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Quaderni di Quartucciu
Anno II - Numero 9 - Dicembre 1998
 

 

Bipolarismo delle idee
di Giuseppe Fanti

Sabato 28 Novembre 1998 si è tenuto a Quartucciu un convegno sull'evoluzione politica dell'Ulivo che, di riflesso ha rimandato ad argomenti più generali. E' stato il 2° convegno organizzato dalla redazione di questo giornale, a completamento di un'idea avuta tanti mesi fa dall'amico e collega Gianni Manis.

Si è raggiunto sicuramente un ottimo risultato perché i convenuti erano numerosi e perché l'argomento trattato era importante ed attuale. E' ormai un tema ricorrente delle ultime legislature parlamentari e regionali, quello della modifica delle leggi elettorali.

Dopo l'uragano tangentopoli e la polverizzazione della Democrazia Cristiana il quadro politico è divenuto, per l'elettore medio, estremamente complesso. Si è assistito ad una proliferazione di partiti di tutti gli schieramenti, nati col tentativo di "attirare" l'enorme numero di voti di opinione che hanno più un punto (leggi partito) politico di riferimento.

Ognuno dei "delfini" dei vari big "bruciati" da tangentopoli è diventato segretario di partito. Negli statuti dei partiti tradizionali come il PCI o l'MSI, diventati in seguito PDS e AN, rimasti indenni (a torto o a ragione) dal passaggio ciclonico di tangentopoli, sono comparsi per magia articoli rivoluzionari, che lasciano ad analisti accorti quantomeno il dubbio che, oltre ad una indubbia evoluzione culturale, ci sia stato in questi partiti soprattutto il tentativo di presentarsi agli elettori rimasti senza un partito che gli rappresentasse con una "veste" più confacente ai loro bisogni politici.

In questi ultimi anni non si è discusso più di rappresentatività dei bisogni, unico motivo di esistenza dei partiti, ma di rappresentatività elettorale; non si sono elaborati dei programmi che dessero delle risposte politico-amministrative alla maggioranza degli elettori, ma si è discusso di quale modifica apportare alla legge elettorale per avere dei governi stabili.

Il sistema elettorale attuale troppo spesso genera dei risultati non veritieri e delle amministrazioni non rappresentative, avendo come unico obiettivo non l'elezione di un programma largamente rappresentativo ma la sommatoria di rappresentanti di programmi distinti, addirittura in alcuni punti antitetici tra loro.

Io penso che per ridurre la complessità del quadro politico in senso bipolare sia indispensabile che i partiti riaprano le sezioni al dibattito ed al confronto, facendo un intenso lavoro di ricerca e identificazione degli elementi di omogeneità culturale, di aspettative e di esigenze dei cittadini, che sono gli unici elementi legittimati a distinguere e contrapporre gli schieramenti politici. In caso contrario è preferibile adottare un sistema elettorale che non necessiti di maggioranze precostituite ma, lasciando in modo palese ai partiti la responsabilità delle aggregazioni di governo, consenta di eleggere dei candidati in proporzione alla loro rappresentatività.

Giuseppe Fanti


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