A.R. D’Antona (Associazione culturale
Il Salottino di Roma) (1982)
Paesagismo onirico con sfumature
cromatiche; sensibilità ed amore per il bello.
Cesare Ardini
(Giornalista RAI) (1986)
Il cielo azzurro, il
bianco delle case, gli alberi nelle varie colorazioni stagionali. Il
silenzio della campagna, sono gli elementi ricorrenti nella pittura
talvolta onirica di Costrini. La visione delle sue opere invita alla
riflessione; è una sosta alla vita frenetica di tutti i giorni. Il gioco
delle luci è una speranza per il futuro, un inno alla gioia di vivere, una
tranquillità da vivere interiormente che supera le contrarietà che il
quotidiano ci riserva.
Nuova Arte 2000, Giorgio Mondadori Editoriale (2000)
Osservando le opere paesaggistiche di questo pittore,
crediamo sia giusto citare quanto scriveva il famoso pittore
inglese John Constable (1776-1837) e cioè : "Questi luoghi mi sono cari,
perché a loro devo se sono diventato un pittore"...Questo pittore
romano non solo comprende una realtà per lui nuova, ma fa anche una buona
pittura: che è quel che conta.
Mariano Apa ( Professore di Storia
dell'arte, Università dell'Aquila) (2001)
Al rumore e dunque alla frenesia della perdizione,
Costrini presenta il valore del Silenzio come sospensione e come
consapevolezza del ritmo del respiro giusto e soporoso. La sua pittura
diluisce la luce, l'odore di erbe, e sapori di nuvole e di camini
ritrovati in prospettive dilatate. I suoi paesaggi sono serene pennellate
adagiate sulla superficie della tela nella meridiana luminosità di autunni
appena venuti o di primavere appena sopraggiunte.
Barbara Vinciguerra (Critico d'arte)
(2001)
.... Altro tema che Costrini affronta con interesse sia nelle sculture, che nei
dipinti e nei disegni, è quello del ritratto o del nudo. Il nudo, sosteneva
Renoir " è una forma indispensabile dell'arte", così le sue donne sono
ritratte in interni e colte in atteggiamenti spontanei, accattivanti e
seducenti, le sue creature vivono pienamente la loro fisicità; anche questo è
il suo grande merito....
Mara Albonetti (Direttrice artistica, Galleria Il Canovaccio-
Studio del Canova,
Roma ) (2003)
.... Le ultime opere su Roma sono quelle che
preferisco, forse perché amo i luoghi che dipinge: il pulcino della Minerva,
lo scorcio del cortiletto di una vecchia casa con una bici appoggiata al
muretto rosso, Piazza Fontanella Borghese con gli ombrelloni bianchi.... Sono
dipinti bene eseguiti e pieni di una sottile poesia.
Armando Ginesi ( Prof. Emerito di Storia
dell'arte, Università di Macerata) (2005)
....Dopo avere scandagliato a fondo l'universo delle immagini
verosimili, ancorchè sempre , compiute, quasi esaustive, dettagliate al
pari del reale autentico che le ha ispirate, adesso Costrini sembra
decisamente volersi avviare lungo una strada nuova....da un punto di vista
formale l'immagine abbandona l'icasticità e di essa si fanno più sfumati i
contorni a vantaggio di una accresciuta poeticità del segno. Insomma è
come se la sua pittura dalle cose passasse ad interessarsi delle
atmosfere. Anche il colore compartecipa al processo di trasformazione, si
fa più caldo, più sostanzioso, ricco di vibrazioni interne alla sua nuova
dimensione materica. Il dettaglio assume il ruolo del protagonista e
racconta di sè, della ricchezza che contiene, del suo esistere, a
prescindere dal dato di verosomiglianza di cui è ( ma forse sarebbe meglio
dire era) parte. In qualche modo il realismo delle origini si sta avviando
verso una direzione che odora di astrazione....sulle vele diventate
pretesto formale per liberi e dinamici giochi di volumi e di colori, come
fossero tante "compenetrazioni iridescenti" di futurista e balliana
memoria....