SALVATORE, TI VOGLIAMO BENE

 

A Salvatore Zuppardo

30-05-1974      30-11-1998

 

Pazienti in desiderio

le stelle educheremo

del tuo passaggio breve sulla terra

Filippo Siciliano

 

 

"Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura ;

nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.

E’ facile per il Signore nel giorno della morte

rendere all’uomo secondo la sua condotta.

L’infelicità di un’ora fa dimenticare il benessere ;

alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.

Prima della fine non chiamare nessuno beato ;

un uomo si conosce veramente alla fine".

(Sir. 11, 25-28)

 

 

Prefazione

E’ come se ci fossimo svegliati dal sonno, è come se non avessimo avuto occhi per vedere e orecchi per sentire. Dal giorno della sua "nascita al cielo" ci siamo accorti che mancava una presenza, un legame affettuoso, un conforto solidale, un sincero "profeta" di gioia, un servizievole aiuto al momento opportuno... E’ come se si fosse svelato un mistero nascosto, un segreto gelosamente custodito...

Quando ci lasciano i genitori è come se si strappassero le radici di un albero, ma è più doloroso per i genitori sopravvivere ai figli : è come spezzare dei rami a un albero !

Dal giorno della notizia della "nascita in cielo di Salvatore", sono venuti fuori i ricordi, le esperienze e numerosi giovani e amici rivelano sentimenti e affettuosi ricordi. Anch’io ho un rammarico e dico : "Perché non gli sono stato più vicino ? Perché non mi sono fermato a dialogare più a lungo con lui ? Perché sono stato frettoloso viandante accanto a lui ? Mi è rimasto il desiderio di vederlo negli ultimi tempi. Ogni giorno Emanuele mi dava notizie e mi diceva di pregare... ed io dicevo tra me "devo andare a trovarlo". E quando vi sono andato, da qualche ora lo avevano trasferito all’ospedale di Caltagirone, da dove è tornato alla casa del Padre.

Anch’io ho parecchi ricordi di Salvatore. Nella prima infanzia ha frequentato con fruttuosa partecipazione la scuola di catechismo ed ha ricevuto i Sacramenti della iniziazione cristiana. E’ stato tra gli "Amici di S. Domenico Savio" e, adolescente, per un tempo si è inserito nel gruppo dei Catechisti dei fanciulli. Era semplice, schietto, sincero, generoso, portato a fare del bene agli altri. Spesso veniva a confessarsi e mi chiedeva consigli su come poteva essere fedele al Signore e rispettoso verso gli altri. Mi raccontava i suoi incantati affetti e le esperienze religiose. Ha fatto varie esperienze nei gruppi ecclesiali, ma il suo spirito è stato attratto dall’esperienza della Comunità delle Beatitudini. Quando rientrava dai ritiri spirituali a Pettineo, era trasformato, gioioso, estasiato e comunicava a tutti la sua gioia spirituale. Stupenda era stata l’esperienza del tempo trascorso in Francia, a Lisieux, l’avere sostato nei luoghi di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo lo colmavano di grande gioia. Mi diceva : "Facciamo anche qui la missione che abbiamo fatto a Butera con la Comunità". Sia a Butera che in altri paesi aveva partecipato alle missioni al popolo ed aveva intrecciato parecchie conoscenze e amicizie.

E quando la Comunità si era spostata a Prizzi, a Portella della Croce, lui, con tutti i fratelli di Gela, ha partecipato a restaurare i locali per renderli accoglienti e funzionali. Mi invitava spesso a visitare la cappella in via Calabria, e un pomeriggio ci siamo andati. Della Cappellina mi ha descritto ogni particolare con competenza ed entusiasmo, e poi mi ha mostrato le icone di ogni grandezza e forma. Mi descriveva il modo di costruirle, perché ne aveva appreso la tecnica. Nell’andare e nel ritornare mi ha fatto ascoltare i canti della Comunità delle Beatitudini e spesso mi ripeteva : "Non sono belli ? Non sono angelici ? Perché non li cantiamo in chiesa ?".

Non posso non ricordare la gioia di Salvatore il giovedì 18 dicembre 1997, quando per un giorno intero abbiamo avuto qui in parrocchia una decina di membri della Comunità delle Beatitudini. I quali hanno tenuto uno spettacolo per i bambini nella sala Multiusi, nel primo pomeriggio. E dopo, in chiesa, alle ore 19, P. Joseph Dequick ha celebrato l’Eucaristia e alle ore 21 nel salone parrocchiale, gremito, ha tenuto una dotta conferenza su "S. Teresa di Gesù Bambino, nuovo Dottore della Chiesa". Il Gruppo di preghiera aveva preparato un’agape fraterna, a pranzo e a cena.

E la felicità di Salvatore era straordinaria per il fatto che la Comunità delle Beatitudini era qui presente in parrocchia.

Impossibile sarebbe ricordare tutto o volere esprimere totalmente i sentimenti di esperienze passate...

Salvatore ci manca : manca ai suoi cari, agli amici, alle amiche !

Vivi sono i segni della sua presenza, cocente il dolore per la ferita aperta, straziante il ricordo della sua ultima invocazione : "Papà, prega tu per me, io non ce la faccio !"

Negli ultimi tempi viveva un distacco dalle cose e manifestava intensità di affetto verso gli altri, come di chi sa che deve partire per un lungo viaggio senza ritorno... il viaggio verso la casa del Padre. Forse aveva coscienza che il Signore lo chiamava a Sé ?

Ci resta la dolce memoria e il vuoto di una assente-presenza, ma anche la certezza della fede che in spirito è vivo in Dio e in mezzo a noi, in attesa di rivederlo e di poterlo riabbracciare nel giorno eterno della celeste Gerusalemme.

Don Alessandro Crapanzano, Parroco.

 

Sol chi non lascia eredità d’affetti

poca gioia ha dell’urna.

(Ugo Foscolo, Dei Sepolcri)

 

Ho tanto amato Salvatore, mio figlio, l’ho amato con un amore incommensurabile, con una dolcezza e un affetto senza eguali. Anche lui mi amava e mi baciava e abbracciava continuamente. Mi amava di un amore senza confini. Negli ultimi suoi giorni di permanenza su questa terra, voleva che lo abbracciassi in continuazione, che gli sussurrassi il mio amore. Mi diceva in maniera ossessiva : "Ma tu mi ami, papà ?" Ed io : "Certo che ti amo, che ti voglio tanto bene.". E lui, con quegli occhi sorridenti che appiccicava ai miei, mi diceva : "Allora, baciami". E io lo baciavo. E dopo gli poggiavo la mia guancia sul suo volto e lui, con tanto affetto ed amore, ricambiava i miei baci. Non passavano che pochi minuti e di nuovo mi chiamava e con quegli occhi che brillavano di una luce non propria mi ripeteva : "Ma tu mi ami davvero ?". Ed io : "Certo che ti amo !" E lui : "Allora baciami". E così dopo qualche altro istante. Mi sembrava Gesù quando chiedeva a Simon Pietro : "Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro ?" (Gv, 15-17).

Voleva essere amato e baciato Salvatore, soprattutto da chi amava di più. Da sua madre, da sua sorella che lo adorava, da suo cognato che lo aveva eletto a fratello. E voleva accertarsene, voleva sentirselo ripetere, quasi con ossessione.

Ora che lui ci vede dal Cielo e lo cerco tra le sue cose, il suo sorriso e la sua gioia di vivere mi mancano tanto. Mi manca la sua spensieratezza, il suo stupore, il suo interessarsi a tutto, il voler prendere qualunque cosa sempre di petto, il suo mettersi sempre in prima fila, il voler raggiungere ad ogni costo ogni cosa.

Non stava mai fermo Salvatore, era instancabile, ricco di fantasie, di idee. Voleva conoscere tutti e tutto ed ogni cosa lo entusiasmava, soprattutto la tecnologia e la meccanica.

Era un perfezionista e voleva che tutto andasse secondo l’ordine naturale. Non ammetteva imperfezioni, soprattutto quando si facevano i Vespri di Resurrezione. Voleva che i canti venissero intonati con voce angelica, affinchè raggiungessero il Cielo. "Una celebrazione - diceva - è un anticipo del paradiso sulla terra ed i canti non possono stonare le orecchie del buon Dio". Una preghiera cantata - diceva S. Agostino - vale due volte ; ma una cantata male è meglio non farla, diceva lui.

Anche su di sé era molto pignolo, voleva sempre il meglio e non si accontentava delle imitazioni. Nel vestire era un raffinato, elegante, sobrio, distinto, pulito a più non posso. Qualche volta si cambiava d’abito anche più di due volte al giorno. Io magari mi arrabbiavo e lui subito veniva ad abbracciarmi : stringeva tra le sue mani la mi testa come fosse un pallone e me la baciava. E anch’io lo baciavo e da qual momento mi passava tutto.

Qualche volta lo rimproveravo perché rientrava tardi in casa, mi guardava negli occhi, mi chiedeva perdono e mi baciava. E anch’io lo baciavo e gli chiedevo perdono del mio comportamento.

Ero felice di vederlo in ogni momento. Lui, ogni volta che mi scorgeva, accorreva quasi di corsa e mi salutava sempre con amore senza eguale : "Ciao, papà !" e mi baciava sulle guance, sulla bocca, sulla testa; così come baciava sua sorella, sua madre, suo cognato, i nonni, gli zii, gli amici più cari. Era tanto affettuoso, Salvatore, e il non vederlo qualche giorno, o vederlo ritardare mi faceva sentire male.

Quando andava fuori città, o si ritirava in Comunità per pregare, mi telefonava più volte al giorno, anche se si trattava di andare a Lisieux, o in vacanza a Malta. Era tanto legato alla famiglia e voleva continuamente notizie di tutti noi, anche di Aaron, il nostro cane.

Salvatore aveva un cuore grande quanto il mondo e quello che era suo lo donava agli altri, così come lui stesso si donava. Era instancabile, lui che non poteva stancarsi troppo. Ma aveva fretta di finire tutte le cose che si era impegnato di fare in tempo e così la sua giornata non aveva limiti.

Quando soffriva per le crisi emolitiche, sopportava in silenzio il forte dolore che lo colpiva e lo donava con amore al buon Dio. Nel suo diario aveva scritto tanti pensieri sul dolore e sulle prove da sopportare per amore di Gesù :

Un giorno giunti davanti al Signore

avremo sul capo un corona adornata di pietre preziose,

tra cui le più belle saranno : le sofferenze,

le ferite, le prove sopportate con amore.

Per lui, infatti, "La sofferenza è un dono. Essa è la strada che ti porta a Dio". E quando un amico od un’amica stava male lui li confortava con un amore senza limiti. Quando venne operato alle corde vocali, a Verona, un mese prima della sua nascita in cielo, dopo di lui operarono un ragazza. E lui, nemmeno mezz’ora dopo l’intervento, nonostante avesse bisogno della mia assistenza, mi lasciò da solo ed andò a consolare quella ragazza nella stanza accanto. La ragazza così mi testimonia : "Il giorno che sono stata operata, Salvatore mi è stato vicino più degli altri ; soffrivo, ma i suoi baci sulla mia fronte e le sue carezze mi hanno dato tanta forza ; era bello sentire il grande calore che mi trasmetteva. Sono contenta di avere un suo grandissimo ricordo scritto ed ho il piacere che anche lei abbia la fotocopia delle parole :

Un giorno giunti davanti al Signore saremo incoronati

d’una corona tutta d’oro tempestata da una miriade

di pietre preziose.

Ogni pietra preziosa è una sofferenza, una ferita,

una prova sopportata con amore. Salvo".

Oggi per noi che lo abbiamo conosciuto ed amato, che gli abbiamo voluto tanto bene, abbiamo apprezzato la sua dolcezza, il suo sorriso, la sua gaiezza, ricordarlo ad un anno dalla sua nascita in Cielo diventa un momento molto significativo e tanto importante anche se ci lascia tutti con tanto sgomento e tanto sconforto.

Ma oggi è anche un momento di gioia e di festa in Cielo, nella Casa del Padre. In questo momento Salvatore sta gioendo con Maria nostra Madre e con Teresina di Gesù Bambino, e San Giovanni della Croce, e San Luigi Maria Grignon de Monfort, e San Domenico Savio e con gli altri Santi.

E in Paradiso si stanno celebrando feste con musiche e danze e Salvatore sta facendo piovere dal cielo tante grazie, e tante conversioni soprattutto coi suoi amici. Tutt’ora molti suoi amici sentono il suo profumo di rosa e in tanti l’hanno odorato in Chiesa durante il suo trigesimo.

Anche gli angeli del Signore stanno intrecciando fiori profumati per Salvatore e nostro Padre d’Amore starà abbracciando per conto nostro questo nostro figlio d’amore e lo starà conducendo, mano nella mano, nella sua grande casa per arricchire ancora di più il Paradiso col sorriso di Salvatore, con la bellezza di Salvatore, con il candore di Salvatore, coi profumi di Salvatore, con la gioia prorompente di Salvatore.

Salvatore è salito in cielo da Santo. Prima che consegnasse l’anima a Dio, mi disse con tutta la sua bellezza e tutto il suo candore, coi suoi occhi meravigliosi che fissavano i miei : "Prega ora tu per me, papà, io non ci riesco più per il grande dolore".

Io sapevo che i dolori che Dio gli mandava erano lancinanti, indescrivibili, e come Maria, serbavo tutte quelle parole in cuor mio e pregavo per lui come già facevo da parecchi giorni, e assieme a me pregavano sua madre, Linda ed Onofrio ; e con noi tanti altri.

Ma il Signore lo ha voluto nella pienezza della sua bellezza, nella pienezza della sua gioventù, in un momento in cui Salvatore aveva tanti progetti di vita e tante idee da portare fino in fondo.

E come Teresina di Gesù Bambino lui s’è trovato pronto all’abbraccio finale con Dio : "Il mio cuore è calmo come un lago tranquillo o come un cielo sereno ; non ho rimpianti per la vita di questo mondo ; il mio cuore ha sete dell’acqua della vita eterna. L’anima mia ha lasciato la terra, ha finito il suo esilio, terminato il suo combattimento. Salgo al cielo, raggiungo la patria, colgo la palma della vittoria !

Fra poco entrerò nel soggiorno degli eletti, contemplerò bellezze che l’occhio dell’uomo non ha veduto mai, udrò armonie che l’orecchio mai udì, godrò gioie che il cuore non ha gustato mai.... . Eccomi giunto a quell’ora... . Sono un fiore primaverile che il giardiniere coglie a suo piacere. Tutti siamo fiori piantati su questa terra e che Dio coglie a suo tempo : un po’ prima, un po’ dopo.

Un giorno ci ritroveremo in paradiso e godremo della vera felicità".

* * *

Salvatore, pur essendo del mondo, pur amando e vivendo questo mondo, non era del mondo. Non vi apparteneva, era di passaggio e si donava completamente agli altri.

Lui era di Dio e apparteneva solamente a Dio e si dedicava - come lui ha lasciato scritto - a far sempre, col più grande abbandono, la volontà del Signore.

Era, Salvatore, un Angelo del Signore, uno Spirito buono, un dono che il Signore ci ha mandato per non lasciarci soli.

Proprio così, un dono del Signore come lo sono stati, in questo secolo, Santa Teresina di Gesù Bambino, P. Pio da Pietrelcina e Madre Teresa di Calcutta, a cui possiamo rivolgerci affinchè intercedano verso Gesù per la nostra salvezza.

Ora Salvatore in Cielo potrà amare più perfettamente il buon Dio e dal Cielo, come Teresina, farà piovere rose a grazie a chi le chiede.

Dal canto mio devo ringraziare il Signore, per avermi donato Salvatore per 24 anni. Sono stati 24 anni di gioie, 24 anni di grazia del Signore, 24 anni di pienezza di vita. Lui era tutto : gioia, bellezza, candore, grazia, iniziativa, umiltà, amore, donazione, dedizione.

Ora il Signore l’ha voluto con sé e a me non resta che dire : Sia fatta non la mia, ma la Tua volontà, o Signore, e Ti ringrazio perché hai permesso con Salvatore, con questo Tuo dolce angelo, di prepararci un posto in Paradiso.

il papà

 

Caro Salvatore,

per noi, spiritualmente, il tempo si è fermato negli ultimi giorni di novembre, quando era facile abbandonarci ai nostri teneri sogni di infanzia e di felicità.

Tutti i giorni, le settimane e, purtroppo, i mesi che sono seguiti rappresentano per me un nuovo e triste capitolo della mia vita, in cui il tempo mi scorre davanti, quasi come una pellicola di un film ove le immagini si succedono in un milionesimo di secondo, ed io attonita mi lascio travolgere.

Non so se sia sbagliato, ma preferisco pensare che tu sei vicino a me, anzi "in me", sempre presente nell’aria e nei profumi che respiro.

Per tutti questi anni ho pensato che la vita fosse lunga, al contrario di te, Salvo, che la vivevi intensamente e ogni momento diventava occasione non solo per manifestare il tuo amore, ma anche per esprimerlo con le parole più semplici che senza timore usavi. Io, invece, pensavo che con il tempo avrei potuto dimostrarti quanto ti amavo, mentre ora sono consapevole che questa possibilità è venuta meno, anche se penso che lassù dove sei, mio dolce angelo, puoi leggere nel mio cuore.

Papà e mamma in tutti questi anni, grazie all’aiuto del Signore, ci hanno offerto una vita meravigliosa, dove per noi era facile abbandonarci ai sogni, allontanandoci da ogni bruttura della vita. Invece ora, per una volontà misteriosa (il disegno che Dio ha realizzato per noi), ho conosciuto cos’è il dolore, la sofferenza e l’angoscia che ti lascia senza fiato e impotente, perché solo Colui che ci ha donato la vita, per poi richiamarci a sé, può aiutarci.

Salvo, io so che se tu fossi qui fisicamente avresti cercato di allontanare da noi ogni sofferenza, facendotene carico, perché nella tua vita ogni ferita diventava una pietra preziosa, sopportata con amore, da offrire al Signore.

Quante volte mi parlavi delle tue esperienze con la Comunità delle Beatitudini, della Parola di Dio, mentre io ti sottovalutavo, forse perché ti vedevo assetato di vita e di amore, ma ora capisco che nel tuo continuo donarti agli altri, tutta quella energia ti veniva offerta da Dio.

Nonostante fra noi ci fossero solo sedici mesi di differenza, eravamo tanto diversi : io costantemente sommersa nei libri e nei tempi dettati dagli appelli di esame, mentre tu, Salvo, preso da una grande vocazione : "il libro della vita" che Gesù ha disegnato per noi.

Era incredibile quel tuo accostamento alla vita, come se ogni giorno Gesù ti rivelasse le meraviglie del Creato e tutte quelle cose, che per me erano ovvie, con te acquistavano dignità. Ogni giorno ti svegliavi con mille cose da fare, come se Dio ti avesse assegnato innumerevoli missioni.

Non riuscivi mai a dire di no ; cercavi di trovare il tempo per tutti e questa tua piena dedizione, che per me erroneamente significava eccessiva ingenuità, invece ti faceva sentire vivo e soddisfatto.

Perdonami, Salvo, se qualche volta ti davo stupidi consigli e non capivo che quel comportamento rispecchiava il tuo stile di vita. Ricordo una volta, in spiaggia, incontrasti un indiano che vendeva cianfrusaglie. In un baleno gli apristi il cuore, offrendogli amicizia, consigli e soprattutto aiuto. Io ti misi subito in guardia, circa le insidie che potevano nascondersi nella vita di una persona che non era del luogo.

A questo ricordo mi si affacciano nella mente mille altri, ed ora capisco che, in te, ogni gesto di fratellanza (l’amore, il rispetto, l’amicizia...) diventava sublime.

Del periodo che sei stato in ospedale, una fra le tante immagini mi balza davanti agli occhi : ricordo che un giorno entrando nella stanza (solo perché non sono venuta a trovarti un solo giorno) tu dicesti a mamma : "Ma Linda mi vuole bene ?". Ed io, con gli occhi bagnati, ti risposi : "Scherzi ? Quanti fratelli credi che abbia ?".

Credo che il suo cuore palpitava di un grande desiderio di amare e di essere amato. Salvo, che sapeva quanto fosse bello amare senza confini, voleva condividere questa sua ricchezza con gli altri. Ora posso dire che Salvo sia stato come quei geni, profeti e santi che hanno interpretato la vita come una missione da svolgere con pieno altruismo e dedizione, vivendo non per questa vita, ma proiettati verso qualcosa di più alto.

Potrei ancora dire mille altre cose, poiché ventiquattro anni non corrispondono al tempo di un batter d’occhio od a un solo giorno (quello che ci è voluto quando Gesù lo ha chiamato a sé), ma sono infinitamente tanti ed è per questo che resterà sempre presente nella mia vita.

Dio ha plasmato il suo amore nelle fattezze fisiche di Salvatore e noi tutti ci siamo riempiti in questi ventiquattro anni di lui.

Certe volte cado in un profondo scoramento e mi sento come colei che, dopo aver conosciuto tanta luce, diventa d’improvviso cieca e vede solo oscurità. Subito dopo mi viene in soccorso il mio angelo custode, Salvatore, e mi riempie nuovamente della sua luce, della quale ormai, una volta conosciuta, non si può fare a meno.

Mio fratello, con la sua vita, mi ha insegnato quanto fosse bello accettare la volontà di Dio, perché questa vita è importante solo se è proiettata all’altra vita : l’eternità.

Ed è per questo che cercherò di mettere in pratica il suo insegnamento. Anche se so che è difficile, ma lotterò con tutte le mie forze, con l’aiuto di Dio e di Salvatore.

Nonostante tutto, ti rendo grazie Dio che mi hai fatto conoscere Salvatore, perché attraverso lui germoglieranno quei fiori che ha seminato con tanta cura e amore.

Mi auguro che con gli anni, io e tutti quelli che lo abbiamo amato capiremo che la salita in Cielo di Salvo non è stata una perdita, ma una riscoperta perenne nel nostro cuore.

P.S. : Salvo, una volta mi hai detto : "Linda, se un giorno gli dai - a tuo figlio - il mio nome, io gli donerò tutto...". Oggi ti confesso che sono immensamente fiera di te e del tuo nome.

Linda

 

PER SALVO

A volte, la speranza di una vita migliore può essere spezzata da un evento che non so neanche definire, che forse egoisticamente, ritengo brutale : ma perché dico egoisticamente ? Non è forse vero che la scomparsa di una persona a cui hai voluto bene e che per un po’ ha fatto parte della tua vita, riempiendoti il cuore di gioia, è un evento che ti fa sentire vuota, consapevolmente impotente nel momento in cui qualcuno aveva chiesto con forza il tuo aiuto e non aver capito questo bisogno ?

Il dolore che provi e che senti dentro di te in alcuni momenti della giornata ti porta a pensare a tutto questo ; ma subito dopo credi che tutto era scritto, il destino ha voluto che fosse fatta la volontà del Signore. Ma perché, dico io, proprio ad un ragazzo che aveva ancora tanto da fare, una vita intera da trascorrere ?

E’ così che vengono poste le ali e tu sei pronto a volare per fermarti a scrutare i cuori di tutti coloro i quali hai voluto bene e di coloro i quali ti hanno, ti vogliono e ti vorranno per sempre bene.

Tu, ragazzo che eri pieno di voglia di fare, che al sano divertimento univi sofferenze nascoste per la paura di far soffrire chi ti era vicino ! Le bellezze che ci offre la vita ci vengono presentate in molteplici modi. Io ho conosciuto la gioia di vivere di un ragazzo che non poteva che trasmettere positività attraverso parole, gesti ; rara è la gente che ha la forza di farti sentire bene, sollevarti dalle sofferenze che la vita ci presenta, frecce appuntite che lasceranno il segno per tutta l’esistenza terrena. Purtroppo, sono stata una ragazza che ha dovuto vivere molto presto delle forti emozioni, incorniciate dal dolore che rimarrà tale per sempre ; e mi chiedo ancora oggi se un giorno potrò dirmi veramente di essere non felice, ma serena e dovrò sempre limitarmi nel pregustare questa serenità, cercandola nello stesso tempo con impazienza. E, quando pensi finalmente di aver trovato un po’ di serenità, qualche evento brutto ti rifà sentire sommersa dal dolore.

Ma no, non posso pensare queste cose come tu non avresti voluto e ne sono certa. L’immagine che ho di te, fissa nella mia mente, è una foto piena di vivi colori ; e poi il tuo viso inondato da una luce così accecante, un viso così angelico, così solare che ti fa stare per un attimo bene.

Tu, ragazzo che hai distolto, quel giorno, il mio sguardo intento a guardare le stelle presenti in cielo, tu rimani la mia stella, la mia gioia, il mio sorriso, il mio orgoglio, il mio amore, il mio stare bene, il mio punto di riferimento, la mia speranza, il mio confidente, il mio GRANDISSIMO amico.

Amico mio, il Signore ti ha voluto presto accanto a sé, ha avuto bisogno di un angelo che, assieme ad altri angeli già presenti in cielo, danzasse e cantasse nell’alto dei cieli inni in onore del Suo Santissimo nome.

Tu, con la tua dolcezza e simpatia, sei riuscito a farti volere bene subito rubando l’anima di chi ha avuto il grande piacere di averti conosciuto nella vita terrena.

Tu, che mi volevi libera di fare e di agire, non un burattino facile da manovrare, volevi che io fossi come tu avresti voluto, che io fossi la tua piccola che dovevi aiutare a crescere e ad affrontare col tuo aiuto gli ostacoli che la vita mi avrebbe presentato. E volevi che io ti aiutassi a realizzare tutto questo, ricordandomi di non interpretare male ciò che mi dicevi. Tu, che non volevi promettermi niente per non farmi vivere di false speranze ; il tempo, le difficoltà che avrebbe presentato la vita avrebbero, forse, fatto in modo di legarci di più E mi mettevi sempre alla prova per capire, se il mio affetto per te era vero e sincero.

Ho capito che in questi mesi non hai fatto altro che proteggermi, hai capito che ero così desiderosa d’affetto e mi sei stato vicino dal giorno che ci siamo conosciuti, mettendomi in guardia dall’ipocrisia e dalla malvagità della gente, criticando a volte anche il mio carattere, come tu dicevi, tanto buono quanto debole e testardo, ricordandomi nella mia cocciutaggine che comunque nella vita c’è un limite, che noi non possiamo fare tutto ; dovevo abbattere e tenere da parte il mio orgoglio nel voler riuscire a fare in ogni modo tutto da sola.

E ricordo ancora quel giorno, come fosse ora, quando io dissi che in questa vita siamo di passaggio e non concepivo chi psicologicamente stava male e non riusciva a vivere divertendosi e tu mi rimproverasti ; all’inizio presi male questo rimprovero perché avevo temuto che non avevi capito ciò che ti volevo dire e poi mi dicesti che tu attraverso di me rimproveravi te stesso e io ancora oggi non ho capito il motivo per cui tu avevi detto questa cosa.

* * *

Molto spesso, quando una persona viene a mancare, si è soliti ricordarla con parole piene di commozione, quasi come si volesse santificarla, anche se in vita era il primo delinquente della città. E’ facile e molto semplice esprimere parole belle e buone per colui che è andato via, ma questo non è il caso di Salvuccio : lui sì che si è sempre comportato con estrema lealtà e sincerità nei miei confronti e nei confronti di chi lo ha conosciuto.

Un ragazzo dall’energia e dalla gioia di vivere invidiabile. Questa positiva energia che riusciva a trasmettere faceva di lui l’amico che tutti avrebbero voluto, lui che tanto faceva ridere con le sue spiritose battute.

Non potrò mai dimenticare il giorno in cui, dopo una piacevole chiacchierata, mi dicesti quanto fossi innamorato della vita e io ti dichiarai la mia invidia per queste parole e tu non esitasti nemmeno un attimo per dirmi che esperienze vissute e una serie di eventi ti portarono ad amare la vita. Molte sono le parole e le confidenze che Salvuccio mi ha raccontato e molte sono quelle che io ho raccontato a lui e solamente a lui.

Potrei ancora scrivere di lui, ma vorrei che tutto ciò che abbiamo fatto e abbiamo detto in questi mesi, insieme ridendo e a volte anche piangendo, rimanesse custodito tutto nel mio cuore.

Ringrazio il Signore per avermi fatto conoscere, in modo diretto, il mio angelo custode.

Il mio viso sorride al mondo, ma il mio cuore sta piangendo nel dolore di non potere più abbracciare un amico.

SALVO VI AMA

Non c’è dolore più grande, per i genitori e per i fratelli, della scomparsa di un figlio o di un fratello. Molti sono i pensieri che si affollano nella mente, si hanno sensi di colpa, si ha la paura di non aver fatto il possibile per strappare il proprio figlio alla morte. Ma io vorrei dire a voi che nessuna cosa mai potrà colmare questa perdita ; ma non dobbiamo dimenticare che la vita, che in questo momento è stata tanto crudele con voi, ma anche con tutti noi, ci riserva delle piccole gioie che non potranno più essere tanto grandi quanto lo sarebbero state con Salvo presente.

Ma credo che se ci buttiamo nella più profonda depressione e ci leghiamo al pensiero di Salvuccio morto, lui stesso si sentirà morto non solo nel corpo, ma anche nello spirito.

Dunque, continuiamo a vivere per tenere sempre vivo il suo spirito e viviamo anche per chi qui ha bisogno di noi e della nostra presenza.

Lui è vivo e presente in mezzo a noi : ci guarda e sono sicura che non vorrebbe vederci piangere per lui. Forse le mie parole sembreranno banali e scontate, ma sono parole che escono dalla bocca di una persona che, patendo un simile dolore, scrive ciò dopo molti anni passati con la più grande sofferenza, che capisce il vostro dolore e non sapete quanto.

L’amore che Salvo ha per voi forse neanche lo immaginate. Salvuccio vi ha tanto amato e vi vuole ancora bene, lo dico con certezza perché non tutti i figli esprimono, come lui, parole così profonde per i propri genitori : mi partecipava il profondo rispetto che nutriva per voi, l’affetto che ogni giorno donavate a lui : si reputava fortunato per il solo motivo che voi eravate i suoi genitori.

Queste parole dettate proprio dal cuore di Salvuccio devono aiutarvi a vivere anche per tenere la sua memoria in vita.

Salvo vi ama.

La tua piccola gioia

Marianna Iudici

d

 

 

 

A Salvatore

Sei entrato a far parte di un infinito amore e Lui è entrato a far parte di te.

Hai raccolto tutta in te quella grande luce che sapevi donare agli altri.

E ora guardi quell’amore e quella luce con occhi tanto grandi quanto io non potrei mai riuscire ad avere. Occhi che si dissolvono in essi completandoli e arricchendoli.

E mi rimane l’amarezza di non aver potuto godere più spesso della dolcezza di quei tuoi occhi che ora guardano e guidano teneramente coloro che ti pensano e a cui manchi.

E forse invidio coloro che vivendoti accanto hanno potuto parlarti più spesso gustando la sensibilità delle tue parole, la spontaneità del tuo essere, la simpatia del tuo cuore.

Ma in fondo tutto ciò non importa perché sai che ogni qualvolta cogli la meravigliosa bellezza di cui il mondo si alimenta, lì ritroverò ancora i tuoi occhi.

Ogni qualvolta vivrò la forza dell’amore di cui Dio ci circonda lì vedrò ancora il tuo cuore pulsare forte.

E quando la gioia dispersa nell’aria entrerà in me irrefrenabile saprò che lì risuonano ancora le tue care parole, allegre, vitali, amabili.

In ciascuno di questi momenti non potrò che pensarti ricordandoti con simpatia ed affetto. Tu che ora fai parte di quella disarmante bellezza, di quell’immenso amore, di quell’infinita gioia.

Pasqua 1999

Paola Forte

 

 

Salvo, adesso che tu non sei più tra noi la vita non sarà più la stessa. La vita che per me era fonte di gioia, di felicità, di speranza, oggi è sinonimo di dolore.

La tua scomparsa ha spento la luce principale che illuminava i cuori di tutti noi : di coloro che ti hanno visto crescere e che ti sono sempre stati accanto : Carmela, Maria, Salvatore, Domenico, io e tutti gli altri cugini. Nessuno di noi dimenticherà mai tutti i momenti belli trascorsi assieme. Ho racchiuso i miei ricordi legati a te nel mio cuore e lì resteranno conservati gelosamente per sempre. Nessuno mai potrà prendere il tuo posto.

La tua allegria, il tuo sorriso e il tuo sarcasmo armonizzavano le giornate trascorse assieme. A volte, quando mi trovo sola, mi metto a pensare tante cose ed alla fine il nocciolo dei miei pensieri sei sempre tu, ed allora comincio a pormi tante domande che mi rattristano e l’unica cosa che mi rasserena è la speranza che esista una seconda vita in Paradiso, un Paradiso, una pace che eri riuscito a trovare già quando eri su questa terra.

Tu, benché circondato da lussi e divertimenti, con la tua semplicità interiore, con la tua grande forza d’animo e, soprattutto, con la tua grande dedizione nel Signore, sei riuscito a scegliere la strada stretta che conduce a Dio.

Tu cugina Loredana Inguanta

Duomo di Patti, Salvatore serve la messa del Vescovo (giugno 1996)

 

Salvatore, sei stato l’amico con il quale ho trascorso i momenti più belli della mia vita. Non è giusto che te ne sia andato. Hai lasciato dentro di me un grande vuoto e sono sicuro che tu mi stai ascoltando.

Mi piace ricordarti così come ti ho conosciuto. Non ho avuto la forza di vederti sul letto di morte perché voglio ricordarti sempre vivo. Tu per me sei vivo e lo sarai per sempre.

Ascoltami, ti voglio bene così come tu me ne hai voluto. Ricordo i giorni che me lo dicevi e io ridevo. Ora capisco che anch’io ti ho sempre voluto bene.

Ti voglio bene, Salvatore, ci vediamo al solito nostro con il tuo bellissimo sorriso.

Davide Cercabene

 

Ciao Salvo,

oggi come ogni giorno ti sento vicino a me e ogni giorno che passa mi dai forza. Ricordo il tuo sorriso, il tuo "Davidù", il tuo "Ziapi ziù". Com’era bello sentirtelo dire e vederti sorridere.

Ricordi quando andavamo fuori ? Ci stancavamo così tanto che facevamo il pari e dispari per guidare la banana gialla. Ma vincevi sempre tu e non riuscivo a dir di no per via del tuo sorriso, che mi calamitava, e del tuo modo di guardarmi così stupendo. Quando rientravamo, ti osservavo dormire in silenzio. Ti chiamavo il "mio angioletto".

In te, mio dolce Salvatore, c’è qualcosa di molto bello che riesce a darmi forza. Gli anni che abbiamo passato assieme sono stati stupendi. Ti voglio tanto bene, Turì.

Ogni tanto la mia rabbia scoppia e vorrei prendermela con il mondo, con tutti. Però penso subito a te, al tuo sorriso, alla tua voglia di vivere, alla grande gioia che trasmettevi, al tuo saper perdonare, al tuo amore per gli altri. Allora mi calmo.

Tu solo, o Salvatore, sapevi prendermi, perché conoscevi il mio carattere istintivo. Tu solo conosci i miei segreti e sai capirmi e rendermi felice.

Ti ricordi quando dicevamo in giro che eravamo fratelli ? La gente ci credeva e, se qualcuno aveva dubbi, tu gli dicevi : "Se non credete, guardateci di profilo". Io ti guardavo e ti dicevo : "Salvo, quando lo dici , sembra che lo dica sul serio." E subito tu mi rispondevi : "Davidù, io ti sento così !".

Mi manchi tanto, Salvatore, e questo desiderio ogni giorno che passa è sempre più forte. Eravamo diventati come un’unica cosa, indivisibili. Vorrei tanto abbracciarti così come quando ho comprato la macchina, come due fratelli. Vorrei averti vicino e proteggerti da qualunque cosa.

Ricordi quando eravamo piccoli ed andavamo dalle suore ? Tutti ti volevamo bene perché tu avevi dalla tua parte il Signore ed eri tanto felice. Quante cose conservo nel mio cuore, tutte le cose belle che hai fatto e le frasi dolci che dicevi per consolarci ed andare sempre avanti. Sapevi rendermi dolce l’amaro perché avevi carisma.

Ti ricordi che chiamavo tuo padre "Ziù Nele" ? Tu mi dicevi che era la cosa più bella della tua vita assieme a tua madre ed a Linda, tua sorella, e saresti stato felicissimo quando avresti avuto un nipotino.

Quando mi chiamavi "Davidù" io ti dicevo di non chiamarmi così davanti alle ragazze. A me però piaceva sentirtelo dire, perché mi volevi bene veramente. O Fratello, mi dicevi anche che se fossi diventato qualcuno mi avresti fatto diventare capoturno ; e io ridevo.

Ti voglio bene, Salvo, tu sei sempre stato importante per me e lo sarai sempre

I NEED YOUR LOVE*

Davide

* Ho bisogno del tuo amore

A Lisieux, nella casa di Santa Teresa di Gesù Bambino

Carissimo Salvatore, so che mi vedi e senti ciò che sento, ma è anche vero che Dio ci ha donati della parola per esprimere ciò che vive nel nostro cuore e nella nostra mente, sia per dare a ciascuno di noi il modo di conoscersi, sia per poterci confrontare con gli altri.

Ho sempre tenuto alla tua persona e non mi sono mai pentita di questo, qualche volta avrò titubato sulla veridicità dei tuoi discorsi, ma mai dei tuoi pensieri che sempre sono stati benevoli. Fin dalla nostra tenera età eri molto affettuoso, seppur con quel mantello da timido, la tua solida impalcatura sfociava nei momenti più opportuni tanto che lo desti a dimostrare più volte.

Che strana la vita, siamo già ad un altro Natale e il nostro Bambin Gesù rinasce nei nostri cuori per ricordarci quanto l’Amore di un povero pargolo possa infondere grandi ideali di pace, speranza e salvezza in un mondo che sembra crudele ma che in realtà non lo è, poiché il mondo che ci circonda è il mondo che sta in noi.

Tu, caro Salvatore, mi ricordi tanto il buon Gesù, poiché è vero che in ognuno di noi vi è l’animo buono, bisogna riconoscerlo e valorizzarlo. Tu pur avendolo so che con molta umiltà per te non era mai abbastanza. Spesso quando si parlava tra noi mi dicevi "anche se per me è difficile, e ciò mi fa entrare in crisi, ti dirò sempre ciò che è giusto perché ti voglio bene".

Quanto calore, allora, infondevi nel mio cuore e quanto grande è per me adesso questo tuo volermi bene ! Mai saprò esprimere veramente come il cuor mio si ricorda di te poiché alta e profonda è la carica che tu hai. Ringrazio te, mio caro Salvatore, per avermi resa tua amica ed ancora più Dio per avermi dato una gioia così grande, quella di averti conosciuto. Ti chiedo, come facevo allora, un favore d’amica : torna spesso nei miei sogni cosicchè la mia mente non abbia mai modo di dimenticare anche nei minimi particolari quanto grande e piccolo al tempo stesso tu sia stato.

Ti voglio bene ; con un dolce sorriso come il tuo, la tua cara amica

Ilenia Tuccio

 

Penso che fra certe persone esista una sorta di affinità, qualcuno le chiama affinità elettive, le quali non coinvolgono necessariamente i sentimenti d’amore, anzi sono convinta che questi legami sono più forti nell’amicizia.

Con Totò ci siamo conosciuti ad Agosto, non mi sento di dire che sia stato un incontro frutto del caso, credo sia stato piuttosto destino se proprio in quel periodo ho litigato coi vecchi amici e ne ho trovato dei nuovi, buoni, sinceri, affettuosi, in una parola, speciali. E speciale era vostro figlio.

Sebbene la vita mi abbia riservato poco tempo per stare insieme a lui, nel fondo del mio cuore so che è bastato perché vissuto intensamente .

Adesso mi mancano la sua capacità di comprendermi al volo e il suo carisma, che ha rotto subito le barriere di diffidenza che ci possono essere all’inizio di ogni amicizia ; mi mancano i suoi talenti : la virtù del consolare, i consigli del buon amico, l’affetto e la stima che mi sapeva esprimere. Totò mi faceva sentire un essere speciale proprio perché apprezzava il mio essere normale, non condannando le mie debolezze ma anzi aiutandomi a superare i momenti difficili, con le mani sempre tese verso di me.

A volte si allontanava ; quando mi comportavo da bambina, mi diceva "BACATA" e mi sentivo così piccola all’ora... Poi un giorno mi ha detto che sono intelligente, che certi comportamenti, certi modi di fare non sono adatti a me e io allora ho capito : anche se lui non lo dimostrava so che ci teneva a me, che mi voleva bene.

Totò era fatto così, sdrammatizzava i nostri "grandi" problemi, ci rendeva così piccoli... era sempre sorridente, a ognuno di noi dava dei nomignoli affettuosi, aveva sempre di che scherzare, non diceva mai se stava male, se aveva paura di qualcosa, lui dava se stesso agli altri e non parlava mai di sé.

Credo che Totò fosse molto vicino a Dio, a volte mi sembrava un angelo e il suo essere angelico mi faceva volare in alto, mi faceva scordare tutto.

Quasi avevo paura, paura perché aveva una luce particolare negli occhi e nel viso, soprattutto quando parlava delle sue esperienze ecclesiastiche, del suo rapporto con la fede.

Era una paura che mi faceva star bene.

Dopo che Lunedì sera siamo usciti da casa vostra, con le ragazze abbiamo guardato il cielo e il mare ; il paesaggio ai nostri occhi era oscuro eppure, dopo un po’, ad un tratto, le nuvole si sono spostate, quasi aperte, e hanno fatto spazio alla luna piena che brillava d’una luce intensa.

Eravamo in macchina, sul vetro si è appoggiata una farfalla bianca. Ho sentito Totò vicino a me, lo sento sempre vicino d’allora. Ho visto quella farfalla dopo il funerale, all’uscita della chiesa.

Totò adorava Dio e non aveva paura di vederlo, c’è un vuoto in ognuno di noi che non si colmerà mai, lui mi manca.

Alcune persone che amo, dopo la sua morte, si sono riavvicinate a me, per consolarmi.

Avrei preferito soffrire per queste persone tutta la vita e non perdere Totò.

Comunque sia, so che lui mi protegge da lassù, protegge tutti noi e nel profondo del mio cuore sento che lui è davvero felice ora.

Patrizia

 

Gela (CL), Parrocchia San Giovanni Evangelista:
Memoriale Salvatore Zuppardo, dedicato a Maria Madre della Chiesa.
Opera dell'Arch. Roberto Loggia, bassorilievo di Salvatore Sammataro.

 

Caro Salvatore,

quando in terra si celebrava la festa di Sant’Andrea e nel cielo apparivano le prime luci anche se il cielo lasciava cadere pioggia sempre fecondatrice e purificatrice, la tua anima assetata di Eterno lasciava questa valle di lacrime e spiccava il volo per i sentieri eterni di Dio dove non c’è più né lacrime né lutto né dolori, ma Dio stesso deterge le nostre lacrime....

Questo mondo era diventato piccolo per il tuo spirito sempre assetato di Dio, di Cielo. Parevi ammalato di eternità per cui le cose di questo mondo non ti appagavano più. E sebbene fosse grande come il mare il cuore dei tuoi cari, tu non ci stavi più. Avevi innato il desiderio di cose sempre più grandi.

Con Sant’Agostino potevi ripetere : "Signore, ci hai fatti per te".

Era sabato 31 ottobre quando ti vidi in un ritiro per un’unica volta e quindi non ho avuto la gioia di godere dei doni che Dio, datore di ogni bene, aveva effuso nel tuo spirito.

Sento però tanta simpatia e tanto affetto per la tua personalità e per quello che tu sei stato per i tuoi cari e per quanti hanno avuto la gioia di poterti stare vicino e scoprire le coordinate della tua anima, certamente lo scandire del tempo non potrà mai scalfire i ricordi indelebili che tu hai saputo lasciare per cui il tuo ricordo vivrà in un continuo divenire.

Quello che tu hai lasciato fa trasparire il vero senso delle cose, per cui il tuo cuore già sulla terra batteva all’unisono con il cuore di Cristo, scandendo il tempo per arrivare a prendere quella corona che il Signore dal giorno del tuo essere ti aveva intrecciato.

La tua esistenza è stata come il fruscio di ali di angeli che Dio mette accanto a noi nell’iter della nostra vita di viatori.

Nei tuoi 24 anni e sei mesi, sei stato come un angelo tutelare dei tuoi cari che rassegnati al volere di Dio cercano di vederne il disegno che si è compiuto in te.

Certo solo Dio potrà colmare il vuoto che tu hai lasciato in loro, ma è anche vero che tu, trovandoti, come speriamo, al cospetto di Dio, riempi con la tua preghiera la tua dipartita.

Adesso che vivi nell’eternità e non sei più soggetto alla mutazione del tempo, ricordati di noi presso il Signore Gesù.

Vale Addio.

Don Giuseppe Cigna

 

 

Nella vita ho avuto la grande fortuna di conoscere Salvatore, un ragazzo dolcissimo, con la voglia di fare tutto ciò che gli altri non possiamo, o meglio non vogliamo neppure pensare di fare.

Ho avuto modo di conoscerlo da vicino, molto vicino, anche se per un breve periodo e ho capito che per scoprire Salvo occorreva molta pazienza e attenzione : in lui c’era qualcosa di strano.

Riusciva sempre ad amare tutti e a dimostrarlo soprattutto !

Faceva quel che poteva per gli altri, trascurando anche se stesso. Per me ha fatto molto ! Mi ha fatto capire qual è la cosa più importante della vita, e cioè : AMARE DIO E IL PROSSIMO.

Lui lo faceva molto bene !

Secondo me è stato uno tra i pochi a capire il vero significato della vita e per questo ci ha lasciato un messaggio : Dio ci ha mandati sulla terra per metterci alla prova. Lui questa prova l’ha superata. Noi siamo qui di passaggio, oltrepassata la terra c’è qualcosa di più che ora Salvo conosce, e non è importante la quantità degli anni che intercorrono tra una vita e l’altra, ma la qualità, il modo con il quale la si vive.

Salvo non è morto, è solamente andato, andato prima di noi nell’altra vita che un giorno conosceremo.

* * *

Dopo la sua improvvisa morte, Salvo è apparso ai miei occhi, dicendomi queste parole : "Viviana, non piangere più per me, hai già sofferto abbastanza, lo so che non ho potuto far molto per il Mondo, ma ti prego non soffrire più per me".

Salvo mostrava tristezza alla vista del nostro pianto !

Parlando con lui ho capito che poteva star meglio se noi avessimo smesso di piangere. Una cosa era evidente : era felice di stare nel luogo nel quale si trova adesso. Magari il suo desiderio era proprio quello ! Dopo avermi detto queste parole, io dissi a lui : "Lo so che questo non è un sogno, tu sei qui davanti a me". Lui mi rispose che non era così, ma io gli presi la mano perché ero sicura di riuscire a sentirlo, e gli dissi : "Vedi, tu sei qui". E scomparve.

La sua apparizione mi diede un senso di leggerezza e mi rese felice, finalmente dopo la sua andata. Ricominciai a sorridere e proprio per questo voglio che la mia testimonianza venga pubblicata, per trasferire quello che ho provato a tutti coloro che hanno amato e amano ancora Salvatore.

L’altra cosa importante che mi ha lasciato Salvo è una Riconciliazione. Oggi, grazie a lui, amo tantissimo due ragazze che per me prima erano Nulla. Adesso sono le mie sorelle Nuccia e Patrizia.

Viviana

 

* * *

Per SALVO

Non potrò mai dimenticare la tua voce, il tuo sorriso, le tue mani, le parole dolci che giornalmente dicevi a me e .... alla "tua moto", cioè la tua Ragazza, la tua Principessa, e la canzone che mi cantavi sempre in macchina, ricordi ? Non volevi che nessuno ti disturbasse ! (Io la sento ancora con la tua voce). Ora la dedico a te !

(Nek, da Lei, gli Amici e tutto il resto)

FIANCO A FIANCO

Tu per noi sei qui,

fuori no dentro si

io lo so che adesso sei nell’Aria.

Quando io sono giù, o un’idea non ho più

con me camminerai

e più energia mi darai.

FIANCO A FIANCO SIAMO GIA’

PERCORRENDO NUOVE ETÀ’

NOI NEL MONDO E NEI PERCHÉ’

PER CAPIRE QUALE SIA LA VITA

LA TUA STRADA E’ LA MIA.

E per noi è così

ti parliamo anche se tu non sei qui

dimmi un po’ che stella sei

e ti cercherò nei giorni bui.

FIANCO A FIANCO SIAMO GIA’

RIVIVENDO LA TUA ETÀ’

E UNO SCHIANTO DENTRO IL BLU

VERSO UN MONDO CHE NON C’E’ QUAGGIU’

NON LASCIARE LA MIA MANO

ANCORA TU.

Per sempre nel cuore.

La tua cara amica

Viviana A.

 

 

 

 

 

 

Ho conosciuto Salvatore quattro anni fa e ringrazio il Signore di avermelo fatto conoscere. Facevamo parte della stessa comunità.

Salvatore era un ragazzo pieno di vita, con tanta voglia di vivere. Per lui niente era difficile, era semplice e disponibile verso tutti, pronto a prestarsi sempre e dare una mano d’aiuto.

La mia mente è piena di ricordi belli passati in comunità, dove la sua presenza portava allegria. Spesso mi imitava e io facevo finta d’arrabbiarmi. Lui s’avvicinava scusandosi, ma dopo un po’ ricominciava e ci mettevamo a ridere.

Gli dicevo che era ruffiano come me e lui mi rispondeva dicendomi che mi voleva bene come a una sorella. Una sera in comunità stavo male e mi chiese cosa avessi. Io non risposi e lui prese la mia agenda, la aprì e si mise a scrivere. La sera, quando tornai a casa, aprii la mia agenda e vidi che Salvatore vi aveva disegnato una corona e un sole splendente. Sotto, nella stessa pagina, scrisse alcuni versi che adesso voglio ricordare :

"Quando un giorno giungeremo in Cielo saremo incoronati con una corona d’oro adornata di pietre preziose, dove ogni pietra sarà : sofferenze, ferite, prove superate con amore e gioia".

E quest’altra : " Vivere è facile, ma vivere nel modo giusto è molto difficile".

Salvatore con questi versi voleva farmi capire che, se in questo mondo soffriamo, dobbiamo non aver paura, ma prendere la croce con amore. Il Signore ci ricompenserà nel Regno dei Cieli facendoci vedere la sua luce.

Salvatore, adesso che sei vicino al Signore, sono sicura che stai vedendo questa splendida luce, perché lì è la pace la verità, l’amore, la felicità. Prega per tutti quelli che soffrono, in particolar modo per i tuoi cari.

Salvatore, sei stato un vero amico.

Carmelina D’Angeli

* * *

 

 

 

 

13 gennaio 1999

Tutti abbiamo bisogno

di essere consolati.

  1. Zefirino Agostini

Carissimo signor Emanuele,

non ci sono parole per quello che è successo, sappiamo solo che la vita è formata di grandissime prove da superare per raggiungere la vita eterna, e magari un posto in cielo assieme a suo figlio.

In questi giorni, dopo aver ricevuto la sua lettera, ho avuto un sacco di flash : ricordo troppo bene la prima sera che ho visto suo figlio, i nostri sguardi continuavano ad incontrarsi, ma nessuno dei due aveva un po’ di coraggio per "attaccare bottone".

Poi è stato lui a fare il primo passo ed in un’ora m’ha raccontato tutta la sua vita, il lavoro che faceva, le ragazze che ha avuto, insomma credevo di conoscerlo da anni.

Il giorno che sono stata operata, Salvatore mi è stato vicino più degli altri ; soffrivo, ma i suoi baci sulla mia fronte e le sue carezze mi hanno dato tanta forza ; era bello sentire il grande calore che mi trasmetteva.

Sono contenta di avere un suo grandissimo ricordo scritto ed ho piacere che anche lei abbia una fotocopia delle sue parole, così può capire che prezioso dono mi ha lasciato.

Vorrei concludere dicendole che suo figlio è il ragazzo più ottimista che ho mai conosciuto, con uno spirito libero che nessuno poteva fermare, per questo mi mancherà un sacco.

Le sono vicina, a presto.

Con stima Mery

* * *

 

 

Caro zio Emanuele,

fra le tante cose che più non si riescono a capire nella vita ed in particolar modo ad accettare, sicuramente la perdita di un nostro caro occupa il primo posto. Ti vorrei scrivere tante cose per cercare di alleviare la tristezza che in questo momento pervade la nostra anima e soprattutto per poterti donare un vivo e felice ricordo del tuo amato. Anche se la vita, come in questo momento, ci porta a soffrire, caro zio, non dobbiamo dimenticare che noi, ed in particolare Salvatore, facciamo parte di quel ricamo che Dio sta tessendo per noi. Anche se a noi in questo momento è dato di vederne solo il rovescio, i nodi, e le giunture dei fili, un giorno potremo capire e nulla ci sembrerà più orribile come oggi appare a noi.

Penso che sia giunto il momento di scriverti quello che per me è stato Salvatore, cercando di scavare tra i miei ricordi che inevitabilmente mi faranno male e tanto mi faranno soffrire.

L’immagine che nella mia mente ho di Salvatore penso che sia quella che tutti i suoi amici, parenti, e chiunque l’abbia conosciuto, hanno nella propria mente, e cioè un sorriso, un abbraccio, una risata che avrebbe fatto ridere anche il più triste, ed in particolare "una sensazione di vicinanza intima ed emotiva", che solo poche persone riescono a darti in tutta la vita.

Salvatore era il mio cugino che aveva tutto, aveva la macchina, aveva la moto, aveva qualsiasi cosa che si potesse avere, ma questo in lui non era un "avere assoluto", poiché sarebbe bastato che lui si accorgesse che ti mancava qualcosa che te lo avrebbe dato dalle sue cose. Questo perché tutte le sue cose, anche le più preziose, nulla avevano di prezioso per lui, proprio perché, secondo il mio pensare, lui sapeva che niente sulla terra può durare per sempre.

Questa sua sapienza lo portava a fare cose che noi non potevamo capire, e questo in vari settori della sua vita. Mi ricordo, con particolare vicinanza, il giorno in cui mio nonno ci lasciò per essere accolto tra le braccia del Signore. Tutti i figli, tutti noi nipoti e molti parenti, non facevamo altro che piangere. Anche dal viso di Salvatore sgorgavano lacrime di dolore, ma la cosa che più mi colpì in lui fu proprio nel giorno del funerale di nostro nonno.

Ci trovavamo sul Corso Salvatore Aldisio, proprio davanti la salma del nostro caro nonno. Tutti erano tristi, piangevano, ma solo lui era sereno, anzi per dire il vero era l’unico che rideva e ci diceva di ridere perché questo era il modo migliore per accompagnare il nostro nonno all’ultima funzione religiosa. Io un po’ non capivo che cosa volesse dire, un po’ mi arrabbiavo perché non mi sembrava rispettoso ridere ad un funerale, ma poco dopo, tutti noi cugini, ci ritrovammo a ridere e forse ad essere felici. Non nascondo che la cosa era alquanto strana, se non imbarazzante. Sul famoso muretto di fronte alla villa comunale, c’erano seduti i vecchi che ci guardavano ridere, forse avranno pensato che eravamo degli stupidi e soprattutto degli irrispettosi, ma noi non ci curavamo più, a quel punto, di cosa la gente potesse pensare. Noi eravamo tranquilli, sereni e forse anche felici, proprio perché il nostro cugino Salvatore ci aveva trasmesso la consapevolezza che ormai il nostro tanto amato nonno era già nelle braccia del Signore, e che la cosa più importante era di ricordarlo per tutto quello che in vita ci aveva donato.

Grazie Salvatore.

Caro zio Emanuele, di Salvatore voglio ancora scrivere qualche cosa, ma per adesso non ho più la forza. Ti voglio soltanto accennare che l’ho sognato e che mi ha detto : "Totò, sai dove sono ?... sono in Paradiso...."

tuo nipote Salvatore di Simone

Roma, 15 Gennaio 1999

* * *

Caro zio Emanuele,

ricevere la foto di Salvatore per me è stato molto importante perché, anche se non sono le foto che ci permettono il vero ricordo di un nostro caro, a guardarla provo delle sensazioni molto particolari, è come se il tuo Salvatore, il nostro Salvatore, fosse vicino a me che mi protegge. Durante i miei esami di febbraio, ho chiesto aiuto e protezione in preghiera a Salvatore e questo mi rendeva molto sereno e tranquillo.

Io non credo che tra Salvatore e me vi siano delle grosse somiglianze somatiche, ma, avendo messo la foto che mi hai spedito sulla mia scrivania, ogni mio collega che mi viene a trovare dice che sembra mio fratello e che mi somiglia molto, in realtà sono molto contento di questo.

Caro zio, come già ti avevo detto, ho sognato Salvatore in due occasioni.

Nel primo sogno io stavo passeggiando per un via di Roma che si chiama Corso Sempione, ad un certo punto ho sentito che qualcuno mi suonava da una Renault bianca, come quella di Salvatore, mi abbasso per guardare e riconosco mio cugino che mi guardava col suo solito sorriso sulle labbra, cosciente del fatto che io ero strabiliato per la sua presenza.

Lui scende dalla macchina, mi abbraccia e mi conduce verso la piazza di questo Corso, in cui c’è una chiesa e una statua della Madonna al centro della piazza. Strada facendo, vedo che lui era vestito con normali jeans e camicia, dopo gli chiedo : "Totò, dove sei stato, da dove vieni ?". Mi risponde con un viso sereno : "In Paradiso".

Continuo a chiedergli : "Totò, ma come te la passi lassù ?". Risponde : "Bene, benissimo, l’unica cosa è che la frutta costa molto, sai una cosa ?.... l’uva costa a settemila lire al chilo". Iniziamo a ridere e continuiamo a camminare verso la chiesa, ma non ricordo più nulla.

L’altro sogno è stato molto più breve e senza nessun dialogo. Ho sognato che stavo dormendo sul mio letto a Roma quando, ad un tratto, vedo un fascio di luce molto intensa con al centro un volto, un volto particolare, quello di Salvatore.

Caro zio, spero che tu sia contento di tuo figlio che continua a donarci e farci felici.

Ti voglio molto bene

Un grosso abbraccio alla zia a Linda ed Onofrio.

Tuo nipote Salvatore di Simone

Roma, 25 febbraio 1999

* * *

 

 

 

Di Salvatore bambino mi ricordo principalmente una volta che pranzavo a casa sua. Mi sembrava buffo, perché era più grande di me ma faceva ancora "storie" a tavola. Per fagli mangiare la carne la si nascondeva nell'insalata.

Salvatore mi ha fatto conoscere la Comunità delle Beatitudini, mi ha presentato il Pastore Michele e sua moglie Anna. Poi mi ha invitato e portato a Prizzi per una settimana, a gennaio '96, durante i "lavori in corso". Alla fine della settimana, ci hanno raggiunto Giovanni e Zaira e siamo saliti insieme in cima alla torre campanaria, che avevo pulito quel giorno. Con loro era arrivata la carovana di macchine della Comunità delle Beatitudini di Gela. La sera abbiamo cantato e ballato sul sagrato della chiesetta, e Salvatore mostrava la sua bravura nelle danze ebraiche. Ma in questo era superato dalle sorelle di Prizzi, e alla fine danzava solo per ridere insieme.

A Prizzi mi ha raccontato dei suoi precedenti contatti con la Comunità e mi ha presentato Suor Elisabetta. E' stato lui a invitarmi per la prima volta allo Shabbath, e a Prizzi ne ho celebrato un altro con Suor Elisabetta al pianoforte e le Comunità di Prizzi e di Gela riunite nel refettorio.

Fino a quando non ha cominciato a lavorare passava spesso da casa nostra, lui diceva "a trovare mio parrino" e cioè papà. L'estate del '96 volevamo mettere la barca a vela a mare e lui si è subito offerto di occuparsene personalmente "per il suo padrino". Dopo che mio padre ha procurato il materiale, mattina e pomeriggio passavamo l'antivegetativa. A queste operazioni erano presenti i bambini delle nostre palazzine, e c'era più movimento del solito. Un bambino in particolare sembrava molto attratto dalle operazioni. Salvatore aveva voglia di scherzare e, guidandolo per mano, lo aiutò a sperimentare il rullo da verniciare sul suo cagnolino yorkshire. Dopo l'operazione le sorelle non sapevano da che parte recuperare il cane, ma l'operazione aveva fatto ridere tutto il "pubblico". Il cane se l'è cavata con una "visita dal barbiere" e un poco di acquaragia. Mentre pennellavamo non c'erano solo bambini ad assistere. Una mia amica stava a guardarlo tutto il tempo e, quando lui se ne andava, mi diceva "Quanto è bello!", poi guardava in alto e scuoteva lentamente la testa.

Dopo l'antivegetativa occorreva rinfrescare lo smalto dello scafo ed eseguire una riparazione in vetroresina. A turno uno di noi stava nella barca e l'altro fuori, a lavorare su uno sportello esterno e su due rinforzi interni. Stare dentro era veramente scomodo perchè c'era un metro scarso di altezza, i movimenti erano impediti e il caldo, l'umido e la puzza di vetroresina ristagnavano. Ciononostante "per il suo padrino", e anche perchè sembrava divertito dalla novità, Salvatore non si rifiutava di infilarsi là dentro a smanettare con la resina. Non sempre le proporzioni dell'indurente erano giuste, e alcune dosi di resina le abbiamo scaraventate contro un muro perché non se ne poteva fare uso. Nel complesso, però, le riparazioni sono ancora in opera e tengono.

Alla fine Salvatore ha smaltato le riparazioni e si è offerto di pensare lui a smaltare la parte esterna dello scafo, che era il grosso. Ci ha chiesto di parcheggiare la barca sotto i portici. Siamo andati a fare una visita, quella domenica, e al ritorno la barca era smaltata a nuovo, di un verde impeccabile. Un suo amico squisito (Davide) aveva portato il compressore e insieme si erano messi al lavoro, pistola, mascherina e guanti. Un lavoro di cui andava orgoglioso. Salvatore si era anche offerto di occuparsi del lettering dorato. Questo doveva riportare il nome della barca: "Concetta Madre" dal nome di mia nonna.

Io, lui e due amiche dicevamo che un giorno saremmo andati a colorare con qualche graffito gli edifici IACP grezzi e abbandonati del lungomare, o il professionale "abbandonato" sulla SS 115. I colori gli piacevano e, nel garage della casa nuova, mi ha mostrato un albero che stava dipingendo ad olio, per rilassarsi. Sempre in quel garage stavano altre due cose che mi ha mostrato: le canne da pesca sue e di Onofrio, e Aaron, un cane di cui si può veramente essere orgogliosi. Abbiamo girato per tutta Gela per rendere nota la nascita dei cuccioli di cui era padre... Cuccioli di razza.

"Di razza" doveva essere anche il suo flauto, quando decise di comprarne uno, e per spendere meno voleva mettersi d'accordo con me. Potevo acquistarlo a Bologna, come ho fatto per il violino di mio fratello. Lui però non aveva pazienza di aspettare che tornassi a portarglielo per le vacanze e non voleva spendere in treno quanto risparmiato. Quindi si organizzò senza di me. Non l'ho mai sentito suonare.

Voleva le cose migliori, e pensava all'oggi più che al futuro. In questo senso ricordava un misto di Vangelo, l'Emilio e filosofia punk. Per il pensiero punk "non c'è futuro". L'Emilio di Rousseau sconsigliava di sacrificare la propria giovinezza in vista di un incerto e presunto "successo nella vita". Il Vangelo semplicemente recita "A ogni giorno basti la sua pena". Parole sante.

Sapeva anche accontentarsi e apprezzare quello che c'era. Una estate un mio parente di Bologna si lamentava della scarsa attrattiva del mare di Gela. Brontolava sulla spiaggia del Club Nautico e guardava in direzione dello stabilimento. Allora noi ci siamo lanciati una occhiata e lo abbiamo tuffato nell'acqua del porto. E mio cugino ha capito che esistono anche altre attrattive turistiche a Gela: le mura di Caposoprano... e le persone.

Siccome vivo a Gela solo per le vacanze vi ho contatti personali saltuari. Chi sta fuori si può sentire fuori posto anche quando ritorna. Salvatore mi ha fatto vedere e conoscere cose e persone, mi ha rallegrato con il suo entusiasmo. Ha mitigato il mio "complesso dell'emigrante" e mi ha aiutato a sentirmi a casa. Me lo ricordo sempre indaffarato in qualche lavoro, come quando distribuiva pubblicità per gli esercizi commerciali. Insieme abbiamo coperto tutta Vittoria, Catania e mezza Gela. Oppure me lo rivedo mentre acquista qualcosa di bello, come il flauto, la mitica Virago o la macchina.

Questa non era la sua musica, lui che, come diceva Suor Elisabetta, considerava i Litfiba "musica satanica". Però gliela dedico lo stesso, perché "tutto è puro agli occhi dei puri".

"La gioia di cantare , la voglia di suonare

il senso di raggiungere quello che non hai

ecco un altro giorno come ieri ,

aspettare il mattino per ricominciare.

[...]

La maschera di un clown in mezzo a un gran deserto

un fuoco che si spegne, uno sguardo verso il cielo

uno sguardo verso il cielo, dove il sole è meraviglia

dove il nulla si fa mondo, dove brilla la tua luce ."

"Sguardo verso il cielo", Pagliuca-Tagliapietra, dall'album "Le orme. Raccolta 1970-1980", Le Orme.

"I am my own parasite

Don't need a host to live

We live off of each other

We can share our endorphines

[...]

Your scent is still here, in my place of recovery."

"Milk it", Kurt Cobain, dall'album "In utero", Nirvana.

"May day, every day, my day

Could've had a heart attack, my heart

We don't know anything, my heart.

We all want something fair, my heart.

Hey! Hey! Heyyyyyyy! Heyyyyy! Heyyyyy!

Out of town, out of fire, is my heart.

Queen of lies, today, my heart

One more on the phone, my heart

One more at the door of my heart."

"Tourette's", Kurt Cobain

"In the sun

In the sun we feel as one

In the sun

In the sun

I'm married

buried

yeah yeah yeah yeah

I wish I was like you

Easily amused..."

"All apologies", Kurt Cobain.

"Hate, hate your enemies

Save, save your friends

Find, find your place

Speak, speak the truth."

"Radio friendly unit shifter", Kurt Cobain.

"The sun is gone

But I have a light

The day is done

But I'm having fun."

"Dumb", Kurt Cobain.

Giovanni Ferraro

* **

 

 

Caro Salvatore,

la tua salita in Cielo, così prematuramente, mi ha fatto sentire tanto male. Non avrei mai immaginato una cosa simile. Ora ci mancherà molto il tuo sorriso, la tua dolcezza, il tuo incedere. Io t’ho conosciuto fin da quando eri bambino e t’ho visto crescere e diventare un bel giovanotto. Ed ora un vero angelo del Signore.

Già nel 1984, quando tu avevi solo dieci anni, t’ho regalato un mio primo disegno. L’avevo eseguito a Firenze durante uno dei miei soggiorni e te l’ho donato in occasione di un nostro incontro nel mio studio. Tu eri assieme a tuo papà, mio amico, ed eri tanto interessato a quel disegno. Sei entrato subito in confidenza con me e m’hai fatto tanta simpatia che tu hai sempre ricambiato. T’ho dedicato subito quel disegno che tu hai sempre conservato gelosamente.

Ci siamo incontrati tante altre volte e tu col tuo sorriso, la tua gentilezza, il tuo affetto mi salutavi sempre con cordialità. Sei venuto pure a scuola di disegno da me e hai realizzato anche dei bei lavori. Poi te ne sei andato perché hai voluto seguire la chiamata di Dio, frequentando un comunità cristiana.

Ora, dolcissimo Salvatore, ho voluto descrivere le tue stupende sembianze, con colori, lacrime e preghiere, per consegnarle ai posteri. Mentre realizzavo l’opera tu mi sei stato sempre al fianco e mi dicevi : "La mia vita terrena è stata così breve come la luce divina che mi ha appena sfiorato. Vado al Padre celeste così come sono venuto, spoglio da ogni cosa terrena". Eri avvolto di luce abbagliate, o Salvatore, di una luce che evidenziava bene le tue fattezze ed ogni mia pennellata la seguivi con compiacimento. Dietro di te stava il tuo angelo custode che ho ripreso assieme alla Madre di Dio in atteggiamento di abbandono al Padre misericordioso e, di fianco, ancora Lei, pensierosa e casta che ha serbato in cuor suo anche il tuo abbandono alla volontà del Padre.

Ho voluto intitolare l’opera "Il trionfo della fede" perché, tu Salvatore, pur vivendo in questo mondo era come se non gli appartenessi. Vivevi solamente per illustrare l’amore che Dio ha per gli uomini e per testimoniare quando Lui ci ama.

Gli hai dedicato tutto, o Salvatore : la tua vita breve ma intensa, il tuo impegno verso il prossimo, le tue gioie, le tue cadute, le tue sofferenze. Sei tornato al Padre attorniato da tanti e tanti amici che ti vorranno sempre bene. E sicuramente in Cielo s’è fatto festa e si è danzato nella casa del Padre per la gioia di averti con loro.

Hai lasciato tanto profumo attorno a te, o Salvatore, e mai come ora ti sento così vivo e osannato da tutti. Ti voglio ricordare così, come ti ho dipinto : bello, radioso, illuminato di una luce non terrena, a ricordarci che tu, pur essendo con Dio, non ci lasci soli in questa terra.

Antonio Occhipinti

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Abbiamo conosciuto Salvatore quasi nello stesso periodo e, sebbene il tempo passato insieme non sia stato molto, i momenti vissuti sono stati intensi, pochi ma buoni per comprendere quanto fosse davvero speciale.

Inizialmente c’era sembrato un po’ frivolo, per niente diverso dai tanti ragazzi la cui vita si divide tra Pub e discoteche, dopo un po’ però, quasi senza rendercene conto, ci siamo ritrovate a parlargli dei nostri problemi, scoprendo in lui non solo un dolce amico consolatore, ma anche un ottimo consigliere.

In lui c’era una grande forza d’animo e un’immensa serenità quasi indescrivibile, col senno del poi, oggi pensiamo di poter affermare che sono qualità derivate dalla sua fede in Dio. Era la sua fede che lo rendeva capace di sorridere nonostante le sue sofferenze, d’aiutare gli altri, d’ascoltare le nostre piccole e grandi storie, stupidaggini rispetto a ciò che passava lui.

Eppure Totò non ci ha mai detto nulla, mai una parola sui suoi problemi... Totò pensava a godersi la vita minuto per minuto, attimo per attimo, come se ogni istante potesse essere l’ultimo...

Avevamo tanti progetti in comune : il capodanno, le uscite fuori Paese, una comunità. Un pomeriggio se ne parlò tanto.

C’eravamo incontrati per caso tutti e tre al solito bar, gentilmente s’era offerto di pagarci il caffè, poi ci fermammo fuori a parlare. Notammo la stella ebraica che portava al collo e gli chiedemmo se era ebreo.

Totò ci disse : "Tutti un po’ lo siamo, perché tutti siamo figli di Dio".

Poi ci raccontò della sua bellissima esperienza presso la Comunità delle Beatitudini, ci parlò della sua devozione per Santa Teresina del Bambin Gesù e ci espose il suo progetto di fondare una nuova comunità. Era un bel sogno. Era il sogno d’un uomo davvero vicino a Dio, lo si avvertiva dalla luce dei suoi occhi che quasi splendevano di gioia mentre ci parlava.

Forse per questo ci siamo subito sentite coinvolte e pronte a volere condividere il progetto e anche se Totò oggi non è più qui col corpo, il suo spirito ci sta vicino, perciò sentiamo di dire che accanto ai suoi ricordi, alle sue parole che riecheggiano ancora nelle nostre orecchie, è giusto che viva ancora anche quel sogno.

E’ vero che ci ha lasciato un grande vuoto e qualche rimorso di cose non fatte, ma Salvo è per sempre nei nostri cuori e da lì nessuna morte potrà mai portarcelo via. Mai.

Daniela Falduzza e Irene Cassarino

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A mio cugino Salvatore

Quando pensai di scrivere ciò che rappresenta Salvatore per me, all’inizio ho esitato un poco, perché volevo tenere dentro di me la stima ed i sentimenti sul mio caro cugino. In seguito, però, mi sono reso conto che sono proprio le testimonianze che continuano a far vivere e ricordare, non solo dentro i nostri cuori, la persona che c’è tanto cara.

La perdita di Salvatore ha gettato me, così come chi lo voleva tanto bene, nello sconforto e in un dolore che difficilmente invecchierà con il tempo, togliendoci la serenità e la gioia che prima di questa tragedia ci circondava.

La scomparsa di Salvatore è stata appresa come un fulmine a ciel sereno perché avvenuta tanto improvvisamente quanto precocemente, lasciando non solo un vuoto ma anche tanta rabbia e sgomento. Spero comunque, con l’aiuto di Dio e di Salvatore stesso che sicuramente non ci vorrebbe vedere soffrire così, di trovare la forza per superare questo triste momento.

Salvatore per me più che un cugino era un fratello, eravamo parecchio legati e con lui trascorrevo buona parte del brevissimo tempo quando ritornavo a Gela. Insieme a lui il tempo trascorreva in fretta perché mi raccontava tutto ciò che di divertente gli capitava durante la settimana e mi faceva ridere tanto per come si poneva scherzosamente e, a dire il vero, anche quando mi prendeva in giro.

Salvatore aveva una dote innata nel riuscire a dare serenità alla gente e a far sorridere anche quando le cose non andavano molto bene, perché trovava in tutto, anche nelle circostanze poco felici, le parole giuste per tirarti su di morale e riusciva a trovare sempre una soluzione ad ogni problema.

Salvatore rappresentava un concentrato di simpatia, allegria e sensibilità ; la sua voglia di vivere non lo fermava di fronte a nessuno ostacolo ; era proprio un "vulcano". Tutto ciò che desiderava riusciva ad ottenerlo, come se avesse la lampada di Aladino in tasca. A volte lo criticavo per alcune sue scelte, perché pensavo che, nella vita, bisogna accontentarsi di quel poco che essa stessa offre ; ma adesso mi rendo conto che tutto quello che faceva non era da persona immatura, perché lui voleva dare un senso alla propria vita, non solo con le cose materiali ma, soprattutto, operando in prima persona nelle comunità cristiane di cui faceva parte.

Salvatore, così come tutti i giovani della nostra età, era pieno di progetti futuri, ma, a differenza di molti di noi, viveva intensamente il presente impegnandosi su diversi fronti e non amava rinviare al domani ciò che si poteva fare oggi, portandosi quindi con sé un bagaglio non indifferente di esperienze e di cose belle che la vita gli offriva.

Salvatore era come un bambino, sempre ansioso, desideroso e curioso di provare nuove emozioni e di conoscere meglio il mondo che lo circondava ; inoltre s’interessava a tutto ciò che faceva tendenza. Ricordo che ci fu un periodo in cui si interessò anche di calcio, sport che in verità lui non amava molto, ma questo suo interessamento era dovuto al fatto che voleva stare con gli altri, anche quando parlavano di cose che a lui non interessavano in modo particolare. D’altro canto, come poteva un ragazzo del suo carisma, sempre partecipe di tutto, starsene in disparte ?

Pensavo comunque di conoscere molto bene mio cugino Salvatore, ma evidentemente mi sbagliavo perché ho letto alcuni dei suoi pensieri, lasciati per iscritto in un’agenda, che mi hanno fatto capire cosa si nascondesse dietro quel ragazzo, sensibile si, ma, all’apparenza, anche frivolo e superficiale : un’altra persona dai sentimenti molto profondi.

D’altro canto Salvatore era molto imprevedibile. La sua assenza pesa terribilmente e mi rende molto triste, però mi accorgo che, quando si parla di lui, sembra di averlo accanto e scappa il sorriso quando lo si ricorda per certe cose buffe che faceva o che raccontava come lui solo sapeva fare.

Molti ragazzi che conoscevano Salvatore, incontrandomi per strada, mi parlano di lui come di un ragazzo solare, affabile e generoso : tutto questo mi fa molto piacere e mi rende anche molto orgoglioso di avere avuto un cugino come lui.

Carmelo Di Stefano

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La scomparsa di Salvatore è stata così improvvisa che ancora oggi non riesco a rendermi conto della drammaticità dell’accaduto. La sua assenza pesa terribilmente, lasciando un immenso vuoto dentro.

Salvatore continua a vivere nel mio cuore attraverso tanti bei ricordi che mi ha lasciato e fra questi sicuramente il giorno in cui è venuto a trovarmi a Bergamo.

Il suo sorriso solare rimarrà come una fotografia impressa nei miei pensieri.

Nel trigesimo di Salvatore, durante la Messa, ho avvertito un forte odore di rose fresche e, per un attimo, ho avuto la sensazione di vederlo seduto accanto a me.

Orazio Di Stefano

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PENSIERI IN LIBERTA’ PER SALVATORE

Carissimo Salvatore,

numerosi ricordi e tante immagini appaiono nitide nella mia mente oggi come non mai. Come potrei dimenticare alcuni momenti di quanto eri piccolo e, poi, adolescente, le tue confidenze e anche i tuoi sfoghi a proposito degli studi che man mano intraprendevi, e anche qualche tua amarezza nel constatare che non sempre i tuoi insegnanti apprezzavano il tuo impegno e la tua passione per la scuola ?

I nostri incontri, costanti nel tempo anche se non frequenti per la distanza che ci separava, sono stati sempre incontri improntati di fiducia, stima, affetto e anche meraviglia reciproca. Tu, Salvatore, ti complimentavi con me per le opere pittoriche che eseguivo ed io per la tua costante maturazione culturale, spirituale e umana che mi colpiva sempre di più per le sfaccettature interiori che man mano questa crescita comportava. E quanta ulteriore, sana meraviglia e gioia quando sono venuto a trovarti a Pettineo ! Dal tuo volto traspariva una serenità interiore e una spiritualità francescana, che spero di portarmi dentro per tutta la vita. Eri davvero radioso e completamente immerso in quell’atmosfera religiosa e ascetica che il luogo dolcemente effondeva. Ancora oggi ringrazio Dio per avermi fatto vivere quel momento di intensa preghiera comunitaria, ricca di significati anche simbolici, che ci conduceva in atmosfere d’amore, di fratellanza e di compartecipazione.

Toccante, oltre alla tua e ad altre invocazioni, è stata anche la partecipazione di papà tuo, Emanuele, al quale sono legato da profonda amicizia fin dal 1966, alla preghiera comunitaria e tanta emozione e fede e sicurezza, per il tuo futuro, trasparivano dalle sue parole.

E che dire degli incontri nel mio studio pittorico sito in Cefalù vicino al grande monumento normanno ? Ogni volta che ti fermavi, anche se per poco tempo, era una gioia reciproca. Quante domande e quanto interesse per quello che facevamo ! Venivi quasi sempre con ragazzi, tuoi coetanei, ed eri tu a spiegare il Duomo e i meravigliosi mosaici con al centro la icona del Cristo Pantocratore con quello sguardo dolce e severo nello stesso tempo, che sconvolge ed attrae e rapisce il visitatore, e con mio compiacimento vedevo che eri ascoltato per il tuo sapere e le tue riflessioni, amato e seguito senza remore nell’itinerario cefaludese che era stato prefissato.

Un altro momento di meraviglia l’ho avuto a Butera, in una mostra estemporanea, nel vederti con pennelli, cavalletto e tela. Avevo appreso da poco che ti eri avvicinato all’arte del dipingere e quando ti ho visto all’opera, con l’entusiasmo che ti portavi dentro per qualsiasi cosa da te intrapresa, grande è stata la mia gioia e il mio interesse per il tuo dipingere man mano che procedevi nella rappresentazione figurativa.

Meraviglia e stupore mi attendevano ancora a Gela quando si sono sposati Linda e Onofrio. Non avevo mai visto tanta affettuosa partecipazione da parte di un fratello verso la sorella ! Non hai proprio tralasciato nulla per rendere il matrimonio quanto più bello e allegro possibile, sembrava proprio la tua festa.

E alla Piana di Lascari ? Chi potrà mai dimenticare le pizze da te preparate in una serata estiva trascorsa con i tuoi cari e la mia famiglia ?

Entusiasmo, partecipazione, gioia di vivere, altruismo, serenità e amore sono state le cose che tu, carissimo Salvatore, hai a noi trasmesso e queste cose non sono certamente finite alle ore 7,30 del 1° dicembre 1998 quando da Onofrio e poi da Linda ho appreso, questa volta con amara meraviglia, la tua dipartita da questo mondo terreno.

Tu continui a essere con noi e a consolarci in questo viaggio che, tante volte, ci sembra incomprensibile e le riflessioni, da te scritte con tanta semplicità ma anche con tanto acume e che i tuoi inconsolabili genitori - Giuseppina ed Emanuele - stanno amorevolmente raccogliendo, ci serviranno sicuramente a capire e meglio apprezzare il valore della vita.

Tuo Pippo Forte

Cefalù, 28 gennaio 1999.

 

 

 

A Salvatore

Ho provato parecchie volte a mettere insieme delle parole per poter descrivere quello che sto provando, ma, con rammarico, mi rendo conto di non riuscire ad esprimere con estrema chiarezza le sensazioni che si trovano nel mio cuore.

Salvatore, mi sembra che il mondo si sia fermato, questa tua mancanza improvvisa ha sconvolto gran parte del mio essere, e malgrado tenti con tutte le mie forze di non essere triste per te, non riesco ad immaginare come potrà essere la mia vita, lunga o breve che sarà, senza sentire più le tue parole, senza vedere il tuo volto illuminato da sorrisi dolcissimi.

So che in questo momento tu stai in un mondo migliore, il tuo mondo, Salvatore, sì proprio quello, perché non sei stato come me, o come qualche altro. Tu eri una dolce creatura quasi ultraterrena, che ha trascorso la sua breve vita seminando del bene.

Hai fatto così tanto bene che Dio ha voluto averti accanto a tutti i costi, perché tu sei nato per servire Dio e per raggiungere quella luce che avevi conosciuto in precedenza.

Mi ricordo ancora quando mi hai raccontato la tua esperienza. Quella è stata l’unica volta che mi hai parlato di te, perché per il resto della tua vita non hai fatto altro che ascoltare, ascoltare e cercare di trovare soluzioni ai problemi altrui.

Ti penso tutti i giorni e quasi sempre, pensandoti, scoppio in lacrime, perché non ho avuto il tempo di dirti ciò che in realtà provavo. Tu te ne sei andato ed io non ho neanche potuto abbracciarti, non ti ho potuto dire che ti voglio bene, che te ne ho sempre voluto e sempre te ne vorrò. Mi ricorderò in ogni istante che tu eri per me l’unico amico, l’amico vero. Si dice : chi trova un amico trova un tesoro. Adesso che hai lasciato il mio mondo, dove troverò un’altra persona sincera ?

Mi manchi, Salvatore, e non manchi solo a me, hai lasciato tantissima gente che ti amava come io ti ho amato, di un amore puro senza malizia, un amore fraterno, e per questo che sto così male, perché so che anche io per te ero come una sorella.

Vorrei aggiungere tante cose, vorrei dirti che non ci credevo quando me l’hanno detto, non volevo vederti su un letto di morte, perché non era giusto per te, ma per fortuna Dio mi ha illuminata e mi ha dato una forza immensa, in un attimo ho intuito che non ti avrei più visto qui, che quella sarebbe stata la mia ultima e unica occasione, ed io dovevo salutarti, anche se tu avevi già spiccato il volo verso il Cielo.

Se mi senti, se puoi sentire la mia voce, se puoi sentire il mio cuore, sappi che sei stato come una luce in una strada buia e tortuosa, che il tuo ricordo riempie il mio cuore ogni istante della mia giornata.

Non so più come esprimermi, dolce amico mio, ma anche se la mia mano o le mie labbra non si muovono, il mio cuore grida per te.

Ti dico solo che ho un desiderio : il giorno in cui Dio mi chiamerà per abitare il suo Regno, se lo vorrà, vorrei che ci fossi tu ad accogliermi, così potremo darci finalmente quell’abbraccio che in questo mondo non ho potuto darti. Sono certa che un giorno si realizzerà il mio desiderio.

Ciao Salvatore, vivi la tua nuova vita con l’amore di Dio, nell’eterno Regno della felicità, e ricordati sempre che qui tra noi per sempre ci sarai.

Con infinito affetto Graziana Di Giacomo

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Ho conosciuto Salvatore nelle diverse attività apostoliche che mi erano state affidate nella comunità di Gela. Gli aspetti edificanti che emergono in questo ragazzo sono tanti, non vorrei fare un torto a Salvatore se ne metto in evidenza alcuni e forse ne trascuro altri.

Di Salvatore colpiva molto la semplicità ; apriva il suo animo senza paura o sospetti, come chi possiede "dentro" l’innocenza dei piccoli. Salvatore non era un ragazzo ingenuo ; conosceva le insidie che possono venire dal mondo che ci circonda, tuttavia sapeva trovare i mezzi, si cercava gli aiuti per vincerli e superarli.

Era un ragazzo disponibile, infatti per due anni a Macchitella ha fatto volontariato come animatore del Grest, nei mesi estivi, ed oratorio durante l’anno scolastico.

L’ultimo anno della mia permanenza a Macchitella, Salvatore aveva fatto un cammino spirituale molto forte : il Padre lo conduceva e lo guidava per fargli pregustare la grande gioia dell’anima quando si vive nella sua Grazia e abbandonati alla sua volontà. Tutto questo era possibile perché Salvatore era aperto all’azione dello Spirito Santo che opera in ogni creatura.

Sempre all’inizio dell’ultimo anno della mia permanenza a Gela, Salvatore mio aveva espresso il desiderio di fare catechesi. Una attività, questa, quasi preminente della comunità di Macchitella.

Qui si intravede chiaramente - credo - il grande amore che nutriva per Gesù Cristo, per la chiesa e per le anime.

Bisogna dire che tutto Egli svolgeva e viveva con molta naturalezza, come chi sa che tutto dipende da Dio, ma si impegna al massimo come se tutto dipenda da Lui.

Credo che Salvatore abbia qualcosa da dire e insegnare ai giovani ed ai meno giovani. Egli forse nella sua vita non ha fatto grandi discorsi, ma ci lascia una testimonianza che vale molto di più dei discorsi più eloquenti che il miglior oratore di questo mondo possa fare. Egli ha vissuto in sé ed adesso ha colmato quella grande nostalgia d’infinito che tutti portiamo dentro.

Il grande rischio che possiamo correre tutti noi che siamo inseriti in questo povero mondo è quello di volere colmare la nostalgia di Dio, la sete d’infinito con mille altre cose che ci lasciano sempre insoddisfatti, poiché non sappiamo trovare la strada per andare alla "Fonte" !

Grazie Salvatore per essere stato in mezzo a noi, indicando a tutti, senza paura o vergogna, che tutto è effimero di fronte alla sublimità di Cristo e del Suo Regno e che tutto trova il suo significato e il suo giusto posto alla luce della Parola e alla luce di Dio.

Suor Salvatrice Bellitto

Istituto Maria Ausiliatrice - Caltagirone

 

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Ho conosciuto Salvo all’età di sei anni, quando si apprestava a varcare la soglia della prima classe della scuola elementare. Apparentemente timido, rivelò subito la sua capacità di volere e di riuscire ad ogni costo, la sua innata generosità, amabilità e affettuosità.

Poi a causa del mio trasferimento ci siamo perduti di vista, ma egli è sempre presente nella mia preghiera di anima consacrata, in quanto tutti i giorni presento a Cristo le persone conosciute e quelle da conoscere.

Di ritorno a Gela ("Ist. Suor Teresa Valsè") rividi Salvo completamente trasformato fisicamente, ma lo sguardo e il sorrisino fecero tornare alla mia mente chi fosse. Ho avuto modo di conoscerlo bene perché era membro del gruppo Energ : impegnato, fattivo, coerente. L’ho trovato molto maturo e responsabile.

Mi piace ricordarlo come l’ho visto l’ultima volta : aveva uno sguardo serafico, assorto in pensieri che sicuramente non erano terreni. Da lui ho imparato a sdrammatizzare le situazioni un po’ tese ; a perdonare, a sorridere alla vita, anche se questa riserva sorprese inaspettate.

Per il papà di Salvo, chiedo al Signore di fargli trovare la forza di non chiedergGli perché glielo ha tolto, ma di ringraziarlo per averglielo dato per ventiquattro anni e sei mesi.

Suor Carmela Rosa FMA

Acireale

 

 

Ennepetal (Germania) 22 aprile 1999

Da quando mia madre mi annunciò la scomparsa di Salvatore, mi sento molto triste. Io e lui avevamo più o meno lo stesso carattere : l’amore per Dio e per la famiglia, donare noi stessi agli altri, pensare agli amici e non a noi stessi.

Ho conosciuto Salvatore tre anni fa in occasione di una sua missione popolare a Butera. Egli con Padre Joseph, Fabio, Berny, Suor Francesca ed altri della Comunità delle Beatitudini sono venuti per dare la loro testimonianza. Salvatore mi ha colpito subito perché era molto giovane e anche un bel ragazzo (dato che non tutti scelgono la strada di amare, lodare e testimoniare Dio) ; poi, quando mi ha detto che era di Gela, l’ho sentito come un fratello e, da quel momento, ci siamo conosciuti meglio perché si è intrattenuto a Butera, assieme alla Comunità, per ben sei giorni.

Ora sento tanto la sua mancanza, anche perché sono tanto distante dal mio paese. Dopo quella missione, infatti, sono emigrato in Germania per lavorare. Ricordo che dopo tre mesi rientrai a Butera per passare l’estate e, dopo aver telefonato a Salvatore, io ed alcuni amici siamo scesi a Gela ed abbiamo passato una bella serata insieme.

Ho rivisto Salvatore l’anno scorso ed abbiamo fatto una grande festa ; da quel momento, ci siamo incontrati tante volte ; nell’ultimo periodo, però, mi sembrò turbato.

Ora conservo le sue cose come reliquie nel mio cassetto dei ricordi più cari e penso all’amico che Dio ha preso con sé per stargli accanto.

Poiché Salvatore ci ha insegnato ad amare Dio, non ci resta altro da fare che ringraziare il Signore, per avercelo dato per 24 anni, e mettere in atto i suoi insegnamenti e l’amore che ci trasmetteva.

Sarò felice di conoscere il padre del mio amico e di stare qualche pomeriggio insieme con lui.

Il Signore benedica Salvatore e lo conservi sempre nel suo regno.

Con affetto, Gaetano Vassallo

 

 

Gesù Cristo appresa da Marta e Maria la notizia della morte dell’amico Lazzaro, dopo aver pianto, chiese alle di lui sorelle di essere condotto al sepolcro del fratello, perché "quella morte era per la gloria di Dio".

Avvenne infatti che Gesù, raggiunto il sepolcro, accompagnato da Marta e Maria e da altri amici del defunto, restituì alla vita Lazzaro.

A ricordarmi Lazzaro è la recente morte corporale del caro giovane ventiquattrenne Salvatore Zuppardo, figlio del carissimo amico Emanuele.

Possiamo comprendere tale gravissima perdita ?...

No, imperscrutabili sono i piani e la volontà di Dio !

Le vie di Dio "non sono le nostre vie" : come potrebbero mai le nostre deboli umane vie essere quelle di Dio ?

Sappiamo però con certezza per il discorso fatto da Gesù dalla montagna, dettagliatamente tramandatoci dall’apostolo evangelista Matteo, che ai "miti appartiene il Regno dei Cieli" ; e Salvatore fu un docile, un buono, un mite !

Anche la prematura morte corporale di Salvatore, dolorosissima per i genitori e la sorella, triste per quanti abbiamo avuto modo di apprezzarne i carismi donatigli da Dio, è certamente a gloria di Dio.

Quindi, pur nel pianto (ineliminabile, atroce), accettiamo tutti il disegno e la volontà di Dio.

"La fiducia in Dio rende i mali utili per una vita migliore (A. Manzoni)".

Antonino Demetrico

Ore 3 del 4 gennaio 1999, Gela.

 

 

RICORDO DI UN AMICO

Pensare alla morte è brutto, terribile, basterebbe dire il contrario della vita ma ciò non si può dire ; scrivere il dolore è impossibile, perché quando conosci una persona la saluti, scambi quattro chiacchiere, la vedi crescere, anzi, in questo caso, essendo coetanei (ci vediamo crescere, dal giorno in cui ci siamo conosciuti fino all’altro ieri), è tremendamente indescrivibile la confusione ed a tratti la rabbia e la paura che si provano.

Sì, confusione, rabbia, paura ed un grande senso di impotenza : tutte e quattro le sensazioni in un unico momento. Prendo la penna, è l’ennesima volta che ci provo, ed all’improvviso non riesco a scrivere tutto ciò che ho provato e continuo a provare, tutto ciò che penso e continuo a pensare.

In questi giorni, ad un mese dalla morte di Salvatore, ho reincontrato il padre, un amico, un compagno. In queste vesti l’ho conosciuto tramite i miei genitori, un uomo semplice con tante passioni e tanti valori, sempre con la battuta pronta e non ho avuto il coraggio di fargli le condoglianze perché non riesco a credere che il figlio, Salvatore, che quasi ogni pomeriggio incontravo alla guida della sua moto mentre andava a casa della sorella che abita a due passa dalla mia, non è più tra noi.

Non riesco a crederci perché era, e nella mia memoria resterà sempre così, la sponzorizzazione vivente della vita. L’ho conosciuto in occasione del matrimonio di due amici e compagni comuni alle nostre famiglie, circa dodici anni fa, e quella sera abbiamo trascorso la serata giocando a nascondino insieme ad altri bambini.

Da allora ci siamo sempre salutati anche perché ci incontravamo spesso a scuola, poiché frequentavo il Liceo Scientifico e Salvatore l’Industriale.

L’ultimo episodio che mi ricordo risale al periodo della campagna elettorale : io ero candidato, il giorno successivo al voto ero in giro per le sezioni per conoscere i risultati e così, quando arrivai alla Scuola Media "S. Quasimodo", ho incontrato in una sezione Salvatore in veste di scrutatore e subito vedendomi arrivare visibilmente stanco mi ha dato il risultato dicendomi : "Qui ce ne sono cinque, spero si sommino a tanti altri". Dopo averlo ringraziato per la disponibilità con la quale mi aveva fornito il risultato, mi sentii quasi riposato perché quella era la terza ed ultima sezione in cui dovevo andare.

A quell’episodio, che è anche l’ultimo che mi ricordi Salvatore, ho pensato quando i miei genitori a pranzo mi hanno comunicato "la morte del figlio di Emanuele Zuppardo" e, nel contempo, ho pensato anche alla sua età, ad una famiglia serena e semplice che è la famiglia Zuppardo, alla persona educata disponibile e gentile che era, al lavoro che da pochi anni lo occupava e rendeva felice. E, mentre la tristezza mi prendeva, immaginavo la tragedia della famiglia Zuppardo, e vedevo Salvatore con la moto in via Danimarca e confesso che, dentro di me, mi saliva il nervoso per un ragazzo che aveva avuto tutto e non ha più la vita.

Ignazio Giudice

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E’ passato già un mese da quando tu non sei più vicino a noi. Cosa dire di te ? Eri una persona speciale, sublime. Dentro di te avevi un animo giubilante, allegro, spontaneo in tutto e per tutto ; avevi una grande bontà.

Da due anni che ti conoscevamo e questi due anni, per noi, sono stati molto fugaci, rapidi. Abbiamo trascorso dei momenti memorabili che non si possono cancellare.

Dalla tua bocca non usciva mai una bestemmia e per questo ti stimavamo e dicevamo sempre : "Totò è un ragazzo bravo, educato, non dice mai parolacce". Quante cose ci hai raccontato di te : che eri andato in Francia, che avevi tanta fede in Dio ed in Cristo Gesù. Una volta ci invitasti ad andare a Prizzi, nella Comunità delle Beatitudini di cui facevi parte, in un posto soave, dicevi, dove regnava la serenità e la tranquillità. Avevamo capito che tu raggiungevi la felicità solo in quel posto e che solo in quel luogo sacro tu ti sentivi bene.

Spesso, per vederci, perché ci volevi tanto bene, salivi a Butera anche in ora tarda ed eri felice quando stavamo assieme. Ci dicevi sempre che eravamo la tua sorellina piccola ed il tuo fratello e quando avevi bisogno ricorrevi sempre a noi.

Stavamo assieme tutti i giorni, andavamo in giro con la moto che non consideravi affatto un tua proprietà : infatti dicevi a Pippo : "Se ti serve la moto puoi sempre prenderla". Si fidava molto di Pippo ed era felice che lui corresse con la sua moto.

Giovedì 26 novembre 1998, quando venimmo a trovarti in ospedale, non facesti che dire : "Pippo, se ti serve la moto te la puoi prendere, cosi fai fare un giro a Graziana". Eri contentissimo di averci visto ; dai tuoi occhi splendeva una gioia immensa. Eri così contento che ci hai detto che, quando uscivi dall’ospedale, ci dovevi portare, assieme a Marianna, la tua ragazza, a mangiare cose casarecce. Purtroppo questo tuo desiderio non si è avverato.

Quanti progetti non concretizzati ! Eri un ragazzo che cercava di coinvolgere tutti per fare tante cose, ti piaceva di scherzare e ti preoccupavi sempre per gli altri. Quanto conforto ci hai saputo dare ! Una volta io e Pippo litigammo e avevo bisogno di parlare con qualcuno. L’unico al quale potevo appoggiarmi eri tu, Salvatore, e mi desti tanti consigli che non potrò mai dimenticare.

Dalla tua bocca uscivano sempre dolci parole e ci dicevi che eravamo la coppia più bella che avevi conosciuto. Per il nostro matrimonio, avevi promesso, ci dovevi suonare col tuo flauto di traverso l’Ave Maria di Schubert e volevi anche battezzarci il nostro primo figlio, quando ci saremmo sposati.

Dopo che sei volato in Cielo, siamo andati a trovare i tuoi genitori e mentre con loro parlavamo delle cose meravigliose che insieme facevamo, abbiamo sentito un fruscio. Ci siamo voltati ed abbiamo visto che l’orchidea posta accanto al tuo ritratto si era piegata poggiandosi sulla fotografia tua. E’ stato un momento indimenticabile e meraviglioso : tu, in quel momento, ci ascoltavi e volevi farci capire che stavi in mezzo a noi.

La sera, prima di addormentarci, non facciamo altro che pensare a te, a tutte le cose belle che facevamo, al tuo dolcissimo sorriso.

Ci manchi tantissimo, Salvatore, ci mancano gli squilli del telefonino che ci facevi, ci manchi tu, il tuo corpo, la tua presenza. Non riusciamo a rassegnarci, non riusciamo ad accettare la realtà, ci sembra un incubo e per questo abbiamo tanta rabbia dentro. Ci sei stato tolto troppo in fretta senza darci la possibilità di vederci, di salutarti per l’ultima volta.

Ti sentiamo vicino, Salvatore, in qualunque posto andiamo ci sei tu, noi non ti dimenticheremo mai perché resterai sempre vicino a noi.

Anche Marianna non è stata abbandonata, anzi, è quasi sempre con noi, ci sentiamo per telefono perché sappiamo che tu le dicevi che poteva fidarsi di noi. Noi ti ringraziamo per questo, e le siamo sempre vicino e sempre disponibili ad aiutarla. Siamo certi che tu, guardandoci dal Cielo, sarai felice così pure noi, perché anche lassù ti vediamo lieto, esultante, allegro come lo eri quando stavi con noi.

Rimarremo per sempre i tuoi veri amici, Salvatore, ti vogliamo tanto bene e te ne vogliamo ancora oggi perché siamo certi che la tua anima veglia su di noi.

Tutti giorni parliamo sempre di te, ogni cosa che facciamo la dedichiamo a te. Rimarrai sempre nei nostri cuori e sarai sempre il nostro VIP, come ti definivi.

I tuoi più cari amici Pippo e Graziana.

 

 

"Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno" : una frase fatta che ci è capitato di sentire una miriade di volte, ma che sicuramente non è retorica ; anzi, è con grande rammarico che devo dire che si riconferma per l’ennesima volta come una triste verità.

Con Salvatore non ho trascorso moltissimo tempo, ma quei pochi momenti passati assieme sono stati davvero intensi, soprattutto per le tante testimonianze di amore e di fede verso Dio di cui mi ha reso partecipe.

Posso semplicemente dire che Salvatore aveva un grande ed innato dono, quello di illuminare il viso di coloro che gli stavano accanto, riuscendo a rendere armonioso ogni attimo trascorso insieme a lui.

Ritengo di essere stato tra i pochi fortunati ad averlo conosciuto e ad aver condiviso con lui alcuni momenti, avrei voluto trascorrerne ancora di più, ma, se questo non è possibile materialmente e fisicamente, almeno ora gli starò vicino spiritualmente.

Amava la vita, amava viaggiare anche se i suoi viaggi non erano solamente di svago perché consistevano nel fare esperienze religiose nel nome, nell’amore e nella fede di Dio.

Sono stato a trovare Salvatore all’ospedale di Caltagirone il giorno dopo la sua nascita in Cielo. Non avevo mai vissuto una esperienza così dolorosa per una persona a me tanto cara. Credevo che una simile esperienza mi avrebbe lasciato un indelebile brutto ricordo.

Invece non è stato così, ho visto Salvatore in quel contesto e con ciò continuo a ricordarlo così come era sempre stato, sempre sorridente. Continuo a sentire un immenso dispiacere e tanto rimorso per non essere andato a trovarlo nei giorni di degenza all’ospedale di Gela. Era mia intenzione andarlo a trovare a casa non appena fosse stato dimesso. Purtroppo non è stato possibile.

Avrei tanto voluto passare qualche momento con lui, in quei giorni che sono stati gli ultimi della sua vita terrena. Mai avrei potuto immaginare un epilogo così tragico e drammatico. Spero che Salvatore mi perdonerà, anzi credo che lo abbia già fatto.

Ciao Salvatore, pregherò sempre anche per te.

Tuo cugino Salvatore Lucini

* * *

 

 

Non mi è facile parlare di Salvatore perché temo che il sentimento di sincero affetto e di stima che provo ancora nei suoi confronti, pur non essendo egli più tra noi, possa perdere vigore.

Lo ricordo come un ragazzo dall’animo semplice, dal quale venivano fuori tenacemente bontà, spontaneità ed altruismo. Era sempre pronto a difendere i compagni di classe e a battersi per una causa giusta.

Dopo la scuola media, saltuariamente, veniva a trovarmi con gioia, mi apriva il suo cuore con fiducia e mi rendeva partecipe delle sue scelte : non voleva rimanere un anonimo ex alunno.

Durante queste sue visite notavo che aveva conservato intatte quelle qualità che lo avevano sempre differenziato dai suoi compagni e la gioia di vivere, anzi aveva maturato un forte sentimento di solidarietà che lo spingeva a capire negli altri non gli interessi ma le idee e i sentimenti.

Prof.ssa Silvana Sfalanca

Insegnante di scuola media di Salvatore

* * *

 

 

A Salvatore

Salvatore, i ricordi che mi affiorano di te sono vaghi, ma due momenti in me sono rimasti impressi come sigillo. Il primo, quanto ti ho incontrato a Butera in occasione di una missione Parrocchiale.

Tra tutti quei volti, il viso che mi ha colpito di più è stato il tuo. Mi sei sembrato dolce, sincero, pulito, ma soprattutto sereno. Il tuo viso esprimeva una bellezza tanto particolare che avrei voluto prendere colori e pennelli e dipingerti con tratti michelangioleschi.

La tua estasi nel lodare il Signore, con quei canti dolci e soavi che le tue labbra emanavano, le tue poche parole, riguardo la tua conversione e il tuo attaccamento al gruppo delle Beatitudini, sono il ritratto che ho di te. Mi dicesti "sto facendo un’esperienza bellissima, il resto non lo so". Il tuo gruppo ha lasciato a Butera un profumo di santità che per tanti giorni non siamo riusciti a dimenticare.

A Gela il tuo ricordo mi è più chiaro, non dimenticherò quando, durante le prove con la Corale "Perfetta Letizia", mi accorsi che dietro il portone scrutavi nel silenzio i canti : intravedevo quasi nel buio, il tuo volto dal quale affiorava l’emanarsi di una luce. Eri felice e quasi meravigliato di ascoltare quelle note che vibravano dal nostro cuore.

In quell’istante mi sono ricordato di quel passo evangelico : "Mettiti all’ultimo posto quando entri, finché non verrà qualcuno che ti dirà : amico mettiti più avanti", infatti così è stato. Non mancò l’occasione di ritrovarci : quando - ricordi ? - ti ho detto : "vieni, siediti", tu con un sorriso hai voluto sapere tutto sul coro.

Adesso, Salvatore, non ci sei più a scrutare nel tuo intimo quel canto accorato come facevi un tempo, ma sono sicuro, e ne ho la certezza, che la tua dipartita non è stata vana, tu mi hai insegnato che si può anche pregare nel silenzio e con la vita in semplicità come il mio amato Francesco.

Vai, Salvatore, vai e sali nell’alto dei cieli dove, finalmente, puoi cantare le tue lodi all’Altissimo, insieme ai Santi e agli Angeli per l’eternità. Salvatore, cantando ti ho conosciuto, cantando ti voglio ricordare.

A un amico, che non ha avuto la fortuna di conoscerti a fondo, permetti, se vuoi, di ricordarti dedicandoti una sua composizione.

Grazie per essere esistito

Giuseppe Barresi

 

 

 

Quando mi chiesero di scrivere la mia testimonianza su Salvatore Zuppardo dissi subito di si ; il ricordo di questo ragazzo era molto vivo nella mia mente. Più difficile è stato, invece, descrivere in poche righe tutto l’insieme dei ricordi e delle mie impressioni su questo ragazzo che aveva un buon rapporto con il proprio medico.

Salvatore si presentava nel mio ambulatorio sempre in orario, e attendeva con pazienza il suo turno prima di entrare. Si era instaurato un buon rapporto, e sentivo la sua fiducia e la sua stima nei miei confronti. A volte mi confidava qualche sua preoccupazione, si discuteva, ma alla fine quando ci salutavamo c’era sempre il sorriso sulla sua bocca.

Salvatore era un ragazzo sincero e ben educato, cordiale e rispettoso con le persone che stimava ; era proprio questo portamento che mi colpì subito. Oggi è difficile trovare qualità simili in un ragazzo ancora ventenne, spesso riflettevo : "magari ce ne fossero altri come lui !".

Quando appresi la notizia della sua morte fu un duro colpo ; ogni volta che ripenso a Salvatore ricordo sempre il suo volto pulito e il suo sorriso sempre sincero.

Dott.ssa Francesca Ruta

 

 

MIO DOLCE ANGIOLETTO

Dormi angioletto, appoggiati a me, abbracciami

affinchè il Tuo abbraccio renderà il mio cuore

caldo e pieno d’amore per le gioie della vita.

Stammi vicino, stringimi forte, non abbandonarmi.

Dammi la mano e insieme camminiamo

attraverso luoghi scuri e deserti,

portiamo luce e pace a tutti coloro

che le chiederanno con amore.

Angioletto mio, non allontanarti,

ho bisogno di Te ;

aiutami a infondere fede e speranza

a chi le ha perdute.

Cerchiamo insieme la malvagità

che rende cruda questa vita

e, dopo averla trovata, trasformiamola in bontà.

Sarà distribuita a tutti coloro

che sono aridi di cuore ;

e si riconoscerà in loro, attraverso le buone azioni

che dovranno essere operate in terra

affinchè le loro ali siano così candide e grandi

da poter arrivare sempre più su.

Come le ali che hai Tu, che emettono

una così potente luce che

i miei occhi fanno fatica a vedere il Tuo dolce viso.

Regaliamo il nostro sorriso a chi ce lo chiede

con la speranza di voler cambiare ;

rendiamo i nostri cuori umili verso i malati, i poveri,

i sofferenti.

Ora, sì, so che sei qui, accanto a me,

mio dolce angioletto.

Ho avuto la grande gioia di poterti conoscere.

Mi hai sollevato dalle sofferenze della vita,

ma ora, più di prima, sei ancora più vicino a me,

dentro il mio cuore.

Continua a vegliare su di me

e su tutti coloro che ogni giorno si ricorderanno

della Tua presenza accanto a loro.

La tua piccola gioia

Marianna Iudici

* * *

 

Il piccolo ed umile seme

rende grande e maestoso

l’albero della vita e

se dovesse giungere alla fine

darà frutti eterni.

Ilenia Tuccio

 

 

CERCHERO’ LASSU’

(a Salvatore)

Cercherò con tutte le mie forze

le stelle che ti hanno donato

la loro brillantezza per renderti

così speciale ; sarò felice perché

avrò ritrovato quel sorriso

che adesso non posso vedere

questo sorriso che possiede la luna

così illuminata nelle notti

avvenire

cercherò in cielo la spiegazione

della tua assenza

anche se so che non potrà

esistere

sarò fragile davanti ai tuoi occhi

perché questi mi hanno donato

fede e conforto

cercherò Te dolcissimo essere angelico

e sarò forte vicino al tuo cuore

Patrizia

 

 

PENSIERO SOAVE

Se le persone che amiamo

ci vengono portate via,

perché continuino a vivere

non dobbiamo smettere di amarle.

Anche se per tutto ciò noi soffriamo,

è da loro che dobbiamo prendere

l’esempio di vita per continuare a vivere

serenamente e in pace con tutta l’umanità.

Zaira Cagnes

A SALVATORE

Un giorno Ti ho conosciuto per caso

e Ti ho rivolto la parola solo perché

mi eri simpatico. Abbiamo trascorso

bei momenti insieme. Soprattutto quando

il mio cuore era flagellato Tu lo hai

salvato. Ora che non ci sei più mi sono

accorta di quanto sei importante per me

e penso a quel giorno che Ti ho conosciuto

per scherzo. Ti prego, piccolo angelo custode mio,

proteggimi Tu da lassù e dammi la forza per poter

andare avanti e per vivere la vita così

com’è, così come ce la presenta Gesù.

Zaira Cagnes

 

AMICO INVISIBILE

D’improvviso mi sono svegliata

e il mio cuore sembrava un battito d’ali

di un bellissimo gabbiano bianco.

Speravo d’incontrarti quel giorno,

invece non è stato così.

Pensavo di poterti salutare

e di poter scambiare qualche parola

con Te,

invece Ti ho solo visto mentre dormivi.

Eri tanto sereno, tranquillo.

Non so se ho espresso bene il mio amore fraterno

per te,

non so se hai capito quanto ti voglio bene.

Sai, mi sei mancato tanto

e tutt’ora continuo a cercarti.

Fatti vedere, lo so che sei qui.

Dal principio, quando ti ho conosciuto,

so che mi volevi bene e anch’io te ne volevo,

anzi te ne voglio ancora.

Ma adesso, dal momento in cui mi hai lasciata sola

su questa terra,

mi sono accorta che sei sempre presente

nei momenti della mia vita.

Lo so che devi andare,

ma questa volta, Ti prego, vai e non scordarmi più,

perché ricordati che resterai sempre

fra i miei pensieri.

Zaira Cagnes

 

 

* * *

Di amici ne ho molti

ma nessuno era speciale come te !

Solo Tu ora conosci i miei

sogni,

le mie paure più profonde,

le mie gioie più grandi

e le mie tristezze.

Racconto agli altri

tutto quello che mi succede,

ma ora riservo sempre per te

i miei pensieri più profondi.

Ho molto in comune con

gli altri miei amici,

ma Tu eri sempre per me

una persona unica.

Mi piaceva il nostro tipo di amicizia

ed ero felice di dividerla

con Te, che eri

una persona sensibile.

Dolce come Te, o Salvo,

non se ne trovano più.

Vorrei dire l’ultima cosa :

che non Ti dimenticheremo MAI.

Angela Averna

 

Vorrei conoscere

la tua dimora,

perché lì ci sei tu.

E’ da quella porta

che intravedo la tua immagine,

è di là che avanzasti verso di me,

che ti abbandoni nelle mie

braccia.

Si trova in quel sogno

la grande luna che mi incantava,

mentre tu mi tieni stretta.

Gioia è la tua dimora,

illusione il mio sogno,

realtà la mia sofferenza.

Rosy Averna

 

* * *

Da un nulla sei andato via

lasciando un vuoto

dentro il mio cuore.

Ma, pensando al tuo dolce sorriso,

lo riempi con amore.

Simona Tosto

 

Ricordati che ti ho sempre voluto bene

e che rimarrai sempre nel mio cuore.

Ti voglio bene.

Appunto di Simona Tosto

attaccato ad una rosa, portata a Salvatore, al cimitero

 

Amico mio, ieri sera per un attimo,

in discoteca,

ho rivisto quella sera in cui insieme ballammo

e ci divertimmo.

Ti ricordo con grande affetto

per questo ho scelto di ricordarti

come quella sera

quando ci preparavamo a partire

per Marina di Ragusa.

Ti voglio bene.

30 gennaio 1999

Bigliettino a firma di Maria Angela

portato assieme ad una rosa a Salvatore

in cimitero.

 

 

 

Sarai il dolce pensiero

che riuscirà ad asciugare ogni lacrima

che bagnerà i nostri occhi.

Ogni volta le nostre menti saranno invase

dal suono di tristi note.

Pensiero di Marianna affidato ad una

un’orchidea portata a Salvatore

il 14 febbraio, nel giorno di S. Valentino.

 

 

A Totò Zuppardo

Guardo attenta la tua fotografia.

Il tuo viso scavato porta il segno

di tanti sentimenti,

forse il più grande è il dolore.

Mai ho sentito di volerti bene come adesso.

Tu che hai saputo dare quel che

avresti voluto.

Solo porte si aprono

ai magici paradisi di ovatta :

sulle nuvole tutto è più facile,

fluttuare leggeri trasportati dalla brezza

dimenticando tutte le donazioni terrene.

Teorie e concezioni dell’eterno

non valgono niente a confronto.

E ... leggero voli verso l’infinito !

Ma adesso non ci sei più

e giovane e indifeso

ti isoli in un mondo

fatto di sogni mai avverati !

Piera Vittoria Cariola

 

A Salvatore Zuppardo

Stavo sognando, sognando

praterie immense e bianchi

cavalli alati al galoppo

cascate d’argento e orchidee

d’oro e foglie di smeraldo.

Stavo sognando, sognavo

cieli di seta turchese

e fiori d’incenso e gelsomini

farfalle di luce in arcobaleni

d’archi e violini e rispondeva

la marea che spettinava

l’onda sulla conca di spiaggia

e quel miele purissimo

a sgranarsi nella mano d’acqua.

Ero diventato cielo - albero

e rugiada sul petalo di rosa.

Abbracciavo il tramonto della sera

e mi persi nella sinfonia dell’alba.

Volai col pettirosso e dimenticai

l’alba. Sognavo e sognai - sognai....

e Tu... Padre mio vegliavi accorto

i palpiti del mio cuore .... Vegliavi

vegliavi ed eri già solo.

Sandro Cappa

 

 

 

 

VIAGGIO SPECIALE

Sei stato un treno

che doveva passare,

ma questa vita

in fondo non ti ha voluto,

perché il mistero è senza

soluzione.

Solo un biglietto, con poche fermate,

e un ritorno

per la morte.

Sto cercando di indovinare

quando verrà il tempo

- di pregare o maledire -

e morire.

Io spesso mi domando,

quando si fermerà

il mio treno,

perché in fondo, questa vita non mi vuole.

Se mi guardo attorno non vedo che

catene,

quelle che portiamo al collo,

senza nessuna distinzione,

buoni e cattivi, tutti quanti,

tutti in punizione, per farci ricordare

che la vita è imparziale.

Vorrei baciare piano i tuoi occhi

per morire

assieme a te.

 

/--------- Salvatore

Ciao-------/

Vincenzo Pinna

Gela 17.1.2000

 

Una notte gigante

Sei partito una mattina senza sole,

occhiali neri a letto,

prima di svegliarmi del tutto.

Ma tu, quella notte non hai pianto,

lo hanno fatto loro.

Una notte di novembre hai stretto il cuore,

a tutti.

Sai, la vita è solo una

allora si che hai paura.

Dio dov’era quella notte ?

Né saluti, né baci,

però ci siamo incazzati,

come è strana la vita, lo vedi.

Il loro scontento non riescono a

seppellirlo in quel deserto.

Ricordi quando con tua madre

dormivi sul letto

anche in maggio di te era piena !

Come è bella la notte,

quando dorme

in una notte gigante hanno perso loro.

Come sono lontani gli ideali,

dai sogni della gente

che non ha proprio niente.

Da una vita vigliacca che è

scappata,

in una notte gigante,

attraverso stanze vuote.

...... Se poi la vita è solo una

allora

si, che fa paura.

Una notte gigante,

hai lasciato il dolore

in una notte senza nuvole,

senza favole,

da quella notte fuori piove sempre

non c’è più sole.

Una notte importante

forse anche per Dio.

Dolore di un figlio,

che non si può rinnegare.

........ e l’America in copertina,

Buon compleanno Salvatore.

Salvatore

Ciao

Gela 18.1.2000

 

 

Prendimi con te

Prendimi con te, dove c’è il tuo Dio,

perché io ho perso il mio.

Prendimi con te, dove c’è musica per ballare,

porterò una valigia piena

di colori per disegnare

un mondo tutto mio.

Sto cercando il sole,

ma qui non ci sta.

Intanto scende la sera

e io non ci vedo più,

prendimi con te, non te ne pentirai.

Non riesco a catturare quella pace,

impossibile,

che dovrebbe essere dentro di me,

prendimi con te,

dove c’è il peccato

per peccare.

Intanto scende la sera,

non ci vedo più,

prendimi con te.

Non riesco a parlare, con il buio,

con la gente,

che cos’è questo tormento,

aiutami a capire che cosa ho dentro,

prendimi con te.

La felicità è impensabile,

la luce e il cielo sono nel vuoto,

ma tu dove sei, dove sei.

Prendimi con te,

dove c’è il tuo mare per bagnarmi,

non sarà facile, lo so.

Io sono qui, solo,

come una foglia nel vento,

senza Dio,

senza amici.

Ma tu dove sei, dove sei.

 

Prendimi con te, porterò le cose che hai bisogno,

canteremo assieme a Mimì,

dolci melodie

che ci faranno compagnia,

non sarà facile, lo so,

non te ne pentirai.

Salvatore

Ciao

Vincenzo Pinna

Gela 17.1.2000

 

 

Angelo Americano

E’ già mattina,

il sole è entrato nella tua stanza,

fasci di luce sul tuo viso,

sul tuo letto ormai vuoto.

E’ da un’ora che ti guardo in silenzio,

sembri un Angelo americano.

Sei entrato nella mia vita,

senza mai parlarmi :

ti ho solo sognato,

con due grandi occhi azzurri,

come il mare, e sembra di conoscerti da una vita.

Angelo americano, dove sei.

Non ho voglia di dormire,

voglio scrivere per te,

che splendida emozione :

è magica, unica,

quella che mi hai dato.

Per lui continueranno altre notti nere,

fatte di pioggia, senza più te.

I tuoi amici continuano,

sparano i loro sguardi a raffica,

e sono caldi di sesso, e tu invece dormi.

Quando ci mancherai Angelo americano.

Un’altra notte nera, ci fa paura anche a noi.

Ricordo il tuo abbraccio,

è stato un tuffo nel blu, in quel sogno.

La mia fede non so dov’è, l’ho persa,

potevi tu aiutarmi a cercarla.

Con amicizia ti proteggerò,

e se ti fa male ogni ferita laverò,

come quando piove,

ogni dolore e pianto porterò via da te,

poi .... anch’io morirò,

e quel giorno rinascerò

e ti darò .....

Gela 14.2.2000 Vincenzo Pinna

Dedicato a Salvatore Zuppardo

 

 

Libero il pensiero va

alla ricerca di cari ricordi

di chi non è più tra noi.

A te canto giovane albero

dalla folta chioma,

carico di frutti maturi.

Raccoglieremo dai tuoi rami

perenni gemme ricche di virtù,

che tutti dobbiamo coltivare.

Gela 28.11.1999

Pietro Attardi