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CHIESA DI S. MARIA  DELLE  GRAZIE  

 

In base agli studi del parroco Antonio Chiaro si ipotizza che il primitivo e più antico nucleo della chiesetta S. Maria delle Grazie sia stato costruito dai Franchi, i quali vivevano nella torre della Lopa o Villa romana.

   Alla chiesetta è legata una leggenda che vede protagonista il Conte di Tolosa, cugino di Carlo Magno, (in quanto figlio di una sorella di Pipino il Breve), poi canonizzato col nome di San Guglielmo: un giorno il cavaliere fu attratto da una luce che veniva dalla chiesetta; non esitò ad entrare e dall'altare partì un raggio di luce che emanava dal volto della MADONNA, che investì il cavaliere.

Il nobiluomo colpito da tale visione, depose la spada e si ritirò a vita contemplativa. Il conte di Tolosa, secondo uno storico francese autorevole, il Calmette, comandava una vasta guarnigione militare, stanziata nel Mezzogiorno d' Italia da Carlo Magno.

Nel 1500 la chiesetta apparteneva ai conti di Verdolino, che la donarono ai frati Domenicani, insieme ad una grande proprietà terriera.

Nel 1600 i Domenicani costruirono una cappellina, che in origine era una chiesetta di pochi metri quadrati, con l'altare attaccato alla parete centrale; su di essa era dipinta direttamente sull' intonaco, la bella figura della Vergine delle Grazie. Mancava il campanile e il pavimento risultava un impasto di calcinacci. Si accedeva da una unica porta, protetta da un rozzo cancello di legno.

La cappellina fu abbandonata dai frati Domenicani, in seguito alla peste del 1654-1656. Nel 1666, grazie alle offerte dei fedeli, l'edificio fu ampliato e ristrutturato.

A quell' epoca esisteva un unico altare con le immagini della MADONNA, di SAN DOMENICO e di SAN TOMMASO d' AQUINO su un muro dipinto.

Nel 1809, durante l'occupazione francese, il re di Napoli Gioacchino Murat sopprimeva tutti gli ordini religiosi e ne incamerava i beni. Pertanto la cappella fu tolta con tutte le loro proprietà ai padri Domenicani e dal Murat donata al conte Francesco Ricciardi.

Caduta in stato di abbandono fu più volte ristrutturata con denaro raccolto dai fedeli, senza che la famiglia Ricciardi avesse in alcun modo contribuito. 

Nel 1950, per iniziativa del sacerdote Vincenzo Mele, fu rifatto il pavimento che in origine si trovava sotto il livello stradale.

Nel 1958 l'ingegner Vincenzo Cocozza addetto ai lavori pubblici nel comune di Napoli,ristrutturò la facciata della chiesa che, per la  sua devozione a S.Francesco, volle simile allo stile della chiesa di S.Chiara in Assisi. Nel 1958 si decise anche di far diventare un quadro la bella figura della Vergine dipinta sulla parete. Prevalse questa ipotesi contro quella che voleva l'acquisto di un quadro molto più bello, ritenendo non giusto distruggere tanti secoli di storia e preghiera depositati ai piedi di questa immagine.

Furono necessari molti mesi di lavoro per staccare l'immagine della Vergine delle Grazie dalla parete e per superare le difficoltà insite nel rischio di rovinare la pittura e l'intonaco.  Nello stesso periodo la chiesa fu ricostruita con tre navate e tre altari, quello centrale destinato ad accogliere la sacra immagine della Vergine, quello a sinistra il Cuore di Gesù, quello a destra la Madonna di Pompei.

La chiesa è diventata parrocchia il 1 Novembre1946.

Dal 1957 la parrocchia è amministrata dai Cappuccini di S.Maria di Montevergine.