"Georgie" é un vero capolavoro, non ci sono altre parole per definire quest'opera.

 


 

 

Tutti conoscono questa storia, soprattutto grazie alla serie TV, quindi non mi sembra il caso di stare a parlare della trama e dei personaggi. Certo, il fumetto é molto, molto diverso dal cartone; é più "adulto". Per questo non voglio mettermi a raccontarne le differenze, vale proprio la pena di scoprirle da soli: non vorrei rovinare la sorpresa a nessuno!

Però questo manga mi é piaciuto talmente tanto che non poteva mancare dalle pagine di questa rubrica; così ho deciso di propinarvi le mie riflessioni su "Georgie".


                          

 

E' uno dei fumetti più belli che io abbia mai letto e sicuramente é quello che mi ha toccata e commossa di più in assoluto, tanto da farmi versare qualche lacrimuccia non solo la prima volta che l'ho letto, ma anche l'altro giorno, quando l'ho ripreso prima di scrivere queste righe. Alcuni potrebbero pensare che io sono solo una romanticona dalla lacrima facile, ma non é così ( be'... forse mi commuovo con una certa facilità....Ehi ! Ho solo detto" forse"!).

 

Si potrebbe anche dire che questo fumetto arriva dritto al mio cuore solamente perché mi riporta all'infanzia, al tempo in cui seguivo le avventure di Georgie in TV e, come tutte le bambine, sognavo di vivere anch'io un grande amore un giorno, proprio come la bionda ragazza australiana, dato che la sua storia era la più intensa e passionale che io avessi seguito fino ad allora ( avevo solo sette anni, che vi aspettavate!).

 

 

Certo questo contribuisce a rendermi tanto cara questa storia, ma non é affatto la causa principale del fascino che esercita su di me. Quello che la rende veramente preziosa sono l'intensità e la nitidezza con cui ci mette davanti, quasi brutalmente,  tutta la selvaggia tensione drammatica che permea la vita dell'uomo. Alcuni potrebbero vedere "Georgie" solo come una serie di disgrazie, ma io ci vedo un'allegoria della natura profonda della Vita ( ehm, che mi stia  facendo un po' prendere la mano?).

 

 

 

Mi spiego meglio. Nella vita di tutti noi arriva un momento in cui ci accorgiamo che stiamo inesorabilmente per crescere, che tutto cambierà e che dovremo affrontare tante cose nuove per cui non siamo preparati, perché fino adesso siamo sempre stati solo bambini (anche se spesso non  ci piaceva ammetterlo). Inspiegabilmente, in un determinato  momento, ci assale la consapevolezza che tra qualche tempo niente sarà più come è stato finora e che noi non saremo bambini mai più ( e questo a qualcuno fa anche piacere, ma sono certa che, al momento in cui ci se ne rende veramente conto, un brivido gelido corre pure sulla schiena di chi è più ansioso di bruciare le tappe , anche solo per un  impercettibile attimo).

 

E' un'esperienza scioccante perché per molti é la prima volta che la loro giovane vita si trova messa davanti alla vera Ineluttabilità, forse per questo spesso ci si dimentica di aver mai provato quel brivido.

 

 

 

L'infanzia è un periodo magico in cui guardando il nostro cartone preferito mentre sgranocchiamo il nostro snack preferito, magari in compagnia del nostro amichetto del cuore, siamo al settimo cielo. L'approvazione dei nostri genitori, la loro attenzione sono tutto ciò che ci serve e nell'abbraccio di mamma e papà conosciamo la felicità perfetta, senza alcun turbamento: siamo al centro del mondo.Una sensazione così calda, luminosa e levigata quale, dopo quel fatidico attimo di consapevolezza, non ne conosceremo più per molto tempo.

 

Già perché una volta capito che anche noi cresceremo, senza essere veramente preparati a quello che ci accadrà, senza che tutti i consigli, gli esempi, i sogni possano realmente prepararci, allora il mondo diventa confuso e perde in parte la sua magia. Allora capiamo che mamma e papà non possono proteggerci da tutto, non dal mondo esterno, non da noi stessi. Decidiamo che dobbiamo fare di testa nostra, anche se a volte c'è solo un ruggire di onde dentro e pensiamo che gli altri non le possano sentire,  o che non abbiano già sentito simili tempeste nella loro testa. Non accettiamo che gli altri sbaglino perché ciò implicherebbe che possiamo sbagliare allo stesso modo anche noi, così non ascoltiamo i consigli che, inconsapevolmente, continuamente chiediamo, perché crediamo di essere i soli ad avere la chiave.

 


 

E a volte è vero, ma a volte no. Ma non  possiamo realmente preoccuparcene perché per la prima volta la responsabilità delle nostre scelte ricade su di noi. E pesa _ perché abbiamo capito cos'è l'irreversibilità, cosa vuol dire non poter tornare indietro, dato che anche a provarci niente sarà più come prima: non saremo bambini mai più. 

 

 

Non è che sia un male, è solo che proviamo sensazioni nuove e spiazzanti e quello che andava bene prima, adesso non basta più e non si sa bene con cosa sostituirlo. Naturalmente poi lo si scopre, con il tempo e i tentativi; e le onde si placano e l' oceano in tempesta diventa una spiaggia bagnata da una calma risacca sotto il sole tiepido.

 

 

 

Si, va bene,vi starete dicendo, ma cosa c'entra tutto questo con "Georgie"?


 

 

Be', forse non a tutti appare proprio "evidente" ( o forse è solo nella mia mente malata!) , ma   "Georgie" rappresenta tutto questo processo con una vicenda esemplare: la vediamo bambina, allegra e spensierata,  mentre gioca con i suoi fratelli il mondo diventa magico e loro vivono i loro momenti di felicità perfetta. Con questo non voglio dire che i bambini siano tutti felici, che non abbiano problemi né pensieri, o che vedano tutto rosa; neanche i bambini più fortunati. Non ho una visione così riduttiva e naif dell'infanzia, sto solo cercando di dire che da piccoli siamo in grado di provare una felicità omnipervasiva, che rappresenterà il nostro modello con cui confrontare le diverse sensazioni di felicità che proveremo in futuro (o qualcosa del genere), e che è probabilmente per questa specie di "imprinting emozionale" che spesso questo periodo suscita una dolce nostalgia.


 

 

La stessa Georgie soffre per il suo brutto rapporto con la madre, ma questo non la affligge mentre gioca con i suoi fratelli, né la porta a schierarsi contro la donna, non finché l'Ineluttabile non compare nella sua vita.

 

 

Ovviamente la crescita e la presa di coscienza sono processi graduali, e tutto comincia, per Georgie, quando incontra Lowell ( che a me non è mai piaciuto gran che, neanche quando avevo sette anni: ho sempre fatto il tifo per Abel!). Allora Georgie si rende conto che qualcosa sta cambiando e che quello che aveva prima non le basta più, e sa che questo ha qualcosa a che fare con Lowell, ma non sa bene come.

 

Quando comincia a capirlo, ecco che tutto cambia per sempre! Ovviamente nel caso di Georgie assistiamo ad una vera tragedia, perché nel frattempo anche i suoi fratelli sono cresciuti ed hanno commesso l'errore di litigare per lei davanti alla madre (certo, se non lo avessero fatto non ci sarebbe stata questa storia!). La donna comincia a temere per i suoi figli e, quando vede Georgie con Lowell, prende la cosa come un tradimento nei confronti della sua famiglia, o, più verosimilmente, si rende conto delle conseguenze che la cosa avrà su Abel e Arthur e di come ciò finirà per distruggere comunque la famiglia che aveva costruito durante tutti quegli anni. Presa dal panico e dalla rabbia perde il controllo e butta in faccia alla povera, inconsapevole ragazza tutta la verità sulle sue origini. Infine, per chiudere in bellezza, la caccia brutalmente di casa. Georgie è ovviamente sconvolta e per la prima volta cerca di opporsi a quella che ha sempre considerato sua madre.

 

 

La nostra eroina, dopo essersi ripresa dallo shock e da tutto quanto è seguito all'infausta rivelazione, cerca consiglio presso lo zio Kevin, ma ben presto si rende conto che nessuno può aiutarla e che deve prendere da sola le decisioni riguardo al suo futuro e portarne da sola tutta la responsabilità, perché non può restare semplicemente in attesa, né può più tornare indietro.

 

Il senso di ineluttabilità e irreversibilità è fortissimo in queste pagine, accompagnato da un'atmosfera di destino incombente e di salto verso l'ignoto. Yumiko Igarashi riesce creare una fortissima tensione drammatica senza scadere nel sentimentalismo e negli eccessi: è veramente brava.

 

Quando Georgie salpa verso una terra che le è sconosciuta e aliena (lì è inverno, mentre da lei è estate!) noi ci sentiamo trascinati di peso dentro la vicenda e affamati di scoprire come andrà a finire. E non c'è bisogno di  scene strazianti o introspettive per farci capire quello che lei sta provando, perché il suo viaggio è anche una metafora di quello che tutti noi abbiamo compiuto attraverso il mare della nostra adolescenza.

 

 

 

Spero di aver spiegato abbastanza chiaramente la mia assurda affermazione iniziale!

 

 

 

Ovviamente questa intrigante vicenda non illustra soltanto il passaggio all'età adulta, ma anche altre esperienze della vita dell'uomo. (N.B.: non continuare a leggere se non hai già letto il fumetto, non vorrei svelarti sorprese scottanti!!!!)

 

Ad esempio l'Ingiustizia.

 

Una cosa molto difficile con cui scendere a patti nella vita è (o almeno per me lo è)  che non sempre otteniamo quello che ci saremmo meritati, che non è vero che facendo la cosa giusta (eticamente e moralmente corretta, intendo) saremmo ricompensati e puniti facendo quella sbagliata, che non è detto che chi ci fa un torto la pagherà, anzi, magari ne trarrà pure un bel vantaggio che a noi sarà negato, e così via.

 

Quando una di queste cose mi accade, mi imbestialisco sul serio e mi viene una gran voglia di prendere a pugni qualcuno, di pestare i piedi per terra, di gridare come un'isterica "non è giusto, non è giusto, non è giusto!!!" e mi sento frustrata e piena di energia negativa perché so che tutto questo è inutile, ma che è anche tutto quello che posso fare!

 

 

 

 

Sicuramente tutti ci siamo sentiti così dopo essere stati colpiti dall'Ingiustizia (anche se molto probabilmente pochi danno in escandescenze come faccio io!).

 

Leggendo la parte finale di Georgie ho provato questi sentimenti con la stessa forza che se tutte quelle cose orribili fossero successe a me, con la stessa intensità con cui avrebbe potuto provarle la nostra eroina ( se fosse esistita, ovviamente!) e nella mia mente urlavo a squarciagola:

 

"NON E' GIUSTO che abbiano reso Arthur un eroinomane!!!

NON E' GIUSTO che lui non riesca a fare niente per ribellarsi !!!

NON E' GIUSTO che Abel prenda il suo posto!!!

NON E' GIUSTO che Abel e Georgie, dopo aver sofferto tanto, debbano separarsi proprio quando cominciavano ad essere felici insieme!!!

NON E' GIUSTO che Abel paghi per un guaio in cui si era cacciato Arthur!!!

NON E' GIUSTO che Georgie si accorga di amare Abel proprio quando sta per perderlo!!!

NON E' GIUSTO che Abel muoia proprio quando avrebbe potuto realizzare il suo sogno!!!

NON E' GIUSTO che Abel venga ucciso proprio quando erano riusciti a salvarlo!!!"

 

 

In nessun altro manga ho mai provato una sensazione così forte, forte rabbia e forte rimpianto: devo fare ancora i miei complimenti a Yumiko Igarashi.

Naturalmente non devo farglieli solo per questo, ma anche per i suoi splendidi disegni !! I personaggi, le ambientazioni; ogni tavola è incredibilmente accurata in tutti i particolari e realizzata con assoluta maestria, altrimenti non riuscirebbe mai a comunicare emozioni tanto forti!

 

 

Un altro aspetto che vorrei sottolineare e per cui vorrei fare i complimenti all'autrice è la complessità del carattere di Georgie, che la rende un personaggio a tuttotondo, veramente umana e credibile. Soprattutto vorrei spendere due parole sulla sua indipendenza, cosa che rende onore a ogni donna, data anche l'epoca in cui è ambientato il fumetto. La dolce australiana nasconde infatti una grande personalità e forza di carattere, tant'è che non permette mai a nessuno ( in generale, e a nessun uomo in particolare!) di decidere per il suo destino, anche se quasi tutti ci provano: prima Abel, quando le confessa il suo amore e, senza neanche aspettare la sua risposta, ha già deciso quando si sarebbero sposati, dove avrebbero vissuto e quanti figli avrebbero avuto; poi Lowell che vorrebbe chiuderla nella sua villa di Lowood e farla comportare secondo le sue aspettative.

 

Ma Georgie, per quanto sola, confusa, bisognosa di rifugio e protezione possa essere, non cede mai a queste pressioni e, pur restando sempre dolce, conciliante e premurosa, va avanti per la sua strada e a modo suo, riuscendo sempre a cavarsela contando sulle proprie forze e su un po' di fortuna. Tutto ciò è esemplificato, tra l'altro, dalle vicende che la portano a lavorare come sarta, seguendo la sua passione per il cucito e il suo spirito creativo per guadagnarsi la sua indipendenza.

Io sono forse un po' femminista e ho apprezzato ancora di più questo personaggio proprio per questo motivo!

 

 

Ci sono ancora molti spunti interessanti in questo fumetto che mi hanno fatta riflettere, ma mi rendo conto che sto scrivendo un "pappardone" immane e non un articoletto per una rubrica di fumetti, perciò è meglio finirla qui. Se anche a voi questo manga è entrato nel cuore, sarei ben lieta di sapere cosa ne pensate e se condividete qualcuna delle mie riflessioni e di sentirne qualcuna delle vostre _ vi basterebbe mandarmi un'e-mail cliccando  sul mio "nome" qua in fondo!!!! ( e mi renderete molto felice!!!)

 

 

Prima di chiudere con "Georgie" però volevo sottoporvi un quesito per me veramente spinoso:

la questione non è tanto se Georgie abbia fatto bene o meno a riportare con l'inganno Lowell da Elise, contro la sua esplicita volontà, pur di salvargli la vita. Anch'io al suo posto avrei fatto la stessa cosa. Avrei sofferto molto, ma non avrei sopportato di veder morire la persona che amavo se solo avessi potuto fare qualcosa per salvarla: la vita è il bene più prezioso che abbiamo!

Il punto invece è se io, fossi stata Lowell, l'avrei perdonata per aver tradito le mie scelte ingannandomi, senza chiedere la MIA opinione sulla MIA vita!! Se l'avrei perdonata per non avermi permesso di vivere, anche se per poco, nel modo che IO avevo scelto per ME con tanta fatica!! Se l'avrei perdonata per non avermi permesso di VIVERE la vita che io consideravo degna di essere vissuta, non importa quanto breve sarebbe stata,  per avermi impedito di MORIRE per quello in cui credevo!!

 

 

Nel fumetto sembra che Lowell la perdoni, che capisca il profondo amore che l'ha guidata e la grande sofferenza che deve esserle costato riportarlo dalla sua rivale. E' molto bello che lui reagisca così, che metta il vivere al di sopra di tutto e che voglia che Georgie viva la sua vita con tutto l'entusiasmo di cui era capace quando stavano insieme. Ed anche che non sia geloso che lei abbia messo da parte il loro grande amore, dato che pure lui sta cercando di fare lo stesso, guidato dalla riconoscenza e dall'affetto che, comunque, aveva sempre provato, nei confronti di Elise.

Ma nel cartone le cose vanno diversamente. Lowell non la perdona e si sente profondamente tradito dall'unica persona che abbia mai veramente amato. Quando si rincontrano, lui è mezzo ubriaco, e pare che lo sia spesso per annebbiare un dolore e un rimpianto che lo consumano, per allontanare il ricordo dei momenti passati con Georgie, tanto belli da far male. La accusa di non aver rispettato la sua volontà e di averlo condannato a un'esistenza che aveva rifiutato con tutto se stesso. La accusa di averlo reso schiavo di Elise, incatenato da un debito troppo grande per poter saldato. Le dice di disprezzarla, ma è chiaro che sono parole dettate dal desiderio di stare ancora con lei e dal fatto che lei ha messo da parte il loro grande amore per vivere una nuova vita piena di cose belle (infatti nel cartone nessuno muore, Arthur viene liberato con successo, Georgie ritrova suo padre e, da che non aveva più nessuno, si ritrova di nuovo con una famiglia piena d'amore per lei!). Per Lowell tutto questo NON E' GIUSTO ( ed ha pure ragione, direi!), così si sente tradito e annichilito dal peso dell'Ingiustizia, che gli infonde, come sempre fa, solo tanta rabbia e un senso di schiacciante impotenza.

 

Io ho paura che avrei reagito nel secondo modo, anche se è certamente quello "sbagliato"!!!!

 

 

Lodo la la pazienza di chi è riuscito ad arrivare fino alla fine del mio "pappardone" e mi aspetto che, a questo punto, risponda anche al mio spinoso quesito!