Lettera ai giovani

 

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Alcune riflessioni:

1) Come sapete Giampaolo Pansa, che da l’impressione di essere rimasto affascinato dal mondo della R.S.I., dopo esservisi affacciato, ha raccontato la storia di un marò della Divisione “San Marco”  intitolandola I figli dell’aquila.

 Bene: io credo che tutti coloro che hanno appartenuto alla R.S.I. si sentano legittimamente “figli dell’Aquila”

2) Nel secolo XX un grande movimento, il Fascismo, ha cercato di cambiare il mondo creando “l’uomo nuovo”. Travolto dall’oro delle grandi demo-plutocrazie non è riuscito a cambiare il mondo. Ma l’ultima disperata battaglia combattuta dalla R.S.I. ha dimostrato che “uomini nuovi” erano nati.

3) Quegli uomini nuovi hanno continuato ad esistere e a conservare intatta quella essenza di valori di cui erano fatti. Essi hanno cercato, dopo il 1945, di continuare la battaglia in campo politico. Ma la “politica” come oggi viene intesa, è uno strumento inadeguato e va abbandonata.

4) Quegli uomini nuovi vivono conservando la memoria dei fatti relativi all’ultima battaglia, alla tragica conclusione della quale per essi la storia si è fermata. Ma essi vivono soprattutto conservando un patrimonio di valori e di ideali di cui la Patria avrà ancora bisogno. Essi studiano, approfondiscono, chiariscono. E frequentemente si ritrovano in luoghi significativi, a celebrare ricorrenze che sono riti quasi magici , a incontrarsi, a guardarsi negli occhi, a constatare che la “nuova umanità” non si è corrotta.

5) Essi invecchiano fisicamente e muoiono, ma non si estinguono. Anzi aumentano di numero. Perché altri “uomini nuovi” si aggiungono. Sono giovani che hanno assorbito il messaggio, sono giovani intrisi degli stessi valori e degli stessi ideali, sono giovani che sempre più numerosi partecipano a quegli stessi “riti”, che si inebriano delle stesse canzoni. Quei giovani siete voi.

6) E’inevitabile che i giovani desiderino soprattutto agire, che, quindi, continuino a pensare anche alla “politica” di oggi, che considerino la “stasi” degli anziani quasi una resa, una rinuncia alla lotta. Ma non è così. Lo studio della storia è azione, la conservazione della memoria è azione, la diffusione del messaggio valoriale è azione, la corretta informazione dei giovani tramite pubblicazioni o tramite internet è azione.

7) Ed è, questo, un isolarsi dal mondo, un vivere staccati dagli altri ? Assolutamente no. L’”uomo nuovo” vive immerso nel mondo di oggi e affronta la vita essendo rigorosamente coerente con i propri valori ed i propri ideali. Ed è questo il  modo migliore di testimoniarli e di diffonderli. Ed anche questa è azione.

8) Abbiamo bisogno di simboli ? Non ci immiseriamo con strane figure che non appartengono alla nostra cultura. Siamo figli dell’aquila. L’Aquila sul tricolore è il nostro simbolo.

 Vi saluto con affetto

                                                                                                                              Mario Pellegrinetti

 

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