Grande affluenza di pubblico alla Giornata
Nazionele del Biologico
Biodomenica
al Poetto
di Monica Rovedi
Domenica
1° ottobre si è svolta contemporaneamente in 150 piazze d'Italia la
prima "Giornata Nazionale del Biologico", ribattezzata BIODOMENICA,
organizzata da AIAB (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica)
e Legambiente.
In
Sardegna la BIODOMENICA si è svolta, oltre che a Cagliari, anche a Nuoro,
Oristano, Sassari e Olbia, grazie al coordinamento e alla capillare
organizzazione dell'ARPA-AIAB Sardegna onlus, l'Associazione Regionale
di AIAB in Sardegna.
A Cagliari,
in particolare, la manifestazione ha ottenuto un successo notevole grazie
anche alla bellissima giornata di sole che l'ha assistita per tutta
la mattinata, regalando, fortunatamente solo alla fine, la tanto attesa
pioggia!
Così
nella prima domenica autunnale il Lungomare Poetto fra la prima e la
seconda fermata, si è letteralmente riempito oltre che dei soliti affezionati
bagnanti di fine stagione, anche di numerosissimi curiosi e interessati
visitatori sensibili ad una sana alimentazione.
Questi
hanno potuto degustare e acquistare i prodotti in esposizione delle
circa 15 aziende agricole partecipanti, ricevere maggiori informazioni
sul "biologico" e hanno sostenuto con grande interesse la petizione
contro l'introduzione in Sardegna degli OGM (Organismi geneticamente
modificati), a favore di una maggiore diffusione dei prodotti biologici,
gli unici che vengono prodotti nel totale rispetto dell'ambiente.
Hanno potuto
conoscere da vicino l'attività delle numerose associazioni culturali
presenti oltre l'ARPA, che a conclusione della manifestazione ha offerto
una degustazione di "BIOMalloreddus alla Campidanese", trovando
enorme gradimento e partecipazione da parte del pubblico.
L'ARPA-AIAB
Sardegna onlus (Associazione Regionale per l'Agricoltura Biologica),
nata alla fine degli anni '80, è la più importante associazione regionale
che promuove l'agricoltura biologica in Sardegna, dove conta attualmente
circa 2.500 aziende associate (su un totale di circa 8.500 in tutta
l'Isola) che conducono quasi 100.000 ettari di superficie agricola.
È
molto importante sottolineare che nella nostra Isola l'agricoltura biologica
ha delle radici socio-culturali ben più profonde rispetto ad altre Regioni,
in quanto l'agricoltura sarda non si è mai convertita pienamente all'uso
dei prodotti chimici e alle colture intensive, mantenendo ancora alcuni
dei più importanti metodi di produzione tipici dell'antichità, nel pieno
rispetto dell'ambiente rurale (come l'impiego dei concimi animali o
la pratica di colture estensive), facilmente riconducibili a quelli
impiegati appunto nelle produzioni biologiche.
Quindi la
nostra terra ha fatto senz'altro meno fatica di altre nel riallinearsi
a questi principi di produzione, raggiungendo infatti risultati superiori
al resto d'Italia, anche se, nostro malgrado, non tutti hanno sviluppato
la stessa sensibilità.
È paradossale,
ma in un momento di così marcata espansione del "biologico", grazie
alla forte e incoraggiante presa di coscienza dei consumatori, assistiamo
invece ad un inspiegabile disinteresse dei nostri Amministratori Regionali,
che sembrerebbero poco determinati a rinnovare le misure di sostegno
all'agricoltura Biologica, destinando ad altri scopi i Fondi che la
Comunità Europea ha già messo a disposizione, perché continua a ritenere
l'agricoltura biologica un utile strumento di tutela ambientale e di
sviluppo rurale.
Quindi, è
necessario compensare i maggiori costi produzione sostenuti dagli agricoltori
che la praticano, impegnandosi nel miglioramento della qualità della
vita.
Smettere
di sostenere le produzioni biologiche a questo punto, potrebbe significare
addirittura trovarsi costretti ad importare prodotti biologici per far
fronte ad una domanda in forte crescita, non adeguatamente compensata
dal pari incremento della produzione, oltre naturalmente l'annullamento
dei valori socio-culturali tipici della nostra terra sarda.
Sarebbe
davvero una beffa!
Monica
Rovedi