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Per la realizzazione di questa pagina si ringrazia il dott. M. Melis per la cortese collaborazione.

E' evidente la differenza della lolla del bracciante agricolo con quella del grande proprietario, in cui si notava la ricercatezza della struttura architettonica, generalmente ad archi, e la raffinata fattura degli oggetti (su stregu e fenu) ivi esposti, nonché l'ostentazione di mobili, ninnoli ed altro che abbellivano il tutto.

 Nella lolla del bracciante su stregu 'e fenu non viene ostentato per abbellire, ma usato quotidianamente per le necessità cui esso è destinato; non sono di fattura raffinata, né ornati di disegni colorati, ma costruiti con materiale comune e visibilmente logorati dall'uso. Ci pare quasi una sorta di spirito di emulazione nel bracciante, l'aver realizzato, nella modestia della sua abitazione, un locale ad immagine della agiatezza del padrone, forse a significare l'interiore aspirazione agli stessi diritti alla proprietà, realizzati questi unicamente attraverso tale piccola imitazione domestica.

 

La cucina della casa rurale del bracciante, si può considerare il "perno" su cui ruota quasi tutta la attività familiare. In essa infatti si vede riunito tutto il nucleo domestico, sia all'ora del pasto principale (sa cena) sia nei momenti di riposo attorno al focolare.

Le componenti essenziali della cucina di questo tipo di case erano i fornelli (is forreddus), costruiti in pietra o mattoni crudi, la giara (su dsiru) per l'acqua potabile in mancanza di questa,alcune brocche (marigas) un pensile a ripiani in legno grezza (su parastagiu) per riporvi piatti e posate in prossimità di questo alcuni assi di legno (restigliera) uniti fra loro in senso orizzontale, servivano per appendervi le pentole, tegami ed altri utensili da cucina metallici (ferrosmalto - alluminio) . In alcune cucine erano presenti anche alcuni pentoloni di rame adibiti a vari usi come bollire la biancheria per disinfestazione o per tintura o per qualche uso di cucina (simbua fritta). A tale riguardo si evidenzia che le pentole e i tegami per uso comune erano di terra cotta e le altre in metallo già citate erano poco usate in quanto ritenute di un certo pregio (generalmente venivano portate in dote dalla donna).

[da: "edilizia e manifattura domestica in Trexenta" (1900-1960) M.Melis]

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