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Speciale AFGHANISTAN
Tre ore all'ombra dei
Buddha
La postazione militare dei Taliban, ai piedi del Buddha
(vedi reportage
fotografico)
Sono
le otto di sera quando arriviamo alla periferia di Bamiyan dopo un massacrante
viaggio in macchina da Kabul, ma nella valle è già notte fonda. I pochi negozi
sono chiusi. I locali - che sono dell'etnia minoritaria degli hazara - ci
guardano con sospetto e guardano con timore il Talib che ci accompagna: un
ragazzone pashtu, cresciuto nei campi profughi del Pakistan, di nome Issah Khan.
Anche Issah è spaventato. Sa di essere uno straniero a Bamiyan, come sono
stranieri gran parte dei Taliban della guarnigione locale. Nessun equivoco è
possibile: come Kabul, piu di Kabul, Bamiyan è una città sotto occupazione
militare. Come a Kabul non si riesce a capire se esiste qualche autorità che ha
imposto un coprifuoco regolare, ma per le poche decine di migliaia di abitanti
della città le cose sono chiare: in giro non c'è un'anima a parte i miliziani
Taliban che ostentano i kalashnikov e si guardano nervosamente attorno sapendo
che dietro ogni roccia, dietro ogni finestra può nascondersi un nemico. In
qualche modo esce fuori una cena - kebab e pane - e poi ci invitano a dormire in
una stanzetta che si affaccia sulla strada principale, con una rudimentale porta
di legno che si chiude a malapena. C'è molta tensione. Noi non capiamo bene
dove siamo finiti. Loro non capiscono bene cosa siamo venuti a fare. Come tante
altre tribù afghane, anche gli hazara hanno una tradizione guerriera - sono i
discendenti dei soldati di Ghengis Khan - e noi siamo venuti con i loro nemici,
i Taliban pashtu. Issah, mandato dal ministero degli esteri ad accompagnarci
nella sua prima importante missione fuori dalla capitale, è confuso. Gli
chiediano di portarci dal comandante locale dei Taliban, che ci invita a dormire
nella loro caserma. Sistemiamo i sacchi a pelo su dei tappeti in una stanzetta.
È solo quando usciamo in cortile a fumarci una sigaretta che la vediamo.
Un'enorme statua di Buddha ci sovrasta, scavata in parete rocciosa alta qualche
decina di metri. C'è una fetta di luna e un raggio illumina quello che rimane
del volto della statua. Il cielo di montagna - siamo a 2500 metri di altitudine
- è di un blu profondo ma luminioso. Il cuore mi batte forte. Ce l' abbiamo
fatta: siamo a Bamiyan e siamo proprio sotto i giganteschi Buddha.
''...Qui la mente è potente, la neve alta e le temperature sono gelide anche
d'estate, le vallate sono