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Quaderni di Quartucciu
Anno II - Numero 9 - Dicembre 1998
 

 

Impianto sportivo polivalente/2

Gara deserta
per la cattedrale nel deserto

di Beppe Pisu

Per dare compiutezza al ragionamento iniziato nel precedente mio articolo e poter riprendere l'analisi del regolamento relativo alla concessione in uso delle strutture e delle aree libere da destinare ad attività sportive, è necessario supporre che esistano Associazioni sportive dilettantistiche interessate alla gestione degli impianti sportivi, in possesso di cospicue risorse finanziarie tali da consentire loro di far fronte agli oneri economici derivanti dalla gestione diretta degli impianti sportivi.

Questi ipotetici sodalizi sportivi, superate le remore di carattere finanziario, prima di presentare regolare domanda per partecipare alla gara, dovranno necessariamente porre all'Amministrazione comunale, per capire che tipo di scelta stanno compiendo, il quesito relativo alla interpretazione da dare ai termini riportati nel 2° comma dell'articolo 13 del citato regolamento: "........ graduatoria che sarà formata per ciascun immobile".

E' di rilevante importanza stabilire da subito se i termini “ciascuno immobile”, si riferiscono all'intero impianto sportivo o se, invece, ad ogni singola tipologia di campo sportivo, in quanto da questa interpretazione dipenderà l'affidamento in concessione dell'intera struttura sportiva ad un'unica associazione o a più associazioni.

Superata questa difficoltà, presumendo che il nostro Consiglio Comunale abbia già dato la sua esatta interpretazione, che consiste nell'estendere ai termini suddetti il significato più ampio, i sodalizi sportivi per poter partecipare alla gara dovranno possedere, pena l'esclusione, i seguenti requisiti (art. 14):

Possedere un centro di avviamento allo sport (CAS) o scuole di disciplina sportiva ufficialmente riconosciute dal CONI e dalle sue Federazioni (volutamente non ho riportato i centri Olimpia perché purtroppo sono strutture per la preparazione giovanile non più attive);

Possedere la residenza, ovvero la sede legale, nel comune di Quartucciu, con l'esclusione delle Federazioni sportive e delle Associazioni, di comprovata esperienza e serietà, che praticano specialità sportive non presenti nel comune;

Essere affiliati ad una Federazione sportiva da almeno 5 anni ed aver operato sul territorio di Quartucciu da almeno 3 anni.

Inoltre, costituirà titolo preferenziale aver conseguito risultati sportivi di rilevanza internazionale, nazionale o regionale.

I sodalizi sportivi che hanno superato la prova del possesso dei requisiti dovranno misurarsi sui seguenti parametri (art. 14):

  • Presentazione di un programma di interventi e sue capacità finanziarie;
  • Valenza sociale dell'iniziativa che si intende perseguire;
  • Presentazione del curriculum sportivo;
  • Agevolazioni tariffarie per categorie disagiate di utenti;
  • Orari di apertura al pubblico;
  • Composizione dello staff societario e tecnico;
  • Organizzazione di corsi per categorie di utenti disabili e disagiate.

La Giunta comunale esaminate le domande pervenute, confrontati i parametri e verificato il possesso dei requisiti, pubblicherà la graduatoria, ed al primo sodalizio assegnerà l'impianto sportivo in concessione.

Massimo gaudio.

Finalmente siamo giunti alla conclusione della procedura per l'assegnazione in gestione diretta; ma se qualcuno pensa che siano esaurite le prove per accedere alla concessione, purtroppo deve ricredersi.

La fortunata o la sfortunata associazione - dipende dai punti di vista - prima in graduatoria, che ha avuto la concessione in uso dei campi, dovrà ancora fare i conti con le condizioni stabilite nel regolamento, che riporto di seguito:

  • Voltura delle utenze;
  • Garantire che l'impianto e le attrezzature siano restituiti nello stesso stato in cui sono stati presi in consegna;
  • Rispettare e far rispettare scrupolosamente gli orari assegnati, nonché tutte le norme regolamentari emanate in materia di uso di impianti sportivi;
  • Favorire l'inserimento dell'attività sportiva in modo gratuito ai disabili;
  • Utilizzare i campi per attività di allenamento solo con proprie squadre;
  • Concedere, esaurito lo spazio temporale necessario alle attività proprie, dietro un corrispettivo che verrà ritenuto congruo dalla Giunta Comunale, gli spazi temporali residui alle altre società richiedenti.

A questo punto, accettate queste condizioni, il Presidente dell'Associazione sportiva ed il Sindaco o l'Assessore delegato allo Sport, per terminare l'iter burocratico devono sottoscrivere la convenzione, che avrà la durata di 1 anno, tacitamente rinnovabile di anno in anno, salvo disdetta di una delle due parti con preavviso scritto di almeno sei mesi.

Ora, fatta una descrizione sintetica della procedura di assegnazione, mi corre l'obbligo di fare una seria riflessione complessiva sul regolamento e sulla filosofia che l'ha ispirato.

Sui parametri e sui requisiti richiesti, nulla da eccepire, anzi, li condivido in toto, in quanto pongono nel giusto rilievo:

  • La qualità del servizio offerto;
  • I diritti dell'utenza;
  • La preparazione sportiva giovanile;
  • Le attività sportive per i disabili e le categorie di utenti disagiate;
  • La professionalità degli operatori sportivi;
  • La programmazione delle diverse attività;
  • La continuità dell'operatività dell'Associazione;
  • L'affiliazione ad una o più Federazioni Sportive;
  • La possibilità per le associazioni sportive operanti a Quartucciu, che non hanno avuto in gestione diretta l'impianto sportivo, di potervi accedere continuando a svolgere la propria attività;
  • La possibilità di estendere alle Federazioni Sportive la facoltà di presentare domanda per la concessione. Anche se le Associazioni sportive di Quartucciu non vedrebbero di buon occhio questa evenienza, tuttavia sarebbe una soluzione senz'altro positiva avere in casa nostra la presenza di una o più federazioni sportive o lo stesso CONI. Questi soggetti potrebbero portare a Quartucciu, attività, manifestazioni e tecnici di livello nazionale e internazionale, dando notevole impulso alla preparazione sportiva dei nostri giovani e risalto regionale e nazionale ai nostri impianti;
  • La tutela dell'efficienza degli impianti.

Nonostante la validità dei parametri e dei requisiti, sarebbe opportuno e necessario, per dare completezza all'offerta del servizio, che l'elenco dei parametri fosse integrato da quello che si riferisce all'attività sportiva scolastica.

Detto ciò - avviandomi a concludere - mi sento di affermare che i nostri Consiglieri Comunali hanno fatto un ottima scelta approvando i suesposti criteri, dando prova di sensibilità verso le fasce di utenti più deboli e conoscenza dei parametri che determinano la qualità del servizio sport che può essere offerto.

Sulla base di questi criteri l'Amministrazione è perfettamente in grado di prendere una seria e ponderata determinazione sul sodalizio sportivo che dovrà gestire l'impianto sportivo.

Il problema, semmai è un altro: "Qual'è quel coraggioso sodalizio sportivo che, non sapendo la quota contributiva forfettaria del Comune e non sapendo esattamente la durata temporale della concessione, ha un così grande spirito di servizio che gli permetta di sottostare agli oneri, condizioni e difficoltà, descritte nel regolamento?"

Sono curioso di verificare, al momento in cui l'Amministrazione comunale deciderà di esperire la gara per l'assegnazione della concessione, quante Associazioni sportive presenteranno la domanda.

Conoscendo le esigue risorse finanziarie in possesso delle Associazioni sportive dilettantistiche, la mia previsione è, senza ombra di dubbio, alquanto pessimistica. Stante l'indeterminatezza e l'esiguità del periodo di concessione e la non conoscenza dell'intervento del Comune, ben pochi sodalizi potranno esporsi ai tanti rischi derivanti dalla gestione dell'impianto sportivo di via Delle Serre.

Quindi, nonostante lo sforzo profuso dai componenti la Commissione allo sport, trovo pienamente legittimo pensare che il regolamento, se non viene emendato dal Consiglio comunale nel senso sopraesposto, sia destinato a divenire, purtroppo, un atto vuoto di significato, uno strumento normativo, che nel suo articolato contraddice le finalità che esso vuole perseguire.

Allora, mi sorge spontanea una domanda: "Questa attuale Amministrazione comunale ha veramente intenzione di dare in concessione d'uso alle Associazioni sportive gli impianti sportivi, o il suo vero e non dichiarato obbiettivo è quello di lasciare le cose come stanno e tirare a campare con le soluzioni provvisorie già adottate?

Sarebbe di buon auspicio che il Sig. Sindaco o il Sig. Assessore competente fugasse positivamente, attraverso le pagine di questo giornale, ogni dubbio a chi scrive e a chi ci legge.

Se ciò non avvenisse, significherebbe che la realizzazione dell'impianto sportivo di via Delle Serre, anziché rappresentare un ulteriore opportunità di sviluppo e una crescita dello standard dei servizi offerti, si porrebbe come un continuo problema che diminuisce la nostra qualità della vita.

Beppe Pisu

 


 

“Sa coxina bona”
di Giovanni Secci

Spesso i racconti degli anziani nascondono informazioni che aiutano capire la mentalità e le usanze di una collettività più di un saggio sociologico.

Così ho scoperto che in passato le famiglie di Quartucciu destinavano la maggior parte delle loro magre risorse all’allestimento della cucina e talvolta della camera da letto. Ma essendo dei “poveri disgraziati” tanta “bellezza” li condizionava a tal punto da non mangiare “in sa coxina bona” ma nella “lollixedda” o in una “coxinedda beccia” e da preservare la stanza da letto ponendo un letto “in sa dom’e pani”. Gli eccessivi sacrifici che tali famiglie dovevano affrontare, spesso con spese che andavano oltre le loro reali possibilità economiche, faceva apparire peccaminoso l’uso di tali ambienti.

Questa usanza durò dalla fine dell’ottocento fino ai primi anni ‘50 per poi essere sostituita da un altra del tutto simile. Si iniziò a concentrare le attenzioni e gli sforzi verso il “saloncino”. La scelta fù di spendere e spandere al fine di farlo assomigliare al “salotto buono” dei borghesi, ossia una specie di sala da pranzo che essi già non usavano più.

Anche in questo caso il salotto pareva tanto “buono” da rendere sacrilego il suo utilizzo.

Questa usanza, che pare ormai in disuso, sembra continuare nella maniacale attenzione che i Quartucciai dedicano ai bagni. Qui lo sfoggio di marmi e l’eccesso di lussi rende tale ambiente non adatto all’uso per cui è sorto per cui si tende a realizzare dei doppi servizi meno lussuosi, più angusti negli spazi ma apparentemente più adatti alla poco nobile funzione alla quale sono preposti.

Naturalmente se viene un ospite lo si accoglie nel bagno di lusso per stupirlo incuranti di causare in lui il blocco delle più elementari funzioni fisiologiche a causa dello sfarzo al quale viene esposto. Illudendosi così di entrare a far parte di presunte classi sociali superiori.

Da questa mentalità pare discendere anche l’incapacità per i Quartucciai di accettare che Quartucciu sia un paese. Così tutti lo chiamano “cittadina” o “piccola città”, quasi vergognandosi di pronunciare la parola paese e quella di paesani (nel senso di abitanti del paese) per se stessi.

Non si pensi che questo non si rifletta nella normale vita quotidiana. Infatti come i singoli spendono oltre le loro possibilità così le amministrazioni comunali sono portate a sperperare i soldi pubblici nella edificazione di opere inutili o comunque sovradimensionate per le reali esigenze del paese, nell’ingenua convinzione di dare lustro alla “cittadina”. Tutto ciò rende difficile e costoso l’uso delle strutture pubbliche, ma soprattutto rende inefficienti i più elementari servizi peggiorando la qualità della vita dei “cittadini”.

Ma allora se l’uso del bagno “buono” da parte di un ospite costa ogni volta due-trecento mila lire, quanto costerà a noi Quartucciai l’eventuale “pisciata” di un improbabile calciatore nazionale nel nostro Impianto Polifunzionale?

Giovanni Secci


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