Silvio Gai

 

 

 

Nasce a Roma il 5 agosto 1873.

Già alla fine del XIX secolo si occupa della nascente industria elettrica fino a creare, a Recanati, la Società Marchigiana di Elettricità che, con la costruzione di nuove centrali idriche e l’installazione di una efficiente rete di trasporto a distanza dell’energia, provvederà all’elettrificazione di tutta la regione Marche.

 Con l’avvento del Fascismo, egli, che vi aderì attivamente, divenne in breve il capo del Fascismo marchigiano.

 Nel 1922 fu Sottosegretario al Ministero del Lavoro nel primo governo Mussolini. E per due legislature fu deputato delle Marche.

 Nel frattempo, mentre continuava a ricoprire importanti incariche presso importanti aziende elettriche, si dedicò anche allo studio delle nuove fonti di energia: il petrolio e il metano. Per quanto rguarda il primo progettò un piano per la costruzione di grandi depositi interrati a prova di attacchi aerei. Per quanto rguarda il metano, resosi conto dell’importanza dello sfruttamento dei giacimenti presenti in Italia, promosse la costituzione dell’Ente Nazionale Metano del quale, nel 1940, fu nominato presidente. Nello stesso 1940 Silvio Gai fu nominato Senatore del Regno.

 Dopo l’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana e fu nominato Ministro per l’Economia Corporativa. Ma, pochi mesi dopo, per dissensi sul progettato trasferimento di industrie in Germania e per motivi personali, si dimise e fu sostituito il 1 gennaio 1944 da Angelo Tarchi.

 Dopo la guerra fu ancora attivo e si dedicò a un progetto per il riciclaggio dei rifiuti .

 Morì, a 94 anni passati,  il 2 novembre 1967 a Livorno.

 

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