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Quaderni di Quartucciu
Anno II - Numero 9 - Dicembre 1998
 

Passaggio a Nord-Ovest

Come ogni giorno alle 5.30, la sveglia, il caffè e i giornali aprono le danze della mia giornata. Come ogni giorno, dopo le abluzioni di rito, mi vesto e scendo a girare la Tempra.Come ogni giorno, colei la quale era l’oggetto dei miei desideri di ventenne, scende per andare in ufficio. Come ogni giorno ecco via Della Serre; appena imbocchiamo il budello infernale, la dolcezza del risveglio, la bocca buona di caffè e il rito dei giornali appena letti, passa. Il caffè diventa fiele, i buoni propositi del risveglio, diventano notizie guerresche, vesto la corazza, mi appello a San Cristoforo e via verso l’ignoto.

Dopo i primissimi metri ecco il bar (i muratori mattutini come me il caffè lo prendono al bar), primo strozzo, primo rallentamento, prima (di qualche centinaio in circa ottocento metri di strada) ricerca del pedale del freno.

Occhio a destra, c’è il pulmino, occhio a sinistra, c’è una macchina in doppia fila, attento davanti, arriva il furgone del panettiere e sai che non ti da precedenza perché lui ha fretta, “sta lavorando”.

Il mio navigatore è preciso, le indicazioni sono dettagliate, non sa (però), che visto che guido, ho la vista, onde per cui, tutto quello che mi viene riferito con patema, dalla luce dei miei occhi, ha lo strano potere di innervosirmi.

Così inizia la giornata, e i primi fremiti dati dal sangue che prende le vie in discesa e si rifiuta di portare ossigeno al cervello.

Intanto si arriva al primo distributore, ecco il fosso: - stai attento perdinci, lo sai che la macchina soffre e gli ammortizzatori ne risentono.

Andiamo avanti ecco il primo scooter: non vedi che è imbranata?, stagli lontano, non sorpassarla, aspetta. Dopo il sorpasso alla coppia di amiche imbranate su scooter, ecco lo svincolo del Carrefour.

E qui ti voglio.

Cosa pensa un buon padre di famiglia quando passa di fronte al Carrefour alle sette e mezzo del mattino, dopo che la sera prima ha impiegato buona parte del tempo dedicato al suo meritato riposo, impegnato a districarsi nella bolgia infernale del traffico del primo week-end dicembrino?

La risposta è semplice: da domani torno a casa alle sette del mattino.


L'ingresso del centro commerciale in un momento di rara calma
(foto G.Ledda)

Lo sguardo di sfuggita rivolto a chi ti sta affianco ti fa cambiare idea, lei dolce e apprensiva non conosce i miei propositi evasivi. E’ li impaurita, con i piedi che simulano le manovre dei miei e parla, non lo fa per cattiveria, la sua è senza ombra di dubbio, una maniera istintiva di nascondere il terrore.

Si il terrore che ti attanaglia ogni mattina quando devi percorrere il tratto che da Quartucciu, ti porta nel viale Marconi. Il terrore di distruggere la macchina (ancora da pagare), di fare danni ad altri, mentre sei impegnato a districarti dalla altrui invadenza e maleducazione.

Il terrore infine che se per caso fai quello che fan tutti e cioè il furbo, tranquillo, per te ci sarà la pattuglia dei vigili che quel giorno hanno deciso di cassarti. Via delle Serre dalle 7 alle 9 è impercorribile.

Agli sciagurati su scooter che ti sorpassano per ogni dove, si aggiungono gli automobilisti insonnoliti e distratti, a questi si sovrappongono coloro i quali pensano che la doppia fila sia un errore della strada ed ecco che inventano la terza “cet plus facil”, ancora mezzi pesanti lenti e vigili urbani assenti, il tutto nel calderone dei “Is Pontis Paris”,

Come dire tra un po’ per andare al lavoro partiremmo alle 6, tanto per iniziare, poi più in la chissà, magari alle 5 e così via sin quando rimarremmo a dormire sul posto di lavoro pensando a quella accogliente casetta che sta’ a otto chilometri di distanza ma è irraggiungibile perché chi amministra così ha deciso.

Flavio Cafiero

 


 


Patti chiari...
di Raffaele Vargiu

Sarà un caso ma la nascita delle ultime due giunte è coincisa con il sorgere di altrettanti centri commerciali “CARREFOUR” e “LE VELE”.

Se mal non ricordo l’attuale sindaco e gli esponenti dei vari partiti che tuttora fanno parte della maggioranza vinsero le elezioni cavalcando la protesta, sia dei piccoli commercianti del paese lasciati in balia dello strapotere economico e concorrenziale del colosso “CARREFOUR”, ma soprattutto di coloro che presentarono domanda per una eventuale assunzione e che non vennero presi in considerazione perché a lor dire privi del giusto “calcio nel sedere”.

L’allora opposizione (attuale maggioranza) chiedeva a gran voce, se pur inutilmente, che venisse reso pubblico l’elenco degli assunti per fugare ogni sospetto e per riallacciare un rapporto di chiarezza e stima reciproca col cittadino.

Ebbene fu proprio RAPPORTO E CHIAREZZA COL CITTADINO il punto principale del programma della lista capeggiata dall’attuale Sindaco Meloni. Un ottimo proposito che potrebbe essere messo in discussione se fosse vero che ad alcune persone è stato fornito, sottobanco ed in esclusiva, l’elenco con relativi indirizzi dei negozi del “CENTRO COMMERCIALE LE VELE”.

Questo sarebbe tutt’altro che chiaro ed onesto, specialmente nei confronti di chi, avendo bisogno di lavorare, avrebbe voluto presentare in tempo utile le domande con relativo curriculum per concorrere alla pari con gli altri.

E’ alquanto scontato che questa non sarebbe la strada giusta per rispettare il patto stipulato con gli elettori, ma purtroppo capita spesso e volentieri che le promesse fatte in campagna elettorale restino tali.

A questo punto non sarebbe affatto lontana l’ipotesi che gli esponenti della maggioranza si siano pronunciati per favorire nelle assunzioni determinati individui con la più classica delle raccomandazioni.

So bene che tali persone dal punto di vista legale non sarebbero affatto in difetto perché un privato assume chi vuole , ma dal punto di vista morale sarebbero condannabili perché se occupano quelle poltrone lo devono al voto di migliaia di cittadini che hanno scelto loro con la speranza che le cose cambiassero.

Non mi sembra una grossa pretesa il chiedere per tutti gli aspiranti una partenza alla pari in modo che ognuno possa far valere le proprie qualità ed in base ad esse andare avanti senza vedersi scavalcato da una persona forse meno capace ma più “raccomandata”.

Ora SIGNORI della giunta sono io a chiedervi di rendere pubblico l’elenco degli assunti non foss’altro che per rispettare quel tanto sbandierato patto di chiarezza, che sta alla base di un qualsiasi buon rapporto.

Infine vorrei ricordare a chi l’avesse dimenticato che la carica che tali persone ricoprono non è eterna e che l’elettore ha in mano un’arma più forte di qualsiasi carica istituzionale: il voto.

Raffaele Vargiu


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