Quartucciu,
patrimonio artistico-architettonico
Le
chiese.
di Gesuino Murru
Oltre alla ormai celebre "Casa Angioni", dal punto
di vista storico-artistico Quartucciu non possiede - nel suo territorio
- edifici di pregevole interesse.
Non restano
che le chiese, alcune in perfetto stato di conservazione, altre trascurate,
alcune perfino ignorate. Inoltre, anche se doverosamente non possiamo
esimerci del citarla, la chiesa dedicata a San Pietro Pascasio (la cui
ricorrenza si festeggia la prima settimana di ottobre), è una recente
costruzione, risalente agli anni del dopo autonomia, e pertanto non
includibile tra gli edifici di interesse storico.
La più importante,
sotto questo aspetto, è la chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio
Martire (festeggiato in aprile), ma meglio conosciuta perché a fine
settembre vi si svolge la sagra in onore di "Nostra Sennora de sa Difenza".
La sagra pare
abbia avuto inizio nel 1623, importata - come tante altre feste patronali
in Sardegna - dagli Spagnoli. Anticamente e fino ai primi anni del dopoguerra
facevano da contorno ai festeggiamenti religiosi, culminanti con "sa
predica" della Domenica, corse di cavalli (is pariglias), "su pinnioni"
e balli sardi. Di norma, la festa si apriva con "is cantadoris", poeti
improvisatori in lingua sarda, di cui Quartucciu può vantare, a buon
diritto, ampia rappresentanza.
Vi è poi la
chiesa di Sant'Antonio Abate (Sant'Antoni 'e su fogu), attualmente sconsacrata,
costruita nei primi anni del 1900 e donata alla Curia dalla famiglia
Vivanet, nei pressi dell'omonima antica chiesetta (di cui sono rimasti,
ad oggi, pochi ruderi) e che - secondo il Casalis - "era annessa
ad un antico ospizio di frati spedaglieri .... i quali, peraltro, non
mai esercitarono il loro istituto." Annesso a questa struttura esisteva
"s'asillu becciu", dove all'ombra dell'enorme e altissima palma situata
al centro del cortile sono cresciute diverse generazioni di Quartucciai.
Recentemente
restaurata, la chiesa di San Biagio Vescovo di Sebaste (Santu Brai),
la cui festa ricorre agli inizi di febbraio, è un piccolo capolavoro
di edilizia sacra.
Di questa festa sono famosi "su fogaroni", l'imposizione delle candele
benedette alla gola dei fedeli, la benedizione de "is piricchittus"
e i "goccius" (o "gosus") dedicati al Santo.
Seguono, in
ordine decrescente di importanza ( per lo stato di conservazione e solo
per questo):
la chiesa fatta costruire nel 1741 da Don Pisano a Sant'Isidoro, dedicata
al Santo agricoltore nato, secondo la tradizione, nei pressi di Madrid
nel 1070 ed elevato agli onori degli altari nel 1622 da Papa Gregorio
XV;
la chiesetta di Sant'Efisio, in stile tardo-romanico, da tempo inglobata
nell'area cimiteriale; la chiesa di San Luigi Gonzaga situata sul lato
sinistro della piazza parrocchiale e adibita a ripostiglio di arredi
sacri;
la chiesa di San Gaetano da Thiene in località Corongiu del salto di
Flumini, attualmente sconsacrata, ignorata dai più e in stato di completo
abbandono.
Altre chiese,
ormai scomparse, vengono ricordate solo attraverso documenti che ne
attestano l'esistenza:
la chiesa dell'Addolorata (demolita per far posto alla Casa Parrocchiale)
dove, secondo la tradizione, prima della sepoltura, fu onorata la salma
del più grande poeta estemporaneo della tradizione campidanese, il Quartucciaio
Francesco Ignazio Deplano noto Ciccheddu e soprannominato Olata (a rendergli
omaggio si recò anche "su majori de bidda" ( il sindaco di allora);
le chiese campestri di Santa Maria Maddalena e di San Martino nelle
località omonime del salto di Flumini: secondo la legenda, nell'ultima
fu ritrovato il corpo di San Martino Martire, in seguito trasportato
a Quartu e sistemato sotto l'altare maggiore di quella chiesa parrocchiale.
Questo fatto
avvenne nel 1809, durante i lavori di sistemazione dell'antico altare
maggiore, e sarebbe documentato dal processo tenutosi l'11 ottobre dello
stesso anno alla presenza del Canonico Felice Novez.
Da citare,
ancora, i ruderi individuati in località San Pietro Paradiso, che costituirebbero
quanto rimane dell'antica chiesa bizantina di Santa Maria di Paradiso.
In proposito
dico che sarebbe veramente interessante, e tornerebbe "ad onore" degli
Amministratori, l'attivazione di un cantiere archeologico teso alla
riscoperta, per quanto possibile, dell'intera area dove gli esperti
suppongono l'esistenza di importanti testimonianze di quel periodo storico.
Queste brevi
note hanno un solo obiettivo: stimolare nelle persone, che ne hanno
la volontà e la capacità, iniziative di ricerca più accurate e approfondite,
capaci di restituire a Quartucciu quella importanza - anche storico-culturale
- che cinquant'anni di inerzia amministrativa Cagliaritana hanno rischiato
di oscurare in modo irrimediabile.
Gesuino Murru