Domenico Pellegrini Giampietro

 

 

 

Nasce a Brienza (Potenza) il 30 agosto 1899. Massone e nazionalista (comanda la legione “Sempre pronti” di Caserta), si arruola volontario nella prima guerra mondiale: tenente di fanteria, viene decorato con la medaglia d’argento. Si iscrive al PNF nel febbraio del 1922, è squadrista , fa la “marcia su Roma” ed è, insieme ad Alfredo Rocco, Bruno Spampanato e l’economista Beneduce, una delle figure di spicco del Fascismo napoletano.

 Laureato in giurisprudenza a Napoli e avvocato, dal 1934 è professore universitario di diritto pubblico comparato  e di storia e dottrina del Fascismo a Napoli. Negli anno trenta ricopre cariche di rilievo: è segretario dell’Unione interprovinciale credito e assicurazioni (1937-43), membro della Corporazione previdenza e credito (1934-43).

 Volontario nella guerra civile spagnola come capitano di fanteria (1936-1939) e poi nella campagna di Grecia (1941) con il grado di maggiore, viene ferito e decorato con due medaglie d’argento al valor militare. Rientrato in Italia è nominato membro del direttorio federale di Napoli e del direttorio nazionale (1942-43), segretario federale di Napoli, consigliere nazionale nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni e sottosegretario al ministero delle Finanze nel 1943, fino al 25 luglio.

 Nella seconda guerra mondiale, nel 1940-41 fu ancora volontario nella campagna di Grecia Albania subendo anche una invalidità.

 Dopo l’8 settembre 1943 aderisce alla RSI e viene nominato Ministro delle Finanze e anche degli Scambi e Valute, fino alla soppressione di detto dicastero, presto avvenuta. In questa veste si dimostrò veramente un grande Ministro. Difese strenuamente la nostra moneta anche contro il prepotere della Germania (fece subito ritirare, nell’ottobre 1943, i marchi d’occupazione emessi dopo l’8 settembre) e le nostre riserve auree. Fece riacquistare ai nostri titoli di Stato il loro valore effettivo e anche un valore superiore. Garantì la regolare compilazione e gestione dei bilanci che, nell’esercizio 1944, ebbero un’entrata di 380,6 miliardi e un’uscita di 359,6, con un avanzo di 20,9 miliardi. E nei primi mesi del 1945 le entrate superarono i due miliardi mensili e il ricorso alla stampa di carta moneta fu di soli 110,881 milioni rispetto ai 137,840 autorizzati.

 Fu, inoltre, Comandante della Brigata Nera speciale direttamente dipendente dal suo ministero e costituita nel settembre 1944.

 Subito dopo la guerra viene processato per collaborazionismo ma viene assolto. Nel 1949 si trasferisce prima in Brasile, poi in Argentina e in Uruguay dove fa il banchiere costituendo  grandi complessi bancari e dirigendo il quotidiano “Sintesi”. Tra i suoi scritti: Aspetti spirituali del Fascismo (1941) e il Memoriale L’oro di Salò (1958).

 Muore per infarto a Montevideo in Uruguay il 18 giugno 1970.

 

TORNA A GOVERNO

TORNA AL SOMMARIO

TORNA ALLA HOME