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Afghanistan

 

Cronologia del movimento dei Taliban

PREMESSA
Nell’ultimo quarto di secolo, l’Afghanistan non ha mai conosciuto momenti di stabilità. Nel 1973 il re Zahir venne detronizzato da un colpo di Stato organizzato dal generale Sardar Mohammed Daud, che impose la dittatura militare per cinque anni e fu poi deposto da un contro-golpe degli ufficiali comunisti pro-sovietici. Le dure riforme del nuovo regime militar-socialista scatenarono però la rivolta popolare. Temendo l’estensione della ribellione alle sue Repubbliche islamiche (Turkmenistan, Uzbekistan e Tajikistan), nel dicembre 1979 l’Unione Sovietica invase l’Afghanistan e occupò militarmente tutto il territorio. Nacque così l’opposizione armata dell’Unione islamica, che riuniva le varie fazioni dei guerriglieri musulmani (i mujaheddin) stanziati nella cittadina di Peshawar, al confine con il Pakistan. Con una guerra di logoramento, e con l’appoggio degli Stati Uniti in funzione anti-sovietica, i gruppi dei mujaheddin salirono al potere nel 1992 ed elessero presidente Burhanuddin Rabbani. Non tutte le fazioni dei guerriglieri, prima fra tutte quella dell’ex-premier Gulbuddin Hekmatyar, furono però d’accordo con l’approccio moderato di Rabbani e preferirono orientarsi verso l’integralismo islamico. Fu così che nacque il movimento dei Taliban, letteralmente ‘studenti di teologia coranica’, sostenuto e addestrato dal Pakistan. Secondo una delle teorie sulla nascita del movimento, nel 1994 l’allora primo ministro pakistan Benazir Bhutto decise di inviare una missione militare nella capitale Kabul per trovare una soluzione al conflitto interno. Ma il convoglio guidato dal ministro degli Interni, Nasirullah Babar, venne assalito dai mujaheddin e salvato dai Taliban. Un’altra teoria sostiene invece che esso fu creato dal governo di Islamabad su diretto consiglio di Babar, come dimostrerebbe l’invio di tremila guerriglieri pakistani il primo gennaio del 1995 e il successivo sostegno logistico e militare dato dal Pakistan al nuovo gruppo degli ‘studenti di teologia’. In ogni caso, nel giro di pochi mesi, i Taliban occuparono gran parte del territorio fino a conquistare la capitale Kabul, dove insediarono un governo integralista islamico. Rabbani e la fazione del generale Massud si ritirarono a nord, nella valle del Panjshir, mentre Hekmatyar si rifugiò all’estero. La situazione politica e militare rimane ancora oggi pressoché immutata.

 

CRONOLOGIA

4 novembre 1994: Un gruppo di guerriglieri assalta nei pressi di Kandahar un convoglio di trenta camion pakistani diretti in Asia centrale. Nello scontro perdono la vita venti persone. Compaiono sulla scena i Taliban.

5 novembre 1994: I Taliban, dopo quattro giorni di combattimenti, prendono il controllo di Kandahar e liberano il convoglio. Il bilancio è di cinquanta morti.

25 novembre 1994: I Taliban conquistano le provincie di Lashkargarh e di Helmand.

1 gennaio 1995: Tremila guerriglieri islamici pakistani partono da Peshawar per l’Afghanistan, dove si uniscono ai Taliban. Nel mese successivo gli studenti di teologia conquistano nove delle trenta province in cui è suddiviso il Paese.

14 febbraio 1995: I Taliban conquistano Charasayab, e Hekmatyar abbandona il paese.

11 marzo 1995: Il generale Massud attacca i Taliban nei pressi di Kabul.

13 marzo 1995: Il leader hazara Abdul Ali Mazari cade in mano ai Taliban, e perde la vita in un 'misterioso' incidente aereo mentre veniva trasferito a Kandahar. Continuano gli scontri con le truppe di Massud.

5 settembre 1995: Dopo mesi di combattimenti, i Taliban conquistano Herat. Nel mese successivo riconquistano Charasyab e si preparano ad attaccare la capitale Kabul. Il leader sciita Ismael Khan si rifugia in Iran.

26 novembre 1995: I Taliban sferrano un duro attacco a Kabul, causando trentanove morti e centoquaranta feriti tra la popolazione civile. Le truppe governative respingono l’offensiva.

20 marzo 1996: I Taliban convocano un vertice a Kandahar al quale invitano mille ulema (studiosi di Islàm) e i maggiori capi delle popolazioni tribali.

4 aprile 1996: L’incontro di Kandahar si conclude con l’invito alla jihad, la guerra santa, contro il presidente Rabbani.

26 giugno 1996: Hekmatyar raggiunge Rabbani e viene nominato primo ministro. I Taliban bombardano di nuovo Kabul.

11 settembre 1996: I Taliban prendono Jalalabad

25 settembre 1996: I Taliban conquistano Sarobi e Assadabad.

26 settembre 1996: Da Sarobi, i Taliban raggiungono Kabul in una notte. Dopo una battaglia alle porte della città, Kabul cade in mano agli ‘studenti di teologia’. Nei mesi successivi continuano gli scontri con le truppe governative comandate dai generali Massud e Dostum ai quali si unisce, proveniente dall’Iran, l’esercito di Ismael Khan.

2 febbraio 1997: Una delegazione di Taliban si reca negli Stati Uniti.

19 maggio 1997: Il generale Malik Pahlawan si ribella a Dostum, prende Faryab e dichiara di volersi unire ai Taliban.

20 maggio 1997: Malik conquista, oltre a Faryab, le province di Baghdis e Sar-i-Pul. Consegna ai Taliban Ismael Khan e più di settecento prigionieri.

24 maggio 1997: I Taliban raggiungono Mazar-i-Sharif, impongono la sharia, la legge islamica, e chiudono le scuole femminili.

26 maggio 1997: Il Pakistan riconosce il governo dei Taliban. Falliscono i colloqui con Malik e ricominciano i combattimenti. I Taliban vengono respinti da Mazar-i-Sharif mentre Massud contrattacca a sud.

2 giugno 1997: I Taliban chiudono l’ambasciata iraniana a Kabul. Migliaia di studenti pakistani si uniscono ai Taliban.

12 giugno 1997: Rabbani si incontra con Malik a Mazar-i-Sharif. L’opposizione forma lo United islamic and national front for the salvation of Afghanistan. I combattimenti nei pressi di Mazar-i-Sharif si susseguono con esiti alterni fino alla fine dell’anno.

17 dicembre 1997: Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite condanna il sostegno ai Taliban da parte di eserciti stranieri e invita le parti a cessare i combattimenti. Nei mesi successivi continuano gli scontri, mentre tre terremoti colpiscono il paese mettendo in ginocchio la popolazione civile.

18 luglio 1998: L’Unione europea interrompe gli aiuti umanitari alla popolazione di Kabul, considerando inaccettabili le restrizioni imposte dai Taliban.

20 luglio 1998: L’Unione europea chiude gli uffici di Kabul, e le Organizzazioni non governative abbandonano la città.

31 luglio 1998: I Taliban chiedono rinforzi alla madrasa (scuola coranica) di Dar-ul-Uloom Haqqaniya (vedi reportage su Stringer Photo), in Pakistan. Cinquemila studenti pakistani si uniscono alle truppe taliban.

7 agosto 1998: Osama bin Laden, il miliardario saudita chesostiene anche finanziariamente i Taliban, viene ritenuto responsabile dell'esplosione di due bombe alle ambasciate americane della Tanzania e del Kenya. Gli Usa mettono una taglia sulla sua testa.

8 agosto 1998: I Taliban entrano di nuovo a Mazar-i-Sharif, uccidendo 11 diplomatici iraniani e un giornalista. Massacrano migliaia di sciiti Hazara, tutti quelli che non riescono a rifugiarsi in Iran.

18 agosto 1998: L’ayatollah Ali Khomeinei accusa gli Stati Uniti e il Pakistan di adoperare i Taliban come pretesto per complottare ai danni dell’Iran. Cresce la tensione tra i Taliban e l’Iran. Il leader talibano Mullah Omar dichiara che il suo governo proteggerà Osama bin Laden.

20 agosto 1998: Gli Stati Uniti lanciano 75 missili cruise su Jalalabad e sul campo di Khost, cercando di colpire Osama bin Laden. Ventuno persone rimangono uccise e trenta gravemente ferite.

21 agosto 1998: I Taliban condannano l’attacco degli Stati uniti, e ribadiscono il loro sostegno a Osama bin Laden. Un funzionario delle Nazioni Unite viene ucciso a Kabul, mentre tutti gli stranieri vengono invitati a lasciare l’Afghanistan e le città pakistane di Quetta e Peshawar che si trovano al confine con il paese. Nei giorni successivi, l’Iran schiera settantamila soldati lungo il confine con l’Afghanistan mentre i Taliban, sentendosi minacciati, si appellano alle Nazioni Unite.

13 settembre 1998: La città sciita di Bamiyan  (vedi reportage su Stringer Photo) cade nelle mani dei Taliban. La tensione con l’Iran arriva a livelli di guardia. Duecentomila soldati sono schierati lungo il confine iraniano, mentre l’aviazione viola lo spazio aereo su Herat. La controversia sarà risolta in pochi giorni con il rilascio di tutti i prigionieri iraniani catturati dai Taliban.

25 ottobre 1998: I Taliban mettono al bando l’uso delle mine. Nei mesi successivi si susseguono le controversie relative alle violazioni dei diritti umani da parte degli ‘studenti di teologia’. Ancora una volta il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite intima il cessate il fuoco alle parti.

13 febbraio 1999: Osama bin Laden entra in clandestinità. I Taliban dichiarano di non sapere dove si nasconde. Nei mesi successivi si susseguono con esiti alterni le offensive attorno a Bamiyan. I Taliban firmano accordi commerciali con il Pakistan e il Turkmenistan per la costruzione di un oleodotto.

14 maggio 1999: Gli Stati Uniti diffidano il governo pakistano dal dare aiuto ai Taliban, e auspicano il ritorno al potere dell’ex re Zahir Shah, attualmente in esilio a Roma.

8 giugno 1999: Gli Stati Uniti iscrivono Osama bin Laden in cima alla lista dei terroristi ricercati a livello internazionale.

26 giugno 1999: L’ex re Zahir Shah convoca a Roma settanta delegati afghani per organizzare una Conferenza degli anziani (la Loya Jirga, tradizionale strumento istituzionale per risolvere i conflitti interni), ma i Taliban rifiutano la sua mediazione.

6 luglio 1999: Gli Stati Uniti impongono sanzioni commerciali ed economiche al governo dei Taliban e congelano i loro conti correnti negli Usa. I Taliban si preparano all’offensiva estiva contro le truppe di Massud e migliaia di giovani arabi e pakistani si uniscono agli ‘studenti di teologia’.

16 luglio 1999: I ministri degli Esteri della Russia, del Tajikistan e dell’Uzbekistan si incontrano a Tashkent per concordare un fronte comune contro l’integralismo islamico nell’Asia centrale

28 luglio 1999: Comincia l’offensiva estiva. I combattimenti si susseguono su tre fronti con alterne vicende.

17 agosto 1999: Il Pakistan si offre come mediatore, ma viene rifiutato dalle forze dell’opposizione afghana guidate dal generale Massud.

24 agosto 1999: Una bomba scoppia davanti all’abitazione del Mullah Omar a Kandahar. Nell'attentato perdono la vita due dei suoi fratelli. Il leader dei Taliban si sposta in un bunker costruito più a sud.

10 settembre 1999: Il programma Onu per il controllo delle droghe (Undcp) dichiara che la produzione afghana di oppio nel 1999 ammonta a 4.600 tonnellate, il doppio rispetto all’anno precedente. Il 97% delle coltivazioni è in mano ai Taliban. L'Afghanistan diventa il primo produttore al mondo, superando anche la Birmania.

15 ottobre 1999: Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite impone sanzioni ai Taliban.

ULTIMI SVILUPPI (vedi anche gli articoli su Stringer Asia)

marzo 2000: Il leader sciita Ismael Khan fugge dalla prigione assieme a sette guardie talibane, e si rifugia in Iran

aprile 2000: Tentativo di ricostituire la Northern Alliance (Na) tra le forze dell’opposizione. I generali Dostum, Massud e Malik si incontrano grazie alla mediazione dell’Iran

maggio 2000: I Taliban lanciano un’offensiva a largo raggio contro le forze dell’opposizione afghana. La ripresa dei combattimenti interrompe il piano di scambio di quattromila prigionieri approvato nei mesi precedenti e un preventivato incontro per i colloqui multiraterali di pace, patrocinati entrambi dall’Organizzazione della conferenza islamica (Oic).

luglio 2000: Sei bombe in pochi giorni esplodono nella capitale Kabul, danneggiando l’ambasciata pakistana, il ministero dell’Informazione, un deposito di carburante e un albergo del centro. Le autorità rinnovano il coprifuoco dalle 10 di sera alle 4 di mattina.

agosto 2000: Prosegue, con alterne fortune, l’offensiva estiva. La reazione dei Taliban agli attacchi della Na si rivela più efficace del previsto, grazie al crescente sostegno del miliardario Osama bin Laden e alla partecipazione di soldati e mujaheddin pakistani. Il presidente Rabbani lamenta lo scarso sostegno da parte della comunità internazionale.

settembre 2000: La diplomazia italiana tenta una mediazione tra la Na e i Taliban e si impegna a devolvere un fondo di quattro milioni di dollari iniziali da destinare a progetti di sviluppo su entrambi i fronti.

novembre 2000: Dopo una lunga e complessa opera di mediazione compiuta dall’inviato speciale dell’Onu in Afghanistan, Francisc Vendrell, i Taliban e l’opposizione della Northern Alliance firmano un impegno a partecipare entro dicembre a una serie di colloqui di pace ‘indiretti’.

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