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 Sardegna - Baunei  ( Santa Maria Navarrese )

 

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ECONOMIA.  

Il reddito per abitante della regione, molto modesto (20 milioni di lire annue), è leggermente superiore alla media del Mezzogiorno d'Italia. L'economia sarda soffre il peso di una tradizione legata a una società pastorale, poco o nulla rivolta all'agricoltura, priva di iniziative industriali, chiusa e lontana, frenata nello sviluppo da una organizzazione del territorio basata sui centri isolati dell'interno, poveri di comunicazioni, tradizionalmente poco rivolti verso l'esterno. Gli sviluppi in senso moderno sono stati avviati solo in anni recenti, dovuti perlopiù a iniziative esterne, che hanno valorizzato le risorse naturali principali: i giacimenti minerari e la bellezza delle coste.

L'isola è, insieme alla Toscana, l'unica regione italiana dotata di minerali metallici, soprattutto di zinco e piombo (nell'Iglesiente), ma anche di minerali energetici (antracite e carbon fossile nel Sulcis, una regione nel sud-ovest dell'isola); tuttavia l'attività estrattiva, che in passato ebbe una certa rilevanza, è oggi in pratica sospesa per i suoi costi eccessivi, non competitivi con quelli dei minerali d'importazione.

La Sardegna fa parte di quelle aree del Sud per le quali, negli anni Sessanta, una politica economica basata su ingentissimi investimenti pubblici individuò dei "poli di sviluppo" che avrebbero dovuto incentivare l'economia locale; in particolare a Porto Torres fu costruito un poderoso complesso petrolchimico, mentre un'altra raffineria fu realizzata a Cagliari e uno stabilimento metallurgico (lavorazione di bauxite e piombo-zinco) a Porto Vesme presso Carbonia, nel Sulcis. I piani di sviluppo diedero risultati assolutamente inferiori alle aspettative. Oggi questi impianti funzionano ad attività ridotta, se non sono stati smantellati o non sono in via di riconversione.

Per contro l'agricoltura, già trascurata tradizionalmente dai sardi, ha visto un abbandono che in valori percentuali non ha confronti in tutta Italia, registrando un calo della superficie agraria di circa il 20%. Il turismo è l'unico settore in crescita, una crescita anche sostenuta; tuttavia nemmeno questa attività si è tradotta in una sensibile offerta di lavoro, cosicché la Sardegna è tra le regioni d'Italia più drammaticamente colpite dalla disoccupazione.

Agricoltura e allevamento.  
Eccettuate aree molto limitate nelle quali è stata introdotta una orticoltura intensiva (ad esempio le coltivazioni di carciofi), l'agricoltura sarda è estensiva e destinata ai cereali: poco spazio vi hanno anche quelle colture legnose (come vite e olivo) che sono tipiche dell'area mediterranea. La viticoltura fornisce tuttavia vini di qualità.

I lavori dei campi (così come la pesca, che è assai meno sviluppata di quanto consentirebbero lo sviluppo costiero e la pescosità di alcune aree marine) non fanno parte del patrimonio culturale dell'isola, che è invece tradizionale terra di pastori; da questo punto di vista, le differenze con le regioni del Mezzogiorno, come la Sicilia e la Puglia, sono fortissime. Non mancano tuttavia zone dove l'agricoltura moderna, commerciale, è ben sviluppata, come il Campidano, zona irrigua, che utilizza le acque del Tirso, valorizzata in seguito a recenti bonifiche, o come il Sassarese. Al di fuori di queste zone l'agricoltura è povera, frammentaria, soverchiata dalla pastorizia.

La Sardegna è l'unica regione d'Italia nella quale il reddito derivante dall'allevamento supera quello prodotto dall'agricoltura. Prati e pascoli permanenti occupano ben due terzi della superficie utile; la Sardegna ha il più consistente patrimonio bovino e caprino e ancor più ovino – più di 4 milioni di pecore – d'Italia, che consente una considerevole e spesso pregiata produzione di formaggi, ma anche di carni, pelli, lane. È in atto oggi un processo di riconversione pastorale che tende a sostituire l'allevamento in stalla di bovini a quello tradizionale, itinerante, avventuroso, dei pastori di pecore.

Industria.  
Considerato il sostanziale fallimento (almeno in termini occupazionali, ma non solo) dei complessi dell'industria di base, si può dire che il settore secondario è, se non proprio assente, di scarso rilievo. D'altra parte i complessi petrolchimici funzionanti assorbono un numero limitato di addetti. Attualmente la percentuale di attivi impegnati nell'industria è persino inferiore alla media del Mezzogiorno.

Per il consumo quasi unicamente interno funzionano alcuni stabilimenti alimentari, tessili, del legno e del sughero; molto vario e interessante è invece l'artigianato, che ha antiche tradizioni, è sostenuto anche da apposite scuole ed è oggi al servizio del turismo (tappeti, arazzi, pizzi, ceramiche, gioielli, ferri battuti ecc.).

Attività terziarie.  
Mentre si registra l'eccessivo spazio occupato dal pubblico impiego, in dipendenza anche dal fatto che la Sardegna costituisce una regione ad amministrazione autonoma, l'unico settore fiorente tra le attività terziarie è quello del turismo. Si tratta però di un settore ancora gestito in modo disorganico che, con interventi di tipo speculativo, ha potenziato le località balneari e di villeggiatura di alcune zone costiere (area attorno ad Alghero, Costa Smeralda, Gallura, e poche altre).

Quanto alle vie di comunicazione, si può dire che abbiano subito un processo di modernizzazione quelle volte al collegamento della Sardegna con l'esterno più che quelle interne all'isola. Quasi nulle e lente le ferrovie, poche e in genere disagevoli le strade; non esiste alcuna autostrada ma solo una "superstrada" che attraversa da nord a sud l'isola (Sassari-Oristano-Cagliari), con alcuni tronchi laterali. I servizi marittimi di navi-traghetto fanno capo soprattutto a Olbia – il principale porto per movimenti passeggeri –, a Porto Torres (entrambi in provincia di Sassari) e a Cagliari; tra i maggiori scali italiani per tonnellaggio di merci veicolate è invece Porto Foxi, presso Cagliari, ma è adibito quasi esclusivamente al traffico petrolifero. Intenso è il movimento aereo al servizio dei collegamenti nazionali, i cui principali aeroporti sono Cagliari-Elmas, Olbia-Costa Smeralda e Alghero-Fertilia.

 

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                                              Aggiornato il: 15 April 2001