Goffredo Coppola

 

 

Goffredo Coppola nasce a Guardia Sanframondi (BN) il 21 settembre 1898 da Pietro e da Maria Ricca. Prende la maturità classica a Benevento, si laurea in Lettere all’Università di Napoli e si specializza in quella di Firenze sotto la guida del filologo Girolamo Vitelli. Ancora studente è Volontario in Fanteria nella Prima Guerra Mondiale e dopo il congedo aderisce ai Fasci di Combattimento. Ufficiale e pluridecorato, nel 1940 combatte sul Fronte francese e nel 1941-1942 su quello russo con CSIR e ARMIR, rimpatriando per malattia.

Professore incaricato all’Università di Cagliari, l’1 dicembre 1934 ottiene la Cattedra di Letteratura Greca e poi quella di Letteratura Latina sempre all’Alma Mater di Bologna, della quale è Pro Rettore dal 24 novembre 1943 al 24 gennaio 1944 e Rettore. Filologo e papirologo (pubblica molte opere su detti argomenti, ma anche su grandi figure dell’antichità come Augusto, Aristofane e il suo teatro, Epicuro, Terenzio ed altri.) scrive per Riviste letterarie come Pegaso e Pan, dirette da Ugo Ojetti, e per i quotidiani CORRIERE DELLA SERA e IL POPOLO D’ITALIA.

Vice Segretario della Federazione PNF di Bologna sotto Angelo Lodini, viene arrestato dopo il 25 luglio 1943 insieme a Franz Pagliani ed Enrico Cacciari. Tutti e tre liberati dal carcere di S.Giovanni in Monte da militari tedeschi il 10 settembre 1943, subito fondano il PFR di Bologna all’Hotel Baglioni. con Walter Boninsegni e Guglielmo Montani. E’ tra i 200 iscritti che il 18 settembre in Via Siepelunga, eleggono Reggente del PFR il ventiduenne Tenente pilota Aristide Sarti. Questi resta in carica fino al 15 novembre 1943, poi si laurea in Economia il 27 marzo 1944 con la Tesi “Crisi del capitalismo e crisi della borghesia italiana” e torna a combattere con la 4ª Squadriglia del II Gruppo Caccia: il suo Me 109 viene abbattuto a Goito (MN) il 2 aprile 1945.

Il 7 ottobre 1943 da Bologna accompagna Leandro Arpinati nella visita a Mussolini alla Rocca delle Caminate (FO) e dal 15 ottobre, scrivendo l’intera prima pagina del n. 1 – X Legio PFR, dirige il quindicinale L’ASSALTO (è avvicendato da Leonardo Chiara e poi da Vittorio Donadeo).

A Brescia dal marzo 1944 è Presidente dell’Istituto di Cultura Fascista - ICUFA, riaperto a Roma in Piazza Cairoli da Alfredo Cucco anche per ospitarvi il Comitato Nazionale per la Sicilia.

Dal 29 gennaio 1944 aveva sostituito Camillo Pelizzi a CIVILTA’ FASCISTA, mensile stampato a Bologna da Poligrafici Il Resto del Carlino con Umberto Biscottini a capo della redazione, a Padova in Via Marsala. Il fascicolo 1 – 4 di aprile 1944 apre con le 9 pagine del suo scritto “esame di coscienza” che ha questo brano “Oggi che paurose oscillazioni scuotono dalle fondamenta il pensiero e il destino dell’Europa e minacciano l’entità uomo sulla quale riposano trenta secoli di civiltà europea, oggi più di ieri la nostra è dottrina di vita, la sola che permetta di raccogliere le sanguinanti reliquie del passato e di tramandarle in fecondo avvenire. L’Europa non sarebbe più Europa senza la Germania e senza l’Italia e più nulla sarebbero Italia e Germania senza l’Europa”.

Dieci suoi articoli pubblicati da quotidiani e riviste vengono raccolti in TRENTA DENARI, una delle Edizioni di Civiltà Fascista stampate in sedicesimo a Brescia dall’ICUFA. Il secondo articolo “Giuseppe e la politica” risponde alla difesa di leggi giudaiche da parte del Cardinale Schuster contro il primo articolo “Abramo e sua moglie” in CORRIERE DELLA SERA dell’1 ottobre 1944.

Nell’anno accademico 1943 – 1944 è uno dei 4 nuovi Rettori, insieme a Mauro Marsili Libelli a Firenze, a Giovanni Alfero a Genova e a Leonida Tonelli a Genova, nominati dal Ministro Biggini.

Concetto Marchesi, a Padova, è tra i Rettori confermati. Ma, costretto dal suo Partito (clandestino e comunista ) a rifugiarsi in Svizzera, viene sostituito il 2 marzo 1944 da Giuseppe Gola.

Allorché Bologna fu occupata dal nemico si ritirò a nord e, unitosi alla colonna di Mussolini, lo seguì fino a Dongo. Qui viene assassinato il 28 aprile 1944. Il suo ritratto, in toga e tocco, è appeso accanto a quelli dei Rettori che hanno governato dal 1797 l’Alma Mater di Bologna, sorta nell’XI Secolo.

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