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Il Regno di Zeus

Dopo la sconfitta del padre Crono ed avere precipitato gli alleati del padre, i Titani, nel Tartaro, sembrò finalmente che iniziasse un periodo di serenità per la stirpe divina, governata dal potente Zeus.

In realtà però, una nuova minaccia si affacciava all'orizzonte che avrebbe portato Zeus ad intraprende un'ennesima lotta contro un temibile nemico: Tifone 

Zeus contro Tifone
Gea, per vendicarsi di Zeus che aveva precipitato Titani, suoi figli, nel Tartaro, si recò in Cilicia, da Tifone (conosciuto anche come Tifeo), che lei stessa aveva generato dopo essersi unita al Tartaro. 

Tifone, era sicuramente tra tutti i figli che Gea aveva generato, il più potente e allo stesso tempo il più orribile: se allargava le braccia, poteva far toccare tra loro l'Oriente con l'Occidente; aveva il busto ricoperto di piume e dal collo si dipartivano cento teste di drago che lanciavano fuoco mentre dalle gambe spuntavano vipere. La sua voce era tanto potente e terribile da essere compresa solo dagli dei. 

Alla richiesta di aiuto di Gea, Tifone, decise di allearsi con lei e di muovere guerra a Zeus. 

Tifone, reso ancora più orribile dall'ira che lo animava, salì sull'Olimpo per battersi contro gli dei. La sorpresa e lo spavento fu tale che gli stessi dei, dopo essersi trasformati in animali (Apollo in corvo, Artemide in gatta, Afrodite in pesce, Ermes in cigno,ecc.), scapparono nel lontano Egitto lasciando da solo Zeus ad affrontarlo

Il combattimento fu lungo. Zeus dapprima iniziò a scagliare le sue folgori, poi, mano mano che Tifone si avvicinava, lo colpì ripetutamente con la falce. Il mostro sembrava vinto ma quando Zeus si avvicinò per scagliare il colpo mortale, fu afferrato dalle gambe di Tifone ed immobilizzato. Tifone fu rapido a strappargli la falce con la quale gli recise i tendini delle mani e dei piedi.

Zeus era vinto. 

Tifone decise quindi di nascondere Zeus in Cilicia, rinchiudendolo in una grotta chiamata Korykos (il "Korykos antron", che vuol dire "sacco di pelle") mentre i suoi tendini, deposti in una sacca di pelle d'orso, li affidò alla custodia della dragonessa Delfine, metà fanciulla e metà serpente.

Il suo destino sarebbe stato segnato se Ermes, figlio di Zeus, ripresosi dallo spavento decise di reagire. Rubò la sacca a Delfine e trovata la grotta dove era stato imprigionato il padre, lo liberò e lo curò rendendolo nuovamente forte e potente. 

Zeus, iniziò allora una nuova aspra e dura lotta contro Tifone, che riuscì a sconfiggere scagliandogli addosso l'isola di Sicilia e ad imprigionarlo sotto il monte Etna, dove ancora giace. Narra la leggenda che le eruzioni del vulcano altro non sarebbero che le fiamme scagliate da Tifone per la rabbia di essere stato vinto.

Dopo questa ennesima lotta sostenuta da Zeus, seguì un nuovo periodo di tranquillità. Gli dei fecero ritorno all'Olimpo dove Zeus aveva stabilito la loro dimora. 

Ma una nuova minaccia si profilava all'orizzonte: Gea, che continuava a tramare contro Zeus.


Zeus contro i Giganti
Gea, si era recata infatti a Pallade, dove avevano dimora i Giganti, suoi figli generati con Urano. Ad essi chiese aiuto per muovere guerra contro Zeus. 
I Giganti, accosentendo alla richiesta della madre, forti anche della profezia secondo la quale nessun immortale sarebbe stato in grado di batterli, guidati da Porfirione, il più forte tra loro e da Alcioneo, si recarono nell'Olimpo e iniziarono quella che gli storici chiamarono GIGANTOMACHIA. 
La profezia della loro invincibilità nei confronti degli immortali era nota anche a Zeus, pertanto lo stesso decise di far partecipare alla lotta, oltre a tutti gli dei, anche il mortale Eracle (noto anche come Ercole), suo figlio, generato assieme ad Alcmena .

Così anche i feroci Giganti furono vinti e gli antichi per spiegare la causa dei terremoti, immaginavano i Giganti sprofondati nelle viscere della terra, schiacciati da montagne e isole ed i loro tentativi di liberarsi sarebbero la causa dei terremoti.

Zeus, signore degli dei e dell'Universo, riprese così a regnare dall'alto dell'Olimpo, come ci narrano le leggende tramandate dai nostri antichi.