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PARROCCHIA SS. FABIANO E VENANZIO
.....LA SUA
STORIA
In
questa pagina, abbiamo riportato alcuni cenni sulla storia di questa Parrocchia Romana.
Purtroppo non esistono molti atti ufficiali che possano meglio illustrare l'aspetto
cronologico della sua esistenza, ma la memoria dell'uomo e le persone che hanno avuto la
possibilità di raccoglierla, ci hanno permesso di potervi raccontare questa storia. A tal proposito navigante ti chiedo di aiutarci ad arricchirla di particolari, di notizie e immagini che la rendano maggiormente bella da leggere e da immaginare. Per fare questo è sufficente ascoltare chi la vista, con i propri occhi, nascere o anche solo cambiare nel tempo. I nostri nonni, o persone anziane che vivono nella nostra Comunità da molti anni, possono avere molto da dire. A loro potrebbe far piacere raccontare della loro gioventù e degli anni trascorsi tra le strade e i prati di questo pezzetto di Roma, e chi ascolta potrà conoscere meglio la storia e il luogo in cui vive. Tutti i racconti, le foto e testi che parlano delle nostra Parrocchia potete portarli presso la nostra segreteria oppure spedirli via E-mail al nostro indirizzo: ssfabianoevenanzio@libero.it |
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MEMORIE PER UNA STORIA DI SS. FABIANO E VENANZIO
Là c'è qualcosa in più, l'unisono degli spiriti,
l'accordo delle anime, il legame della carità, la preghiera dei sacerdoti".
Nel 60° anniversario della nostra Parrocchia, ringraziando il Signore per il cammino
effettuato, cercheremo di ripercorrere in più tappe le pagine della nostra storia; forti
del nostro passato e fiduciosi verso il nuovo millennio.
Prati, vigne, canneti, qualche casetta sparsa lungo l'acquedotto, e poche strade fangose
rappresentavano, nei primi anni del secolo, la meta per una "camminata fori de'
porta" in quello che sarebbe presto diventato il nostro quartiere.
La popolazione cresceva notevolmente di anno in anno sino a raggiungere, allinizio
degli anni trenta, il numero di trentamila abitanti.
Pio XI, nell'udienza del 17/11/1933, concesse al Card. Vicario Francesco Marchetti
Selvaggiani la facoltà di procedere all'edificazione della nuova chiesa.
Il Cardinal Vicario, poiché per la costruzione ci sarebbe voluto ancora tempo, chiese
alla generosità delle "Gianelline" di ospitare provvisoriamente la Parrocchia
nella loro cappella intitolata a S.Maria dell'Orto.
Il "battesimo" della Parrocchia, l'avvento del 1° Parroco, l'apertura dei
Registri parrocchiali quindi avvennero al" Gianelli".
Una solenne processione guidata dal Segretario del Vicariato Mons.
Francesco Pascucci e dal 1° Parroco Don Virgilio Caselli, il 14/8/1936,accompagnò in
preghiera Gesù Eucaristico dal "Gianelli" ai SS.Fabiano e Venanzio. La nostra chiesa solennemente benedetta veniva così aperta al
culto ed alla devozione dei fedeli.
APPUNTI
PER UNA STORIA DI SS. FABIANO E VENANZIO
I Santi Fabiano e Venanzio, a cui la nostra Parrocchia è
intitolata, furono accomunati nella dedicazione, perché entrambi testimoniarono la loro
fede con il martirio sotto l'imperatore Decio.
S.Fabiano, forse discendente dalla nobile famiglia dei Fabi, fu acclamato Papa nel 239
quando, nel corso della elezione del nuovo pontefice, una colomba gli si pose sul capo.
S. Venanzio nacque a Camerino nel
235. I genitori, per salvarlo dalle feroci persecuzioni contro i cristiani dell'imperatore
Massimino, lo affidarono ancora piccolo ad alcuni eremiti nascosti tra le montagne.
Venanzio così crebbe forte nella fede ed appena adolescente volle dedicarsi
all'apostolato ed alle opere di carità noncurante della minaccia incombente delle
ricorrenti persecuzioni. Arrestato, subì il martirio a soli 15 anni, nel 250.
Mentre con la dedicazione a S.Fabiano nasceva ex novo in Roma una Parrocchia, per quanto
riguarda S.Venanzio, si trattò di raccogliere un'eredità antica di storia e di fede.
Storia e fede, che affondano le loro radici nel passato e che meritano di essere
conosciuti da chi è stato chiamato ad esserne l'erede morale.
La chiesa appartenne poi, dal 1634, ai monaci Basiliani di Grottaferrata che la
trasferirono nel 1654 al Pio sodalizio dei Piceni.
In questa occasione il popolo di Camerino volle cambiare l'intitolazione della chiesa
dedicandola ai suoi patroni i SS.VENANZIO ed Ansuino.
Pio IX, cessata di esistere la Confraternita, concesse nel 1857 la chiesa di S.Venanzio
alla Pia unione del Sacro Cuore di Maria.
sopra l'altare maggiore era raffigurato il "Padre Eterno che riceve il Divino Figlio
portato dagli Angeli", con in basso i SS.Venanzio e Ansuino e la veduta di Camerino.
Ma dal 1884, con i lavori per la costruzione del monumento al re Vittorio Emanuele II,
l'intero quartiere esistente alle pendici del Campidoglio venne stravolto.
S.Venanzio resistette sino al 1928, quando fu demolita insieme a tutti gli edifici di quel
lato di piazza Aracoeli.
"
.E la fontana del Della Porta che zampillava gioiosa davanti a
S.Venanzio risulta un pò sola e spaesata in mezzo al traffico ed in uno spazio per lei
troppo vasto
..
Non volendo disperdere un patrimonio di fede e di arte, il Vicariato di Roma, pochi anni
dopo, nel dedicare a S.Fabiano la nuova Parrocchia a Villa Fiorelli, vi aggiunse la
cappella di S.Venanzio facendoci diventare così eredi e testimoni di un pezzo di Roma
sparita.
Dell'antica S.Venanzio sono conservati nella nostra Parrocchia: le balaustre di marmo
poste davanti agli altari laterali; il tabernacolo e lo splendido altare settecentesco
posti nella cappella di S.Venanzio;antichi reliquiari e paramenti; e sopratutto, salvata
dalla demolizione della seconda cappella laterale destra, l'immagine miracolosa della
Madonna con Bambino venerata da secoli con il titolo di "Madonna della
Misericordia".
(Immagine della Madonna della Misericordia)
LA MADONNA DELLA MISERICORDIA
Provate ad entrare, in qualunque giorno e a qualsiasi ora,
nella nostra chiesa e nel silenzio troverete quasi sicuramente qualcuno che sosta in
preghiera, all'altare laterale destro,
davanti l' immagine della Madonna della Misericordia. A Lei giovani ed anziani, uomini o
donne, aprono il loro cuore, confidano le loro pene ed affidano le loro speranze. Il
rapporto che lega i cristiani a Maria infatti è del tutto speciale: una filiale fiducia e
devozione che parte dal Suo incondizionato:"Ecco l"ancella del Signore, avvenga
in me quello che hai detto" e che trae la sua origine ai piedi della Croce, per
volontà stessa di Gesù.
La Madonna della Misericordia, che i nostri padri venerarono nellantica Chiesa di
San Venanzio, alle pendici del Campidoglio,sin dal suo ingresso in Parrocchia nel 1936,
fu oggetto di particolare attenzione e devozione.
Questa tela, di autore purtroppo ignoto, E tutto un sorriso di grazia, di
bellezza e di soave misticismo" - come afferma un'antica descrizione - "La
Vergine Santissima indica con la destra il suo divin Figlio mentre con la sinistra lo
stringe dolcemente al petto. Il Suo Bambino, tutto candore e letizia, è ritto sulle
ginocchia della madre, ha lo sguardo amoroso e le piccole braccia aperte e pare che dica
e pare dica: ""Pregate mia Madre perchè tutto ho rimesso a Lei'".
Nel novembre del 1938, il Parroco Don Virgilio
Casell , per sottolineare ed incrementare la grande devozione dei fedeli a Maria , propose
nostra i parrocchiani di offrire, per la successiva festa della Madonna della Misericordia
, le corone a Maria e Gesù Bambino .
Infatti, anche se oggi sembrano parte integrante del quadro,le corone non sono coeve alla
tela. Erano quelli nostra anni difficili, eravamo da poco usciti dalle sanzioni e
dall'autarchia, avevamo conquistato lEtiopia combattuto la guerra civile in Spagna,
stavamo per invadere l'Albania e...l'orizzonte si presentava carico d'incognite...
Tuttavia la risposta all'invito del Parroco fu: "Abbiamo dato le fedi alla Patria,
non dobbiamo dare i nostri anelli alla Madonna ?" e tutti contribuirono
generosamente.
Le corone, a cinque fioroni d"oro e cesellate a balzo, furono ideate e realizzate
dalla Ditta Clemente
Lo stesso Papa Pio XIII, a cui le corone furono fatte pervenire in Vaticano alla fine del
mese di aprile, le benedì personalmente autorizzandone la solenne imposizione.
Tutto il quartiere concorse alla preparazione dei festeggiamenti. Una solenne novena venne
La cerimonia dell' incoronazione si svolse sabato 6 maggio,
alle ore 18,40. Limmagine della Madonna con la sua bella raggiera, era stata posta
altissima, sopra l'altare maggiore.al centro dellabisde, sopra laltare
maggiore. Addobbata di fiori, decorata da un grandioso manto ed illuminata da ben sette
lampadari che scendevano dalla volta, limmagine appariva solenne e maestosa. Al
termine del Rosario, fece ingresso in chiesa il Cardinale Domenico Di Jorio, accompagnato
da una processione con le fiaccole.
Una grande scala tubolare, montata dalla Ditta Innocenti, permise al Cardinale, seguito da
Parroco di raggiungere il quadro e,
Circa cinquanta anni dopo, 14 gennaio 1990, venendo in visita Pastorale il Papa Giovanni
II accompagnato dal Cardinale Vicario Ugo Poletti e dal Vescovo del Settore Giuseppe Mani,
su iniziativa del Parroco Don Edo Dradi, si ripetè il rito dell'incoronazione e la
consacrazione della nostra parrocchia alla Madonna della Misericordia.
Il Papa, così sensibile alla devozione alla Madonna da affidare alla Sua protezione
l'intero pontificato, con particolare affetto pose di nuovo le corone sul capo di Gesù e Maria.
Ed Oggi, alla vigilia del terzo millennio
cristiano, mentre si fa più consistente l'ipotesi che il Papa, per il Grande Giubileo del
2000, proclamerà solennemente Maria Mediatrice di
"Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze" per usare le parole di
S.Bernardo pensa a Maria", invoca Maria e raggiungeremo così Gesu', la nostra
Speranza.
APPUNTI PER UNA STORIA DI "SS.FABIANO E
VENANZIO"
- Il 13 agosto 1943
Ancora viva nella memoria di quanti ne furono protagonisti, la
pagina più drammatica della vita della nostra Parrocchia venne scritta negli anni
tormentati della 2° guerra mondiale.
Se il bombardamento di S.Lorenzo del 19 luglio del '43 aveva drammaticamente svanito
l'illusione che Roma, universale ed eterna, fosse esente dalla furia nemica,il crollo del
regime fascista ed il ritorno allo Statuto aveva portato nei cuori la speranza che,
il preludio la ritrovata libertà,fosse della pace. Ma il proclama diffuso dal governo non
lasciava dubbi: "La guerra continua. Il
caldo agosto quindi si presentava carico di incognite. La mattina del 13, come sempre, ci
si era recati a lavoro di buon mattino anche perchè i trasporti non erano sicuri.
Immediato il fuggi fuggi generale nelle cantine, nel rifugi, nei sottoscala. Cupo e
sinistro avanza dal mare il rombo di 409 quadrimotori americani al comando del generale
Mames Doolittle. In tre successive ondate gli aerei scaricano, per un'ora e mezzo,
A via Terni, alcuni edifici a fianco alla Parrocchia, vengono rasi al suolo.
Nella stazione Tuscolana, sostano vagoni carichi di munizioni: se fossero colpiti,
salterebbe l'intero quartiere. Eppure, benchè siano presi di mira, le bombe li sfiorano
ma non li colpiscono, quasi fossero attratti dalla vicina chiesa del "Gianelli'
S.Maria dell'Orto, che nell'esplosione viene completamente distrutta.
Mentre infuriano i bombardamenti è in arrivo sulla ferrovia
Roma-Napoli un treno carico di rimpatriati dall'Africa Orientale.Il locomotore viene
centrato in pieno. Il convoglio si ferma ed i passeggeri si lanciano disperati sui binari
in cerca di salvezza. Invano: le raffiche delle mitragliatrici degli aerei scesi a bassa
quota ne fanno strage. Dalla vicina S.Elena scavalcando le macerie, accorre in soccorso il
Parroco Padre Raffaele Melis. Porta con se il suo tesoro: Gesù eucarestia e l'Olio Santo.Benedice, assolve, consola, fino a quando una pallottola ne
consacra il martirio. (E' in corso il processo dl beatificazione)
Alle 12,30 suona il cessato allarme. Il quartiere geme attonito, guardando sgomento, tra
il fumo e la polvere, la distruzione, i feriti, i morti. Un senso di angoscia e di vuoto
attanaglia gli animi di chi, uscito dai rifugi o tornato precipitosamente dal lavoro, non
ritrova la casa od i propri cari. Don Virgilio Caselli si prodiga tra i suoi parrocchiani
ed arrampicandosi sulle rovine di S. Maria dellOrto tenta di recuperare le particole
disperse.
Ad un tratto,di strada in strada,corre una voce, liberatoria e rassicuratrice:"Il
Papa!", "'Il Papa!".
E' il Vescovo di Roma, Pio XII, il Pastore Angelico, che vuole condividere con il suo
gregge limmenso dolore. E' arrivato a S.Fabiano senza scorta, accompagnato da Mons.
G.B. Montini (il futuro Paolo VI) e da pochi intimi. Intorno a Lui si raccoglie una folla
immensa.
Il Papa salito sulla gradinata della Parrocchia, volge lo sguardo intorno verso le
macerie, la chiesa mitragliata, i feriti che vengono portati via sulle barelle. Pallido
per l'emozione allarga le braccia implorando la misericordia di Dio e benedice. C'è un
religioso silenzio nella piazza, rotto soltanto dai singhiozzi e dai lamenti. Tutti sono
in ginocchio ed anche il Papa si genuflette in preghiera: "De profundis..."'.
Poi, ha parole di incoraggiamento e di amore. Invita
a rimanere calmi, esorta a proseguire nel cammino della virtù e ad avere fede in Dio.
Lasciato un contributo a Don Virgilio per i più bisognosi, Il Papa, scende benedicente
tra i presenti, spingendosi sino a via Avezzano.
Lindomani pomeriggio, 14 agosto, il Ministero degli Esteri avrebbe dichiarato al
mondo Roma Città Aperta.
Esposizione di Antonio Cassanelli