È
uscito il "numero 0" di Avanti Popolo, "voce libera
dei saggi rompiscatole non allineati"
Finalmente!
di Gianni Manis
"Sarà la musica che gira intorno quella che non ha futuro [...] saremo
noi che abbiamo nella testa un maledetto muro". Ivano
Fossati
"Oggi,
con l'invasione del pensiero unico dominante, col diffondessi della
globalizzazione dell'economia, dell'informazione e della cultura, che
tutto tende ad omologare e mercificare, secondo le logiche neoliberiste,
dove succede che si tenti di sopprimere le differenze politiche ed antagoniste
e le voci libere, che tutto venga livellato, che le masse popolari vengano
alienate dalle scelte politiche, che i programmi dei vari schieramenti
si equivalgono; dove succede che si debba assistere passivamente alla
rimozione della propria memoria storica e che le specificità locali
vengano emarginate in omaggio al modernismo del pensiero unico informatico;
c'è bisogno delle voci libere dei "saggi rompiscatole", di coloro che
hanno il coraggio di non allinearsi."
Avanti popolo.
Con queste parole si apre una nuova era per la pubblicistica del nostro
Paese, un'era nella quale si può dire "noi", "gli altri", "il nostro",
"quello degli altri".
Finalmente!
Nel mese dicembre
'98 è stato dato alle stampe il "numero 0" di "Avanti popolo" - voce
libera e critica del "Circolo Che Guevara" di Quartucciu- Questo giornale,
secondo quanto scrive il responsabile del Circolo di Rifondazione Comunista-
"intende essere non solo un foglio di Circolo, diffuso nel Paese, ma
anche un luogo alternativo, di informazione e di controinformazione,
uno strumento di discussione fra "menti libere", di opinioni anche diverse,
ma che hanno come comune obiettivo il confronto sui grandi problemi
sociali: lavoro, scuola, casa, famiglia, sanità, giustizia sociale,
qualità della vita, cultura, nonché le battaglie per la libertà." Avanti
popolo.
La linea editoriale
di "Avanti popolo", così come è stata delineata nel citato editoriale,
affonda palesemente le sue radici nella cultura libertaria del liberal-socialismo
italiano, proponendo un encomiabile esempio di pubblicistica che non
vuole e non deve esaurire il suo compito nel dare informazione ma, bensì,
vuole e deve porsi come luogo di incontro e di dibattito per i grandi
temi del riformismo democratico e per tutte le avanguardie culturali.
E questo mi
riempie di gioia, perché è la realizzazione esatta di quanto ho espresso
in passato (sui numeri di dicembre '97 e maggio '98 di QdiQ, nelle linee
guida affidate dall'associazione "Il Confronto" al Direttore e al Capo
Redattore di QdiQ, e nell'intervento introduttivo all'incontro-dibattito
"Una rosa per l'Europa" del 14 novembre 1998, organizzato da QdiQ).
Sono contento.
E lo sono ancor di più se penso che le coscienze artefici di "Avanti
popolo" abbiano trovato nelle mie parole i motivi per una riscossa delle
"menti libere dal pensiero unico dominante" e lo stimolo per farsi esse
stesse "informazione e controinformazione".
Così, finalmente,
a Quartucciu possiamo avere un modello di continuità tra azione politica,
informazione, confronto culturale e impegno sociale, che, partendo dalla
riscoperta di "certi valori antichi, ma sempre attuali", possa porsi
al servizio degli odierni temi del riformismo, con confronti di idee
e dibattito come quelli già proposti dal "Comitato per il lavoro" e
dal Circolo "Che Guevara" e che niente hanno che vedere con quello "altro
genere di confronto più aereo, ossia più distaccato dai problemi della
gente" -come ha tenuto a precisare il sig. Pietro Cruccas nel suo editoriale-
"rappresentato dall'incontro-dibattito "Una rosa per l'Europa" (14-21
novembre), organizzato da "Quaderni di Quartucciu" su ""Unità, ma nella
chiarezza"" della sinistra moderata e sui miraggi degli "Orizzonti strategici
del sistema bipolare" a cui abbiamo partecipato coerentemente con la
nostra linea di sinistra antagonista e unitaria". Avanti popolo.
Chi, come me
e come molti nostri lettori, è nato, cresciuto e vissuto a Quartucciu,
sa benissimo che lo sport preferito da taluni nostri compaesani è il
"dare-addosso-a-chi-tenta-di-offuscare-il-niente-che-ci-circonda". Sono
fermamente convinto che anche il fare informazione presupponga obiettività,
correttezza e rispetto dell'altrui lavoro e dignità.
In modo tutt'altro
che ostile, invito gli amici di "Avanti popolo" a far proprio questo
mio convincimento e a non spendere l'entusiasmo col quale si presentano
ai lettori in una "controinformazione" che significhi ostinarsi a nascondere
(dietro un dito) la metà scomoda della verità, che significhi dare adito
a dispute del tipo "o lo faccio io o non lo fa nessuno" o del tipo "se
può farlo lui, posso farlo anch'io".
Se è vero,
com'è vero, che il rincorrersi finisce sempre per divenire un rincorrere,
in compagnia, gli stessi bassi obiettivi, già da ora QdiQ si dichiara
non disponibile a giocare simili dispute. Ed
opporrà la sola indifferenza ad ogni tentativo di coinvolgimento nel
gioco.
In questo momento
di grande diffusione degli strumenti di automatizzazione dell'informazione,
l'accesso al mondo del "fare informazione" è facile come non mai. È
auspicabile che iniziative editoriali come "Avanti popolo" si moltiplichino
e dimostrino, con la costanza dell'impegno, con la qualità del lavoro
e il contributo offerto alla crescita della consapevolezza sociale della
nostra comunità, di non essere soltanto il frutto della voglia di emulazione
e omologazione all'euforia pubblicistica che viviamo nel nostro Paese.
Da parte di
QdiQ giungano al sig. Pietro Cruccas e a chi egli rappresenta vivissimi
complimenti per l'esordio e sinceri auguri per il futuro editoriale.
Gianni Manis