malgrado (foto G.L.Casu)

Da quanto detto, si capisce che è molto importante provvedere a che i manti di usura delle strade siano sempre integri; ovvero, se si vuole evitare di avere le strade stile "Gruviera City", è importante prevedere il loro ripristino con regolarità. Questo va fatto in media ogni due tre anni, o comunque prima che vengano a formarsi le buche; la fattispecie si configura come atto tecnico-amministrativo detto manutenzione, la quale deve essere regolarmente programmata ed eseguita.

Sorge un problema: come può una amministrazione comunale reperire i soldi per le manutenzioni ordinarie delle strade, ma anche delle piazze e di tutti gli spazi pubblici, degli edifici scolastici o comunque di sua proprietà?

Esistono fondi, mutui, insomma leggi di emanazione statale o regionale che predispongano le risorse necessarie alle amministrazioni comunali per le manutenzioni ordinarie?

Non so e non devo dare una risposta: dare risposte è il compito di un amministratore.

So comunque che gli interventi sulle strade di Quartucciu da molti anni a questa parte sono stati: ripristino dei tagli stradali, spesso trasversali che fungono da dissuasori di velocità; copertura di qualche buca in qualche punto particolarmente pericoloso per l'incolumità dei cittadini; qualche manto d'usura e cunette realizzati nel centro storico, tre o quattro anni fa; la "sant'Anna" di quel pezzetto di via Nazionale ristrutturato e ri-ristrutturato; qualche altro che non ricordo, ma che spero ci sia stato; un po' di asfalto elettorale, impiastricciate di catrame che le giunte uscenti lasciano a quelle entranti come segno della "continuità amministrativa", ma che regolarmente si sciolgono dopo due o tre mesi dalle elezioni.

Dice la signora Benazir Buttho, presidente del Pakistan: "Il nostro destino non è nelle stelle, ma nelle nostre mani". O, nel nostro caso, nelle mani dei nostri amministratori.

Allora: signor Sindaco, per favore, potrebbe chiedere a chi è direttamente responsabile dello stato delle strade -in virtù della prestigiosa delega per i Lavori Pubblici della "cittadina di Quartucciu"- di far qualcosa affinché un giro con la mia 126 per le strade del mio e suo Paese, signor Sindaco, mi risulti meno doloroso?

Concludendo, non so cosa pensano i miei compaesani dell'amministrazione comunale; però penso che questa dovrebbe essere l'esecutrice della volontà dei cittadini sovrani, attraverso l'attuazione di tutte quelle misure atte a rendere l'ambito urbano in cui operano, appunto, urbano.

G.Ma.


 

Educazione stradale/2

Scooters a Quartucciu
di Flavio Cafiero

Ieri è morto un amico, aveva lo scooter e non rispettava nessuna normativa.

Non è importante ricordare l'amico che è morto per colpa della sua dabbenaggine. Non è importante il suo nome, che è comunque, scritto a lettere di fuoco, sulle nostre coscienze. E' fondamentale però, parlarne, scriverne, raccontarne.

Simili tragedie, devono servire a far maturare. Dovrebbero servire anche alle istituzioni (Enti Locali in prima persona), affinché prenano finalmente atto della situazione; solo allora, dopo che avranno letto le cifre, studiato il problema ed individuate le cause, potranno esercitare il loro potere per risolvere le problematiche ad esso legate.

Lo scooter sta vivendo da alcuni anni a questa parte, un exploit di rilievo eccezionale. Le cifre che la F.M.I (Federazione Motociclistica Italiana) mette a disposizione, parlano di un trend in ascesa sia per quanto riguarda i ciclomotori (vero settore trainante dell'industria motociclistica), che per il "targato".

Certamente, come troppo spesso accade nella nostra italietta, alla crescita non si è affiancata l'organizzazione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ragazzi, ragazze, piccoli e meno giovani, tutti a bordo delle due ruote senza marce, a cercare quelle emozioni tanto invidiate ai motociclisti (quelli veri).

Il reale pericolo di tutto quest'andirivieni di "insetti" luccicanti, è che la naturale selezione che una volta faceva il motociclo con tutte le sue cosine a posto (leggi marce freni e quant'altro serva per definire un mezzo con due ruote motocicletta), ora non esiste più.

Per guidare uno scooter basta saper andare in bicicletta e avere la mano destra tonica quel tanto che basta per agire sul gas. Queste sono le prerogative per avere la disponibilità di sentire il vento che ti taglia la faccia, e che, ti s'infila anche nei pertugi più intimi.


Scooteristi e motorinisti sempre in pole position al semaforo, pronti per il verde. (foto G.L.Casu)

Essere motociclisti, è un'altra cosa; il rispetto del mezzo, delle persone e delle cose, è fondamentale per sentirsi "padroni del vento", è altresì importante saper agire col piede destro sul freno posteriore, col sinistro sulle marce, mentre le mani lavorano in perfetta sincronia col freno anteriore la frizione ed il gas. La coordinazione dei quattro arti, il cervello inserito e ben protetto da un casco fanno il resto.

Le famiglie italiane, sanno benissimo che ogni figlio è uno scooter, ma quali sono, anzi, quali dovrebbero essere le condizioni per fornire ai propri rampolli un mezzo su cui può fiondarsi a velocità folli su qualsiasi cosa ferma o in movimento gli si pari davanti?

Intanto non dovrebbe valere la parola del fanciullo lacrimante che ti dice: "io sono bravo, a me non succede". Oppure: " sai tizio l'ha acquistato per il figlio, perché io non lo posso avere?". Come non valgono gli alibi della serie, sta lavorando "mischinetto". Prima di acquistare il mezzo ognuno di noi dovrebbe accertarsi che l'utente sia in grado di usarlo, che abbia le capacità, anche morali, per assicurare a se stesso ed agli altri utenti della strada margini di sicurezza accettabili.

Le famiglie inoltre, dovrebbero pensare quali e quanti potrebbero essere i danni che una simile arma, potrebbe provocare. Un mezzo che viaggia ad oltre 70 km orari in un centro abitato, con ammortizzatori, freni, telai e ruote, pensati ed omologati per andare a quaranta km orari, è un'arma letale, ed è questo, il primo pensiero che gli amministratori, ma, non solo loro, dovrebbero porsi, prima di accettare lo sciamare sempre più insistente e pericoloso degli scooter.

Chi ci amministra o pretende di farlo, poi, avrebbe anche altri oneri da mettere in pratica, la segnaletica e la manutenzione delle strade sono la base principale per trasformare detti oneri in onori. Ma tant'è, l'asfalto costa caro, così pure il personale. Quindi è meglio che strade principali (che dovrebbero essere il biglietto da visita di una comunità), siano nelle condizioni di Via Nazionale, adatte a correre una gara ad ostacoli più che per essere percorsa da chi nelle normali faccende affaccendato, non possedendo il dono del volo, è obbligato ad usufruirne.

Che dire poi dell'assessore al traffico? Lui dovrebbe essere il tecnico giusto al posto giusto, del resto lo Stato che gli passa lo stipendio, dovrebbe averlo forgiato quale tecnico della strada e delle sue esigenze. Così non è, la segnaletica è segnalata a sufficienza solo la dove è repressiva, per il resto è "republic of bananas".

Ad aggiungersi a tutto questo sfacelo, si aggiunge la naturale esuberanza nei nostri giovani. Le regole del codice della strada (non essendo obbligatoria la patente di guida), sono ignorate, come (ed è ancor più grave), sono ignorate le più elementari norme di buon'educazione. Capita sempre più spesso di essere sorpassati a destra, come capita anche di vedersi lo scooter a due centimetri dal radiatore, con i due imberbi sorridenti che godono della tua espressione impaurita mentre compiono la manovra di disimpegno all'ultimo centimetro disponibile.

Capita anche di aver redarguito i giovani che fanno della strada (possibilmente collassata dal traffico), la loro palestra per manovre al di la della legalità e della buon'educazione. Le risposte, non è il caso di raccontarle, sono facilmente immaginabili. Quando non si arriva alla rissa, si corre il rischio di dover raccogliere da terra lo sciagurato possessore di tanti cavalli imbizzarriti.

Le famiglie dovrebbero dal canto loro, saper distinguere tra lo "status symbol" e la mera necessità, dovrebbero sapere quali sono i limiti dei loro rampolli siano essi tecnico-agonistici che di semplice educazione. Le istituzioni dovrebbero intervenire per educare alla base i giovani che in futuro, avranno la possibilità di distinguersi per educazione perizia e gentilezza, oppure come accade oggi, per maleducazione, imperizia, dabbenaggine, scortesia e pericolosità.

La Federazione Motociclistica Italiana, da qualche anno ha autorizzato (dopo averli addestrati), alcuni tecnici a formare gli utenti della strada del domani. I comuni sono stati avvisati di questa disponibilità, ma mai nessuno si è sognato di invitare queste persone a recarsi nelle scuole per dare il loro contributo all'educazione stradale.

Il risultato è scritto nelle pagine dei quotidiani sotto la voce cronaca nera, dove, troppo spesso, leggiamo il nome di un amico che è morto per colpa della nostra dabbenaggine.

Flavio Cafiero


 

Dal traffico alla sicurezza degli anziani,
pochi punti programmatici sembrano diventare realtà

Promesse da candidati
di Giovanni Secci

Ad oltre un anno dalle elezioni comunali vinte a larga maggioranza dalla lista capeggiata dall'ing. Tonino Meloni, Quartucciu pare sempre uguale a se stessa. Poche delle promesse fatte in campagna elettorale sono state tradotte in realtà.

Il programma presentato agli elettori il 27 aprile del 1997 esordiva con la viabilità. Veniva posto in evidenza che "Si rende necessaria una rivisitazione immediata della viabilità del centro abitato"; ma l'unico intervento in tal senso è consistito nella riapertura al traffico in entrambi i sensi di marcia del primo tratto della Via Nazionale.

Tale scelta, accolta in modo controverso, può essere paragonata all'intervento di un medico che per accattivarsi la simpatia di un paziente gli prescrive, in luogo di una cura lunga e dolorosa ma efficace, dei medicinali che nascondono i sintomi ma non curano il male. Infatti Quartucciu attenua i problemi di via Cesare Serra e di via Quartu ma il suo centro resta stritolato da un traffico eccessivo. Continuando a scorrere il programma si legge che" ci si propone di attivare al più presto il centro per anziani presso la casa Cossu"; è sotto gli occhi di tutti che non solo non è stato attivato il centro, e si è ben lungi dalla ristrutturazione dell'immobile, ma anzi si è proceduto ad utilizzarlo in tutt'altro modo.

Ancora "per garantire la sicurezza degli anziani" si prevedeva di attivare un "servizio di pronto soccorso telefonico, che consentirà all'anziano di avere un immediato intervento premendo un semplice pulsante in collegamento con una centralina telefonica in funzione 24 ore su 24"; anche questa promessa pare naufragata dopo aver "conquistato" le sedie del potere.

Veniva promessa anche l'istituzione del "servizio di ritiro degli elettrodomestici fuori uso e in genere di tutto il materiale da rottamare". Il grave ritardo in tale servizio non solo causa dei pregiudizi ai singoli ma accentua il fenomeno delle discariche abusive con grave danno e inquinamento per l'ambiente e il territorio.

Sempre in relazione alla tutela dell'ambiente e per la lotta all'inquinamento era prevista la raccolta differenziata dei rifiuti, ma anche questa intenzione, almeno per ora, non ha trovato realizzazione.

Anche in tema di sport, definito "uno dei punti di forza" della lista "Insieme per Quartucciu" l'azione amministrativa pare del tutto carente. In particolare l'impianto polifunzionale di via delle Serre, ad oltre un anno dalla inaugurazione, viene sottoutilizzato con grave danno per i cittadini senza che si sia fatta piena chiarezza sulle modalità di gestione e di uso che si intendono adottare.

Inoltre veniva affermato che "si garantirà il diritto all'attività sportiva di tutti i cittadini che vogliano praticare sport amatoriale": la scelta di far pagare 120.000 lire annuali per l'uso della pista anche a studenti, disoccupati e casalinghe è forse la via per garantire tale diritto?.

Uno degli elementi qualificanti del programma del sindaco Meloni era la trasparenza amministrativa da ricercarsi anche attraverso l'istituzione di "due consulte" una giovanile ed una degli anziani "che dovranno essere coinvolte in fase di predisposizione di tutti gli atti amministrativi di valenza sociale". Perché non sono state ancora costituite? Si vuole, forse, aspettare la fine della legislatura, o si confida sulla scarsa memoria degli elettori.

Altro strumento di trasparenza avrebbe dovuto essere il giornalino "L'Osservatorio Comunale" nonché l'organizzazione di "assemblee periodiche per un dialogo sempre più aperto e diretto", sfortunatamente anche queste sono rimaste nel limbo preelettorale.

Per i giovani era prevista e non è mai stata realizzata la "costituzione dell'Ufficio Informa Giovani Multimediale" che avrebbe pubblicizzato i concorsi e i corsi pubblici e privati al fine di rendere immediata la conoscenza delle opportunità occupazionali.

In relazione al piano commerciale si affermava che si "prediligerà il mantenimento e la salvaguardia delle attività esistenti". Nella realtà niente è stato fatto in tal senso anzi con lo spostamento della zona commerciale intorno all'ipermercato "Carrefour" le piccole attività del centro urbano sono destinate a una inesorabile recessione che le condannerà a morte.

Riguardo la località S. Isidoro erano previsti alcuni interventi tra cui "l'apertura di uno sportello comunale al pubblico, per i servizi primari"; senza entrare nel merito della scelta bisogna notare che anche tale impegno è ad oggi disatteso.

"Insieme per Quartucciu" nel prologo del programma elettorale spiegava "i motivi di una scelta" che aveva portato ad una coalizione di partiti di estrazione e di cultura diversa con la necessità di unire le forze per amministrare in modo trasparente e nel rispetto della gente. Ricordato ciò è lecito chiedersi se è rispettoso degli elettori il comportamento del P.P.I. che ha "acquistato" un consigliere comunale di Forza Italia per ribaltare i rapporti di forza in seno al consiglio comunale nella vana speranza di conquistare un ulteriore assessorato. Inoltre è segno di coerenza l'incorporamento nella maggioranza, nelle fila del neonato U.D.R., di un consigliere della opposizione?.

Si legge che "senza dialogo non si costruisce insieme, ma si calano le soluzioni, che molto spesso, sono solo corpi estranei alla nostra Società". Ci si chiede quali strumenti siano stati attivati per coinvolgere nelle scelte decisionali gli abitanti di Quartucciu, affinché l'affermazione "governare per la gente e con la gente si può e si deve" non resti solo un riuscito slogan elettorale.

L'analisi dei risultati conseguiti dai vincitori delle elezioni del 27 Aprile in questo primo anno di amministrazione fanno nascere delle aspettative negative che rientrano nei binari già percorsi dalle precedenti amministrazioni alle quali, comunque, molti esponenti di "Insieme per Quartucciu" hanno contribuito.

Sperando di essere smentito dai fatti mi auguro che, come recita il programma del sindaco Meloni cresca e si formi "una nuova e più giovane dirigenza politico amministrativa pronta per le prossime consultazioni elettorali".

Giovanni Secci


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