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Epistemologia evoluzionistica
L'evoluzione può essere
sintetizzata come il passaggio da un problema ( P1 ) a una soluzione provvisoria, o
a un tentativo di soluzione ( TS ), per procedere poi all'eliminazione degli errori
commessi ( EE ), finché ci troviamo di fronte a un nuovo problema ( P2 ),
che può essere anche stato generato involontariamente insieme alla soluzione del problema
originario. Questo schema ciclico in quattro passi rappresenta, per Popper, un
miglioramento e una razionalizzazione del movimento triadico ( tesi
antitesi - sintesi ) che caratterizza la dialettica hegeliana e descrive processi di
ordine diverso, quali il metodo della ricerca scientifica, l'emergenza di problemi nuovi e
di nuove soluzioni, la modalità dì successione delle teorie e di accrescimento della
scienza, il metodo di apprendimento di tutti gli organismi, " dall'ameba fino ad
Einstein ", e infine l'evoluzione biologica. Anche gli animali e le piante,
infatti, risolvono i loro problemi mediante soluzioni provvisorie che incorporano nella
loro anatomia e nel loro comportamento: organi come l'occhio e l'orecchio dell'uomo (
preparati a percepire soltanto certi eventi e non altri ), prodotti o strumenti come le
tele dei ragni e i favi delle api sono analoghi biologici delle teorie scientifiche. A
qualsiasi livello di apprendimento agiscono due forze: la potenza conservatrice dell
'istruzione e la potenza evolutiva e rivoluzionaria della selezione. La prima ha
il compito di salvaguardare i traguardi raggiunti dalle generazioni precedenti,
trasmettendoli ereditariamente ai nuovi individui, in modo che ogni volta non si debba
ripartire da zero. La seconda ha la funzione di migliorare, perfezionare e potenziare il
retaggio biologico e culturale, adattandolo alle nuove circostanze.
Evoluzione biologica ed
evoluzione culturale
" Le idee nuove
hanno una somiglianza straordinaria con le mutazioni genetiche ": ognuna di
loro risponde infatti, al pari delle mutazioni genetiche, all'esigenza di trovare una
migliore interazione con l'ambiente. Lo sviluppo della nostra conoscenza è un risultato
analogo alla " selezione naturale " di Darwin: essa infatti cresce
grazie alla selezione di quelle ipotesi che, sopravvivendo, hanno mostrato di essere per
il momento le più adeguate.
L'evoluzione epistemologica è
la continuazione di quella biologica: le teorie, i miti, e tutti i prodotti della cultura
umana sono veri e propri organi che si evolvono fuori dal nostro corpo. La conoscenza è
un prodotto dell'uomo, come il miele delle api o la tela dei ragni. Noi non sviluppiamo
soltanto i nostri organi, come fanno altri esseri viventi, ma anche una serie di strumenti
per ovviare alle nostre carenze: anziché potenziare gli occhi o le orecchie, l'uomo
costruisce telescopi, microscopi e telefoni; anziché rendere le proprie gambe più veloci
e robuste, l'uomo costruisce treni, automobili, aerei; invece di accrescere il cervello e
la memoria l'uomo produce carta, penne, biblioteche, computer, perfezionando quel
rudimentale sviluppo già rintracciabile in animali che si dedicano alla costruzione di
ragnatele, di dighe e di nidi.
Il linguaggio
Fra tutti gli strumenti
inventati dall'uomo, quello di gran lunga più importante è il linguaggio, che
grazie allo sviluppo delle sue funzioni superiori rappresenta un mezzo nuovo ed efficace
per risolvere i problemi, in quanto fornisce un metodo che, senza esigere la soppressione
fisica dell'individuo, è in grado di controllare i tentativi di soluzione.
" Dall'ameba ad
Einstein - afferma Popper - lo sviluppo della conoscenza è sempre il
medesimo: tentiamo di risolvere i nostri problemi e di ottenere, con un processo di
eliminazione, qualcosa che appaia più adeguato nei nostri tentativi di soluzione".
Orologi e nuvole.
La contrapposizione tra determinismo
e indeterminismo , è rappresentabile come contrapposizione di due immagini
di sicuro effetto, gli orologi e le nuvole : " un
orologio di precisione, col quale intendo rappresentare sistemi fisici regolari, ordinati
e altamente prevedibili nel loro comportamento, mentre, con le nuvole, intendo
rappresentare sistemi fisici che, al pari dei gas, sono altamente irregolari,
disordinati e più o meno imprevedibili ".
Il determinismo metafisico
nasce dalla convinzione di una predeterminazione del cosmo, ma, in quanto teoria
metafisica, esso è incontrollabile. Esso presenta una versione scientifica secondo cui
" la struttura del mondo è tale che ogni evento futuro è, in linea di principio,
razionalmente calcolabile in anticipo solo conoscendo le leggi di natura e lo stato
presente e passato del mondo ".
Quindi il determinismo vuole
che noi viviamo in un mondo dove sono le leggi di natura a determinare tutti gli eventi (
ed anche ciò che non accade ) , ove tutto è predestinato , il futuro è già segnato,
già tracciato. E l'uomo non può intervenire, non può cambiare il corso degli eventi:
l'azione umana, la sua decisione, la sua razionalità, la sua libertà, sono pura
illusione. Tutto è determinato e quindi è spiegabile attraverso le leggi di natura.
La conseguenza logica implicata
da questa visione è che, una volta individuate quali siano le leggi che governano il
mondo, sia possibile poi vedere nel passato come nel futuro, calcolare con precisione
matematica ciò che accadrà: una sorta di veggenza scientifica.
L'uomo ha sempre conosciuto
credenze deterministiche, basti pensare al determinismo religioso. Ma il determinismo
scientifico si è affermato con prepotenza in seguito al successo e all'
interpretazione deterministica della meccanica newtoniana:
" il successo delle
teorie di Keplero e ancor più quello di Newton, mostrano che avevano ragione quei
pensatori deterministici che avevano congetturato che i pianeti fossero in realtà dei
perfetti orologi. E ciò perché i loro movimenti, grazie alla teoria di Newton, divennero
prevedibili con esattezza, prevedibili in tutti quei dettagli che prima, con la loro
palese irregolarità, avevano sconcertato gli astronomi ".
L'interpretazione
deterministica della fisica classica viene espressa molto chiaramente da Laplace: " Laplace
credeva che il mondo consistesse di corpuscoli agenti l'uno sull'altro secondo la dinamica
newtoniata, e che una precisa e completa conoscenza dello stato iniziale del sistema del
mondo in un dato istante di tempo sarebbe bastata a dedurre il suo stato in
qualsiasi altro istante " ; il futuro è implicito in ogni istante del passato,
esiste insomma una legge di causazione universale. Quindi, la chiave per spiegare e
prevedere tutti gli eventi consisteva semplicemente, secondo la logica laplaciana, nel
perfezionare la conoscenza delle leggi immutabili ed incrementare il grado di precisione
della descrizione dello stato inziale di un qualsiasi sistema.
Per concludere questo breve
cenno al determinismo, si può tornare alla distinzione tra orologi e nuvole, posta in
apertura del paragrafo e chiedersi se ci sia una reale differenza tra questi due tipi di
eventi, se il mondo realmente presenta fenomeni regolari ed immutabili, governati
esclusivamente da rigide leggi di causalità quindi potenzialmente prevedibili, e accanto
ad essi, fenomeni irregolari, non conformi ad alcuna regola, e quindi non prevedibili.
I deterministi direbbero:
" tutte le nuvole sono orologi , anche la più irregolare delle nuvole, ed è
semplicemente la nostra ignoranza a farceli apparire come fenomeni diversi, o
meglio a farci apparire i movimenti delle nuvole come casuali, indefiniti, inspiegabili.
Così - dirà il determinista - non abbiamo alcuna conoscenza dell'interazione
delle particelle che formano una nuvola di gas, o comunque di un organismo " . Il
determinista sosterrà inoltre che una volta raggiunta la conoscenza, noi troveremo che le
nuvole di gas o gli organismi sono simili ad orologi al pari del nostro sistema solare,
proprio come la legge di Newton è intervenuta ad illuminare razionalmente eventi, quali i
movimenti dei pianeti, fino ad allora reputati inspiegabili.
Un forte colpo al determinismo
viene inferto dalla nascita tra il 1925 e il 1927 della teoria dei quanti che ,
ipotizando l'esistenza di eventi casuali nel cosmo, ha introdotto un nuovo credo
indeterministico nella fisica ufficiale. Si suppone che un salto quantico sia un
evento assolutamente imprevedibile che non è controllato nè da leggi causali nè dalla
coincidenza di leggi causali, ma solo da leggi probabilistiche. I vari risultati
particolari di questi eventi casuali, quali la disintegrazione di un atomo con la
conseguente emissione radioattiva, non sono predeterminati e non si possono quindi
prevedere, per quanto grande possa essere la nostra conoscenza di tutte le condizioni
rilevanti precedenti l'evento.
Ma occorre precisare che
l'indeterminismo, in quanto posizione contrapposta al determinismo, non implica che tutti
gli eventi siano governati dal caso, cioè che essi siano privi di cause o, in altre
parole, che tutti gli orologi siano nuvole: " L'indetermismo è semplicemente la
dottrina per cui non tutti gli eventi del mondo fisico sono predeterminati con assoluta
precisione, in tutti i loro dettagli infinitesimali.L 'indeterminismo fisico afferma
semplicemente che il determinismo è falso, e che ci sono almeno alcune eccezioni, qui o
là, ad una predeterminazione esatta ".
Gli argomenti che Popper oppone al determinismo sono molteplici.
Inanzitutto il determinismo scientifico nasce da un grosso equivoco, l'aver confuso il
carattere proprio di una teoria sul mondo, quella newtoniana, con il carattere proprio
della struttura del mondo stesso. E' questo è un grosso errore, se si considera che le
teorie scientifiche sono sempre invenzioni fallibili dell'uomo, reti progettate per
catturare il mondo, ma le cui maglie, malgrado la crescita ed il perfezionarsi della
conoscenza, sono sempre troppo larghe per coglierne tutta la ricchezza e la complessità;
sono reti oppure fari, il cui cono di luce rende visibile solo parte di questo mondo.
Se il determinismo fosse vero,
dovrebbe risultare possibile per un super-scienziato, non solo prevedere cosa accadrà nel
futuro, ma anche scrivere la musica che sarà composta dai musicisti o i libri che saranno
scritti dai narratori. Ecco la seconda critica al determinismo: " E', quindi, la
presunta prevedibilità scientifica di imprese eccezionali che mi interessa, e che trovo
assolutamente incredibile ".Se nel futuro, come nel passato, non c'è posto per
alcun evento autenticamente nuovo, non c'è posto per la creatività nè per la libertà.
Se il passato è chiuso anche il futuro è chiuso.
Il giudizio di Popper è di
inesorabile condanna: " il determinismo fisico, possiamo dire retrospettivamente,
fu il sogno d'onniscienza, sogno che parve diventare sempre più reale ad ogni progresso
effettuato in fisica, finché non si tramutò in un inevitabile incubo angoscioso "
E, sull'onda dell'entusiasmo
per il successo nel campo della fisica, sono spuntate forme di determinismo in altri
ambiti, specialmente in storia, politica e psicologia, che hanno
alimentato altrettanti nuovi sogni di onnipotenza; ma, osserva Popper, " i
corrispondenti sogni degli psicologi, non furono mai altro che castelli in aria: furono i
sogni utopistici di diventare come la fisica, di pervenire ai suoi metodi matematici e di
raggiungere le sue potenti applicazioni, e forse anche di ottenere la superiorità sulla
fisica, manipolando Uomini e società. E questi sogni totalitari, mentre sono cose non
serie da un punto di vista scientifico, sono molto pericolosi politicamente ".
Il materialismo, in particolare, è ritenuto da Popper la
versione storicamente più importante del determinismo scientifico.
Determinismo e indeterminismo
sono visioni non falsificabili, che pretendono di pronunciarsi sul mondo preso nella sua
totalità. Ma non per questo si equivalgono.
Il determinismo combattuto da
Popper è il determinismo "scientifico", secondo cui "la
struttura del mondo è tale che ogni evento può venire razionalmente predeterminato, con
qualsiasi desiderato grado di precisione, se siamo in possesso di una descrizione
sufficientemente precisa degli eventi passati, assieme a tutte le leggi di natura".
Il determinismo secondo Popper,
è una concezione di origine religiosa, in quanto è connessa all'idea dell'onnipotenza e
dell'onniscienza divine, per cui esiste un ente che non solo ha il potere di determinare
il futuro, ma al quale il futuro è noto da sempre (quindi ogni evento è prestabilito).
La versione scientifica si limita a sostituire l'idea di Dio con l'idea di Natura e la
legge divina con la legge naturale. Diversamente dal volere di Dio, però, che è di per
sé imperscrutabile e conoscibile solo grazie alla rivelazione, le leggi di natura possono
essere scoperte e conosciute dalla ragione umana coadiuvata, come avrebbe detto Galileo,
dalle "sensate esperienze".
Secondo Popper il determinismo
è privo di ogni fondamento: non sarebbe infatti sufficiente saperne abbastanza del mondo
per poter prevedere ogni suo dettaglio:
"Il mondo, come noi lo
conosciamo, è notevolmente complesso; e benché possa avere aspetti strutturali in un
senso e nell'altro semplici, la semplicità di alcune nostre teorie - che è una
caratteristica prodotta da noi stessi - non implica la semplicità intrinseca del
mondo".
Con questo Popper non intende
negare la capacità della scienza di fare delle previsioni ( è proprio questo uno dei
suoi compiti ), ma vuole distinguere tra causalità e determinismo.
Ammettere la causalità vuol dire riconoscere il rapporto causa-effetto una
volta che tale rapporto si sia determinato , e questo ovviamente riguarda il passato;
sostenere il determinismo implica la pretesa di conoscere in anticipo gli effetti
precisi che si produrranno in futuro date certe condizioni iniziali.
Mentre la causalità è
compatibile con l'orizzonte del fallibilismo, il determinismo " scientifico "
è contraddetto dal carattere approssimato di tutta la conoscenza, compresa quella
scientifica. Scriveva Novalis: " le teorie sono come le reti: solo chi le
butta pesca ". Popper scrive: " Noi cerchiamo sempre di
esaminare il mondo esaustivamente attraverso le nostre reti; ma le loro maglie lasceranno
sempre sfuggire qualche pesciolino: ci sarà sempre abbastanza spazio per l'indeterminismo
". Fra gli argomenti a favore dell' indeterminismo c'è quello che si
basa sull'innegabile asimmetria fra passato e futuro. Mentre il passato non può essere
modificato, non può essere scalfito da nessuna decisione umana, il futuro, per quanto in
buona parte sia frutto del passato, è continuamente influenzabile dalle nostre azioni
presenti. In una parola, " il futuro è aperto ".
" Non sono gli
urti del passato a sospingerci, bensì l'attrazione, il miraggio del futuro e le sue
possibilità in competizione ad attrarci e ad affascinarci ".
Seguendo la teoria speciale
della relatività Popper distingue passato e futuro in questo modo: il primo è la regione
dello spazio-tempo (almeno in teoria) conoscibile, mentre il secondo è la regione che,
sebbene influenzata dal presente, rimane sempre "aperta".
Il determinismo fisico viene
rifiutato poiché distrugge l'idea di creatività e annienta la libertà dell'uomo mentre
se è vero che accadono cose non completamente predeterminate, è possibile trovare lo
spazio necessario per intervenire nel mondo.
L'universo è aperto.
La battgliaa che Popper conduce
è sopratutto una battaglia a difesa della libertà umana, nelle sue diverse
sfaccettature.
Libertà è innanzitutto
libertà di creare, creatività: nel comporre la sua sinfonia, il cervello di Beethoven ha
realmente creato qualcosa di autenticamente nuovo, così come le elaborazioni del cervello
di uno scienziato generano teorie che consentono di formulare ricche ipotesi a partire da
dati ben scarsamente adeguati. Popper vuole dirci che non può accettare l'idea che tali
prodotti, frutto dell'immaginazione e della creatività dell'uomo, siano ridotti a
semplici fotografie della realtà o a leggi esterne dettate dalla causalità o,
al contrario, dalla casistica, e quindi sostanzialmente negati come creativi. E negare la
creatività significa, in questa accezione, negare anche la libertà, poiché in ogni atto
non saremmo che, rispettivamente, macchine fotografiche, automi eterodiretti o esseri
impotenti.
E libertà significa anche
possibilità autentica di influenzare, anche solo parzialmente, la realtà ed il futuro
con le nostre decisioni e le nostre azioni .
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