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La
storia.
La
storia di S. Teodoro va inserita in un certo modo in quella
della Sardegna, e delle terre che si affacciano al mediterraneo.
La comparsa dell'uomo in Sardegna risale tra i 400 e i 120
mila anni a.C.
Si deduce che la nascita della Sardegna sia data da dei fenomeni
naturali e un ponte di terre emerse tra la Corsica, l'arcipelago
toscano e il litorale toscano.
La posizione di S. Teodoro ha rappresentato un luogo di transito
per raggiungere le terre più interne.
Quando ancora non si usava la fusione dei metalli si ricorreva
alla lavorazione della pietra, e nacquero così degli
oggetti di uso quotidiano e armi da caccia e per la difesa.
Le abbondanti cave di ossidiana, servivano per fare scambi
e baratti con i gruppi umani dell'area mediterranea, in particolare
furono rinvenute punte e scheggie di ossidiana nei pressi
dello stagno.
Tracce del periodo nuragico sono presenti a Narachéddu
e a Ottiolu.
In epoca romana il centro abitato veniva denominato "Coclearia"
dal nome di una particolare conchiglia. In seguito prese anche
il nome di Oviddè, dalla piana sulla quale sorge per
poi divenire San Teodoro di Oviddè e infine San Teodoro.
Solo dal 1959, San Teodoro riesce ad ottenere l'autonomia
dal comune di Posada.
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Gli
stazzi.
Un tempo le famiglie Galluresi abitavano
negli "stazzi" le tipiche abitazioni della Gallura. La parola
stazzo significa la casa rurale di oggi, dove vivevano le
famiglie del colono cioè le famiglie contadine con varie dipendenze
quali (pascoli ,seminati ,vigne ,orto e il bosco). La forma
tipica dello stazzo è originario dall' insediamento campagnolo
gallurese dato che lo stazzo fuori della Gallura non esiste.
Gli stazzi più vecchi erano generalmente più lunghi degli
stazzi più recenti. Infatti le prime famiglie si stabilivano
molto spesso in zone isolate, per cui il limite dell'occupazione
e dello sfruttamento del territorio dipendeva da quante braccia
erano disponibili. Ma dopo il 1750 il fenomeno della colonizzazione
nel territorio Gallurese si intensificò. Di stazzi tra La
Castagna e San Teodoro se ne contavano 119 nei quali le famiglie
erano originarie di Tempio. Invece lo storico Giovanni Spano
ne precisò 20 in località di Agrustu mentre oggi a San Teodoro
sono rimasti circa 32 stazzi. Le famiglie che vivevano negli
stazzi ebbero molti problemi soprattutto per le malattie e
le incursioni specialmente barbariche, che non diedero tregua
alla nostra isola fino agli inizi del 19° secolo, ma le incursioni
non furono effettuate solo dai barbareschi ma anche da altri
popoli come i Turchi e i Mori che ripristinarono paura e devastazione.
Protagonista assoluto del episodio eroico è Caterina Spano
dello stazzo "Caldosu" di Porto San Paolo che allora era quasi
totalmente deserta, mentre oggi è in pieno boom turistico.
La signora Spano una mattina stava preparandosi per fare colazione
quando d'improvviso fu aggredita da quattro ombre minacciose:
erano i Turchi. Però lei non si mise timore e scagliò delle
mestolate di latte bollente per difendersi, cosi da quel giorno
la signora Spano divenne una eroina. Nonostante le incursioni
che la Gallura ebbe negli ultimi secoli gli stazzi sono tuttora
in piedi grazie alla loro grande resistenza e oggi possiamo
ancora vedere le caratteristiche di questi insediamenti.
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Foto:
Isabella Pittorra |
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