a chiesa e la sua storia
l'organo e il suo restauro


Martedì 18 Luglio: La morte di Don Franco

DON FRANCO CI HA LASCIATO

Lo scorso 18 Luglio 2000 si è spento Don Franco Fusetti, Prevosto della nostra Parrocchia, stroncato da un male che negli ultimi tempi aveva minato il suo fisico, ma non la sua mente e la sua grande volontà di lavorare. I funerali si sono svolti Giovedì 20 Luglio, alla presenza di più di un migliaio di fedeli che hanno così ricordato i 14 anni del suo servizio nella nostra Parrocchia. Le esequie sono state celebrate da Monsignor Giovanni Giudici, Vicario Generale della Diocesi, dai sacerdoti delle Parrocchie del Decanato di Bollate, delle Parrocchie di Sesto San Giovanni e Legnano, dove Don Franco aveva esercitato il suo Ministero. La sua salme è stata tumulata nel nostro cimitero nella Cappella dei Sacerdoti.

Ha lasciato tutti i suoi averi alla Parrocchia di S. Martino. Di seguito potrete leggere un passo tratto dal Testamento di Don Franco.

 

Sabato 6 novembre per i 100 anni dall'ultima consacrazione della chiesa S. Martino
IL CARDINAL MARTINI A BOLLATE (da "Insieme" - Marzo 1999)
Cento anni fa, l'11 novembre 1899, il cardinale Andrea Carlo Ferrari, ora beato, consacrò solennemente la nostra chiesa parrocchiale di
San Martino.
Non si trattava della prima consacrazione nella storia del principale edificio di culto della nostra città: la parrocchiale infatti risale,nel suo
nucleo primitivo, al X-XI secolo, come attestano i documenti dell'archivio plebano e i resti romanici, ancora visibili dall'oratorio maschile,
dell'antica torre campanaria. Nel 1899 si riconsacrava la chiesa dopo un'opera di ampliamento, durata quattro anni, che le aveva dato,con
l'aggiunta del presbiterio, la struttura attuale. Testimonianza di quei lavori sono ancora oggi le due lapidi presenti nel coro della chiesa,
dietro l'altare maggiore.
Per celebrare l'importante ricorrenza giungerà a Bollate il cardinale Carlo Maria Martini, che presiederà la Messa vespertina di Sabato 6
novembre, vigilia della festa votiva di San Martino.


PATRONALE DELLA MADONNA DEL ROSARIO - 3 ottobre 1999
Questa tradizionale processione con la statua della Madonna del Rosario nella festa patronale, le cui origini si perdono nei secoli passa-
ti, quest'anno acquista una luce particolare per due avvenimenti che ci toccano da vicino.
Tra qualche settimana ricorre il centenario dell'ultima consacrazione della chiesa San Martino ad opera del beato Card. Ferrari, dopo il
rifacimento e I'allargamento di una struttura che fu realizzata attorno all'anno mille: e il nostro Arcivescovo sarà tra noi il 6 novembre per
ricordare e rivivere questa ricorrenza, a lui presenteremo la cappella San Francesco che e un recente lavoro per la valorizzazione della
nostra chiesa.
E in secondo luogo, questa è I'ultima processione della patronale prima della conclusione del millennio che ci introduce nell'anno giu-
bi lare della nascita di Cristo a Betlemme, che ha visto la presenza determinante della Madre di Gesù in quel misterioso ed affascinante
momento della venuta del Signore in mezzo a noi e all'umanità.
Pero il problema non è solo la costruzione materiale della chiesa da curare e seguire sempre nel corso degli anni: è soprattutto quella del-
la chiesa fatta dalle persone, dalla comunità che nei secoli qui ha alimentato la sua tede, che dobbiamo vivere e trasmettere anche oggi,
specie alle nuove generazioni che costruiranno il futuro della nostra città.
Su "Insieme" troviamo due frasi significative: "Una sfida per la comunità di Bollate - nei mutamenti della storia mantenere intatta la
fede
" , "1899 - 1999 Recuperare il nostro passato per orientare il nostro futuro".
La fede per molti è un libro di favole e troppi crescono ancora con idee infantili sul cristianesimo: per cui basta l'impatto con il mondo
del lavoro, con la scuola superiore, con gli amici che la pensano diversamente o qualsiasi altro ostacolo per far franare un'esperienza re-
ligiosa non basata su autentiche convinzioni riguardanti Cristo e l'influenza della sua proposta sulla nostra vita di ogni giorno.
E' sintomatico quello che ho trovato nel "Cronicon" della parrocchia scritto a mano dall'allora prevosto don Carlo Elli, nel 1947,: "La vi-
ta cristiana scade sensibilmente. Ciò che impressiona di più è la freddezza anche dei buoni e /e poche nascite". Parole che fanno pensa-
re anche per il fatto che descrivono la realtà di 52 anni fa: non c'è niente di nuovo sotto il sole e i problemi, anche nel campo spirituale di
una comunità, non sono solo di oggi, ma sono sempre presenti nel cammino di una parrocchia.
Allora non ci meraviglia più quello che dice il nostro Arcivescovo nella sua ultima lettera pastorale: "La violenza e l'odio prendono il
posto dell'amore a la sopraffazione quello della giustizia ... non c'è più gioia, specialmente Ià dove il cuore dai credenti sembra es-
sersi arreso all'evidenza del male, dove manca l'entusiasmo della vita di fede…/a mediocrità avanza, il calcolo egoistico prende il
posto della generosità ... rischiamo, in un mondo consumistico, in cui sembra che sia possibile comprare tutto con il denaro, di la-
sciarsi illudere dall'effimero e non deciderci invece per ciò che vale e costa sacrificio ... dobbiamo superare l'individualismo, pur-
troppo così diffuso anche tra i cristiani: veniamo condotti a riscoprire il valore del 'noi' nella nostra vita, tanto a livello di comuni-
tà ecclesiale quanto nelle singole comunità familiari e in tutte le forme in cui, come credenti, ci troviamo a vivere la relazione con
gli altri" .
E' significativa quell'espressione "riscoprire il valore del 'noi' nella nostra vita" ai diversi livelli: questo ci richiama all'impegno anche
per la nostra città, il cui futuro ci coinvolgerà tutti, specie le nuove generazioni, che vanno educate al rispetto degli altri e delle cose de-
gli altri, e non vanno difese ad oltranza.

Bollate oggi non ha quei drammatici momenti di alcuni anni fa, quando sparatorie, omicidi, gesti di violenza, spesso tragica, segnavano
pesantemente la vita delle persone, che si sentivano dire di abitare nella "Palermo del Nord".
Ce ancora una notevole microcriminalità fatta di furti, di scippi, di fenomeni di usura più diffusi di quanto non si creda e di altre realtà
negative che creano disagio ed insicurezza tra i cittadini: si richiede che le forze dell'ordine siano sempre più vigili e presenti sul territo-
rio per controllare questa fonte di preoccupazione e di rabbia.
Si sono svolte in questo anno le elezioni comunali. Chiediamo ai responsabili dell'amministrazione della città di essere sempre più atten-
ti alle situazioni che coinvolgono certe fasce della popolazione.
II mondo dei ragazzi e dei giovani ha bisogno di essere aiutato nella sua crescita con mezzi idonei a questo fine, verificando e modifican-
do - se del caso - iniziative del passato.
II mondo degli anziani, come tutto il campo assistenziale, va sostenuto con vigore ed intelligenza creativa: se è fonte di legittima sod-
disfazione il fatto che la costruzione della casa per non autosufficienti è quasi terminata e sarà una realtà operante nel prossimo anno,
bisogna però ampliare il servizio per gli anziani con una più diffusa assistenza domiciliare, con i pasti portati nelle case, con luoghi di
incontro nella giornata spesso segnata dalla solitudine.

Si accresce sempre più anche la presenza di persone straniere nella nostra città: molte in situazione di difficoltà e provenienti da diver-
se nazioni assillano la nostra "Caritas", i sacerdoti e le suore con le loro richieste di interventi immediati o a lunga scadenza, come la ca-
sa e il lavoro. Alcune sono senza permesso di soggiorno, altre sono coinvolte sempre più pesantemente nella criminalità che segna Mi-
lano e il suo hinterland.
Se è un impegno da parte nostra quello dell'accoglienza, nelle diverse forme, dinanzi ad un fenomeno sempre più diffuso ed irreversibile,
e anche doveroso richiamare con forza queste persone ad un'integrazione che consiste soprattutto nel rispetto non solo degli altri e del-
le cose degli altri, ma anche di quelle norme di convivenza che segnano il nostro cammino civile e religioso, codificatesi nei secoli.

Negli scorsi mesi si è svolto anche il referendum riquardante I'autonomia di Baranzate. Fedeli al principio enunciato due anni fa in
questa occasione deI rispetto delle scelte libere che sarebbero state fatte, oggi anche noi parroci della città esprimiamo liberamente al-
cune considerazioni:

Siamo stati contenti che non siano stati coinvolti nel voto nè il centro nè le altre frazioni di Bollate: cosi si e svitato il rischio di tensioni e divisioni nell'intera città; e insieme la scelta fatta porta come conseguenza che la responsabilità totale cade sugli abi-
tanti di Baranzate che domani, solo loro, saranno approvati o disapprovati dai loro figli.
Ora spetta alle autorità regionali, dopo la votazione favorevole alla separazione espressa a larga maggioranza dai baranzatesi, prendere con responsabilità le opportune decisioni
Ci sia permesso, dopo lo svolgimento delle operazioni di voto, prima delle quali tutte le comunità ecclesiali si sono astenute da
ogni ingerenza o intervento di qualsiasi tipo, di esprimere come parroci il nostro rammarico perchè le due parrocchie di Baranzate
sono profondamente e cordialmente inserite nel cammino ecclesiale di tutta la città e I'apporto che quella frazione ha dato a Bolla-
te nella sua esperienza civile entra in quell'orizzonte di comunione e collaborazione che deve segnare la strada di una vera comu-
nità tesa al bene comune.

C'è poi il problema della nuova parrocchia oltre la ferrovia: come e scritto su "insieme", il terreno è stato assegnato all'unanimità dal
Consiglio Comunale in diritto di superficie a tempo indeterminato. Ora si attende che intervenga la Curia diocesana perché si tratta della
costituzione di una nuova parrocchia e della costruzione delle sue strutture, realtà che non competono alla parrocchia San Martino, la
quale non è in grado di affrontare queste gravose responsabilità. Ne parleremo anche all'Arcivescovo quando, tra un mese, verrà nella
nostra comunità.

E alla Madonna del Rosario, nostra patrona, affidiamo noi stessi, le nostre famiglie, le giovani generazioni, gli ammalati, i nuovi abitanti
venuti nella nostra maxiparrocchia e tutta la città.
Chiediamo a Maria che si attuino anche a Bollate alcune attese indicate dal Card. Martini in un suo scritto, quando parla di come sog-
na la vita di una città
:
"Sogno una città e sia luogo adatto al riconoscimento di sè come persona, dove ciascuno avverta di 'abitare' davvero a la cui sto-
ria sia visibile anche nelle sue costruzioni, nelle strade, nei suoi spazi, Una città capace di trarre dal suo tesoro cose nuove e anti-
che, per custodire ciò che il passato ha di prezioso e proiettarsi coraggiosamente verso un domani ormai alle porte.
Sogno una città capace di riconciliare passato e futuro, rinsaldata da uno stabile patto intergenerazionale, innamorata della vita
e del suo affascinante mistero
e, perciò, attenta - con ogni intervento economico, sociale, edilizio, urbanistico, legislativo - ad acco-
glierla e a promuoverla con amore in ogni suo stadio e situazione, dal suo sorgere al suo tramontare.
Sogno una città giovane e solidale, "Giovane" nei suoi abitanti, per l'intraprendenza nel far fronte ai problemi nuovi della società,
per l'entusiasmo e l'iniziativa nella progettazione dell'avvenire, "Solidale" perché in grado di rispondere, con l'apporto di tutti e
senza inutili conflittualità, al disagio dalla disoccupazione, alla sfida incombente di un nuovo modello di sviluppo economico, al
preoccupante diffondersi di forme antiche e nuove di povertà
".

La Madonna aiuti tutti nel cammino verso questi traguardi tanto affascinanti quanto impegnativi.


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