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TORRE   S. DOMENICO

 

Il "Casale di Soccavo" era di modeste dimensioni e con una struttura insediativa sparsa con un polo emergente costituito dalla chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo. Ad est di tale polo è individuabile il "Complesso Conventuale Torre S. Domenico" eretto nel XVII secolo dai padri Domenicani padroni del fondo dove sorge.

La Torre, molto probabilmente fu costruita come monastero per il fratello di Pipino il Breve, Carlomanno, il quale vi si ritiro' a vita contemplativa e ne fu l'abate; quasi sicuramente S.Domenico stesso si è fermato nella Torre che da lui avrebbe preso il nome. I frati Domenicani vi abitarono fino al 1654-1656 e la abbandonarono in seguito alla peste di quegli anni.

La data di fondazione è tuttavia incerta anche se sono da segnalare due iscrizioni: una che reca la data 1617 e l'altra 1654, poste rispettivamente sulla chiesa e sulla torre adiacente.

Non è da escludere però che la torre fosse molto più antica, risalente all'età Sveva e che quindi la data, si riferisca esclusivamente ad un rifacimento seicentesco.

Questa torre, fatta a difesa della grancia (podere), non è un edificio separato da quelli circostanti,in quanto ad essa è addossato sul lato est un altro corpo di fabbrica (di altezza più ridotta, ma di maggior lunghezza) rappresentante la parte conventuale.

La difesa è tutta nella sua mole, poichè essa manca di strombatura (feritoia o apertura verticale allargata verso la parte interna ed usata per tirare contro il nemico rimanendo protetti) e di "bocche da fuoco" (difese accessorie della fortificazione costituite da una luce troncoconica con uno o più pali aguzzi, piantati verticalmente sul fondo).

Sia la torre che l'altro corpo di fabbrica sono sormontati da arcatelle.

La torre e il corpo di fabbrica sono merlate (muro regolarmente intervallato che si eleva sul parapetto in cima alle antiche fortificazioni per dare riparo ai difensori ).

Sul corpo di fabbrica è ben individuabile un portale costruito con pietra di piperno.

La preesistenza di una, anzi, due torri su quei terreni è del resto attestata in una relazione del 1650 voluta dal Papa Innocenzo X, in cui si legge :"Una masseria è sita nelle pertinenze di Soccavo qual è parte seminatoria, parte selve e boschi, parte di monte di Piperno, e arbostata e in parte incolta e in parte vi corre la cava che si dice inutile, contiene due torri, cellario, cisterna et cortile.

Detta masseria è di moia 700 circa, quale parte o seminatoria, parte selva et bosco et parte di piperno arbustata.

La maggior parte, contiene due torri et altre abitazioni, cortile cisterna et cellario et nella parte Verdolino vi è un'altra torre piccola et cisterna et altre comodità quale per prima fruttava detta masseria botte duecentoventi in circa all'anno, grani, argio et altre vettovaglie secondo si seminano."

La selva rendeva a quei tempi ducati 100, ducati 200, ducati 600 più et meno la volta secondo la taglia cioè ogni tali anni rispettivi. Et perchè tanto è detta masserie sono incolte, quelle potrebbero rendere maggior entrata al convento per il sostentamento di quello".

Sul lato ovest della torre San Domenico è posta la "Cappellina di San Domenico" la quale presenta un altare sormontato da un dipinto (di data e autore incerti) rappresentante la gloria della Madonna Bizantina con in braccio il Bambino Gesù.

L'altare, presenta al centro, un tabernacolo costruito con marmi  policromi ed ai lati bassorilievi rappresentanti l'aquila.

Altro bassorilievo è incastonato sulla parete destra  dell'ingresso e rappresenta il fondatore dell'ordine: San Domenico.

Di particolare bellezza, il pavimento del 1600 di questa cappellina, bellezza dovuta ai disegni ed ai colori (verde, azzurro e giallo) usati per le maioliche. Negli anni 1980-'90 si celebravano ancora le funzioni religiose.

Per ultimo, va notato sul lato est del piazzale di entrata, l'esistenza di un cunicolo con trabeazioni che veniva utilizzato per aggirare il complesso.

Del complesso allo stato attuale non restano che alcuni ruderi in evidente stato di abbandono.

La torre S.Domenico è oggi abitata da famiglie che da generazioni se ne tramandano l'uso; nel suo cortile, vi sono un granaio, costruito nel 1263 dal Duca Vescovo, e un pozzo molto grande, la cui area raccoglitrice comprendeva quasi tutta la superficie del cortile e vi si poteva attingere acqua da tre punti diversi. Anche dal disotto della torre attraverso un cunicolo si arrivava al pozzo. 

 

Proposte degli studenti per il recupero del Monumento

Completamento del restauro del complesso, in particolare della Cappella, la cui struttura è fatiscente e presenta preoccupanti lesioni ed infiltrazioni d'acqua;

Illuminazione notturna delle strutture architettoniche;

Recupero degli spazi circostanti con la creazione di una zona verde, abbellita da piante di aranci e limoni e da aiuole fiorite;

Apertura al pubblico del complesso, abitualmente tenuto chiuso, ed accessibile ai visitatori solo in occasioni speciali, come il "Maggio dei Monumenti".