I battaglioni di bersaglieri volontari

A Verona si costituì l’ “8° Rgt bersaglieri” che, poi, assumerà il nome di “ Reggimento bersaglieri volontari Luciano Manara” Ne assunse il comando il Col. Facchini. Per primo si costituì il Btg. MUSSOLINI (1), poi, con i volontari che affluivano, il 20/2/44 si costituì il MAMELI e il 20/5/44 il TOTI.  Il MUSSOLINI, che fu il primo a costituirsi subito dopo l’8 settembre 1943, fu il primo ad essere schierato, fin dall’ottobre 1943, nelle regioni orientali. Esso, cui fu imposto il nominativo numerico di servizio di 15° Btg. D.C. (Difesa Costiera), aveva il compito di difendere una trentina di chilometri della linea ferroviaria strategica che da Gorizia portava a Piedicolle e, poi, in Slovenia. Aveva sede a S.Lucia d’Isonzo ed era comandato dal Magg. Armando Cavalletti (poi rimasto ferito e sostituito dal Cap. Ennio Mognaschi). Sbarrerà fino all’ultimo il passo agli slavi, pagando un altissimo tributo di sangue. Si arrenderà ai partigiani slavi il 30 aprile 1945 e pagherà ulteriori tributi di sangue negli anni di prigionia nei campi iugoslavi.

 Il II Btg Mameli, comandato dal Magg. Vannata, poi dal Magg. Martinti e, infine, dal Cap. Martucci, si addestrò nei pressi di Forlì. Nel settembre la 1^ Cmp del Ten. Ilario Dani ebbe il richiesto privilegio di poter essere inviata al fronte. Inviata a Firenzuola, il 23 settembre ebbe il battesimo del fuoco sul Monte Cucco. Ebbe un comportamento eccellente e subì molte perdite. A fine ottobre fu ritirata a Verona per ricostituirsi. Nel dicembre 1944 anche la 2^ Cmp. del Ten. Calabrò fu inviata sul fronte appenninico e vi rimase, pur dimezzata, fino al febbraio 1945. Il 15 marzo la 1^ e la 3^ Cmp furono inviate nei pressi di Fornovo a integrare le forze della Div. Italia. E il 4 aprile la 1^compagnia (due plotoni), al comando del Ten DANI, fu inviata nelle immediate retrovie del fronte della Garfagnana e si battè valorosamente nella battaglia di Lunigiana, nell’ultima decade dell’aprile 1945. Il II Btg Mameli si sciolse nei pressi di Medesano il 28 aprile 1945.

 Il III Btg Toti rimase sempre a Verona. Infine si ritirò in Val d’Adige ove, un po’ prima di Trento, si sciolse.

 A Milano si costituì il 3° Rgt bersaglieri volontari,  composto di quattro Btg. più un reparto comando reggimentale Fin nei giorni immediatamente successivi all’ 8 settembre il Ten. Col. Dr. Alfredo Tarsia chiamò a raccolta i bersaglieri che non intendevano accettare la resa di Badoglio. Ad essi si aggiunsero anche soldati di altre armi e, in gran numero, molti studenti soprattutto lombardi. Il 10 ottobre fu già possibile formare i reparti che, oltre al detto reparto comando, furono i Btg. LI, XX, XXV, XVIII. Subito furono inviati in Piemonte, nella zona di Alessandria, per l’addestramento. Il 29 gennaio 1944 giurarono fedeltà alla RSI. Erano 5000 uomini.

 Il 15 febbraio il reggimento fu sciolto e i battaglioni divennero autonomi cambiando numero. Nell’ordine I, II, III, IV.

 Il 20 febbraio furono inviati in Liguria in funzione di difesa costiera. A fine agosto, però, il III Btg fu spostato sul fronte francese. Il I Btg, che si trovava a levante di Genova combattè fino all’ultime cartucce contro gli americani della 92^ Div. Poi fu pressochè distrutto negli ultimi scontri coi partigiani. Era il 27 aprile. Il II Btg si ritirò dal fronte francese e arrivò fino a Quagliuzzo in Piemonte. Qui si arrese al CLN il 3 di maggio. Il III Btg, che era schierato fra Varazze e Genova, si arrese agli americani fra il 28 e il 30 aprile. Il IV, che fu già schierato fra Rapallo e La Spezia, nel settembre 1944, con l’arrivo della Monterosa, fu inviato al fronte sud, sull’Appennino Bolognese. Al momento della ritirata si trovava a riposo a Noceto. Si ritirò fino ad Alessandria e qui il 28 aprile cessò di esistere.

 

NOTE:

(1) Nel marzo 1945 il Btg. “Mussolini” sembrò dover cambiare nome. Fu lo stesso Mussolini che ordinò di intitolarlo alla Medaglia d’Oro Stefano Rizzardi, trucidato dagli slavi nell’ottobre 1943. Ma una nobilissima lettera della madre di Stefano, contessa Elena Rizzardi, indusse il Duce a revocare quell’ordine.

 

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