.... e ancora una volta
torna su QdiQ il tema dell'unità socialista, con questo
Contributo dei lettori
a cura della redazione
A due anni dalla pubblicazione di "unità, ma
nella chiarezza" e ad un anno dall'incontro-dibattito "una rosa
per l'Europa", il tema irrisolto dell'unità socialista e della creazione
di un vero (e unico) partito del socialismo europeo anche in italia,
appassiona ancora chi ha -nel proprio piccolo- lavorato per questo.
Perciò pubblichiamo volentieri l'articolo scritto per noi e per i nostri
lettori dall'amico Antonello Sabiu.
G.Ma
SOCIALISMO CHE PASSIONE
!!!
Quando i "Quaderni di Quartucciu" pubblicherà
queste mie riflessioni sicuramente saranno finite le ferie e tutta la
vita del nostro paese avrà ripreso il solito "tran-tran".
Si parlerà di Amministrazione Comunale, il Sindaco convocherà e presiederà
i Consigli Comunali (con i soliti scontri, non per fatti amministrativi
e/o politici importanti, ma per le solite beghe tra amministratori che
durano ormai da anni).
Si parlerà di calcio, di pallavolo e di tutte quelle attività che si
sono interrotte ad Agosto e che adesso riprenderanno a tempo pieno.
Io, che da qualche mese sono in pensione, mi dedicherò a discutere d'amministrazione
e di politica con passione, perché cari amici la Politica è Passione.
In questo contesto apro subito con voi tutti una riflessione: HA UN
FUTURO IL SOCIALISMO? MA QUALE SOCIALISMO?
L'uomo passa, l'idea rimane!
Questa è una massima del pensiero socialista che nonostante le degenerazioni
e le pratiche non coerenti coi suoi fini, resta un punto fermo nella
ricerca di una società che consente agli uomini di vivere nel migliore
dei modi.
Bene: se si può azzardare affermando che il secolo che sta per cessare
possa essere definito " IL SECOLO DEL SOCIALISMO ", quello che verrà
potrà anch'esso essere "UN SECOLO DEI SOCIALISTI".
Dopo il naufragio del P.S.I, con la nave socialista finita sugli scogli
di Tangentopoli e pesanti devianti sul Centro Destra questa mia affermazione
può essere quanto mai azzardata; ma nonostante le miserie dei socialisti
italiani, l'idea SOCIALISTA continua ad animare ed orientare popoli
e governi di molti paesi: inglesi, francesi, tedeschi, greci ecc.
Nella stessa Italia dove il Socialismo vive ancora ore poco luminose,
larga parte della Sinistra Comunista si è convertita alle teorie socialiste
e ha aderito all'Internazionale Socialista.
E' chiaro che molti errori sono stati commessi e molti nodi restano
da sciogliere specialmente in Italia.
Un partito di gente che ambisce a riformare la società in grossa trasformazione
come quell'attuale non può dimenticare il pensiero di Pietro Nenni "RINNOVARSI
o PERIRE".
Rinunciare a cambiare se stessi, a migliorarsi continuamente, delegando
magari al Leader di turno la propria responsabilità e il proprio destino
non è da socialisti.
Essere socialisti significa essere persone perbene, impermeabili alla
corruzione, votati alla causa del mondo del lavoro, coerenti con il
sistema dei valori che si propongono. Si è socialisti per scelta di
vita cui nulla e nessuno ci costringono.
L'idea di utilizzare la bandiera socialista per scalate economiche,
sociali e personali non può che essere pagata a caro prezzo, ed è quello
che è capitato a molti dei nostri leader dal '80 in poi cresciuti con
il solo pensiero del potere.
Sul futuro del socialismo ho cercato di rispondere, mi rimane QUALE
SOCIALISMO ?
Oggi, superati dall'evoluzione del capitalismo i presupposti teorici
del marxismo, caduta con il muro di Berlino l'illusione di una lenta
ma sicura trasformazione interna alla società del socialismo reale cioè,
di un socialismo liberale, di un socialismo come attuazione progressiva
di libertà e uguaglianza fra uomini, il socialismo democratico e liberale
ha vinto la sua battaglia contro il socialismo autoritario e totalitario.
Questo è crollato mentre la democrazia e la libertà si sono diffuse
al di là d'ogni rosea previsione. Oggi il socialismo democratico e liberale
ha di fronte a sé un temibilissimo concorrente e avversario il Liberal-Liberismo,
in altre parole un liberismo economico in termini di valori, di principi
ideali e politici.
In buona sostanza la sfida d'oggi si può sintetizzare così: Chi riuscirà
ad assicurare più libertà per tutti IL SOCIALISMO LIBERALE o IL LIBERAL-LIBERISMO?
Quello che distingue le due correnti politico-economiche è innanzitutto
un principio Etico-politico che non bisogna mai dimenticare.
PER IL SOCIALISMO LIBERALE:
Il socialismo dev'essere la realizzazione progressiva di libertà dell'uomo
che può attuarsi nella libertà reale, quand'egli è libero dal bisogno
della disoccupazione, dell'ignoranza, cioè da quello che in genere è
definito un condizionamento di carattere materiale o educativo rispetto
alla possibilità di esplicare la propria personalità sia dal punto di
vista qualitativo che quantitativo.
PER IL LIBERAL-LIBERISMO:
E' dallo stimolo dell'affermazione personale che deriva il progresso
della società in una competizione rude senza sentimentalismi e senza
esclusione di colpi.
Il fallimento del comunismo non può portarci ad accettare passivamente
senza una ponderata e serrata critica, le teorie liberiste ideologizzanti
che la stessa realtà dei fatti respinge.
Un moderno partito socialista liberale non può essere confinato alla
lottizzazione del potere o all'organizzazione delle elezioni lasciando
ad altri il tema delle grandi elaborazioni programmatiche e il compito
delle grandi battaglie politiche e sociali, Altrimenti non è un partito
ma è un'OLIGARCHIA (cioè governo di pochi) che serve a beneficio delle
coalizioni o ai singoli esponenti politici.
Si può tornare a chiedere ai militanti di un partito socialista liberale
una rinnovata tensione morale e ideale, ma questa deve andare di pari
passo con un'etica dei dirigenti politici, dal loro sottoporsi a precise
regole di coerenza, di trasparenza e di alternanza.
L'attuale stato di fatto è del tutto inadeguato.
Una situazione del genere non è più accettabile per rifondare un moderno
e democratico partito socialista liberale.
Da questa riflessione può essere gettato un ponte, ma anche un appello,
verso le esperienze sardiste, laiche, cattoliche per una convergenza
e unità con uno spirito pluralistico.
Dunque non ci sono scorciatoie!! La strada di una società responsabile,
fondata sulla giustizia e sulla libertà è l'unica praticabile.
In quest'ultimo periodo, che non vado più in banca a lavorare, ho incontrato
persone stanche, pessimiste, che non credono nel futuro, che vivono
alla giornata, senza slancio, senza grandi progetti, talvolta per ragioni
obiettive. Ma questo clima di apatia coinvolge persino persone non colpite
dalla recessione.
C'è poi uno scarso interesse per la cultura, non si sentono più nominare
i grandi artisti, la gente compra pochi libri o libri poco impegnativi,
studia poco.
Dunque un quadro di paese poco vivace, senza grandi prospettive, a volte
un po' sonnacchioso, s'incontrano però isole di gran dinamismo.
Se si è un po' attenti e s'indaga che cosa c'è alla base di questa straordinaria
attività, troverete che si tratta sempre di piccoli gruppi, una squadra
affiatata, un nucleo dirigente compatto, motivato, determinato alla
meta.
Un comando flessibile, rapido, capace di rispondere tempestivamente
al mutare delle circostanze, tenendo ferma la rotta.
Di solito questa squadra ha un leader, ma quello che conta non è un
leader isolato, è il gruppo stesso, le qualità umane dei suoi membri,
la loro ferma volontà di riuscire. Grazie a loro l'impresa, il partito,
le giunte comunali diventano un esercito combattente che si fa strada
nel corpo molle della società. Riescono quindi a superare tutte le resistenze,
gli ostacoli che la concorrenza, i nemici, la burocrazia, l'invidia,
la stupidità creano continuamente.
In guerra non ha contato il numero, ma solo il coraggio, la compattezza
e l'organizzazione. Il gruppo dirigente deve pilotare con fermezza la
macchina organizzativa ed espellere o emarginare tutti coloro che ostacolano
che operano in modo non leale. Questo è il mio intento, quanti di voi
si vorranno unire per dar gambe a queste idee mi troveranno al gruppo
dei Socialisti Democratici Italiani.
Antonello Sabiu