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ITINERARI
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Itinerari
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PERSONAGGI
Giuseppe A. Lonis
Gen. Carlo Sanna
Cav. Giuseppe Atzeni
Massimo Coraddu
Susanna Loi Zedda

SENORBI
PIAZZA MUNICIPIO
TEL.070/9809071

ORARIO
:9:00 - 13:00    16:00 - 19:00. CHIUSO LUNEDI
INGRESSO: L.4.000 RIDOTTO: L.2.000
NOTE: PER LE VISITE GUIDATE E'  GRADITA LA PRENOTAZIONE

MUSEO GESTITO DALLA COOPERATIVA "SA DOMU NOSTA"

Il museo "Sa Domu Nosta", ha sede in una casa padronale risalente all'ottocento. Nei primi anni del novecento, fu costruito il primo piano, dove oggi sono custoditi reperti rinvenuti a Senorbì e non, in abitazioni e necropoli. Gli oggetti esposti (litici e ceramici) risalgono al periodo compreso tra il neolitico antico e l'età medioevale.

Corredo funerario

(foto tratta da Museo Sa Domu Nosta 1990)

Collana aurea

(foto tratta da Museo Sa Domu Nosta 1990)

Una delle due sale in cui è articolato il museo, ospita i reperti rinvenuti negli scavi della necropoli di Monte Luna, dove tra il V e il  III secolo A.C. furono sepolte le genti sardo-puniche che abitarono le campagne di "Santu Teru".
Nelle vetrine sono raccolti vasi e monili che accompagnavano il riposo dei defunti, oltre ad amuleti che proteggevano queste genti, sia nella vita terrena che in quella ultraterrena. Anche se di origine egiziana, venivano prodotti nella maggior parte dei casi nelle botteghe di Tharros.
Attraverso gli scavi fatti nella necropoli di Monte Luna, si può dedurre che, grazie alla favorevole posizione geografica, nelle antistanti campagne di "Santu Teru"si stanziò un popolo, che realizzò un fiorente e ricco centro urbano; ciò è dimostrato dai rinvenimenti di origine greca e centro italica.

Mater Mediterranea

(foto tratta da Museo Sa Domu Nosta 1990)

Miles Cornutus

(foto tratta da da Museo Sa Domu Nosta 1990)

Nelle campagne di Senorbì, sono stati rinvenuti due tra i pezzi più importanti dell'archeologia sarda: il "Miles Cornutus" e la "Mater Mediterranea".Il primo è un bronzetto rappresentante un guerriero preistorico. Probabilmente era un ex-voto lasciato come offerta in un luogo di culto di cui si è persa ogni traccia. Ritrovato nel 1841 è oggi custodito nel Museo Archeologico di Cagliari.
La seconda rinvenuta casualmente nel 1935 è una statuetta marmorea rappresentante la divinità femminile delle genti prenuragiche, anch'essa è conservata nel Museo Archeologico di Cagliari.

 

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