INDICE HOME PAGE

L'Apemaia e la sua grande storia

Capitolo Quarto: La festa

Quella mattina Cassandra si dava un gran da fare. Aveva un appuntamento con l'Ape Regina. "Chissà che cosa vorrà", si domandava lustrandosi le ali per farle sembrare ancora più belle. "Ape Regina non chiama mai così presto il mattino... speriamo non sia nulla di grave...". E volò verso l'appartamento reale. Un fuco servitore con tre squilli di tromba annunciò alla Regina la presenza di Cassandra. "Entra Cassandra, voglio parlarti", disse la Regina seduta pomposamente sul suo trono. "Maestà, sono felice di poterla servire", rispose Cassandra con un inchino. Il cuore le batteva forte forte e l'emozione le faceva tremare le gambe.

L'Ape Regina la fece accomodare vicino a sé e le parlò a lungo di un suo progetto: voleva dare una grande festa per celebrare l'arrivo dell'estate. "Dovrà essere una bella festa, con gli invitati, la banda, il coro e...". "E cosa, maestà?", domandò Cassandra con curiosità. "E... tanti fuochi d'artificio! Te ne occuperai tu stessa. Ti nomino organizzatrice della festa". Cassandra balbettò qualche parola di ringraziamento, fece frettolosamente un inchino e uscì, rossa come un pomodoro. Ma non era orgoglio, era semplicemente imbarazzo. "Una festa? Tanti invitati? Anche la banda?", diceva tra sé. "E poi, dove li vado a trovare i fuochi d'artificio? Ho paura che il caldo abbia dato alla testa anche alla Regina".

All'alveare di feste così non se n 'erano mai date. E poi le api non avevano una banda, non avevano un salone per gli ospiti, non avevano un coro. I fuochi d'artificio poi... cose da uomini! Cassandra non sapeva da che parte cominciare. Ebbe un'idea: "Ma certo! Apemaia! Lei può darmi una mano. La cercherò prima di andare a raccogliere il nettare". E, presa la sua ampolla, si affrettò verso l'uscita dell'alveare. Apemaia volava felice tra un raggio e l'altro del sole del mattino. Stava planando verso il prato che circondava l'alveare quando vide Cassandra. "Buongiorno, dormito bene?". "Dormito un corno! Devi aiutarmi. Bisogna sparare gli invitati, suonare i fuochi d'artificio, e avvisare...". Apemaia non capiva: Cassandra era la sua maestra, possibile che parlasse in questo modo? Sparare gli invitati? Suonare i fuochi d'artificio? Forse il caldo le aveva allentato qualche rotella. Con un batter d'ali si posò sulla terrazza dell'alveare. Seduta vicino a Cassandra si fece spiegare meglio quello che la maestra voleva dire. Così, con un po' più di calma e di ordine, venne a sapere del progetto della Regina. "Magnifico!", esclamò. "Questa sì che è una bella idea. Una festa, con la banda, il coro e tutto il resto!". Apemaia pensava già all'indigestione di cose buone che avrebbe fatto. Era così contenta che non si accorse dell'espressione preoccupata di Cassandra: "Non fare l'ingenua, Apemaia, questa festa va preparata ed io non so da che parte cominciare". Ma Apemaia, che prendeva tutte le cose sportivamente, disse: "Ci penso io". E partì come un razzo. Armata di carta e penna, fece l'elenco delle cose da fare: trovare tutti gli indirizzi degli amici del bosco, fare le prove di canto con le sue compagne, trovare gli strumenti per la banda, e poi trovare anche i suonatori, e poi... e poi i fuochi d'artificio. Come si fanno i fuochi d'artificio? "Questo problema lo risolverò dopo", disse tra sé, e corse alla scuola per parlarne con le sue amiche.

"Ragazze, tutte a raccolta, dobbiamo organizzare un coro". Nessuno all'alveare aveva mai organizzato un coro. I grandi lavoravano e i piccoli preferivano la vita all'aria aperta, dopo le lezioni su come diventare un'ape laboriosa tenute da Ca