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Le condizioni storiche ed economiche e soprattutto le campagne militari intraprese condussero l'esercito romano, tra la fine del 238 e il 237 a.C., a prendere possesso del territorio sardo. In relazione alla favorevole posizione geografica, la Sardegna era considerata  oltre che buon punto di riferimento sotto il profilo strategico,anche un ottimo affare sotto il profilo economico, in relazione alla fertilità del territorio che assicurava un'abbondante produzione di frumento.
Partendo da "Carales" dove erano stanziati i reparti della flotta, i romani allargarono il proprio dominio via via lungo tutto il territorio dell'isola, concentrando le proprie risorse nelle zone più fertili: Campidano, Trexenta e Marmilla. Proprio la Trexenta divenne ben presto una tra le zone dove si produceva più grano  ( da qui il sopranome "granaio di Roma"). Vi si praticava un'agricoltura di tipo latifondista, esercitata prevalentemente dai "braccianti delle campagne"(schiavi, coloni indigeni, lavoratori liberi) che erano stanziati a gruppi in piccole borgate o suddivisi in piccoli nuclei.
L'inesistenza di vie di comunicazione stradale e l'esigenza di creare una rete che collegasse i vari porti dell'isola tra loro, indusse ben presto i romani in un periodo riconducibile ai primi secoli del dominio romano alla creazione di una complessa ed efficiente rete stradale (Carales - Olbiam) che da Carales (Cagliari) passando per la Trexenta (Senorbì e Mandas) s'inerpicava sui monti della Barbagia per raggiungere Olbiam (Olbia).
La realizzazione di questa importante opera contribuì all'arricchimento economico della Trexenta.
 

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Se le testimonianze nel territorio della presenza punica e romana sono numerose, nulla o quasi resta del periodo della dominazione vandalica, avvenuta attorno al 456 d.c. e durata fino al 533 d.c., anno in cui la Sardegna entrò a far parte dell'esarcato di Bisanzio.

La Trexenta nel periodo giudicale  fece parte del giudicato di Cagliari. Dopo la conquista della città da parte dei pisani avvenuta nel 1258, la Trexenta fu incorporata  nel giudicato di Arborea  diventando presumibilmente possesso del comune di Pisa il cui declino, a partire dal 1324, diede inizio alla sottomissione della Sardegna e così della Trexenta agli aragonesi.  Nel 1460,  si concluse la trasformazione del feudo in "allodio" (il feudo diventa stato), permettendo al feudatario di disporre pienamente del feudo dal punto di vista patrimoniale e di aumentare il potere nei confronti dei vassalli. 

Nel 1720 dopo  una parentesi di dominio austriaco, la Sardegna e così la Trexenta fu ceduta a Vittorio Amedeo II di Savoia e fece parte del regno di Sardegna prima e del regno d'Italia successivamente (1860).

 

 

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