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Racconti

.....questa è la sezione dedicata ai racconti di pesca: penso infatti che ciascun pescatore abbia vissuto una esperienza speciale, magari solo per lui, ma che gli è rimasta dentro ed ha aumentato il suo amore per questo sport, a volte duro, spesso ingrato ma sempre un po' magico.

 

il frate

Ho iniziato a pescare tardi, a 23 anni, ma ho iniziato come tutti, con la canna di papà, una due pezzi in fenolico acquistata in Svizzera nel '72 per i lucci del lago di Uster, con un mulinello rumorosissimo ed un allucinante 0.50 giallo.

Ricordo quel mattino di giugno, la strada illuminata dai fari storti della mia Regata, il saporaccio in bocca delle troppe sigarette e del poco sonno del sabato notte. Dietro una curva vidi un frate che camminava con una grossa valigia verso il paese che mi lasciavo alle spalle. Mi fermai, tornai indietro, - Padre, non si preoccupi sono un pescatore, salga che l' accompagno-.

Dieci minuti dopo mentre il frate aspettava l' autobus delle sei, io intravidi l' ombra scura del mio lago. Iniziai a camminare lungo le sponde fino al posto dal quale iniziare a pescare e puntuale, col sole, partì anche il mio primo lancio. Neanche cinque metri di recupero e il mio artificiale si bloccò secco: è lui !, pensai tra me, è il luccio che ho sempre sognato, grazie frate.

Il sogno durò un' istante e si infranse contro l' immobilità del tronco che aveva stoppato il rotante.

Si inizia tutti così, con tanto entusiasmo e poche cose e quello che il tronco mi portò via era l' unico rotante che avevo con me, mi restava solo un pesciolino finto, leggerissimo, illanciabile con la mia attrezzatura. Ma quello doveva essere un mattino speciale ed in una tasca trovai alcuni piombi con cui zavorrai l' artificiale.

Continuai a lanciare il mio armamentario per un' altra oretta e con l' alzarsi del sole maturava la "piacevole" sensazione dell' ennesimo "cappotto" quando di colpo passando sopra delle alghe il mio artificiale incaglio in un black ferocissimo che resta il mio record personale con 1.5 kg. Ti rispetto pesce, gli dissi una volta portatolo a riva, ma voglio un luccio...

E luccio fu, usci dalle canne come un missile, con quelle cacciate a galla che ti mandano il cuore in gola, tirò, strattono puntò sotto i miei piedi e poi a destra fino a sfinirsi. Tale fu la felicità che lo misi nel bagagliaio senza slamarlo ( mi scusino i sostenitori del catch end release) buttai dentro la canna col luccio attaccato ancora quasi per paura che potesse dileguarsi...

Sono passati diversi anni, pesco con canne in carbonio super alto modulo, fili trecciati e decine di artificiali ma l' emozione di quel mattino non l' ho più provata, per quegli attimi, grazie frate.