ORATORIO di SANT'ONOFRIO

Fin da almeno il XV secolo Sant'Onofrio anacoreta è patrono principale dell'intero territorio del Comune di Dicomano, allora Potesteria di Belforte, unificante i territori delle due Contee di Belforte e Pozzo e il "castello", cioè l'abitato di Dicomano. Compatroni sono l'apostolo Jacopo di Compostela e il vescovo Martino di Tours. E' da supporre che prima dell'unificazione dei tre territori, il Santo anacoreta fosse patrono solo di quello di Dicomano.

All'onore del Patrono dovette pensare soprattutto l'omonima Confraternita d'origine medievale, il cui Oratorio si è sempre trovato nella località dov'è anche l'attuale, del tardo settecento.

L'Oratorio medievale era ad una sola navata con un solo altare. Nel XVIII secolo la famiglia Vivai aveva il patronato di questo altare e per esso fece dipingere da Lorenzo Lippi una tela rappresentante Maria immacolata con i santi Onofrio, Rocco, Antonio abate e Sebastiano. Quest'immagine venne venerata col titolo di "Madonna di Sant'Onofrio".

Anche nel successivo Oratorio tardosettecentesco, la "Madonna di Sant'Onofrio" è rimasta, almeno fino al 1822, al posto centrale sull'abside dell'altar maggiore. Prima della metà del XIX secolo fu spostata all'altare laterale sinistro, sul lato nord dell'Oratorio, ove si trova tutt'ora.

Sempre nel XVII secolo i Vivai costruirono adiacente all'Oratorio una loro cappella, dedicandola al Santissimo Crocifisso.

All'inizio del 1700, insieme all'antica Confraternita di Sant'Onofrio, l'Oratorio era sede di una Confraternita della Santissima Trinità, con interessantissimi ordinamento sociale e regolamento di vita.

Alla soppressione granducale delle Confraternite nel 1785, l'Oratorio era destinato alla sconsacrazione e all'uso profano, forse perché malridotto.

Sotto la spinta del popolo e le richieste del pievano, Pietro Dalle Pozze si assunse l'onere del patronato e s'impegnò a ricostruire il nuovo Oratorio.

Chiamò come architetto Giuseppe Del Rosso, il quale fece un progetto avveniristico per quei tempi e per un ambiente ristretto come Dicomano. Il Del Rosso incluse nel nuovo complesso anche la Cappella del crocifisso dei Vivai, che funge ora anche come sagrestia. Il complesso è da ritenersi il capolavoro dell'architettura neoclassica in Toscana e già allora gli amici del Del Rosso gli rimproveravano d'aver fatto una cosi pregevole chiesa in un paesino pressoché sconosciuto, invece che in una grande città. Questo dimostra quanta era la devozione dei dicomanesi per Sant'Onofrio.

Il nuovo Oratorio venne inaugurato con solenne rito di Dedicazione nel 1795 dall'arcivescovo di Firenze Antonio Martini e fu stabilito che la Festa anniversaria della Dedicazione avvenisse ogni anno la prima domenica di agosto.

L'arcivescovo Martini ordinò anche che si togliesse dal piccolo Oratorio della Natività di Maria costruito in prossimità del torrente Comano, il duecentesco affresco della veneratissima Madonna dello Spedale. Il che avvenne alla metà del secolo successivo: l'immagine duecentesca fu sistemata nell'abside sopra l'altare centrale, contornandola di una fastosa cornice scolpita e dorata; la tela del Lippi fu spostata all'altare laterale sinistro, come sopra s'è detto. Dopo i Dalle Pozze, ebbero il patronato i Vivai, quindi i Bartolini Salimbeni Vivai, infine negli anni 80 del secolo scorso l'Oratorio divenne proprietà parrocchiale della Pieve di S.Maria.

La festa patronale, caduta in disuso forse con la soppressione della Confraternita di Sant'Onofrio che ne curava allestimento ed esecuzione, fu ristabilita nel 1993-94. Il consiglio Pastorale della Pieve prese e promosse l'iniziativa di chiedere che il 12 giugno, giorno dedicato a Sant'Onofrio, ritornasse festività religiosa e civile per l'intero territorio di Dicomano (30/9/1992); il Consiglio Comunale all'unanimità accolse la richiesta (1/3/1993); l'arcivescovo di Firenze decretò la re-istituzione della festa patronale, stabilendo che nelle chiese del centro paesano avesse carattere di solennità e nelle chiese di delle frazioni carattere di festa semplice (20/5/1993); la Santa Sede confermò a tutti gli effetti il decreto dell'arcivescovo (18/6/1993; il rescritto pontificio pervenne alla Pieve solo il 14/7/1993). La prima liturgia patronale solenne, presente il Sindaco e le autorità civili, militari e culturali del paese, fu concelebrata dai parroci di Pieve di S.Maria, Sant'Antonio abate in Dicomano, S.Giovanni Battista a Sandetole in chiesa di Sant'Antonio il 12 giugno 1994.

L'anno dopo, il 12 giugno 1995 nel duecentenario dell'Oratorio, dopo un decennio di restauri, l'arcivescovo Silvano Piovanelli in persona lo inaugurò nuovamente.

La Soprintendenza ai monumenti, il lavoro di solerti e abili volontari, l'aiuto economico di tantissimi dicomanesi, avevan reso possibile il ritorno dell'Oratorio al primissimo splendore e la sua riapertura al culto.

Durante l'anno santo 2000, l'Oratorio ha avuto il privilegio d'esser chiesa giubilare nei giorni delle feste patronali.

 

 

L'aspetto all'esterno dell'oratorio attuale e prima del terremoto del 1919 (foto del 1915)

 

         

 

Sulla facciata esterna l'architetto Del Rosso fece porre tre statue in pietra al culmine e ai lati del timpano. Al centro trovava posto la statua dell'Immacolata e ai lati due angeli. La statua in posizione centrale dell'Immacolata cadde giù durante il terremoto che colpì il paese nel 1919 e pur essendo caduta per oltre 10 metri rimase miracolosamente e del tutto illesa. Attualmente si trova all'interno dell'oratorio, nel sacello, l'antro che divide l'oratorio di Sant'Onofrio propriamente detto da quello del Crocifisso dei Vivai.

Nell'ordine, dettaglio della facciata esterna, dello stemma dei Dalle Pozze sorretto da due angeli, le statue dei due angeli poste al lato sinistro e al lato destro e infine la statua dell'Immacolata che era posta al centro sopra il cornicione prima del terremoto del 1917.

 

                

 

Galleria d'arte nell'oratorio dei giorni nostri 

Sopra l'altare minore di sinistra, tela di Lorenzo Lippi rappresentante Maria Immacolata con i santi Onofrio, Rocco, Antonio abate e Sebastiano.

 

 

       Nel sacello alle spalle dell'altare maggiore il duecentesco affresco della Madonna dell'Ospitalità proveniente, dopo il 1822, dalla distrutta cappella dello "Spedale" di Dicomano.

 

 

Sopra l'altare minore di destra, tela settecentesca rappresentante forse un miracolo di San Francesco Saverio

 

 

Effigie rappresentante la virtù teologale della Fortezza. Si trova a destra della tela situata all'altare di destra. Le effigie delle altre 3 virtù teologali sono andate perdute e si trovavano alla destra e alla sinistra delle tele ai due altari minori laterali.

 

 

   Nell'oratorio inaugurato nel 1795 era compreso l'attuale affrescodi scuola francese posto sulla cupola rappresentante l'assunzione di Maria al Cielo.

 

 

 

   Nella cappella del Crocifisso dei Vivai attigua all'oratorio, trovano posto due opere. Il secentesco Crocifisso con i santi Agostino e Carlo Borromeo e dirimpetto tela ottocentesca raffigurante la morte di San Giuseppe. Gli autori delle due opere restano ignoti.

 

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