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Quaderni di Quartucciu
Anno III - Numero 10 - Marzo 1999
 

Scuola pubblica

Scuola privata


Resoconto dell'incontro dibattito
di Giorgio Ledda

Anche questa volta ci è andata bene o, almeno, non ci possiamo lamentare.

Dopo aver creduto di poter rappresentare in occasione dell'Incontro-dibattito "Una rosa per l'Europa", (Quartucciu - 14-21 novembre 1998) quel luogo di incontro di idee e di dibattito nel quale far incontrare i rappresentanti locali delle forze democratiche e riformiste ed esserci riusciti, per espressa dichiarazione dei partecipanti, in modo più che soddisfacente, ci abbiamo riprovato.

Un po' per correggere l'impressione distorta lasciata dal primo convegno di un'associazione ed un giornale con una forte caratterizzazione politica; ma principalmente per dare corso all'accordo raggiunto con il Preside ed i rappresentanti del Consiglio d'Istituto della Scuola Media Statale "Ippolito Nievo" che prevede una collaborazione organica tra la scuola ed il giornale, abbiamo deciso di riprovarci organizzando un convegno sui temi della parità scolastica. Il tutto in attesa che giunga alla discussione in aula il DDL presentato dal Ministro Berlinguer e sull'onda delle crescenti polemiche emerse in fase di approvazione della legge finanziaria sull'interpretazione del terzo comma dell'Art. 33 della Costituzione, che consente ai privati di istituire delle scuole, ma "senza oneri per lo stato".

La scelta delle personalità da invitare è stata fatta tenendo conto di due aspetti: la rappresentatività rispetto ad una particolare istanza ed il radicamento nel territorio di Quartucciu, cercando, laddove possibile, di far coincidere le due cose. Così il primo invitato, quasi il vero padrone di casa, è stato il Preside della Scuola Media di Quartucciu, il Prof. Efisio Piras, che essendo anche stato docente di materie giuridiche aveva più di un titolo per stare al tavolo.

Per rappresentare in modo qualificato sebbene certamente non esclusivo il mondo cattolico, abbiamo invitato Don Gianfranco Zuncheddu, ex Parroco a S. Giorgio Martire, pubblicista, incaricato presso la Curia Arcivescovile della Sardegna.

Una figura veramente polivalente in quanto portatore di molteplici esperienze, tutte all'interno dell'ambito educativo, è quella di Prof. Salvatore Loi; Quartucciu lo ha conosciuto come Don Loi, la mia generazione lo ha ascoltato quando celebrava la messa del fanciullo; attualmente è docente di Filosofia, Sociologia e Pedagogia presso il Liceo Psicopedagogico "E. D'Arborea" di Cagliari ma nel suo curriculum compaiono anche la docenza di Teologia presso la Pontificia Facoltà di Teologia della Sardegna, l'insegnamento di Religione, l'insegnamento elementare ed una intensa attività di ricerca che è scaturita nella pubblicazione su Rassegna di Teologia di diversi articoli sul rapporto tra Cristianesimo e laicità dello stato e, recentemente, nella pubblicazione del libro "Cultura popolare in Sardegna tra '500 e '600 - Chiesa Famiglia Scuola" (ndr: Quaderni di Quartucciu n. 6 Luglio 1998, a cura di Davide Paolone).

Ad arricchire ulteriormente il tavolo dei relatori ha contribuito il Prof. Nicola Imbimbo, docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico "Alberti" nonché Presidente del Consiglio Scolastico Provinciale e responsabile del Settore Scuola della Federazione di Cagliari dei Democratici di Sinistra.

Per cercare di allargare al massimo l'arco delle istanze rappresentate abbiamo invitato l'associazione Heliantus di Selargius, che promuove la diffusione della pedagogia steineriana, che rappresenta un interessante esempio di scuola privata non cattolica. Heliantus è stata rappresentata dalla maestra elementare Bruna Pisano e dall'attrice Clara Murtas, entrambi fondatrici dell'associazione.

Una gradita sorpresa è stata la presenza della On.le Maria Teresa Petrini, Presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale Sardo. La Dott.ssa Petrini si è unita a noi ed ha partecipato all'intero svolgimento dei lavori.

La manifestazione si è svolta come da programma e dopo il secondo intervento di ciascun relatore è stato dato spazio all'intervento del pubblico. Un pubblico che è stato il vero punto di forza della serata; numeroso tanto da animare la capiente sala consiliare, qualificato e brillante quanto i relatori, ha offerto la sua utile testimonianza ed ha contribuito all'approfondimento delle tematiche in discussione.

Veramente difficile sintetizzare l'ampio ventaglio di argomentazioni portate; impossibile, anche perché estraneo agli obiettivi della manifestazione, trarre delle conclusioni.

Ci sono tuttavia alcune evidenze che non possono essere tralasciate.

La prima è che c'è una gran voglia di parlare di scuola, testimoniata dall'interesse sollevato dal tema, soprattutto tra gli insegnanti in maggioranza assoluta tra il pubblico.

La seconda, denunciata in modo quasi unanime se pur con diverse sfumature, è il generale stato di disagio e di crisi in cui versa la scuola pubblica, interessata da una notevole ondata di cambiamenti, ma ancora gravata dai mali tipici che la affliggono da decenni: strutture, valorizzazione del personale, adeguamento dei programmi.

Data la sproporzione tra gli argomenti sollevati e il tempo a disposizione durante il convegno, abbiamo pensato, come è nostro solito, di mettere a disposizione le pagine del giornale a chi vorrà esprimere in forma più organica un suo pensiero su ciascuno di questi temi.

Anche in questo caso a volgere l'ingrato ruolo dell'apripista sarà, come al convegno, il Prof. Efisio Piras, con l'auspicio che il suo esempio sia seguito da altri.

Giorgio Ledda

 


 




Scuola pubblica

Scuola privata


Berlinguer "in calzamaglia"
di Gesuino Murru

Berlinguer ha un torto: essere arrivato solo adesso alla carica di Ministro della Pubblica Istruzione. E di essersi trovato davanti a due grossi problemi che i suoi predecessori hanno elegantemente glissato per decenni, e che egli vuole invece risolvere contestualmente: riordino scolastico; finanziamento.

Sul primo punto sono da condividere gli obiettivi di riassetto della gestione pubblica della scuola: ammodernamento dei programmi scolastici e dei sussidi all'insegnamento (quelli attuali non attirano più l'attenzione degli studenti e lo dimostra la crescente "mortalità" scolastica); attuazione dell'autonomia gestionale dei singoli Istituti e Direzioni Didattiche, con la trasformazione di presidi e direttori in veri e propri manager; valorizzazione e riconoscimento della professionalità dei singoli insegnanti, come avviene in ogni altra categoria di lavoratori, con l'istituzione di incentivi -anche economici- per gli insegnanti più meritevoli.

Sul secondo punto, sulla questione del riconoscimento del diritto di ogni cittadino a scegliere tra scuola pubblica e scuola privata, è implicito in questo concetto che lo Stato debba farsi carico degli oneri di funzionamento anche delle scuole private, intese come confessionali e socialmente selettive?

La Costituzione, comma 3 dell'art.33, afferma di no, molto chiaramente.

In quale direzione intende muoversi il Ministro nelle seguenti specificazioni?

Riguardo il primo punto, contenimento delle spese, riordino e accorpamento delle sedi scolastiche, chiusura delle sedi che non raggiungono un numero prestabilito minimo di studenti (anche se questo comporta notevoli sacrifici per studenti e famiglie, come in Sardegna).

Invece, per ciò che riguarda il secondo punto, tentativo di aggiornamento del dettato costituzionale e stanziamento a favore della scuola privata di svariate centinaia di miliardi dietro forti pressioni di forze politiche e ricorso al concetto di "real politik".

Il rischio per il Ministro è uno solo: quello di apparire all'opinione pubblica nei panni di un moderno Robin Hood.... capovolto: togliere ai poveri per dare ai ricchi.

Gesuino Murru

 


 


Scuola pubblica

Scuola privata


Non si può aggirare la Costituzione
di Efisio Piras

Il dibattito in atto nel Paese sulla parità tra Scuola pubblica e Scuola privata ha fatto emergere, finalmente, l'importanza che la Scuola ha assunto oggi nella coscienza della gente e non soltanto nelle "élite" istituzionali, com'è stato finora. Del come cioè la Scuola sia una risorsa e quindi un investimento per la crescita e lo sviluppo di un Paese moderno.

In questo senso l'avvicinamento all'Europa ha sicuramente giocato un ruolo positivo, mettendo in evidenza l'importanza che nei paesi europei si attribuisce alla formazione e alla ricerca quali fattori trainanti della crescita economica e sociale. Lo stesso dibattito Pubblico/Privato ha, però, messo in evidenza un paradosso: nel mentre ci si scontra sulla "parità" di ruoli e funzioni tra la Scuola Pubblica/Privata, che pure rappresenta una parte della questione Scuola, si ignorano i veri problemi del nostro Sistema Formativo; problemi la cui soluzione risulta fondamentale per il rilancio della Scuola e che possono essere individuati:

a) in una effettiva autonomia;

b) nella valorizzazione del ruolo sociale e non "impiegatizio" dei docenti;

c) nell'innalzamento dell'obbligo scolastico;

d) nell'adeguamento delle strutture di edilizia scolastica e nella fornitura di tutti i servizi e attrezzature didattiche necessari, oggi pressoché mancanti.

Quindi a nostro avviso, e ci rivolgiamo a quanti vedono e rispondono soltanto sul problema "parità", quelle elencate sono le vere priorità sulla quale costruire una nuova Scuola. Peraltro, in questo contesto, riteniamo che una legge sulla Scuola privata sia necessaria, non solo per realizzare una previsione costituzionale, ma anche perché la situazione non resti immobile; sui limiti poi che un provvedimento sulla Scuola privata deve rispettare in materia di finanziamento, i documenti che proponiamo sono più che chiari.

L'esame attento della norma costituzionale non lascia adito a molti dubbi sulla via da seguire se si vuole finanziare la Scuola privata, che è quella della revisione costituzionale che dovrebbe cancellare il 3° comma dell'art. 33, ove è affermato che "Enti e privati hanno il diritto di istituire Scuole e istituti senza oneri per lo Stato".

A fronte di una formulazione così chiara a nulla valgono i giochi dialettici come quello di chi afferma che il divieto riguarda la sola "Istituzione" della Scuola privata e non il loro successivo funzionamento o gestione; o l'invocazione della norma costituzionale circa il "dovere dei genitori di istruire i figli", al fine di sostenere che così viene concesso automaticamente il diritto di chiedere allo Stato il denaro per mandarli ad una Scuola di loro scelta, né si può sostenere che le Scuole private svolgono comunque un "servizio pubblico", perché, sia chiaro, il termine pubblico non può essere riferito a Scuole la cui gestione è privata.

D'altra parte la stessa Assemblea Costituente, a suo tempo, respinse, con i voti dei democristiani, un emendamento formulato proprio come sopra. Il sistema disegnato dall'art. 33 della nostra Costituzione appare chiarissimo e senza possibilità interpretative strumentali:

a) esso comincia proclamando la libertà di insegnamento;

b) continua prevedendo il dovere della Repubblica di istituire Scuole Statali per tutti gli ordini di Scuola;

c) afferma, quindi, il diritto dei privati di istituire Scuole senza oneri per lo stato;

d) stabilisce infine che alle Scuole non statali che chiedono la parità dev'essere assicurata "piena libertà" e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli studenti delle Scuole statali.

Ed è su questo aggettivo equipollente che si cerca di costruire il marchingegno che dovrebbe consentire il finanziamento statale ai gestori privati della Scuola. Ma la lettera e la "ratio" della norma costituzionale non permette equivoci: prima esclude il finanziamento ai privati e solo in seguito parla di "Equipollenza" che, evidentemente non riguarda la gestione economico-finanziario, ma i "curricula" scolastici e i diplomi rilasciati dalle "private", affinché si evitino su questo terreno discriminazioni fra gli studenti.

Pertanto ben venga una legge sulla parità che elimini un inadempimento che dura da 50 anni, ma la stessa proposta di legge del Ministro Berlinguer fa malissimo ad accompagnare quello che è l'adempimento costituzionale con una violazione della stessa Costituzione, nel momento in cui contrabbanda la legge sulla parità scolastica come un provvedimento che comprende anche il finanziamento statale alle Scuole Private.

Efisio Piras


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