Menu

Architettura domestica

 

Della architettura domestica siceliota in genere si può solo tracciare un quadro incompleto e provvisorio, perché solo di recente l'archeologia si è interessata alle realizzazioni più fragili e più umili della vita domestica. Occorre anzitutto ricordare che a Selinunte i materiali adoperati per la casa furono quelli che forniva ed imponeva il luogo stesso; che nel periodo più antico ognuno costruiva la propria casa senza disporre necessariamente di una tecnica particolare; che le tecniche per la messa in opera tennero conto dell'evoluzione dell'uomo; cosicché, dopo un certo periodo, le case di Selinunte conobbero, per le forme e la decorazione, la stessa evoluzione che si ritrova in tutto il mondo siceliota. 

Ambiente del quartiere ellenistico, adibito probabilmente a bottega, con scaletta di accesso al piano superiore

Quando i Megaresi lasciarono la Grecia nell'VIII secolo a.C., l'unità abitativa che conoscevano era ad abside, isolata, ma che andava scomparendo e cui si andava sostituendo la casa quadrangolare tendente a raggrupparsi con le altre. Ora a Selinunte, a Manuzza, sono state portate alla luce le vestigia di una casa anteriore allo stanziamento dei Greci di forma absidale e coi muri costruiti a secco con ciottoli di grandezza variabile. Ancora nel quartiere di Manuzza sono state identificate due case che risalgono alla fine del sec. VII a.C., il cui elevato, conservato fino a m. 2 circa, non consente di ricostruirne la pianta per intero; s'è accertato comunque che gli ambienti erano allineati perpendicolarmente all'isolato e aprivano a sud di un cortile; che in un primo tempo la facciata non arrivava fino al bordo della strada, ma che il muro di fondo era allineato sul muro mediano che divideva l'isolato nel senso della lunghezza. E' probabile che, dalla fine del sec. VII a.C., la casa a Selinunte comportasse tre-quattro stanze aperte sul cortile e altri vani disposti sull'altro lato dello stesso; ma certamente tale era a partire dalla prima metà del VI secolo a.C.. Nel VI secolo appunto la casa si ingrandì e si allineò sul bordo della strada; infatti, case portate alla luce sull'acropoli si presentano perpendicolari al grande asse nord-sud, con le facciate allineate sulle strade est-ovest, sulle quali hanno l'ingresso, mentre a sud si delinea lo spazio del cortile. Nel V secolo la pianta non sembra avere subito importanti modifiche; a partire dalla metà del secolo V a.C., si ammette l'esistenza di case a due piani. Sull'acropoli, all'angolo dell'asse nord-sud e della strada el è stato scoperto un complesso abitativo dell'inizio del V secolo a.C., costruito al posto di una casa del secolo precedente rasa al suolo, ma su una pianta diversa: l'ingresso era sulla strada principale nord-sud e, attraverso uno stretto corridoio, conduceva a un cortile dove sono stati identificati una fornace, una fossa piena di ceneri, un pozzo e un'area di lavoro con molte scorie di ferro; tutte le stanze aprivano sul cortile, che non presenta nessuna traccia di portico; i muri esterni sono fatti di grossi blocchi isodomi, mentre i muri interni presentano una base di blocchi con un elevato in mattoni crudi. Nel V secolo a.C., a Selinunte, come nel resto della Sicilia greca, dovettero essere realizzate nuove forme e nuovi stili di abitazione. Dopo la metà di questo stesso secolo dovettero apparire alcune case lussuose, di dimensioni nuove, con tutto un sistema architettonico e decorativo che comparve nello stesso momento che in Grecia, mentre la maggior parte delle abitazioni dovettero essere piccole e modeste, con i loro muri in pietra secca o in mattoni crudi ed i loro battuti di calcare o di arenaria pressata, coi tetti
in legno o di canne e tegole, o a terrazzo (canne e terra battuta).

Attraverso gli scavi recenti (1967-1969 e 1973-1976) s'è accertato che il sito urbano, che copriva un'area vastissima in epoca arcaica e classica, si restrinse, al momento della ricostruzione della fine del IV secolo a.C., nei limiti dell'antica acropoli. La zona del porto, scoperta recentemente, e il quartiere di Manuzza furono abbandonati dopo la distruzione del 409 a.C., sulla collina orientale di Marinella rimasero solo alcune piccole costruzioni raggruppate attorno alle rovine dei templi. La città fu ricostruita dai Cartaginesi entratane in possesso per via dei trattati del 339 e del 316 a.C., insieme con tutto il territorio situato ad ovest del fiume Aliko. Cosicchè un abitato punico si sovrappose all'abitato greco. La pianta della casa non subì radicali modifiche; l'ingresso poteva essere sia sulla strada principale che sulle vie secondarie; un corridoio stretto dava accesso al cortile sul quale aprivano tutte le stanze. Normalmente il cortile era semplice, senza portico con peristilio (in un solo cortile, forse di casa forse di edificio con funzione commerciale o pubblica, è stato accertato un portico su tre lati con un fregio dorico). La pavimentazione del cortile era o lastricata o fatta di terra battuta, e nel cortile c'erano o pozzi o cisterne ovali.

Vasca fittile a semicupio in un ambiente del quartiere punico-ellenistico

 La casa comprendeva piccoli ambienti; accanto alla cucina c'era spesso un bagno con vasca a semicupio; il forno era o nella cucina o nel cortile; i pavimenti degli ambienti erano di terracotta pressata con, inseritivi, dei cubetti di pietra bianca. I muri erano rivestiti di stucco dipinto. Alcune scale, anche se mal conservate, permettono di affermare che
alcune case comportavano un primo piano. Notevole fu, invece, nel periodo punico l'evoluzione delle costruzioni realizzate lungo il grande asse nord-sud dell'acropoli: in una prima fase botteghe o officine comunicanti con le case retrostanti; mentre in una seconda fase le case vennero completamente isolate da un muro interno parallelo alla strada. In tal modo le botteghe davano solo sulla strada, le case davano solo sul cortile interno. La strada nord-sud diventò così una via essenzialmente commerciale, sui cui lati vennero sistemati marciapiedi di pesante lastricato, venendo a somigliare più a un "souk" orientale che a una via dei centri commerciali delle città greche contemporanee.