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cogito ergo sum!!

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L'idea che che dà origine ad  un progetto è difficile da analizzare, ciò che posso dire è che dipendente fortemente dalla cultura, dalle percezioni e dai desideri espressivi del singolo progettista.

La cultura, non solo in senso architettonico, la percezione dello spazio ed il desiderio espressivo, possono sinteticamente considerarsi come gli elementi generanti l'idea di un progetto architettonico. La loro combinazione, che io chiamo "creatività", é il  "motore di elaborazione" del Progettista.

Sperando che mi abbiate fatto passare senza troppe ingiurie queste prime "sciocchezze" vorrei ora analizzare in modo  più ampio i tre elementi generanti...l'idea.

La cultura architettonica di un progettista che si rispetti non è, in primo luogo, nozionistica. Egli guarda con occhio speculativo quasi invidioso le architetture che gli altri hanno realizzato.Cerca di "carpirne" la meccanica, la metodologia progettuale,le soluzioni tecnologiche ed espressive.Si domanda sempre, spesso inconsciamente, ma  "come diavolo a fatto a fare una cosa così bella!". E' questo approccio che fornisce al progettista la cultura Architettonica che, indiscutibilmente, inserisce nei suoi progetti, sia all'inizio che durante tutto il suo "percorso formativo". Accanto a questa "cultura architettonica speculativa" (passatemi il termine per favore!!) giace anche la cultura in senso più ampio, che dipende dalla società e dai costumi in cui si vive, dalle passioni artistiche, dalle letture,dall'ambiente e dalla esperienze sociali, cioè da tutto quello che fa ogni uomo diverso dagli altri.

Molti pensano che la percezione dello spazio sia uguale per tutti, poiché tutti conosciamo lo spazio nelle  tre dimensioni, ciò è palesemente vero, ma lo percepiamo in modo differente se, per esempio, è colorato.Una stanza 3x3x3, un cubo per intenderci,dà ad ogni persona una percezione a volte anche molto divergente se è nera, se è verde o blu, o se ha una parete con una apertura. In tutti i casi però, lo spazio cartesiano è sempre di 27mc.Questa osservazione vuole sottolineare come lo spazio che un progettista ha in mente non è fatto solo di dimensioni cartesiane, ma contiene la "percezione dello spazio" che vorrebbe creare.

Mentre i due elementi che ho esposto, nella mia visione di "idea del progetto" sono perlopiù astratti e poco visibili (a meno che non si abbia occhio e cuore molto allenato!) il desiderio espressivo, chiamato "stile" o "corrente architettonica", "moda" o "tendenza" (fate voi!!), è sostanzialmente l'involucro, il contenitore, la "matita mentale di riferimento" (se mi passate anche questa siete grandi!!), con cui si dà forma all'idea.

Potrei darvi moltissimi esempi di come uno "stile" (è un termine che odio perché è banalmente asettico)  sia l'espressione di una "cultura dello spazio architettonico", spesso anche simile.Uno eclatante, il modernismo delle opere di Le Corbusier o Terragni, per essere nazionalista, ed il classicismo dell' architettura Greca o Romana.Stessa percezione dello spazio, ma con una diversa cultura e desiderio di espressione.

                             Analisi        "processi"

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