La Polisportiva YO-SHO-KAN esiste da più di trenta anni e si occupa dell’insegnamento delle arti marziali. La YO-SHO-KAN non’ è una palestra dove poter praticare il Karate-do, lo Judo, e l’Aikido , la YO-SHO-KAN è un DOJO, parola giapponese che si traduce come luogo ( JO ) dove si impara la via ( DO ).

La storia della Pol. YO-SHO-KAN ha origine nel 1960, fondata dal grande Maestro Aldo Di Luigi.

Il nome YO-SHO-KAN vuol dire sala ( KAN ) della pineta ( YO ) e del mare ( SHO ); questo perché il dojo si trova a OSTIA LIDO, città in provincia di ROMA che si affaccia sul MAR TIRRENO  ed è circondata da una folta e rigogliosa pineta.

Durante questi oltre 30 anni la YO-SHO-KAN ha costituito per migliaia di ragazzi un autentica scuola di vita, un centro che ha curato negli anni numerosi atleti a livello nazionale ed internazionale.

Unica società sportiva ad essere da sempre affiliata al C.O.N.I. , vanta un’alta specificità espressa attraverso corsi di Judo, Karate-do, Aikido e difesa personale.

Annovera tecnici altamente qualificati e tutti regolarmente riconosciuti dal C.O.N.I. tra cui sicuramente spiccano i Maestri Paola Di Luigi, plurimedagliata ai campionati italiani di Judo ed atleta della nazionale italiana di Judo, Massimo Di Luigi, laureatosi più volte campione italiano di Karatè, campione europeo e vice campione del mondo sempre di Karatè, ex allenatore della nazionale italiana di Karatè, è considerato in assoluto uno dei tecnici più bravi in Europa, ed il Maestro Enrico Bellini, grande esperto di Aikido e figura carismatica inserito a pieno titolo nello staff tecnico della YO-SHO-KAN.

Sicuramente si sarà notato che nelle parole giapponesi usate fin ora compaiono spesso le due lettere DO, che vuol dire VIA, METODO. Non esiste contraddizione fra il DO e la sportivizzazione delle arti marziali, ma anzi vengono considerati come due aspetti complementari, pur rimanendo il DO lo scopo ultimo di un intera vita di pratica e lo sport come un momento fondamentale nella pratica dello Judo, del Karate-do, dell'Aikido, e di qualunque arte marziale, anche se limitato soltanto ad una specifica fascia d'età.

Il Karate-do, più comunemente conosciuto come Karatè (alla francese ) vuol dire VIA ( DO ) della MANO ( TE ) VUOTA (KARA ); lo Judo vuol dire VIA (DO ) della CEDEVOLEZZA (JU ); mentre l'Aikido vuol dire VIA (DO ) dell'ARMONIZZARSI ( AI ) con  l'ENERGIA ( KI ).

Praticare le arti marziali non vuol dire vestirsi con strani indumenti che non metteremmo mai per andare a fare la spesa, tirare calci, pugni sbattere la gente per terra come un sacco di patate, o tutti quei cliché che ci propina un certo genere di filmologia. Chi pensa che le arti marziali siano queste cose; inizi a cambiare la sua mente e provi ad entrare in un dojo. Altrimenti si dia agli sport da combattimento, che non sono arti marziali.

Praticare le arti marziali vuol dire entrare in una dimensione che la civiltà occidentale non'è abituata a vivere e che la vita moderna ci fa sembrare ancor più lontana di quello che in realtà è. E' una dimensione in cui certe cerimonie; come quelle del saluto al maestro (  SENSEI ); sembrano scontate, ma non lo sono.

Far si che i due ultimi capoversi non rimangano solo parole più o meno belle dipende dalla scelta che una persona fa quando decide chi dovrà essere il suo maestro ( SENSEI ).

Quando si vuole iniziare a praticare un arte marziale bisogna sapere che si entra in una dimensione che ha bisogno di lavoro continuo. Non'è uno sport, che arrivati ad un certo punto si lavora di esperienza, è un'arte, e come tutte le arti cresce e si evolve sempre; ma se non si continua a studiare con impegno l'arte può solo che affievolire il suo valore fio a diventare nulla, e di conseguenza rendere vani gli anni precedenti.

il maestro Gichin Funakoshi, fondatore del moderno Karate-do disse :-

  Il Karatè è come l'acqua che bolle; se si toglie di sotto la fiamma si raffredda.

frase che la si può rapportare non solo alle arti marziali tutte, ma alla vita di tutti i giorni.

 

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