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Quaderni di Quartucciu
Anno III - Numero 10 - Marzo 1999
 

 

Il teatro degli Olata
di Giovanni Secci

La Cooperativa Teatro Olata ha trasferito la propria sede in via Selargius n°48.
Dopo oltre venti anni si è concretizzata la possibilità di allestire un piccolo teatro di 50 posti.
Questo permetterà agli "Olata" di provare le scene e le luci in un vero e proprio palcoscenico (circa 30 metri quadrati) e di offrire agli abitanti di Quartucciu le anteprime dei loro spettacoli.
A questo si aggiunge la possibilità di allestire apposite rappresentazioni e laboratori teatrali per le scuole nonché di ospitare altri gruppi teatrali.


Gli attori ricevono il meritato applauso (foto G.L.Casu)

La Cooperativa Teatro Olata nasce nel 1976 come "Gruppu de Cultura Popolari". Dopo aver messo in scena alcune opere di Garau, sentendo la necessità di affrontare un teatro più attento alla realtà e alle moderne problematiche sociali, la compagnia nel 1978 mette in scena "M'anti promitiu unu postu" di Salvatore Vargiu, nella quale si presenta la realtà desolata di "Nazarenu Frigau" e della sua patetica attesa di un posto di lavoro che non arriva mai. L'ampio successo di pubblico (oltre centocinquanta repliche) e di critica cementa la collaborazione tra l'autore, che da allora curerà anche la regia delle opere, e la Compagnia.

Dopo "Baja Tiria" del 1981"e "Lazarinu Lazaroni" del 1983, definito dallo stesso autore "jogu teatrali", dove si susseguono un gran numero di scenette nelle quali gli attori recitano diverse parti, la svolta avviene con la postmoderna "Abetendi a intrai" del 1984. L'opera fortemente innovativa mostrava in forma desolata e grottesca la kafkiana attesa di un emarginato nello squallido corridoio di un misterioso ufficio. Il successo fu eclatante ed ebbe il suo naturale apice nel 1986 con la vittoria del 1° premio nella rassegna "Canonico Matta" a Gergei.

Gli anni ottanta si chiudono con "Portas serradas", drammatico e comico incontro tra due coppie di coniugi, una borghese e una proletaria, e con "S'intradedda".

Ai successi delle opere si accompagnano sempre più frequenti premi per gli attori a testimonianza delle loro qualità.

Il 1990 vede la Compagnia portare in scena "Refugium Peccatorum", vincitrice del "premio Virzì" e del "Canonico Matta". L'anno seguente viene presentata "Su Scriidori", anch'essa vincitrice del premio "Canonico Matta", in cui il protagonista è un anziano scrittore in sardo che, non attrezzato a cogliere i segni del presente, risulta alieno alla realtà che lo circonda.

L'attività della Compagnia continua con assiduità anche negli anni novanta con "Cena po sola", "Mali malu" e con la esilarante "Dona Cecilia Virgini". Il 1998 vede il successo di "Prognosi".

Oggi gli "Olata" stanno preparando la commedia "Grazia Celesti", anche questa come tutte le precedenti scritta da Vargiu, nella quale una "donna devota e timorata" convince il marito "feminaxu" ad andare con lei a Lourdes nella speranza "ki Nostra Sinniora ddu potzat cunverti e distolli de cussu vitziu". Ma al rientro da Lourdes il marito è cambiato in modo tanto inusuale da non sembrare opera "de Nostra Sinniora".

L'opera verrà rappresentata in primavera e vede tra gli interpreti oltre l'inossidabile Giorgio Pinna, che insieme al fratello Dino e a Franco Siddi sono presenti fin dai primi anni dell'avventura, anche delle attrici esordienti a conferma della vitalità di una delle più importanti compagnie teatrali sarde.

Giovanni Secci


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