1924
Il 6 aprile vengono indette le elezioni dal governo di Mussolini. Il
Partito Sardo d'Azione si qualifica una grande forza dell'opposizione:
23.392 voti, due seggi. Per fronteggiare la violenza delle camicie nere,
vengono istituite delle squadre di difesa antifascista, con a capo Emilio
Lussu. La situazione è critica. Il 31 maggio alla riapertura della Camera,
Giacomo Matteotti, leader socialista pronuncia un discorso atto a denunciare
le violazioni della libertà elettorale. Il suo discorso si conclude
con la richiesta di annullamento delle elezioni. Inoltre afferma che
nella prossima seduta presenterà dei documenti attestanti le sue affermazioni.
Il 10 giugno Matteotti, non fa più ritorno a casa. Il sospetto che nasce
nella mente degli italiani è che Matteotti sia stato assassinato da
una banda di squadristi. Il cadavere viene ritrovato due mesi dopo nella
periferia romana. Mussolini appare pronto al colpo di stato. Il 26 ottobre,
diciotto delegati con a capo Antonio Gramsci partecipano al Congresso
regionale comunista. L'incontro clandestino si svolge ad Is Arenas,
una zona paludosa tra Cagliari e Quartu, onde evitare l'intervento della
polizia e degli squadristi.
1925
La presentazione in Parlamento di una legge per "disciplinare l'attività
di associazioni, enti, istituti, e l'appartenenza ad essi di pubblici
impiegati" da parte del PNF suscita nel popolo la netta sensazione che
Mussolini voglia instaurare una dittatura nel nostro Paese. Antonio
Gramsci nel suo primo ed ultimo discorso alla Camera afferma: "In realtà
l'apparato poliziesco dello Stato considera già il Partito comunista
come un'organizzazione segreta. Si arresta senza nessuna imputazione
specifica chiunque sia trovato in una riunione di tre persone, soltanto
perché comunista, e lo si butta in carcere. È una forma di persecuzione
sistematica la vostra, che anticipa e giustifica l'applicazione della
nuova legge. Fate come facevano nel Mezzogiorno i mazzieri giolittiani,
che arrestavano gli elettori di opposizione… per conoscerli meglio.
È chiaro che con questa legge voi sperate di impedire lo sviluppo delle
grandi organizzazioni operaie e contadine. Qui è il valore reale, il
vero significato della legge in questione". La legislazione diventa
esecutiva nel novembre 1925 con 208 voti a favore, 6 contrari e 21 astenuti.
Solamente il gruppo comunista vota contrario. Caput, allora direttore
dell'Unione Sarda, accusa Gramsci e Lussu di cospirare contro il Duce:
"Lo sgorbio di Sardegna (così venne definito Gramsci a causa del suo
handicap fisico) è capo di una vera associazione a delinquere alle dirette
dipendenze dell'Internazionale comunista e spero che venga tradotto
al sicuro, per meditare sull'incompatibilità tra azione sovversiva e
interesse nazionale, tra l'esecuzione delle circolari del Comintern
e difesa del suo patrio. Emilio Lussu è un pericoloso collaboratore
indiretto del comunismo sovvertitore". Vengono così approvate delle
leggi eccezionali, con lo scopo di rendere innocui tutti coloro che
si opponessero alla politica di Mussolini, punendoli con il carcere.
1926
Dopo l'attentato ai danni di Mussolini a Bologna, il 31 ottobre, i fascisti
cagliaritani si diressero verso lo studio di Emilio Lussu, sito in Piazza
Martiri. L'intenzione dei fascisti è quella di ucciderlo perché ritenuto
un sovversivo. Lussu cerca di difendersi ma vista in pericolo la sua
vita, non esita ad impugnare la pistola di ordinanza (la stessa che
aveva impugnato alle Frasche ed a Monte Fior, a Col del Rosso e sul
Piave) e a sparare a Battista Porrà, uno studente di 19 anni, arrampicatosi
fino alla balconata centrale. Porrà verrà salutato come un eroe. Dopo
il suo arresto la stampa si accanì nei suoi confronti. Il comportamento
di taluni magistrati va oggi ricordato, soprattutto il comportamento
del segretario provinciale del partito al potere, Paolo Pili, che afferma:
"Battista Porrà è caduto mentre, inerme, si era sollevato sul balcone
del famoso eroe, per issarvi una bandiera della Patria. I camerati comprendano
che occorre caricare le armi e tenerle ben pronte, in attesa che il
verdetto faccia pulizia di questo criminale. In armi, dunque, pronti
ad agire!". Lussu deve subire 13 mesi di carcere preventivo, viene rinviato
a giudizio per "eccesso di legittima difesa". Decio Lobina ebbe però
il coraggio di applicare la legge e quindi di prosciogliere in istruttoria
Emilio Lussu. Dopo questo episodio furono pochi i sardi a rimanergli
fedeli. Pochi capirono che Emilio Lussu, con quel gesto difese non solo
se stesso, ma anche la dignità di tutti gli uomini liberi della Sardegna
contro la tirannide.
Roberto Vacca
vaccaroby@tiscalinet.it
Emilio Lussu e Quartucciu
di Gesuino Murru
C'è
qualcosa che lega Emilio Lussu alla comunità di Quartucciu?
Intanto, solo per puro caso non è nato nel nostro comune. I suoi genitori
hanno vissuto per diverso tempo in una casa nei pressi di via Raffaele
Piras trasferendosi poi ad Armungia ad appena due mesi dalla nascita
di Emilio il quale -come sappiamo- nacque in quel comune nel 1890.
Chiamato alle armi giovanissimo, fu ufficiale della gloriosa Brigata
Sassari durante il primo conflitto mondiale. Finita la guerra, fu eletto
deputato nel 1921 e nel 1924.
L'avvento del fascismo lo vide tra i più fieri oppositori della dittatura;
per questo fu arrestato e deportato nell'isola di Lipari da dove riuscì
a fuggire -assieme a Carlo Rosselli- riparando in Francia come tanti
altri esuli antifascisti italiani.
Militò nella formazione di "Giustizia e Libertà" e nel "Partito d'Azione"
e da qui passò al Partito Socialista nelle cui file fu eletto senatore.
Fu più volte Ministro (nel Governo PARRI e nel primo Governo DE GASPERI).
Negli anni cinquanta fu componente della Commissione parlamentare d'inchiesta
sulle cause del brigantaggio in Sardegna. Nella relazione letta al Senato,
elencando tra le cause del malessere dei Sardi il diffuso sottosviluppo
e l'arretratezza della Sardegna, citò ancora Quartucciu, in particolare
le serre D'Atri che, con la massiccia manodopera impiegata avevano contribuito
ad elevare le condizioni economiche delle popolazioni del circondario
riducendo i fenomeni malavitosi propri delle situazioni di degrado sociale.
La foto che riproduciamo, lo ritrae durante la pausa di un comizio elettorale
in via Nazionale: la bambina che gli offre i fiori è figlia del nostro
concittadino Vittorino Manca.
Gesuino Murru